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Rascal Does Not Dream of Bunny Girl Senpai | Bunny Girl Senpai | Film disponibile | Annunciato nuovo progetto animato | J-Pop
The official website for Rascal Does Not Dream of Dreaming Girl the Movie (Seishun Buta Yarō wa Yume-Miru Shōjo no Yume wo Minai), the anime film based on Hajime Kamoshida's Seishun Buta Yarō light novel series, posted a teaser trailer and the third special visual on Saturday. The teaser, which debuted during the film's streamed "Pre-Opening Special Program" earlier in the day, is the first video with actual footage from the movie itself.
Viste le prime due puntate… Notevole, mi ha sorpreso soprattutto perché mi aspettavo che l’elemento slice of life fosse molto più centrale e mansueto, invece a stento riuscirei ad associarlo al genere. L'impressione è che vada ben oltre: ci sono eventi inspiegabili, per il momento introdotti da idee intriganti, che si prestano ad essere interpretati in chiave psicologica e sociologica, una serie di problematiche stratificate quali:
l’essere imprigionati in un ruolo prestabilito sotto l’influsso condizionante di dinamiche esterne difficilmente controllabili, che si rinuncia a combattere e ci si arrende ad assecondare, una parte da recitare nella speranza di tamponare le ferite interiori (nell’anime queste sembrano appunto manifestarsi nella realtà concreta sottoforma di lesioni fisiche e misteriosi stati di invisibilità corporea);
la diatriba ontologica sulla natura e la ragione della propria esistenza come ente a sé o vincolata alla percezione di un osservatore demiurgo, e dunque alla sua memoria, spiegata sommariamente con l’uso metaforico del paradosso quantistico del gatto di Schrodinger;
l’aver costruito un’immagine pubblica di sé talmente coriacea e monopolizzante da esaurire in essa la propria esistenza agli occhi del mondo, da rappresentare una minaccia per il proprio io (in salsa ovviamente molto meno inquietante mi ricorda la situazione dell'ex idol in Perfect Blue di Satoshi Kon), a tal punto da diventare invisibili ovverosia non visti/non percepiti (sia nel regno concettuale che, nell’anime, in quello fattuale) quando la protezione della sua ombra svanisce lentamente;
un bullismo che punisce severamente chi disobbedisce allo sguardo impeccabile del grande occhio bionico che tiene traccia delle nostre reazioni nei rapporti mediati o veicolati dalla tecnologia portatile (Kaede che viene tartassata dalle compagne di classe quando visualizza un messaggio sullo smartphone senza rispondere subito; la ragazza del parco che, invece di risolvere la faccenda con il poliziotto del commissariato, deve affannarsi a rispondere compulsivamente ai messaggi altrimenti “avrebbero smesso di essere sue amiche”);
le distanze generazionali e l’oggettivazione dei figli da parte dei genitori, non è la prima volta che si affrontano simili temi ma di solito mi affaccio con interesse ad ogni loro tentativo di riproposizione.
La relazione dei protagonisti veleggia nel mare aperto di queste tematiche ventose. Controverso, non solo sentimentale, e pervaso di un'atmosfera palpitante, sospesa in bilico tra realtà e riflessione intimista. Le premesse sono molto buone e resto ansioso di scoprire come si evolverà la vicenda, quanto e come verranno approfondite. Vorrei capire meglio o con maggiore precisione in che modo tutto ciò che ho scritto sotto spoiler è catalizzato dall’espressione “sindrome della pubertà”, in che modo l’anime vuole avventurarsi nel significato di questa terminologia.
In riferimento a un commento letto in prima pagina, il parallelo con la coppia Kyon-Haruhi inizialmente è balenato anche nella mia testa, magari per mancanza di altri termini di paragone. Forse si possono individuare alcuni richiami ma finisce lì, l'ho accantonato in men che non si dica e me ne sono dimenticato. Loro stessi, i due protagonisti, se ne sono discostati brillando di luce propria.
Piuttosto che essere preso in contropiede, Sakuta
risponde spesso per le rime sbattendo in faccia ciò che pensa e vuole dire senza sollevare i toni, ammirevole. In nessun caso ha tradito un atteggiamento impacciato o di soggezione, interessante (e un tantino appagante xD) perché in tal modo non dico che lo sovverte, ma perlomeno tende a sbilanciare l'ordine onorifico di anzianità senpai-kohai e, in linea più generale, ad allontanarsi dalla figura del personaggio maschile che, volente o nolente (leggasi anche remissivamente), viene attratto o travolto da una presenza femminile talmente incisiva da divenire il centro del suo mondo e dei suoi pensieri.
