Giochi in Edicola Squeeze Your Library! | Primavera 2025

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Giochi in Edicola
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Noo non mi ero reso conto che i bonus erano sfide mensili, questo weekend forse riuscivo a finire Classic Marathon :asd:

Era l'unica volta che potevo concorrere a questi extra, ma vabbeh, sarà per la prossima volta :happybio:
Quelle di Aprile valgono ancora per qualche giorno dato che eravamo partiti in ritardo, se nel weekend ti vuoi fare la mega maratona (pun intended) :rickds:
 
🚨 LE SFIDE MENSILI 🚨
Punti extra, ma per un periodo limitatissimo!


Durante il mese di Maggio si offrono le seguenti ricompense:



TIER 1: Oblivion Remastered - 2 punti bonus

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TIER 2: "Almeno non costa 80 euro" - Doom Eternal - 5 punti bonus

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TIER 3: - Gaijin Drift Master(?) - 1000 punti bonus
Prendi una multa per eccesso di velocità sulla Shuto Expressway. Manda foto e ricevuta del pagamento.





Per riscattare i punti è richiesto achievement con data di sblocco. Se la data è precedente al 01/05/2025 viene accettato di default, se è successiva al 01/05/2025 postate anche screen in game, tanto non vi costa nulla e almeno nessuno può insinuare che stiate barando.

Questa iniziativa potrebbe ripetersi ogni mese in occasione delle Uscite del Mese, oppure no, dipende dal periodo. :ayaya:
1000 punti :woo:

 
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Minchia sei in piena stagione RPG, hai un pacing spettacolare :asd:
Ho troppi RPG e JRPG in backlog. :dsax: Con Oblivion sto andando spedito perchè lo conosco quasi a memoria. <3
 
Nel mentre sto proseguendo la mia run su Risen 1 (Piranha Bytes <3), dove sono a circa 25 ore, e che mi sta aiutando a fare una pausa momentanea da Pillar's of eternity che dopo 30-40 ore diventa un po' stucchevole. Finito Risen lo riprendo per portarlo fino alla fine :gogogo:
Finito Risen in circa 35 ore grazie a ste settimane di ferie :yeahmini:. Proverò a fare completismo speedrunnando il path da "monaco" ma sono abbastanza saturo, ormai a trent'anni faccio fatica a stare 20-30-40 ore su di un gioco (salvo casi straordinari).
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Della serie Risen avevo solo cominciato il 2 e nulla più. Sono contento di aver preso il primo capitolo e portato a termine nell'arco di due settimane, ogni tanto ci va un GDR vecchia scuola.
 
Avevo in mente di scassare di meno e di farmi risentire più avanti, ma dal momento che le ferie sono finite e mi aspettano moooolte ore di treno, stavolta anticipo un po perchè diciamocelo: mi scoccia cacciare la Steam Deck.

E tra un pakistano che urla per cazzi sua sbattendo le mani sul tavolino e una ignobile vrenzola che ci tiene a farmi (e farci) sapere che un tale Aniello gli ha montato un bel paio di corna (che si merita, penso io) ecco qua la correzione del pezzo che avevo scritto su un gioco che ho finito in realtà a Novembre e in veste originale...beh, c'è tutto scritto.

E' altamente possibile che anche voi abbiate una storia epica del vostro viaggio adolescenziale preferito.

In genere questo racconto coincide o con un viaggio post maturità, spesso farcito di vomitate su converse bianche in località balneari strapiene di ragazzini con in faccia acne a mo' di costellazione, oppure col viaggio di quinta superiore, in genere riassumibile nell'immagine del timido della classe ubriaco a fare gli spogliarelli in qualche night di Praga.

Per me invece invece è diverso, e coincide col viaggio del quarto superiore alle cinque terre, località che evoca uno stato d'animo decisamente diverso dalle nebbiose cittadine della Pennsylvania. Almeno all'apparenza.

Per un ragazzino che abita in campagna e lontano dalla scuola quasi un'ora, uscire con gli amichetti è un'impresa costellata di autobus presi ad orari improbabili (a me fa pure male la corriera) e ovviamente interminabili negoziazioni con i genitori che nulla hanno a che invidiare a quelle delle olimpiadi di Monaco sia nei metodi che nei risultati.

