Parte 1:
Quando sono emerse pubblicamente le intenzioni di Ceferin e di conseguenza dell'UEFA (patrocinata dalla FIFA, anche se... siamo certi che Infantino non tenga i piedi in due scarpe? Sulle reali intenzioni di Infantino e dello stesso Gravina, che con una mano minacciano provvedimenti e con l'altra dialogano con "i dissidenti" e in buona parte condividono determinate idee, potremmo aprire un dibattito, probabilmente lungo e infruttuoso; per cui al momento mi astengo dal dilungarmi) sulla volontà di prendere drastici provvedimenti nei confronti dei club fondatori della SL, beh un certo effetto me l'ha fatto: possibile ban di due anni da competizioni europee, commissione d'indagine avviata ieri, sanzioni esemplari, serie A a rischio... Ce n'è abbastanza per farsi prendere dal panico.
Mi sono messo nei panni di un tifoso qualunque, che si affida agli articoli dei quotidiani in edicola ed ai servizi dei notiziari televisivi, senza utilizzare la propria cultura personale e la logica: l'incubo di un nuovo 2006 (con ovvie differenze di casistica) sarebbe forte.
Poi ci si ricompone e si inizia a ragionare, ad utilizzare quelle poche e striminzite nozioni in possesso, derivanti anche dai passati studi universitari; si consultano libri di testo; ci si aggiorna sulle modifiche ai trattati europei; ci si documenta in pratica, cosa che dovremmo fare sempre prima di farci prendere dal terrore.
Cerco di fare un breve riassunto, con dati alla mano e considerazioni personali, di quanto accaduto, senza addentrarmi in dettagli economici, che richiederebbero una certa lunghezza e dando per scontata una minima conoscenza dei fatti:
1. 12 club, cosiddetti fondatori, tra cui Juventus, Milan e Inter, oltre agli altri che tutti conosciamo, annunciano il progetto Super Lega, con tanto di contratto vincolante, come impegno nei confronti dei propri "soci" e di chi ha messo a disposizione dei fondi (JP Morgan, la banca probabilmente più importante al mondo), con procedure d'uscita più o meno complesse, connesse a penali consistenti. L'accordo prevede(va) che i club non avrebbero potuto abbandonare la competizione prima del giugno 2025 (triennio partendo dal 2022). Nel caso, sarebbero entrate in gioco le clausole risarcitorie, come in ogni contratto che si rispetti. La cifra messa almeno inizialmente a disposizione da JP Morgan ammonta a 3,5 mld, da suddividere tra i club (originariamente 15 fondatori + 5 ad invito).
2. Su pressioni delle istituzioni, politiche e sportive, oltre che dal popolino ignorante e per nulla smaliziato, inclusi i media, nel giro di un paio di giorni il progetto si dissolve, con il City che precede tutti, uscendo dall'accordo; subito altri 8 a seguire, escluse Juventus, Real Madrid e Barcellona.
3. Emergono molti dettagli sul contratto e sulle procedure d'uscita, seguiti dalle minacce di Ceferin e delle varie federazioni. Per farla breve, il Presidente Uefa ha saputo e furbamente (quanto, poi, questo è da vedersi) ha puntato su una specifica clausola del contratto, che prevede lo scioglimento immediato senza exit clause, in caso di abbandono del 70% dei club fondatori. L'impegno assunto dai fondatori era di giocare per 23 anni: proprio per questo JP Morgan aveva deciso di dare fiducia al progetto impegnandosi con una cifra rilevante. Come scritto sopra era prevista anche la possibilità di uscire anzitempo, non prima di 3 anni, con un ricalcolo delle penali per ogni club uscente, che francamente poco m'interessa, a questo punto: la cosiddetta break up fee. Per inciso, chi esce dovrebbe ripagare il 50% degli introiti dell'ultima annualità in Superlega; un ammontare prefissato di oltre 100 mln (150?); un saldo equivalente alle stagioni su base 23, residue, non usufruite.