Qui nessuno dei due ha i riflettori puntati addosso più dell'altro, entrambi ruotano intorno al loro comune centro di massa come una stella binaria. E giustamente lui tantomeno si tira indietro quando si tratta di
rendere calci nel sedere su insistente richiesta della diretta interessata. Il frame con il poliziotto in bicicletta che si blocca sullo sfondo al centro dello schermo è fantastico.
Di monologhi come quello di Sakuta
sulla difficile posizione di Mai rispetto agli altri studenti, accompagnato dalla sequenza panoramica sui ritmi della vita scolastica all'inizio del primo episodio,
ne ascolterei a centinaia soltanto per il piacere di sprofondare in questo tipo di atmosfera malinconica, crepuscolare, indefinita, sommessa, meditabonda eppure non rassegnata, dove il tempo rallenta sincronizzandosi al flusso dei pensieri e rivelando per contrasto una folla concitata, in costante e inarrestabile moto vario verso una deriva poco guidata. Ma tutto ciò che risiede al di qua dell’orizzonte, per un attimo, sembra astrarsi sopra un cumulonembo che si espande stancamente e cerca di raccogliere le forze rifiatando con ampi sospiri.
Viste le prime due puntate… Notevole, mi ha sorpreso soprattutto perché mi aspettavo che l’elemento slice of life fosse molto più centrale e mansueto, invece a stento riuscirei ad associarlo al genere. L'impressione è che vada ben oltre: ci sono eventi inspiegabili, per il momento introdotti da idee intriganti, che si prestano ad essere interpretati in chiave psicologica e sociologica, una serie di problematiche stratificate quali:
l’essere imprigionati in un ruolo prestabilito sotto l’influsso condizionante di dinamiche esterne difficilmente controllabili, che si rinuncia a combattere e ci si arrende ad assecondare, una parte da recitare nella speranza di tamponare le ferite interiori (nell’anime queste sembrano appunto manifestarsi nella realtà concreta sottoforma di lesioni fisiche e misteriosi stati di invisibilità corporea);
la diatriba ontologica sulla natura e la ragione della propria esistenza come ente a sé o vincolata alla percezione di un osservatore demiurgo, e dunque alla sua memoria, spiegata sommariamente con l’uso metaforico del paradosso quantistico del gatto di Schrodinger;
l’aver costruito un’immagine pubblica di sé talmente coriacea e monopolizzante da esaurire in essa la propria esistenza agli occhi del mondo, da rappresentare una minaccia per il proprio io (in diversa salsa mi ricorda la situazione dell'ex idol in Perfect Blue di Satoshi Kon) a tal punto da diventare invisibili (sia nel regno concettuale che, nell’anime, in quello fattuale) quando la protezione della sua ombra svanisce lentamente;
un bullismo che punisce severamente chi disobbedisce allo sguardo impeccabile del grande occhio bionico che tiene traccia delle nostre reazioni nei rapporti mediati o veicolati dalla tecnologia portatile (Kaede che viene tartassata dalle compagne di classe quando visualizza un messaggio sullo smartphone senza rispondere subito; la ragazza del parco che, invece di risolvere la faccenda con il poliziotto del commissariato, deve affannarsi a rispondere compulsivamente ai messaggi altrimenti “avrebbero smesso di essere sue amiche”);
le distanze generazionali e l’oggettivazione dei figli da parte dei genitori, non è la prima volta che si affrontano simili temi ma di solito mi affaccio con interesse ad ogni loro tentativo di riproposizione.
La relazione dei protagonisti veleggia nel mare aperto di queste tematiche ventose. Controverso, non solo sentimentale, e pervaso di un'atmosfera palpitante, sospesa in bilico tra realtà e riflessione intimista. Le premesse sono molto buone e resto ansioso di scoprire come si evolverà la vicenda, quanto e come verranno approfondite. Vorrei capire meglio o con maggiore precisione in che modo tutto ciò che ho scritto sotto spoiler è catalizzato dall’espressione “sindrome della pubertà”, in che modo l’anime vuole avventurarsi nel significato di questa terminologia.
In riferimento a un commento letto in prima pagina, il parallelo con la coppia Kyon-Haruhi inizialmente è balenato anche nella mia testa, magari per mancanza di altri termini di paragone. Forse si possono individuare alcuni richiami ma finisce lì, l'ho accantonato in men che non si dica e me ne sono dimenticato. Loro stessi, i due protagonisti, se ne sono discostati brillando di luce propria.