Pertanto immaginatevi quanto la fattibilità di una maratona notturna per finire un gioco su cui tutto il gruppetto fantastica con tutta l'immaginazione adolescenziale di cui è dotata, sia legata a doppio filo al nulla osta di un gruppo di genitori abruzzesi e la loro visione positiva e propositiva per i videogiochi horror.

Ecco, appunto.

Ma cosi come la cittadina di Silent Hill offre la soluzione (forse non voluta) ai patemi d'animo del nostro alter ego James Sutherland, cosi un'altra cittadina italiana (in altrettanto modo non voluto) si offre di risolvere il nostro cruccio di adolescenti appassionati di giochi horror e che vogliono provare l'ebrezza di giocarlo in compagnia: la ridente cittadina balneare di Viareggio, e del nostro viaggio di quarta superiore alle cinque terre.

Il piano malefico è presto stilato: sfrutteremo la gita alle cinque terre di tre giorni e soprattutto delle due notti per farci una mega maratona notturna.

Il basista di questa rapina al prezioso nostro tempo adolescenziale è un hotel in quel di Viareggio. Durante il giorno abbiamo l'onore di vedere posti nuovi e soleggiati.

La sera invece quello di giocare assieme quello che poi in retrospettiva è uno dei titoli più maturi e appassionanti mai concepiti, con l'extra piacere di poterlo fare tutti assieme.

Ovviamente gli hotel non erano, e qualcosa mi diche che ancora non sono, dotati di console da gioco.

Nessuno della mia famiglia si insospettisce quando il mio usuale zaino scolastico, temporaneamente svuotato di cose che avrei fatto bene a imparare per tempo, si riempie fino all'orlo di quello che da fuori sembrano un cumulo ben pensato di panni e vettovaglie, all'interno invece è riempito di un paio di mutande, un paio di magliette e il resto occupato dall'Xbox (l'originale), la console più pesante della storia dell'umanità, densa come una nana marrone sia di chip che (scoprirò solo col senno di poi) di ricordi.

Dopo interminabili ore di autobus (ho già detto che mi fa male la corriera?) il primo giorno lo passo nel visitare la stupenda città di Genova, con i suoi vicoli antichi (vissuti dai miei soci liceali nel frangente minimo comprarsi un poco di fumo. Tralasciamo), il suo stupendo acquario e sue caratteristiche salite, affrontate con l'Xbox in spalla. Quanta ingenuità in un ragazzino solo.

L'organizzazione scolastica viaggi non poteva scegliere posto migliore per farci immergere nell'atmosfera horror che presto avremmo affrontato: l'hotel è abbastanza bruttino, non ho ricordi particolari della cena se non che le caraffe d'acqua fossero piene di pezzi di materia nera, le camere sono non solo abbastanza spoglie ma adesso sono anche piene di ragazzini urlanti strafatti d'erba, sbattono le tapparelle e sono ubriachi per gli alcolici sovraprezzati presi al bar dell'albergo.

Ricordo indistintamente uno dei nostri compagni correre nudo tra i piani urlando "sono Jack Sparrow!".

Spero che nei miei confronti la Disney sia clemente a riguardo.

In ogni caso, noi salpiamo per ben altre avventure.

Un amico un giorno mi ha detto "a 15 anni, o rimani sotto con la droga o con i videogiochi".

Potente.

La camera ha due letti scarni, le pareti sono di un giallo crema purulento, gli asciugamani in bagno odorano di brodo (un particolare che tutt'oggi non manca di far ridere ancora i miei amici, non ho capito perché giuro), la finestra dà su un giardinetto non curato e pieno di rimasugli di costruzione e piante abbandonate a se stesse tale fitto quasi da non far passare più la luce, dà l'idea di un cortile interno di un androne a Shangai.