4. Nove club hanno trattato con UEFA per tornare all'ovile, a condizioni quantomeno, allo stato attuale, contorte e meritevoli di indagini: leggo di ipocrite donazioni, di 5% di trattenute sui ricavi da partecipazione alle competizioni europee, di sanzioni in caso di partecipazione a tornei non autorizzati da UEFA, di lettere e dichiarazioni di scuse (...). Restano fuori Juventus, Real e Barcellona, che non hanno accettato alcun accordo o proposta da Ceferin (sui termini accordo/proposta ci sarebbe da discutere: vi è una proposta se A offre a B una soluzione tramite offerta > B espone le proprie esigenze e fa una controproposta per adeguare quella iniziale e rendere soddisfatti entrambi > l'esito è un ACCORDO. Ad oggi, mi pare che Ceferin abbia solo minacciato e imposto 2 soluzioni: 1) si fa così 2) vedi punto 1...). A questo punto con estrema empatia immagino il quesito di ogni tifoso: "E adesso che succede, ci squalificano? Dobbiamo giocare il campionato tunisino? Ci fanno fuori?".
5. Cerco di stringere più che posso ed esporre quel poco che so. I club fondatori del progetto SL (ad oggi questo è) si erano cautelati con una richiesta al Tribunale Mercantile n.17 di Madrid, per la legittimità del progetto e per cautelarsi dalla rivalsa UEFA.
Il Tribunale ha riconosciuto la legittimità, carte alla mano, del progetto ed ha emesso non una sentenza, come erroneamente molti hanno scritto, ma una ordinanza, con la quale si avverte UEFA che i club non potranno subire provvedimenti, in quanto tale rivalsa verrebbe considerata un'azione in contrasto con le leggi sulla libera concorrenza (Antitrust), che regolano ogni attività all'interno della UE.
Tale Tribunale, seguendo quelle che sono le procedure previste, ha inoltrato la propria ordinanza con richiesta di parere, alla Corte di Giustizia della C.E., cui spetta a titolo pregiudiziale l'interpretazione degli articoli contenuti nei trattati. Che significa questo in soldoni? Che esistono 2 trattati che costituiscono i pilastri dell'Unione: il Trattato della C.E. (TCE) e il Trattato sul funzionamento della C.E. (TFUE). La Corte deve interpretare i trattati in questione per esprimere un parere vincolante, appunto pregiudiziale, ovvero non la sentenza di un giudice in tribunale, con tanto di controversia tra due parti, ma un giudizio interpretativo che poi torna indietro ai paesi dell'Unione e di conseguenza ai tribunali, per stabilire e decidere nelle sedi opportune, sulla base di tale interpretazione, in un modo o nell'altro. Ebbene: il Tribunale di Madrid ha fatto esattamente quanto appena spiegato, tirando in ballo il secondo Trattato dei due: il TFUE, che regolamenta, tra le varie, le pratiche commerciali tra gli stati membri e le eventuali discriminazioni, abusi di posizioni ecc. Proprio di quest'ultima si parla: abuso di posizione dominante. UEFA riveste attualmente una chiara posizione dominante, come organo unico organizzatore di eventi calcistici all'interno della UE, per club. Chiariamo: la posizione dominante è legittima, in quanto riconosciuta e sottoscritta da tutti allo scopo di regolamentare lo svolgimento delle competizioni continentali tra società. La discriminante sarebbe (é) l'abuso che se ne fa di essa. Facendo leva sugli artt. 101 e 102 del TFUE, si vuole avvertire ed allo stesso tempo chiedere lumi, sul fatto che UEFA:
- a) vietando ai club di organizzare tornei paralleli a quelli tradizionali, che avrebbero lo scopo di:
- aa) apportare migliorie al sistema di ripartizione introiti dei club, cambiamenti delle competenze decisionali, messa in discussione dell'attuale status quo del calcio europeo con soluzioni messe in atto per ridurre le criticità e responsabilizzare e rivestire del ruolo che sentono di avere, i club, principali attori in campo;
agirebbe in modo elusivo nei confronti del trattato in questione, violando le leggi sulla concorrenza e commettendo appunto un abuso, in quanto impedirebbe ai concorrenti di uscire dal sistema unico per trovare all'esterno migliori condizioni, che se ci pensiamo è la base di partenza per molti decreti legge, che nel recente passato hanno consentito di reinterpretare gli accordi commerciali: es. terra terra... i decreti Bersani-Visco... RCA ecc.
Se la CGCE si esprimesse a favore della UEFA, ci troveremmo davanti ad una "eccezione interpretativa", che avrebbe conseguenze difficili da prevedere.