Piuttosto che essere preso in contropiede, Sakuta
risponde spesso per le rime sbattendo in faccia ciò che pensa e vuole dire senza sollevare i toni, ammirevole. In nessun caso ha tradito un atteggiamento impacciato o di soggezione, interessante (e un tantino appagante xD) perché in tal modo non dico che lo sovverte, ma perlomeno tende a sbilanciare l'ordine onorifico di anzianità senpai-kohai e, in linea più generale, ad allontanarsi dalla figura del personaggio maschile che, volente o nolente (leggasi anche remissivamente), viene attratto o travolto da una presenza femminile talmente incisiva da divenire il centro del suo mondo e dei suoi pensieri.
Qui nessuno dei due ha i riflettori puntati addosso più dell'altro, entrambi ruotano intorno al loro comune centro di massa come una stella binaria. E giustamente lui tantomeno si tira indietro quando si tratta di
rendere calci nel sedere su insistente richiesta della diretta interessata. Il frame con il poliziotto in bicicletta che si blocca sullo sfondo al centro dello schermo è fantastico.
Di monologhi come quello di Sakuta
sulla difficile posizione di Mai rispetto agli altri studenti, accompagnato dalla sequenza panoramica sui ritmi della vita scolastica all'inizio del primo episodio,
ne ascolterei a centinaia soltanto per il piacere di sprofondare in questo tipo di atmosfera malinconica, crepuscolare, indefinita, sommessa, meditabonda eppure non rassegnata, dove il tempo rallenta sincronizzandosi al flusso dei pensieri e rivelando per contrasto una folla concitata, in costante e inarrestabile moto vario verso una deriva poco guidata. Ma tutto ciò che risiede al di qua dell’orizzonte, per un attimo, sembra astrarsi sopra un cumulonembo che si espande stancamente e cerca di raccogliere le forze rifiatando con ampi sospiri.
Aniplex of America began streaming a new subtitled trailer on Sunday for it and Funimation Films' upcoming screening of Rascal Does Not Dream of a Dreaming Girl (Seishun Buta Yarō wa Yume-Miru Shōjo no Yume wo Minai), the anime film based on Hajime Kamoshida's Seishun Buta Yarō light novel series.
Visto il film, TANTA roba, emozioni a pacchi. Ammetto di aver dovuto cercare opinioni di altri utenti per vedere di aver compreso al 100% il finale e direi che ci sono riuscito. A questo punto mi chiedo come continui, ma non trovo info, sul piatto di argomenti aperti non ce ne sono.
Visto il film, TANTA roba, emozioni a pacchi. Ammetto di aver dovuto cercare opinioni di altri utenti per vedere di aver compreso al 100% il finale e direi che ci sono riuscito. A questo punto mi chiedo come continui, ma non trovo info, sul piatto di argomenti aperti non ce ne sono.
Concordo, molto bello il film. Non sapevo continuasse. Ce n'era veramente bisogno? non mi pare da quanto ho capito... Il film era una degna conclusione secondo me.
Concordo, molto bello il film. Non sapevo continuasse. Ce n'era veramente bisogno? non mi pare da quanto ho capito... Il film era una degna conclusione secondo me.
Praticamente ho letto che c'è un qualcosa che riguarda un desiderio che aveva Mai da bambina, credo da vedere come un piccolo rimorso che Sakuta deve risolvere.
E non è ancora finito comunque, come materiale per una s2 sarebbe troppo poco.
Unite in un unico box da collezione, arrivano le 2 miniserie che hanno conquistato il pubblico giapponese e su cui è basato l’omonimo anime di grande successo!
Azusagawa Sakuta si è trovato davanti una scena senza senso: ha incontrato in biblioteca una ragazza vestita da coniglietta. Lei è Sakurajima Mai, una compagna di scuola di Sakuta e una rinomata attrice che si è ritirata dalle scene. Il problema è che nessuno può vederla a parte lui! Che sia collegato all'argomento ormai virale su Internet, il fenomeno inimmaginabile noto come "la sindrome della pubertà"? Sakuta, cercando di capirci qualcosa, decide di aiutare Mai a risolvere il mistero. Ma le cose non andranno proprio come si aspetta.
può darsi che abbiano fatto scelte precise per l'incertezza di proseguire il progetto
ma se la novel originale non è finita va da sè che comunque non potesse essere il finale