All'angolo della stanza troneggia il TV a tubo catodico (di cui avevamo dato scontato la presenza, in retrospettiva mi sorprende un poco che sia andato tutto liscio) sotto il quale adagiamo la scatola dei ricordi. Colleghiamo il cavo SCART (un applauso a chi si ricorda cos'è) e mentre i nostri compagni di viaggio vanno in giro per l'albergo in mutande e strafatti, accendiamo la console; e a quel punto niente è più lo stesso per la mia carriera videoludica.

Silent Hill 2 si porta sulle spalle il peso di essere un caposaldo non solo del genere horror, ma di tutto quello che è il medium videoludico nella sua maturità, e non unicamente tecnica quanto soprattutto di costruzione dei personaggi, del mondo di gioco che essi sono costretti loro malgrado ad attraversare ma soprattutto di quella che è la loro storia in relazione ad esso.

Quindi figuratevi che perplessità quando quasi 15 anni dopo, dopo che il brand non mostra più nessun segno di vita (degna di nota, almeno) da fin troppo tempo, una sera a casaccio mi ritrovo nel letto a vedere la premiere dell'annunci Konami di nientepopodimeno che un remake!

Nonostante sia il secondo capitolo della saga, non è sostanzialmente legato in nessun modo a quello che il primo capitolo, anch'esso una pietra miliare della storia dei videogiochi, seppur forse per motivi diversi. L'unico fil rouge, che poi è di fatto l'elemento conduttore dell'intera saga bene o male, è quello della città stessa di Silent Hill e della sua iconica e nebbiosa rappresentazione: una pittoresca cittadina della Pennsylvania sulle rive di un lago per tutti, un portale per il proprio purgatorio personale per coloro che la città richiama esotericamente a se, per coloro che hanno dei conti in sospeso da espiare.

Ogni qual volta che viene annunciato un remake di un titolo cosi potente, c'è sempre una sana dose di scetticismo. Quando un titolo creato in modo cosi sartoriale passa attraverso la macchina di un'operazione commerciale, difficilmente ne viene fuori qualcosa di altrettanto memorabile, e negli anni questo dubbio si tramuta speso in triste, irritante e fecale realtà.

L'originale Silent Hill 2 è stato generato dalle ceneri di un team di lavoro in pieno estro creativo, in un'epoca in cui la capacità tecnica cominciava a permettere il tessere trame e personaggi realisticamente notevoli. Il maestro Akira Yamaoka per quanto riguarda gli effetti audio e la colonna sonora memorabile Masahiro Ito per quanto riguarda il design delle creature che abitano la ridente cittadina sono alcuni dei capisaldi del team di sviluppo, il team Silent, in uno stato di grazia tale da poter per sempre definire un mondo nebbioso, oscuro e pericoloso tanto quanto lo stato d'animo dei protagonisti che lo attraversano, in cerca di una redenzione non designata ma da ricercare e poi guadagnare a caro, in alcuni casi carissimo, prezzo.

Il segreto di un remake ben riuscito come questo probabilmente passa nel riprendere la stessa visione del team iniziale, comprendendo addirittura gli stessi creativi che più hanno dato visione all'intero progetto a suo tempo, ed esaltarne i lati più eterni, e rifinire quelli che più sono rimasti seppelliti sotto una coltre di ruggine e sangue (per rimanere in tema).

Cosi come l'originale, il remake si presenta con una visione artistica estremamente ben definita, una grafica al passo con i tempi e soprattutto un sonoro mai invadente, a mio avviso il vero e talvolta sottovalutato marchio di fabbrica della serie. Il remake non è una reinvenzione o peggio ancora una storpiatura (che si sarebbe rivelata imperdonabile su un titolo cosi amato) ma un attento omaggio nascosto da una rifinitura e un ammodernamento su tutti i livelli, per fortuna a meno di quelli che rendevano cosi iconici il titolo originale.

L'orrore di Silent Hill, che sia nella storia storia, nel sonoro o nella grafica non è un orrore esplicito e ostentato (come magari può essere l'iconografia horror occidentale) ma subdolo, onnipresente e intimo.