Diversamente, verrebbe sancito il diritto dei club a crearla, una concorrenza, e non assecondare un monopolio, che limiterebbe ed osterebbe (scopo del Trattato) alla stessa, che almeno in linea di principio può portare benefici al sistema. E UEFA dovrebbe per forza rivedere le proprie posizioni. Va ricordato che la Federazione ha una sede fisica all'interno di un paese UE ed agisce in conformità con le leggi degli stessi paesi membri e nel rispetto dei trattati di cui sopra. Il diritto ordinario (siamo chiaramente nel campo del "civile" e non nel "penale" come qualcuno ha scritto... seppur vi sia anche un rischio di tipo penale per i giudici e gli avvocati della corte UEFA in caso di mancato rispetto della sentenza di un tribunale ordinario) ha sempre la prevalenza su quello sportivo, seppur allo sport venga riconosciuta un' autonomia relativa.
6. Quindi al momento che succede? Alla conclusione indagini UEFA tra circa 3 settimane, con eventuale successiva richiesta di ban biennale ai 3 club dissidenti, come scritto da più parti, tale sentenza esecutiva andrebbe in sospensiva, in attesa di giudizio tribunali civili post parere Corte Europea, senza parlare di altri ricorsi in ambito sportivo (TAS), che congelerebbero tali decisioni e relativi calendari sportivi, mettendo sub judice l'eventuale partecipazione dei club alle competizioni.
7. Parere mio: vi sarà interpretazione della CGCE avversa a quella della UEFA, col rischio di enormi risarcimenti di quest'ultima a favore dei club, con inesorabili accordi tra le parti, ove verrebbero cancellate tutte le sanzioni ai club, con concessione di organizzare competizioni alternative, magari inizialmente a titolo di novità e prova; accoglimento delle proposte e delle esigenze che gli stessi club hanno sottoposto in questi anni ad UEFA; infine Superlega (o nome alternativo) magari tra qualche anno, con assorbimento di quella che è l'attuale CL. Più varie ed eventuali. Saluti.
PARTE 2.
Come ho più volte avuto modo di auspicare (avrei voluto che il Presidente Agnelli, per quanto riguardava l’ultimo possibile tentativo per Calciopoli, si rivolgesse a lui per un estremo ricorso a Strasburgo, alla Corte per i diritti dell’uomo, il CEDU: non è stato fatto, ahimè), nelle discussioni con amici e con conoscenti del settore, è attualità che la Juventus, insieme a Real e Barcellona, ha finalmente e saggiamente deciso di affidarsi all’avvocato Jean Louis Dupont, per la battaglia legale, nel merito della vicenda SuperLega.
Come è attualità anche la comunicazione della Gazzetta Ufficiale del Registro Mercantile di Madrid, della nomina a legale rappresentante del Sig. Anas Laghrari, della European Superleague Company (ESC), la società con sede nella capitale spagnola, che appunto gestisce tutto il progetto della Superlega.
Breve inciso: riterrei interessante far presente che la ESC si è data una struttura trivalente:
- SL Sports: si occuperebbe della parte sportiva ed organizzativa
- SL Commercial: vendita dei diritti commerciali
- SL Media: vendita diritti audiovisivi
Proprio da questa società, ESC, è partita la richiesta al Tribunale Mercantile madrileno n.17, di adottare delle “misure cautelari” nei confronti di Fifa ed Uefa, per contrastare eventuali minacce verso i club, che abbiamo visto essere reali.
Chi sono Dupont e Laghrari?
DUPONT. La ritengo la migliore scelta possibile. Nel suo campo è giustamente ritenuto un’autorità, un top player, per rimanere in tema sportivo. Vorrei citare alcuni dati, per chi non lo conoscesse abbastanza, pur avendo certamente almeno una volta sentito il suo nome.
E’ specializzato in diritto comunitario. Famoso per la sentenza Bosman, calciatore suo assistito, anch’esso belga, che nel dicembre 1995, grazie al pronunciamento della Corte di Giustizia Unione Europea (CGUE), riuscì ad aver ragione nei confronti della Uefa, che fino ad allora impediva ai giocatori a contratto scaduto di liberarsi gratuitamente e cambiare club. Si introdussero altre novità, oltretutto: a) possibilità di firmare pre-contratti con altri club, se mancano meno di 6 mesi al termine del rapporto; b) abolizione del limite dei 3 stranieri (purchè comunitari) per club.
