Non voglio sminuire quanto fatto. La storia di Wingefors (che suona tanto come Vilgefortz

) è abbastanza interessante. Molto spesso ho letto qua sul forum (e altrove) "ma da dove tira fuori i soldi THQ? Ma hanno soldi infiniti?". Wingefors sfonda nel settore editoriale e tramite un giro di buoni investimenti tira su molto denaro che reinveste in primis nella sua compagnia (libri, comic book, etc) e in secondo nella creazione di una società di rivendita dei giochi (come Gamestop, per intenderci) Nordic. Nordic non incassa abbastanza, e quindi viene venduta ad un competitor (Gameplay) che cerca di trasformarla in una società di produzione e distribuzione di titoli (con un grosso focus sul mobile). Le sorti di Nordic non vanno per il verso giusto, scoppia la bolla di internet degli anni '90 e Gameplay si trova con l'acqua alla gola e una società (Nordic) che non fattura. Nordic viene rivenduta proprio al suo creatore Vingefors per 1 Corona. La società va in bancarotta, e coi capitali ancora a disposizione Wingefors crea una nuova società a responsabilità limitata (Game Outlet) dedicata prevalentemente alla rivendita di prodotti comprati dai grossi publisher del gaming rimmessi nelle catene retail. La società inizia ad ingranare e viene formata Nordic Games Publishing (l'inizio del publisher che conosciamo). Nordic inizia ad acquistare assets in bancarotta o vicini alla bancarotta: JoWood, THQ (distruttasi dopo il disastro Darksiders2), e inizia il processo di espansione verso tanti piccoli team. Nordic diventa THQ Nordic, e infine si riforma con il nome di Embracer Group (controllante del gruppo attuale), con l'obiettivo di "coprire i gap del mercato": AA, "Indie Grossi", AAA a "basso budget". L'idea è una forte diversificazione del portfolio di giochi, con spese alla base piccole, e rendite "sempre2 soddisfacenti aggredendo una fetta di mercato ormai abbandonata dai grossi squali dell'industria.
E ad oggi le cose stanno funzionando, considerando che le sue revenue crescono in doppia cifra (percentuale) ogni anno. Di sicuro non parliamo di degli idioti che hanno ereditato un impero o che hanno imbroccato UN gioco e da lì hanno sfondato sul mercato (ogni riferimento è puramente casuale), parliamo di gente che ha sudato sangue per entrare e stare in questa industria, eppure... Vedere decine e decine di team (piccoli o medi) sotto un unico publisher (con quei trascorsi) un pochino mi preoccupa.