"Chi è rispettato da tutti diventa Hokage. Non dimenticarti dei tuoi amici."
Non si arriva lontano se ci facciamo accecare dal nostro ego, dall'idea di fare tutto da soli per non creare fastidi agli altri.
E' un'illusione quella di essere eroi solitari, di portare il peso del mondo addosso.
Il manga più volte ci mostra il fallimento nel tentativo di percorrere una via solitaria: Neji, Gaara, Kakashi Gaiden e poi Madara, Obito, infine Sasuke.
Anche Itachi ammette di aver sbagliato a farsi carico di troppe responsabilità e di aver tenuto all'oscuro il fratello.
Maturiamo grazie al rapporto con chi ci circonda.
E i buoni rapporti che Naruto crea sono mantenuti grazie alla considerazione che ha e che mostra verso i suoi amici.
Negli ultimi due anni, non so se sia dovuto al covid, al fatto che stiamo diventando giovani adulti (o una combo di tutte e due), ma ho visto su di me e alcuni amici questa tendenza al rinchiudersi, al risolvere i problemi da soli.
Non abbiamo villain come la decacoda, ma esistono situazioni e rapporti non facili: in casa, con amici, con fidanzati/e, anche con noi stessi.
Sono demoni invincibili se affrontati da soli: un simile approccio ci porta a isolarci e a far cadere i rapporti.
L'idea di Hokage invisibile di Sasuke non funzionerà mai.
Quando uscì questo capitolo, da ragazzino non mi piacque la risoluzione.
L'ho trovata molto ingenua, sempliciotta.
Oggi, a 11 anni di distanza, mi piace tantissimo.
Perché è vero: se vogliamo affrontare i momenti più difficili della nostra vita abbiamo bisogno di chi ci sta accanto.
E dobbiamo metterle in primo piano nella nostra vita, non tenerli all'oscuro.
Kishimoto praticamente ci dice che diventare Hokage è l'ultimo (?) step di maturazione, quando non solo abbiamo fiducia in noi stessi, soprattutto l'abbiamo negli altri.