- Iscritto dal
- 29 Ott 2009
- Messaggi
- 22,887
- Reazioni
- 7,981
Offline
A mio parere, Expedition 33 riesce a recuperare un genere che si era sostanzialmente perso dopo Final Fantasy 10: quello del grande JRPG ad alta fedeltà grafica, capace di reggere il confronto con un blockbuster cinematografico. Un tempo era territorio quasi esclusivo di Square, ma col passare degli anni quella formula è stata progressivamente abbandonata, nel tentativo di innovarla attraverso ibridazioni con altri generi. Alcuni esperimenti sono riusciti, altri meno, ma nessuno è riuscito davvero a ricreare quel tipo di evento culturale che FFX aveva rappresentato.
Da allora, infatti, è diventato sempre più raro vedere JRPG con un'estetica realistica e cinematografica. Il mercato ha preferito virare verso altri stili visivi: cel shading, 2D HD, sprite, look anime. L'unica eccezione sono rimasti i Final Fantasy, che però hanno intrapreso una strada diversa, puntando sempre più su contaminazioni di genere per cercare disperatamente di rinnovarsi, spinti dal timore che il classico sistema a turni non fosse più vendibile su larga scala. Quella struttura tradizionale è stata relegata alle produzioni minori, mentre i titoli principali si sono allontanati dalle loro radici.
Un’eccezione importante è Final Fantasy VIIR, che ha dimostrato come si possa aggiornare una formula classica con un sistema di combattimento ibrido ben calibrato, mantenendo però intatta la carica emotiva, l’estetica ad altissimo budget e l’identità narrativa. È stato un esempio riuscito di come rinnovare senza snaturare, ma resta comunque un'operazione legata a un gioco storico.
Expedition 33 arriva in questo contesto come un fulmine a ciel sereno, colmando un vuoto percepito da anni. Con la sua estetica realistica, l’ambizione narrativa, i personaggi del party TUTTI memorabili e il gameplay che richiama la classicità pur senza rinunciare a modernità mirate, riesce a parlare a un pubblico che aspettava da troppo tempo un'esperienza del genere. Probabilmente proprio dai tempi di FFX.
Da allora, infatti, è diventato sempre più raro vedere JRPG con un'estetica realistica e cinematografica. Il mercato ha preferito virare verso altri stili visivi: cel shading, 2D HD, sprite, look anime. L'unica eccezione sono rimasti i Final Fantasy, che però hanno intrapreso una strada diversa, puntando sempre più su contaminazioni di genere per cercare disperatamente di rinnovarsi, spinti dal timore che il classico sistema a turni non fosse più vendibile su larga scala. Quella struttura tradizionale è stata relegata alle produzioni minori, mentre i titoli principali si sono allontanati dalle loro radici.
Un’eccezione importante è Final Fantasy VIIR, che ha dimostrato come si possa aggiornare una formula classica con un sistema di combattimento ibrido ben calibrato, mantenendo però intatta la carica emotiva, l’estetica ad altissimo budget e l’identità narrativa. È stato un esempio riuscito di come rinnovare senza snaturare, ma resta comunque un'operazione legata a un gioco storico.
Expedition 33 arriva in questo contesto come un fulmine a ciel sereno, colmando un vuoto percepito da anni. Con la sua estetica realistica, l’ambizione narrativa, i personaggi del party TUTTI memorabili e il gameplay che richiama la classicità pur senza rinunciare a modernità mirate, riesce a parlare a un pubblico che aspettava da troppo tempo un'esperienza del genere. Probabilmente proprio dai tempi di FFX.