Per iniziare a comprendere le motivazioni di Selene e il perchè del ciclo su Atropos, penso sia importante leggere i glifi lasciati da lei stessa su Atropos, che cominciano a comparire dal quarto bioma in poi (dopo secoli passati da Selene sul pianeta, ormai, e dopo che vi è ritornata in seguito alla sua morte sulla Terra)
Lastra 10
"I ricordi di famiglia mi sono stati amputati. La mente corrotta mi mostra un astronauta fuori dall'auto, REALE O PRESUNTO. Eternamente ad un passo da Helios, mi vedo entrare in casa prima che lui scena le scale"
E' evidente in questo caso un primo importante riferimento al trauma di Selene, ovvero l'incidente d'auto in cui è morto il figlio Helios. Un trauma che lei stessa ha rimosso una volta arrivata su Atropos ("i ricordi di famiglia mi sono stati amputati") e che cerca di giustificare in qualche modo attraverso la figura dell'astronauta ("la mente corrotta [dal trauma] mi mostra un astronauta fuori dall'auto"), senza però sapere se sia reale o meno. C'è poi il riferimento alla perdita di Helios.
Lastra 11
" Scrutando in uno specchietto retrovisore oscuro, affondo in un lago di follia che squarcia le acque profonde. Alcuni abomini non avrebbero mai dovuto venire alla luce. Mia madre mentiva sulla gioia, non c'è fine al dolore"
Qui abbiamo l'ennesimo riferimento all'incidente, all'auto e al lago, e alla follia di Selene che ne è derivata. C'è anche un primo riferimento al rapporto con la madre Theia.
La Lastra 12 non c'è bisogno di trascriverla perchè poco importante, c'è semplicemente un riferimento alla musica del quarto boss e al fatto che perseguiti Selene. Sappiamo che si tratta della canzone Don't Fear the Reaper, che Selene ascoltava in auto al momento dell'incidente.
Lastra 13
"I miei occhi si posarono sulla cascata di icore: arti vacui protesi in avanti. L'entità che crea/distrugge si immerse nella pozza. Il rimorso colò a picco insieme al ricordo rimosso di una sedia a rotelle che attende alla fine. ll suo nome è al principio."
L'icore nella mitologia greca è il sangue degli dei. Difficile dire cosa stia a simboleggiare qui, ma probabilmente si fa riferimento a Selene che nella sua ricerca estenuante di trascendenza su Atropos, finisce per rimuovere i suoi ricordi e il suo rimorso per la morte del figlio, insieme ai ricordi della madre (riferimento alla sedia a rotelle). "Il suo nome è al principio" potrebbe essere proprio un riferimento alla madre, Theia nella mitologia greca è infatti la madre di Selene e Helios.
Lastra 14
"Mi ritrova fuori dall'Olimpo, la nostra famiglia distrutta. Emersi dalle acque dello Stige, ma tra le stelle non vi era spazio per il sangue. Li seppellii e me li lasciali alle spalle, ciononostante l'astronauta continuava a seguirmi"
Ennesimo riferimento di Selene al trauma dell'incidente, a seguito del quale la sua famiglia risultò distrutta. Il riferimento allo Stige (uno dei fiumi dell'Ade nella mitologia greca) è un duplice riferimento al luogo di morte di Helios (il fiume/lago dell'incidente) e a lei che riesce a sopravvivere alla morte emergendone da sola. Anche qui abbiamo un riferimento a Selene che seppellisce (sopprime) i ricordi, ma questo sembra non bastare, perchè l'Astronauta (magari una personificazione del senso di colpa?) continua a seguirla.
Lastra 15
"Ascolta il silenzio, più profondo dell'Ade e più nero del Tartato: l'Entità che crea distrugge varcò le tenebre e io farò altrettanto. Nel sepolcro universale troverò salvezza. Lo attraverserò per affrontare l'astronauta"
Sono presumibilmente trascorsi secoli dall'arrivo di Selene su Atropos, comincia ad impazzire e a non avere più ricordi di sè stessa e di ciò che ha fatto su Atropos, parlando dell'Entità che crea/distrugge ormai in terza persona. Cerca di seguire le sue stesse orme e trovare la salvezza dal ciclo e affrontare la verità/senso di colpa (personificati nell'astronauta)
Lastra 16
"Pallida Ombra, inconsapevole dell'ineluttabile. Questa volta agisco senza premeditazione e cerco di afferrare il bambino perduto. E' stata la mia negligenza a condurmi qui. Le ombre che si agitano al buio sono le mie colpe sotto forma di astronauta, divenuto placenta cosmica."
Questa è probabilmente la lastra più importante del gioco, perchè ci rende abbastanza chiara la psiche di Selene e il ruolo dell'astronauta. C'è il riferimento a Selene che cerca di recuperare il ricordo del figlio morto ("bambino perduto"), c'è una prima presa di coscienza della propria colpa per la morte del figlio ("è stata la mia negligenza a condurmi qui"), c'è un primo riferimento all'astronauta come personificazione del senso di colpa di Selene ("le mie colpe sotto forma di astronauta, divenuto placenta cosmica").
Lastra 17.
"Nelle bolge infernali i nostri destini si dividono, entità creatrice/distruttrice e astronauta si scindono, si dipanano, precipitano fino a comporre un arazzo. L'unico antidoto alle tenebre interiori è la distruzione di ciò che giace sul fondo. Mi inabisso verso l'auto sommersa"
Altra lasta molto importante, abbiano l'ennesimo riferimento al fatto che Selene e l'Astronauta sono di base la stessa persona. Dopo l'incidente, Selene è incapace di accettare la propria colpa per la morte del figlio (entità creatrice/distruttrice, nato e ucciso da lei), pertanto crea la figura dell'astronauta per spiegare l'incidente e addossare la colpa a quest'ultimo. L'unico modo per liberarsi dal ciclo di Atropos accettare la verità e assumere la colpa di ciò che è successo, per far ciò dovrà affrontare ciò che giace sul fondo (boss finale) e trovare l'auto sommersa per ricordare.
