A parte il parallelismo secondo me molto calzante di Francescoc con la droga, perché di fatto la situazione di Maelle/Aline si può tranquillamente associare a quella di un drogato che si rifugia nella droga, vive una vita ai suoi occhi "bella" ma di fatto si sta autodistruggendo, e questo penso che cambi un po' la visione delle cose.
Molti si riferiscono al finale di Verso come un finale cattivo perché di fatto si uccidono migliaia di vite. Ma sono davvero persone "reali"? Secondo me no, e paradossalmente è proprio il finale di Maelle che me lo conferma. Diciamo che in base alla sensibilità di ognuno di noi un qualcosa diventa reale quando ha la capacità di autodeterminarsi ma soprattutto di possiedere ibero arbitrio, e di fatto per quest'ultimo punto Maelle ci conferma che le persone dipinte non lo hanno, perché alla fine Verso si blocca, non vuole suonare, ma Maelle lo "costringe" dipingendo (la scena dove c'è il primo piano con la pittura sul viso). Se quindi le persone dipinte possono essere obbligate dal pittore a compiere scelte, come si può definirle reali?
Si nota anche, sempre nel finale, quando si vede dall'esterno il teatro, le persone ridisegnate da Maelle sono tutte uguali, le uniche diverse sono Lune, Sciele, Pierre, Sophie, Gustave e il Bambino, oltre che Verso. Significa che il mondo ricreato da Maelle è praticamente un mondo finto, senza vita.
Poi un'ultima mia speculazione basata quasi su niente, si vedono bambini durante la storia, ma l'unico neonato che vediamo è Maelle, che ci parla dei suoi genitori assolutamente convinti a non avere figli per non farli vivere in un mondo così "marcio", eppure nasce lei, su decisione però di Aline, che la vedre entrare nel quadro e la ridipinge come bambina in modo da tenerla fuori dalla guerra con Renoir. E se in quel mondo non si potessero avere figli se non su decisione della pittrice? Cadrebbe tutta la teoria delle persone dipinte che vengono definite reali.
Non so.