Il viaggio del protagonista James Sutherland alla ricerca di una moglie scomparsa da tempo ma forse presente a Silent Hill (l'incipit del titolo, per inciso) lo catapulta nella scoperta di vecchi e nuovi orrori, e la realizzazione sopraffina del titolo originale e del sostanzialmente fedele remake dopo porta anche noi a seguire la sua personale scoperta degli orrori che compongono non una violenza grafica inutile e immotivata (l'horror sembra ormai essere quasi sinonimo con questo concetto) ma piuttosto del terrore dell'ignoto in primis, e del terrore che l'esatto opposto talvolta può scatenarsi di riflesso.

Ma ti pare che ovviamente tutto questo orrore può fare scopa nella mente di un gruppo di ragazzini in gita? Abbiamo speso il grosso della serata andando in giro per la spiaggia di Viareggio, pagato un brancamenta una cifra onestamente sconsiderata, fatto un giretto in spiaggia e poi rientrati di gran lena, tapparelle chiuse e nuovi mondi da scoprire (per Viareggio...c'è sempre tempo).

Il problema è che tutta la stanchezza del viaggio ha presentato un conto salato: abbiamo finito a malapena un quarto del gioco prima di cadere non preda di Piramid Head (che a ragione sta a Silent Hill 2 come la bandana sta a Rambo) quanto piuttosto del vecchio nemico di ogni videogiocatore sopra i 30, ed eccezionalmente quella sera anche sopra i 15: il sonno.

In uno strano contrappasso oscurità/luce, il giorno dopo abbiamo visitato tutte le penta-location delle cinque terre, in una splendida giornata di sole e di risate giovanili.

Ho ancora cari dei ricordi di compagni di viaggio, ormai persi di vista da tempo, affannati per il migliaio di gradini della scalinata per Monesteroli, la buonissima focaccia mangiata a Monterosso, lo splendido porto di Vernazza (conosciuto ai più non tanto per i miei ricordi quanto perché era uno degli sfondi di default di Windows, sigh).

Il treno di ritorno per Viareggio, stanchi, assolati ma ridanciani è uno dei pochi ricordi che ho sotto ai vent'anni di pura e innocente spensieratezza. Mi accontenterei di rivivere quel lontano stato d'animo anche solo per un pomeriggio, prima che tutto si spenga.

Per certi versi, vivo nella speranza di costruire un mondo, il mio mondo, che mi possa mettere in condizione di farlo di nuovo. Almeno una volta ancora.

Usciamo dopo cena per un veloce giro in spiaggia a Viareggio, a sentire i giovani in spiaggia accendere farò abusivi e suonare chitarre uscite da chissà dove, rientrare per orario decente in albergo, sentire la proprietaria dell'albergo in stato alcolico interessante urlare per tutto l'albergo "perché io sono una puttana! Sono una PUTTANA!!!" e infilarci in stanza per portare a compimento il nostro ambizioso e quantomeno (diciamocelo) squinternato progetto originale.

Il nostro viaggio stava per trasformarsi nello stesso viaggio dell'orrore di James, in un percorso dai risvolti imprevedibili e deliranti.

Perché calcolatrice alla mano, fidatevi: è una vera impresa finire 3/4 del gioco originale in una sola nottata.

E cosi, tapparelle chiuse, asciugamani che sanno di brodo, TV Mivar con il telecomando dai bottoncini colorati e pad alla mano, si staglia di fronte a noi il nostro viaggio memorabile e incredibilmente privo di sonno che è (praticamente quasi) iniziare e poi concludere uno dei titoli più sconvolgenti del passato e col suo remake riuscitissimo anche dell'attuale panorama videoludico, che non può non lasciare qualcosa dentro a chiunque abbia avuto la perseveranza e il coraggio di fare lo stesso percorso (magari, al contrario nostro, in più riprese).

Non ho volutamente detto nessun dettaglio di troppo riguardante trama o personaggi, perché meriterebbe un discorso a se e non voglio affrontarlo, anche per lasciare la possibilità a chiunque di scoprire ciò che va scoperto per tempo e soprattutto per modo.