Lastra 18.
"Deve esserci un modo per ricongiungersi alla mia vita perduta. Ma sembra già irraggiungibile, come l'astronauta che attende nella nebbia. Forse la prossima volta troverò la forza di ignorarlo. Helios è distrutto e devo ricomporne i frantumi".
Altri riferimenti alla vita precedente di Selene, che ha ormai dimenticato. Manifesta la volontà di liberarsi dell'astronauta e di riuscire ad ignorarlo (accettare la propria responsabilità e superare il senso di colpa), recuperando finalmente il ricordo di Helios.
Lastra 19
"Ritorno alla casa? Visita finale? Nascita e morte impura in seminterrato dietro un sole infranto? Helios prematuramente strappato alla vita?"
Penultima lastra posta davanti alla casa nell'ultima visita, abbiamo riferimenti a Theia e alla morte prematura di Helios.
Lastra 20.
"Caduta nel vuoto? auto affondata? vista del ricordo ultimo e immeritato castigo? il segreto dell'astronauta è un avvertimento per interrompere il ritorno?"
Ultima lastra, posta nelle profondità dell'Abisso. C'è la presa di coscienza dell'incidente, come ultimo "castigo" che Selene deve affrontare prima della redenzione. Il segreto dell'Astronauta è la presa di coscienza della sua reale identità, solo accettando di essere lei stessa l'Astronauta e di aver provocato la morte del figlio, Selene potrà interrompere il ciclo e ricominciare a vivere (la scena finale del true ending dove, finalmente, riesce ad emergere dal lago invece di essere trascinata giù dai tentacoli).
Una postilla che aggiungo perchè ritengo importante per tutto il discorso incidente/trauma/senso di colpa, è la trascrizione di alcuni audiolog molto importanti.
audiolog #11:
"Si, sono stata io. Ho causato io la caduta. Splendido sacrificio. Quando mi sono inabissata, la sfinge sommersa mi ha proposto un enigma in cambio dell'anima: "Come curi una ferita in un corpo incurabile?"
Qui c'è molto da ragionare, perchè si fa riferimento al fatto che è Selene stessa ad aver causato il proprio arrivo su Atropos, abbattendo la sua stessa nave con uno dei cannoni della Cittadella. Possiamo interpretare questo avvenimento in due modi:
- In senso letterale, riconoscendo l'esistenza di almeno due versioni di Selene in quello che è un paradosso temporale causato da Atropos. La Selene impazzita presente su Atropos da secoli abbatte sè stessa all'arrivo sul pianeta, generando un paradosso temporale e il ciclo infinito, con l'obiettivo di offrire un sacrificio al pianeta/entità che lo abità (la sfinge sommersa) e ottenere come ricompensa la "cura di una ferita in un corpo incurabile"
- In senso metaforico, in questo caso Selene semplicemente prende coscienza che è essa stessa ad essersi "portata" su Atropos, è lei la causa del suo ciclo e solo lei può liberarsene giungendo ad un'accettazione finale della propria colpa.
La sfinge sommersa che propone un enigma in cambio dell'anima è chiaramente la creatura/entità che Selene incontra nel finale del gioco, reale o meno che sia.
audiolog #46:
"Questo mondo è il mio rifugio in un universo inospitale. Non voglio andarmene. All'orizzonte talvolta scorso un albeggiare di tenebre sotto l'oceano. Quando emergerà in superficie? Attenderò in eterno di raggiungerlo."
Selene prende chiaramente coscienza del fatto che Atropos sia ormai il suo rifugio da un universo in cui il figlio è morto per causa sua. Che poi Atropos sia reale o creato dalla sua mente poco importa: lei non vuole andarsene, nonostante all'orizzonte scorga sempre le tenebre del senso di colpa e della realizzazione, pronte ad emergere in superficie prima o poi.
audiolog #53:
"Ho visto il teschio nero come la notte oltre la visiera dell'astronauta. Tra quelle ombre vedo schegge di me che lottano per liberarsi. Se può mostrare al mondo un volto, o un altro.... l'avevo già incontrato? Qual era il nome che aveva in testa? Era stato il primo a dire... "Vedi la pallida ombra?" "
Un altro audiolog in cui Selene sembra prendere coscienza (parziale) di cosa sia effettivamente la figura dell'astronauta, qui ancora una volta presentata come una personificazione del suo senso di colpa per la morte di Helios: teschio nero dietro la visiera che simboleggia la morte, schegge di Selene che cercano di liberarsi (dal senso di colpa), lei che cerca di ricordare il nome di Helios in quanto era stato il primo a pronunciare la frase sulla pallida ombra prima dell'incidente.
audiolog #54:
"Oltre la frattura nel pianeta, il sonnambulo degli abissi si arrampica in sogni arditi. Ha promesso risposte all'Alveare, per poi esiliarlo. Ha promesso agli Esuli poteri divini, per poi mutilarli. A me non ha ancora promesso nulla...Perchè non parla? Dopo tanto lottare, non sono ancora degna?"
Il riferimento è chiaramente all'entità dell'Abisso, colei che ha portato in origine Selene su Atropos. Questo audiolog ci conferma che Selene non è la prima a seguirla in maniera spasmodica, già prima era avvenuto con gli abitanti dell'Alveare e gli Esuli, tutti portati alla distruzione nel tentativo di ascendere. Selene è sulla stessa strada di distruzione.