Troppo accanimento nei confronti del primo Hellblade, l’ho detto e ridetto tante volte.
Ha i suoi problemi ludici (cs basilare, enigmi ambientali banali e linearissimo come un lungo corridoio), ma è altrettanto vero che il gioco punta tutto sulla narrativa affrontando un tema molto molto delicato.
Il primo Hellblade è stato fatto da 20 cristiani (e con il team con l’acqua alla gola), totalmente indipendente e venduto a prezzo budget (39€ se non ricordo male), e nonostante tutto presentava anche un comparto tecnico grafico da urlo.
L’obiettivo del titolo e’ quello di trattare la malattia mentale attraverso la storia di Senua e, secondo me, ci riesce benissimo (o almeno, io sono entrato molto in empatia con la protagonista e ho amato quel gioco, nonostante i difetti).
E’ anche vero che ora la situazione è totalmente differente, sia per il team che per le possibilità economiche, quindi le aspettative dietro sono giustamente superiori. Uscirsene con un Hellblade Senua’s Sacrifice 2.0 e con gli stessi difetti del primo sarebbe veramente una delusione (almeno per me).