Quello che rimane dentro è uno dei colpi di scena meglio riusciti, imprevedibili e maturi che io abbia mai avuto l'onore di giocare nella mia carriera videoludica, imperlato di una colonna sonora da brividi e situazioni che cesellano sicuramente quello che è il mio titolo horror preferito di gran lunga.

Finito alle 5 e mezza di mattina. In tempo per scendere per la colazione.

Non ho ricordi del viaggio di ritorno a casa, se non che avevo gli occhi rossi più di quelli che avevano comprato il fumo.

Ma sono passato attraverso il mio inferno personale nel mio viaggio personale a Silent Hill, tra gli asciugamani di brodo e i compagni con le calzette annodate alle orecchie, con una storia da raccontare.

La storia del mio viaggio alle cinque terre.

Un viaggio a modo suo, che si chiude solo in un momento ben specifico in realtà.

Quello in cui, da ormai adulti, farsi la serata gaming non è più un taboo, e io e gli altri giochiamo di nuovo a Silent Hill 2, stavolta in versione remake e a casa nostra, sul divano, senza dover andare a centinaia di kilometri di distanza.

Sono cambiate molte cose da allora, talmente tante che è esecrante starle ad elencare, tante però da rendere questa serata gaming esclusiva quasi come lo fu quel viaggio allora: un incastro di volontà.

Ci sediamo in trepidante attesa, si stappa la birretta, si accende la console (stavolta non l'ho dovuta portare sulle spalle) e si parte.

Lo dirò, dirò il principale difetto di Silent Hill 2: funziona principalmente una volta sola. Tornate indietro e rileggete di nuovo la frase. Assaporate i frastagliati contorni di "principalmente".

Al contrario degli altri capitoli della saga, che come ho enunciato prima in realtà sono sostanzialmente scorrelati in termini di trama e ruotano attorno più all'atmosfera che sugli altri elementi, a mio avviso in questo caso è l'esatto opposto: il gioco si basa tutto su QUELLA COSA li, che fa parte del viaggio del protagonista e di conseguenza anche del nostro.

E' lo stesso difetto che ha il titolo originale del 2002: forse lo si può giocare con gli occhi della scoperta una volta sola. Certo, rigiocarlo per approfondire alcuni aspetti o uno delle decine di simbolismi artisticamente intarsiati nel titolo è piacevole...ma non ha lo stesso guizzo negli occhi di viverlo per la prima volta.

E' un'opinione forse impopolare, ma questa è. Ed è il motivo per il quale da solo probabilmente non l'avrei giocato di nuovo, in questa sua nuova veste di remake.

Se è vero che il viaggio conta più della destinazione, forse questo è sicuramente uno dei casi più veri. E' un pregio ma anche un difetto al contempo.

Ciò, in termini più ampi, non significa che non valga la pena intraprenderlo, questo viaggio di cui stiamo parlando, specialmente se lascia qualcosa dentro.

Tutto sommato, non ci resta che premere play, stappare una birretta e mettersi comodi.
 
Ultima modifica:
Azz addirittura 4? È così brutto?
Lo comprai non ricordo quando, convinto di giocarlo prima o poi per rivivere i bei ricordi, meglio lasciarli tali?
Magari a te piace, ma francamente non mi sono divertito manco un minuto in quelle 4 ore: proprio il gameplay non fa per me.
IIRC Mr. Jim Oak ha una opinione migliore della mia.
 
WTF

Cpt Tsubasa è una droga.
Ti deve piacere il blitzball e l'anime. Se sì, ci spendi 30/50h.
Se no ce ne spendi 4.
 
Premessa prima del report dei giochi completati

1) per OniZM che se non erro si occupa degli aggiornamenti, credo che tu ti sia sbagliato nel riportare il mio completamento di Impossible Creatures (lo avevo nominato e ho notato ad inizio post che è segnalato come gioco extra finito, quindi c'è due volte :asd:). Sorry se non sono stato chiarlo nello specificarlo nel post dove lo avevo menzionato come completato

2) Questo weekend volevo fare un triple combo di tre giochi completati, ma con Needy Girl Overdose sono stato colto di sorpresa dal fatto che c'è un True Ending... e per sbloccarlo devi fare TUTTI gli altri finali (20+). Sarà più lunga del previsto, e devo essere onesto, l'altro giorno ero vicino al dropparlo per i motivi che ho già detto (il genere non è il mio forte, la premessa semplicemente non mi piace). Però ieri sera finalmente ho beccato un finale che mi ha colpito molto, e dato che quelli più "consistenti" devo ancora farli, credo che proverò comuque a portarlo avanti. Vedremo...

