PS5 Clair Obscur: Expedition 33

  • Autore discussione Autore discussione Jack 95
  • Data d'inizio Data d'inizio
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Clea è l'unica dopo la madre capace di sovrascrivere altri dipinti. Non potendo stare nella tela troppo a lungo a causa del conflitto con gli scrittori ha sovrascritto la Clea dipinta e l'ha messa a dipingere infiniti Nevron per aiutare il padre a riottenere chroma. Quando la sconfiggiamo, riprende il senno e si auto elimina.
a sovrascritto nel senso di controllato, ok

cmq qualcosa non mi torna, ci vuole il dlc xD
 
Andato avanti nell’Atto 3.
Io più ci gioco più me ne innamoro, non so davvero cosa dire, è quel tipo videogioco che esce ogni tot anni riuscendo a ridarti voglia di metterti seduto e spararti 3/4 ore senza pensare al resto. È tutto confezionato in maniera certosina, tutto al posto giusto, tutto con una tale coerenza interna che a ogni svolta di trama non puoi fare altro che prenderti almeno un giorno di pausa per metabolizzare e fare loro gli applausi. Ed è proprio sulla narrativa che vorrei soffermarmi, perché qui stiamo proprio sull’Olimpo.
Tolto RDR2 e TLOU, non penso di aver mai visto personaggi scritti così bene. Ma al di là di questo, è proprio il cuore del racconto che eleva il tutto.

Mi fa impazzire questa cosa che in fin dei conti Expedition 33 è una spedizione nel tentativo di elaborare un lutto. Nessuna ha una colpa, ognuno la affronta come meglio crede. Chi si allontana dalla fonte del dolore, chi lo rifiuta, chi trova futuro nelle fantasie di un mondo nato dalle stesse fantasie di un figlio, chi vuole rimettere assieme i pezzi di una famiglia morta due volte e chi sa di star vivendo una tragedia nel corpo di chi tante sofferenze ha dato. E il tutto affrontato con una sensibilità come mai ho visto in un videogioco, men che meno un JRPG. Non c’è MAI un cliché, non c’è MAI uno stereotipo, mai una trovata…furba. Tutto viene affrontato nel modo più genuino e umano possibile.

Ah, e quanto ho amato la naturalezza con cui le ragazze hanno accettato di non “esistere”
Perché sì, in fin dei conti esistono, e nel momento in cui il tuo mondo è sempre stato quello in cui hai vissuto, il concetto stesso di esistere diventa davvero molto relativo.

Nessun tipo di psicodramma. Solo accettazione.
Se il tenore del gioco resta così alto fino alla fine, per me E33 non soltanto diventa uno dei migliori JRPG e videogiochi di sempre, ma visti i temi trattati a me molto cari rischia di essere perfino il mio videogioco preferito di sempre, con buona pace di San Bloodborne e San FFX.

E no, vi assicuro che non è l’honeymoon phase a parlare, questi hanno fatto un lavoro generazionale. Mi fa anche ridere il fatto che all’inizio non è che lo aspettassi chissà quanto, e adesso eccoci qui a non smettere di pensare al mondo che sono riusciti a creare.
 
Ultima modifica:
Io ad inizio Atto 2 non ho ancora visto la profondità di questi personaggi, vorrei scendere molto più in dettaglio nei loro tracrosi
sono stra daccordo, i personsggi sono caratterizzati benissimo ma niente di trascendentale rispetto a ciò che ci ha abituati il mercato con i top game in giro, idem la storia bellissima ma non più di altri titoli di grosso calibro esistenti già in commercio anzi spesso si rifà a idee gia viste.
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Andato avanti nell’Atto 3.
Io più ci gioco più me ne innamoro, non so davvero cosa dire, è quel tipo videogioco che esce ogni tot anni riuscendo a ridarti voglia di metterti seduto e spararti 3/4 ore senza pensare al resto. È tutto confezionato in maniera certosina, tutto al posto giusto, tutto con una tale coerenza interna che a ogni svolta di trama non puoi fare altro che prenderti almeno un giorno di pausa per metabolizzare e fare loro gli applausi. Ed è proprio sulla narrativa che vorrei soffermarmi, perché qui stiamo proprio sull’Olimpo.
Tolto RDR2 e TLOU, non penso di aver mai visto personaggi scritti così bene. Ma al di là di questo, è proprio il cuore del racconto che eleva il tutto.

