Tocchi un argomento interessante.Ho sempre ritenuto che la castità imposta ai preti (l'esempio più estremo di quello che dici tu) possa portare a diversi squilibri mentali.
Ovvio che non accade per tutti, lungi da me dal dire una cosa del genere, esistono milioni di preti sani di mente, ma secondo me i diversi casi di pedofilia possono avere questo come causa.
Beh, il celibato dei preti non centra nulla con questo, è semplicemente una norma canonica per evitare il nepotismo, ovvero più una scelta politica che altro (anche se nel Vangelo ci sono accenni a chi sceglie di farsi eunuco per dedicare l'intera vita al regno dei cieli, ma non penso che sia necessariamente il caso dei sacerdoti).
Ad ogni modo è più probabile che qualcuno si faccia sacerdote proprio per nascondere lo squilibrio mentale, può succedere che si scelga quella strada per fuggire ai propri problemi e cercare di contenerli così. I sacerdoti senza vocazione, si sa, spesso non fanno che danni...
PS: la castità invece è dovere del cristiano, non del sacerdote, ed esiste anche all'interno del matrimonio e del rapporto sessuale.
Riguardo il pensiero impuro no, non basta per il peccato mortale in quanto:
Perché il peccato che si commette possa essere considerato mortale devono essere soddisfatte tutte le seguenti condizioni:deve avere per oggetto una materia grave;
deve essere compiuto con piena consapevolezza;
deve essere compiuto con deliberato consenso[1].
La materia grave si ha quando sono in gioco valori gravi, importanti. È precisata, tra l'altro, dai dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre" (Mc 10,19)[2].
All'interno dei peccati gravi la gravità non è la stessa per tutti: un omicidio è più grave di un furto. Si deve poi tenere conto anche della qualità delle persone lese: ad esempio la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo.
La piena consapevolezza si riferisce alla conoscenza del carattere peccaminoso dell'atto, cioè della sua opposizione alla Legge di ***.
Il pieno consenso significa un consenso sufficientemente libero perché sia una scelta personale.
L'ignoranza simulata e la durezza del cuore non diminuiscono il carattere volontario del peccato ma, anzi, lo accrescono. Invece l'ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l'imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo.
La consapevolezza e il libero consenso possono essere poi attenuati dagli impulsi della sensibilità e dalle passioni, così come dalle pressioni esterne o dalle turbe patologiche.
Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave.
Quindi nella maggior parte dei casi il semplice pensiero non rientra in questa "categoria", ma spesso nemmeno in quella semplice di peccato, dipende quanto si restringe il campo del "pensare".
Sarebbe peccato, in questo senso, volgere deliberatamente il pensiero all'erotismo, magari godendo di un piacere illusorio e perdendo, così, la possibilità di impiegare tempo ed energie per pratiche realmente costruttive, l'espressione senecana "vindica te tibi" ed il ragionamento che consegue è piuttosto calzante in relazione all'argomento.
In quanto all'omosessualità, essere omosessuali non è peccato, lo è la relazione sessuale, al pari di ogni rapporto al di fuori del matrimonio. Ma qui il catechismo è sicuramente più chiaro di me:
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova.
Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A
loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali
persone sono chiamate a realizzare la volontà di *** nella loro vita, e,
se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le
2347 virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante
il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la
grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente,
avvicinarsi alla perfezione cristiana.