Eccezionale scoperta nelle Grotte di Lascaux
Retrodatato il leggendario linguaggio Gabberman
Risale a qualche giorno fa un'interessante scoperta che amplia le conoscenze su una lingua ormai morta il linguaggio Gabberman.
Fino ad oggi l'unico esempio conosciuto si trovava proprio in Italia, in Valcamonica. In un gruppo di graffiti rupestri risalenti al Neolitico, si può infatti vedere quello che sembra essere la rappresentazione di un'antica danza, alcuni pensano si tratti della danza tribale denominata speedhouse. Ad accompagnare la rappresentazione sono presenti, però, anche dei segni che secondo molti studiosi sono da ricondurre al linguaggio Gabberman. Secondo questa interpretazione la lingua aveva uno scopo principalmente rituale.
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Graffiti e segni Gabberman
Valcamonica - Ca. 6000 a.C.
A questo punto entra in gioco la scoperta fatta pochi giorni orsono nei recessi delle Grotte di Lascaux, un gruppo pittorico risalente al 12000 a.C. mostra inequivocabilmente la presenza del famoso linguaggio Gabberman.
Non solo, grazie alla completezza dell'opera si è potuta azzardare una traduzione. Rispetto ai primi studi si è così capito che la lingua non aveva carattere rituale, pare che la sua funzione primaria fosse quella di strumento comparativo.
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Graffiti Gabberman
Grotte di Lascaux - Ca. 12000 a.C
Gli esperti traducono questi segni con una frase che grossomodo dovrebbe suonare così: "Bah! ma questo sarebbe un toro? Pff, sei un pezzente, guarda come è figo e grosso il mio, e pure in HD e c'ha il surround, eheheh..."
Questa nuova interpretazione getta quindi una nuova luce anche sui graffiti della Valcamonica. Forse la scena rappresentata si riferisce alle capacità di ballo dei tre individui sulla sinistra (pare inoltre che dagli abiti e dagli oggetti che portano appartengano alla tribù dei Kasu-Al) in contrasto con quelle dei due sacerdoti hard-còredi sulla destra.
Gli studiosi sono tuttora impegnati a scavare più a fondo in questa vicenda, vi terremo informati.