Mi fa impazzire questa cosa che in fin dei conti Expedition 33 è una spedizione nel tentativo di elaborare un lutto. Nessuna ha una colpa, ognuno la affronta come meglio crede. Chi si allontana dalla fonte del dolore, chi lo rifiuta, chi trova futuro nelle fantasie di un mondo nato dalle stesse fantasie di un figlio, chi vuole rimettere assieme i pezzi di una famiglia morta due volte e chi sa di star vivendo una tragedia nel corpo di chi tante sofferenze ha dato. E il tutto affrontato con una sensibilità come mai ho visto in un videogioco, men che meno un JRPG. Non c’è MAI un cliché, non c’è MAI uno stereotipo, mai una trovata…furba. Tutto viene affrontato nel modo più genuino e umano possibile.

Ah, e quanto ho amato la naturalezza con cui le ragazze hanno accettato di non “esistere”
Perché sì, in fin dei conti esistono, e nel momento in cui il tuo mondo è sempre stato quello in cui hai vissuto, il concetto stesso di esistere diventa davvero molto relativo.

Nessun tipo di psicodramma. Solo accettazione.
Se il tenore del gioco resta così alto fino alla fine, per me E33 non soltanto diventa uno dei migliori JRPG e videogiochi di sempre, ma visti i temi trattati a me molto cari perfino il mio videogioco preferito di sempre.

E no, vi assicuro che non è l’honeymoon phase a parlare, questi hanno fatto un lavoro generazionale.
baldurs gate 3, last of us, the witcher 3, red dead r 2, gta5, persona 5, yakuza fai te quali, kcd2….di giochi con personaggi scritti da dio o meglio ce ne sono a iosa amore mio, ex33 riprende archetipi gia visti ha un’ottima scrittura ma nulla di cosi elaborato, è un gioco che funziona nell’insieme non analizzando il singolo aspetto. in giro ci sono epopee del gaming che lato scrittura sono su altri livelli ed han cambiato il settore.

poi tutto il resto rientra com’è giusto che sia nel soggettivo a sec di quanto un tema tocchi o meno ciascuno di noi
 
Ultima modifica:
baldurs gate 3, last of us, the witcher 3, red dead r 2, gta5, persona 5, yakuza fai te quali, kcd2….di giochi con personaggi scritti da dio o meglio ce ne sono a iosa amore mio, ex33 riprende archetipi gia visti ha un’ottima scrittura ma nulla di cosi elaborato, è un gioco che funziona nell’insieme non analizzando il singolo aspetto. in giro ci sono epopee del gaming che lato scrittura sono su altri livelli ed han cambiato il settore.
Nino gioia mia, di grazia, questa notte consentimi di essere un po’ volgarotto: di questo post me ne sbatto la ciolla.
 
Atto 2, Sono uscito dal
monolite
e Verso dice
di prepararsi perché proseguendo non si potrà tornare indietro
Quindi il
terzo atto consiste nella parte finale del gioco?
Livello 57, conviene livellare un poco?
 
Andato avanti nell’Atto 3.
Io più ci gioco più me ne innamoro, non so davvero cosa dire, è quel tipo videogioco che esce ogni tot anni riuscendo a ridarti voglia di metterti seduto e spararti 3/4 ore senza pensare al resto. È tutto confezionato in maniera certosina, tutto al posto giusto, tutto con una tale coerenza interna che a ogni svolta di trama non puoi fare altro che prenderti almeno un giorno di pausa per metabolizzare e fare loro gli applausi. Ed è proprio sulla narrativa che vorrei soffermarmi, perché qui stiamo proprio sull’Olimpo.
Tolto RDR2 e TLOU, non penso di aver mai visto personaggi scritti così bene. Ma al di là di questo, è proprio il cuore del racconto che eleva il tutto.

