Quindi da quanto mi è parso di capire la frase è stracolma di impliciti? Per esempio il の di 噂 sarebbe a sostituzione di un complemento oggetto specificato anteriormente dal contesto? (avendo tradotto con "quelle" immagino che vuoi rendere qui la determinazione che il の sottende) Ma 結構?
Comunque non trovo sul libro tari + suru mai visto prima...è l'hoepli cioè ma dai .__.
L'hoepli fa schifo. Comprato, aperto una volta, sullo scaffale da 6 anni

Cmq no, non ci sono impliciti.
Uwasa è "rumor". La frase letteralmente direbbe "cose straordinarie come i rumor/voci di corridoio" e quindi puoi renderlo come "quello di cui si parla", "le voci che girano" ecc. "uwasa no you na" è un semplice forma comparativa e si appoggia al nome hinichijou, "straordinarietà".
Kekkou ha molti significati. Qui vuol dire "abbastanza, ogni tanto". In effetti, "spesso", come ho tradotto prima, non è correttissimo. E' più "Ogni tanto".
La forma -tari si costruisce usando come base la forma in -ta del verbo. Quindi kaku - > kaitari, nomu ->nondari ecc. Dopo il "tari" ci vuole il verbo suru che è il predicato della frase. Si usa per fare un elenco non esaustivo di azioni. Ad esempio "ringo wo tabetari, jusu wo nondari suru" -> "mangio una mela, bevo un succo...cose del genere". E' una specie di "nado" con i verbi.
In questo caso il verbo è aru quindi "attari".
Il mo lo mette per far capire che faceva ANCHE quella cosa, ma non solo quella. Da un punto di vista grammaticale il "-tari" fa diventare un sostantivo il verbo, quindi dopo può reggere senza problemi particelle. In ogni caso la forma base e quella più usata non prevede l'uso del "mo".
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