Ma Dupont si è occupato anche di altre battaglie legali importanti: il ricorso (finito non bene, ma non entro nel merito della vicenda) contro Uefa per il FFP, promosso da un procuratore belga e due associazioni di tifosi (M. City e PSG… allora sanzionate); la battaglia del G14, associazione dei club poi divenuta ECA, per ottenere un compenso da riconoscere ai club, per le convocazioni dei tesserati nelle nazionali, insieme ad un maggior potere decisionale per quanto concerne le decisioni sul formato della Champions e sugli introiti; protagonista anche nella vicenda in cui contestò il voto della Commissione Fifa che assegnò i Mondiali 2006 alla Germania. Riuscì ad ottenere quello che oggi viene chiamato Principio di rotazione tra continenti. E’ stato consulente delle leghe calcio spagnola e portoghese nella querelle contro Fifa, per la questione TPO, ovvero sia third party ownership: messa al bando dei fondi d’investimento nel calcio. Non mi dilungo oltremodo.
LAGHRARI. E’ un noto e stimato banchiere ma non solo; è co-fondatore di una importantissima società di consulenza finanziaria, la Key-Capital, con sede anch’essa a Madrid. Socio in affari con Florentino Perez. Si era espresso nelle primissime ore dall’annuncio del SL, con una frase che ricordo benissimo, perché totalmente in contrasto con l’interpretazione demagogica fornitaci in seguito dai media e dagli addetti ai lavori del calcio: “Siamo pronti a sederci e parlare con la Uefa. Le loro minacce di esclusioni non sono legali. Non sarà una lega chiusa, un quarto delle squadre sarà rinnovata ogni anno, vogliamo creare il miglior calcio, abbiamo il desiderio di organizzare una competizione che tutti vogliono vedere, che fa sognare la gente, i giovani per rinnovare un calcio che è entrato nella follia dei trasferimenti e dei soldi“. E’ evidente che qualcuno non abbia compreso a fondo lo scopo e i vantaggi del progetto (…).
Perché si è espresso il tribunale mercantile madrileno, quindi? Pensiamo vagamente e con le dovute proporzioni ai nostri TAR: hanno giurisdizione nel territorio in cui ha sede una controparte, detto in modo molto semplicistico. Bene: è ormai arcinoto a tutti che il Presidente della SL fosse (sia) Florentino Perez; la sede della ESL Company è Madrid, come a Madrid è stato ufficializzato il progetto e lì ha competenza tale tribunale. Come spiegato in precedenza, ha emesso una ordinanza, tramite la quale ha poi richiesto il parere pregiudiziale (vincolante) alla CGUE. Questo è l’iter seguito, per quanto riguarda la giustizia ordinaria. Per quella sportiva ci sarà, eventualmente (ma diamolo per certo) il TAS. Su quest’ultimo vorrei fare una piccola chiosa: la minaccia di Uefa ove viene annunciato che in caso di ricorso ad esso, le sanzioni ai club saranno aggravate, appare altrettanto meritevole di attenzione, in quanto si va a disincentivare in maniera coercitiva un diritto sacrosanto di ogni soggetto in campo sportivo, il ricorso all’equivalente della cassazione nello sport. Riepilogando: i rischi in sede penale ed amministrativa, per Uefa (nelle persone dei propri avvocati e giudici) sono considerevoli. 1) per la mancata adempienza all’ordinanza del tribunale di Madrid 2) per l’utilizzo improprio della forza verso i club, con sanzioni, minacce, provvedimenti ritenuti insussistenti a fronte dei principii che regolano il libero mercato. Vorrei ricordare che vi sono coinvolti club quotati in borsa, che devono rispondere a tutela anche dei propri azionisti; vi sono sponsor e broadcasters, che come i primi potrebbero agire avverso Uefa per risarcimenti dovuti a danni cagionati a vario titolo (tutto ovviamente ad oggi ipotizzabile e da verificarsi poi fattivamente). Qui entriamo nel campo della giustizia amministrativa, competente per interessi legittimi. Ricordo un caso tutto italiano, con coinvolte la Federazione italiana Pallavolo e quella di Ginnastica, che in seguito a provvedimenti contestati, vennero condannate, in sede amministrativa, a risarcire le controparti. Con ciò voglio semplicemente spiegare come la vicenda SL fuoriesca dall’ordinamento sportivo e metta ancora una volta in luce la relativa autonomia di quest’ultimo nei confronti della legge ordinaria, specie se va a cozzare con gli articoli dei trattati CE; così come il fatto che un organo come Uefa, oggi monopolistico in quanto unico soggetto titolare di organizzazione eventi calcistici europei, con annessa gestione dei ricavi da sponsor e diritti tv, possa presto veder sgretolata tale concentrazione di potere, in favore di progetti come quello della Superleague, che come Bosman allora, potrebbero (dovrebbero?) far adeguare lo sport al sistema commerciale ed a quello del lavoro, vigenti.
Cordialità.