Mi fa impazzire questa cosa che in fin dei conti Expedition 33 è una spedizione nel tentativo di elaborare un lutto. Nessuna ha una colpa, ognuno la affronta come meglio crede. Chi si allontana dalla fonte del dolore, chi lo rifiuta, chi trova futuro nelle fantasie di un mondo nato dalle stesse fantasie di un figlio, chi vuole rimettere assieme i pezzi di una famiglia morta due volte e chi sa di star vivendo una tragedia nel corpo di chi tante sofferenze ha dato. E il tutto affrontato con una sensibilità come mai ho visto in un videogioco, men che meno un JRPG. Non c’è MAI un cliché, non c’è MAI uno stereotipo, mai una trovata…furba. Tutto viene affrontato nel modo più genuino e umano possibile.

Ah, e quanto ho amato la naturalezza con cui le ragazze hanno accettato di non “esistere”
Perché sì, in fin dei conti esistono, e nel momento in cui il tuo mondo è sempre stato quello in cui hai vissuto, il concetto stesso di esistere diventa davvero molto relativo.

Nessun tipo di psicodramma. Solo accettazione.
Se il tenore del gioco resta così alto fino alla fine, per me E33 non soltanto diventa uno dei migliori JRPG e videogiochi di sempre, ma visti i temi trattati a me molto cari rischia di essere perfino il mio videogioco preferito di sempre, con buona pace di San Bloodborne e San FFX.

E no, vi assicuro che non è l’honeymoon phase a parlare, questi hanno fatto un lavoro generazionale. Mi fa anche ridere il fatto che all’inizio non è che lo aspettassi chissà quanto, e adesso eccoci qui a non smettere di pensare al mondo che sono riusciti a creare.
Quando Sciel dice,
dopo essere "risorta", che non è arrabbiata perché la morte non è più la morte e quindi può riabbracciare Pierre.

Che personaggione :bruniii:
 
Per me specialmente Verso e Renoir sono personaggi con una scrittura che non ha nulla da invidiare a nessuno altro big citato. Tra l'altro non é solo una questione di scrittura in sé, ma di regia, espressività, messinscena.

Quando leggo di questi paragoni con i classici i, ho sempre la sensazione che più che altro non si voglia ammettere che é possibile che un gioco "Outsider" li raggiunga o magari li superi anche .
 
Andato avanti nell’Atto 3.
Io più ci gioco più me ne innamoro, non so davvero cosa dire, è quel tipo videogioco che esce ogni tot anni riuscendo a ridarti voglia di metterti seduto e spararti 3/4 ore senza pensare al resto. È tutto confezionato in maniera certosina, tutto al posto giusto, tutto con una tale coerenza interna che a ogni svolta di trama non puoi fare altro che prenderti almeno un giorno di pausa per metabolizzare e fare loro gli applausi. Ed è proprio sulla narrativa che vorrei soffermarmi, perché qui stiamo proprio sull’Olimpo.
Tolto RDR2 e TLOU, non penso di aver mai visto personaggi scritti così bene. Ma al di là di questo, è proprio il cuore del racconto che eleva il tutto.

Mi fa impazzire questa cosa che in fin dei conti Expedition 33 è una spedizione nel tentativo di elaborare un lutto. Nessuna ha una colpa, ognuno la affronta come meglio crede. Chi si allontana dalla fonte del dolore, chi lo rifiuta, chi trova futuro nelle fantasie di un mondo nato dalle stesse fantasie di un figlio, chi vuole rimettere assieme i pezzi di una famiglia morta due volte e chi sa di star vivendo una tragedia nel corpo di chi tante sofferenze ha dato. E il tutto affrontato con una sensibilità come mai ho visto in un videogioco, men che meno un JRPG. Non c’è MAI un cliché, non c’è MAI uno stereotipo, mai una trovata…furba. Tutto viene affrontato nel modo più genuino e umano possibile.

Ah, e quanto ho amato la naturalezza con cui le ragazze hanno accettato di non “esistere”
Perché sì, in fin dei conti esistono, e nel momento in cui il tuo mondo è sempre stato quello in cui hai vissuto, il concetto stesso di esistere diventa davvero molto relativo.

Nessun tipo di psicodramma. Solo accettazione.
Se il tenore del gioco resta così alto fino alla fine, per me E33 non soltanto diventa uno dei migliori JRPG e videogiochi di sempre, ma visti i temi trattati a me molto cari rischia di essere perfino il mio videogioco preferito di sempre, con buona pace di San Bloodborne e San FFX.