Tornando a noi. Oggi riporto di aver finito:

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Army Men RTS (gioco extra)

Gioco senza achievement. Riporto come prova lo screen della schermata campagne, dove si vede l'ultima missione selezionata con la medaglia di completamento visibile (è piccolo per via della risoluzione, ma si vede).

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Il mio proposito riguardo agli RTS è durato poco :morristenda: ma questo l'ho scaricato, giocato e finito nel giro di 1.5w quindi è stata solo una breve divagazione, fatta poi più che altro per via di una improvvisa crisi di nostalgia, dato che questo è uno dei giochi che giocavo da piccolo su console. La descrizione di "RTS for young people" che ho letto in giro è azzeccata, è tutto ridotto come roster, counter ed altro, ma in realtà il gioco funziona comunque grazie ad una durata ridotta e qualche variazione sul tema tra le missioni. L'unico difetto grosso che gli posso assegnare è il pathfinding che mi fa rimpiangere i dragoni di Starcraft :O
Ecco, magari ho un debole per la premessa di base di questa serie che tolta quella è fatta di giochi uno peggio dell'altro, quindi un po' soprassedo alle eventuali debolezze :icebad: ma non mi sento di criticare troppo questa entry in particolare, che mi ha divertito nonostante la sua semplicità e, cosa che non è sempre valida per il genere, si conclude prima che diventi troppo ripetitivo. Ci sono delle missioni aggiuntive e si possono ripristinare le missioni esclusiva delle versioni console e le schermaglie vs IA per le mod, ma tutto opzionale e direi che posso passare ad altro, sono già contento di averlo finito :asd:

Perlomeno posso dire che sicuramente questo gioco concorre ad essere il migliore del franchise - e ci credo, è l'unico non fatto da 3DO, è stato fatto da niente popo' di meno che da quelle buon'anime di Pandemic (RIP)!

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Classic Marathon (gioco extra)

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Inizio col dire che mi sono reso conto che il bonus mensile del mese scorso è valido solo se si fanno tutti e tre. La megamarathon di marathon è fuori dalle mie capacità, quindi vabbeh niente bonus :asd:

Comunque, gioco che ho apprezzato più del previsto. Con l'eccezione di un 2-3 livelli che sono avevano evidentemente come level designer demoni (ogni livello dove devi correre sulla lava sono dei terni al lotto, ma più che altro il puzzle con gli ascensori a poco più della metà del gioco è illegale), ho apprezzato molto il mix di puzzle solving e combattimento old school, dove l'esplorazione viene premiata fortemente. Tra l'altro il gioco ha un sacco di trama, anche se viene proposta solo come testi da trovare nei vari terminali, e se leggi tutto capisci che il worldbuilding di questo mondo è veramente molto interessante: considerato quanto ha anticipato molti altri franchise sci-fi di vg, è veramente niente male e non me l'aspettavo.

Giocherò ai seguiti senza dubbio, ma con calma che ora ho altre cose da fare. Per ora, mi limito ad alzare un sopracciglio alla Bungie attuale che decide di recuperare questa IP, proponendo un worldbuilding che per quanto vada per conto suo pare comunque mooolto interessante... e poi ci fa un game as a service extraction shooter. Ugh.
 
Non so se puo interessarti, ma c'è questo sito fatto da un fan sfegatato che, oltre a raccogliere tutti i terminali di tutti e tre i titoli, riporta anche interviste, dietro le quinte, teorie varie e diversa roba interessante :sisi:

Però occhio che potresti spoilerarti gli altri due, quindi ti consiglio ti tenertelo da parte per quando li avrai finiti :sisi:
 
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