E no, vi assicuro che non è l’honeymoon phase a parlare, questi hanno fatto un lavoro generazionale. Mi fa anche ridere il fatto che all’inizio non è che lo aspettassi chissà quanto, e adesso eccoci qui a non smettere di pensare al mondo che sono riusciti a creare.
No no vedrai che anche nelle fasi finali la coerenza di toni e tematiche resta INCREDIBILMENTE a fuoco. È lì il rischio svacco ma riescono agilmente a sconfessarlo. Per me è proprio una sceneggiatura perfetta (non per mancanza di buchi o che, ma per la coerenza con cui tutto torna: caratterizzazione personaggi e varietà degli stessi nel reagire a eventi, mondo e conflitti fra loro). E tutto questo dipingendo protagonisti mai banali e credibilissimi nel contesto che abitano.
 
ma sbattitene fai bene, però è la realtà 😂🥰
Starai notando che la gente che dice certe cose aumenta vero? Che significa? Nulla di per se, ma è un fatto che questo gioco colpisca come quei giochi. Il "meglio" è relativo. A volte c'è un contesto e argomento che colpisce di più in base al gusto, o col passare del tempo un gioco te lo ricordi di più e l'altro no, anche fra grandi giochi. Non siamo dei robot, siamo esseri umani, bisogna capire che a volte una cosa piace e una cosa no, o meno, o più. La "realtà" è diversa da persona a persona.
Nello specifico della scrittura di un personaggio poi è, secondo me, molto importante la quantità. Secondo te è più facile approfondire un personaggio dandogli uno script di 10.000 parole o di mille? Se uno sa scrivere, quindi non parlo nel caso in cui non lo sa fare e può scriverci un romanzo sopra e farà comunque cagare, ma dico, nel caso in cui si sappia farlo, come con questo gioco ed altri, non pensi che colpire il giocatore con mille sole parole sia più difficile rispetto a 10 mila? Che voglio dire? Che questo gioco, come sappiamo, è molto "piccolo" rispetto ad altri, anche come dialoghi e numero di situazioni, e non ha quelle decine di "sto prendendo tempo" con dialoghi o altre cose, fa quello che deve quando deve. E' questo che lo rende a quel livello. O almeno io questo lo considero molto importante.
Basta il prologo eh, non sappiamo niente di nessuno, e dopo 10 minuti siamo lì a piangere. Lì si capisce come la scrittura, anche quella del contesto, della messa in scena, della scelta di musiche e parole, o dei silenzi, sia fondamentale.
Se a qualcuno piace così, più di altri, non sta cambiando la realtà. Perchè questo gioco è a QUEL livello. E lo dimostrano, come dicevo, l'aumento che si sta vedendo delle persone che lo reputano così. Un gioco quello deve fare, darti qualcosa. E questo di fatto sta dando ai più cose che altri titoloni davano. Poi ognuno lo trova meno, più, uguale, ecc...ma siamo abbondantemente verso una certa direzione. Che si sbagli oppure no non è importante, perchè non si può "sbagliare" quando si tratta di emozioni.
 
Quando Sciel dice,
dopo essere "risorta", che non è arrabbiata perché la morte non è più la morte e quindi può riabbracciare Pierre.

Che personaggione :bruniii:
I personaggi devo dire che sono tutti scritti bene e riesci facilmente a empatizzare con loro ma...Sciel ragazzi... è una spalla sopra a tutti (tolta forse Maelle). La sua reazione è coerente con il suo personaggio e la sua storia.
 
Per me specialmente Verso e Renoir sono personaggi con una scrittura che non ha nulla da invidiare a nessuno altro big citato. Tra l'altro non é solo una questione di scrittura in sé, ma di regia, espressività, messinscena.

Quando leggo di questi paragoni con i classici i, ho sempre la sensazione che più che altro non si voglia ammettere che é possibile che un gioco "Outsider" li raggiunga o magari li superi anche .
Ma anche sciel e Lune sono incredibili. Sopratutto considerando che non sono il focus del plot c'è una ricercatezza nelle loro reazioni/relazioni che merita solo applausi. Potevano scadere nei più classici cliché contemporanei (e gliel'avremmo tutti perdonato, visto quanto di buono c'è nello script) ma invece... donne credibili e antitetiche fra loro nel profondo.
 
Quando Sciel dice,
dopo essere "risorta", che non è arrabbiata perché la morte non è più la morte e quindi può riabbracciare Pierre.

Che personaggione :bruniii:
I personaggi devo dire che sono tutti scritti bene e riesci facilmente a empatizzare con loro ma...Sciel ragazzi... è una spalla sopra a tutti (tolta forse Maelle). La sua reazione è coerente con il suo personaggio e la sua storia.
In quel momento in TANTI si sarebbero giocati la tipica carta del
”oh no…adesso allunghiamo il brodo facendo un mini arco di 5 ore in cui hanno tutti una crisi andando contro Verso”

Invece qui no, perché la scrittura è così tanto matura da preferire soluzioni coerenti con personaggi che hanno sempre familiarizzato con
la morte, quindi nel momento in cui la morte può assumere un significato diverso, conta solo quello. Per dire: sono stati più scossi dalla vita nel momento in cui si son detti “adesso cosa facciamo con tutto questo tempo?”
 
Starai notando che la gente che dice certe cose aumenta vero? Che significa? Nulla di per se, ma è un fatto che questo gioco colpisca come quei giochi. Il "meglio" è relativo. A volte c'è un contesto e argomento che colpisce di più in base al gusto, o col passare del tempo un gioco te lo ricordi di più e l'altro no, anche fra grandi giochi. Non siamo dei robot, siamo esseri umani, bisogna capire che a volte una cosa piace e una cosa no, o meno, o più. La "realtà" è diversa da persona a persona.
Nello specifico della scrittura di un personaggio poi è, secondo me, molto importante la quantità. Secondo te è più facile approfondire un personaggio dandogli uno script di 10.000 parole o di mille? Se uno sa scrivere, quindi non parlo nel caso in cui non lo sa fare e può scriverci un romanzo sopra e farà comunque cagare, ma dico, nel caso in cui si sappia farlo, come con questo gioco ed altri, non pensi che colpire il giocatore con mille sole parole sia più difficile rispetto a 10 mila? Che voglio dire? Che questo gioco, come sappiamo, è molto "piccolo" rispetto ad altri, anche come dialoghi e numero di situazioni, e non ha quelle decine di "sto prendendo tempo" con dialoghi o altre cose, fa quello che deve quando deve. E' questo che lo rende a quel livello. O almeno io questo lo considero molto importante.
Basta il prologo eh, non sappiamo niente di nessuno, e dopo 10 minuti siamo lì a piangere. Lì si capisce come la scrittura, anche quella del contesto, della messa in scena, della scelta di musiche e parole, o dei silenzi, sia fondamentale.
Se a qualcuno piace così, più di altri, non sta cambiando la realtà. Perchè questo gioco è a QUEL livello. E lo dimostrano, come dicevo, l'aumento che si sta vedendo delle persone che lo reputano così. Un gioco quello deve fare, darti qualcosa. E questo di fatto sta dando ai più cose che altri titoloni davano. Poi ognuno lo trova meno, più, uguale, ecc...ma siamo abbondantemente verso una certa direzione. Che si sbagli oppure no non è importante, perchè non si può "sbagliare" quando si tratta di emozioni.
Con tutto il rispetto verso bg3 (che comunque reputo un videogioco migliore tirando le somme)e la sua competenza nel proporre personaggi carismatici e "iconici"...beh. Qua c'è un videogioco che narrativamente è costruito intorno ad un tema e TUTTO è sapientemente cucito intorno a quella roba lì. Mondo, creature, caratteri, plot, conflitti.
 
Con tutto il rispetto verso bg3 (che comunque reputo un videogioco migliore tirando le somme)e la sua competenza nel proporre personaggi carismatici e "iconici"...beh. Qua c'è un videogioco che narrativamente è costruito intorno ad un tema e TUTTO è sapientemente cucito intorno a quella roba lì. Mondo, creature, caratteri, plot, conflitti.
BG3 è un gigante dell’industria, ma eviterei di metterlo in mezzo nel momento in cui si parla di scrittura di livello. Che poi non ha nemmeno senso confrontarli, e infatti odio fare questo post, ma vabbè.
 
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