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Ascolta, sto bevendo whisky da due soldi e ghiaccio, sono in un jazz club in uno scantinato, vorrei fumare ma non posso, non sto rompendo i coglioni a nessuno, perché mi devi fare incattivire?
Detto ciò, Rebirth e Remake hanno fatto 1mln a testa su PC, con 1+ anni di ritardo e prezzi fuori mercato, capisci bene che non hanno minimamente scalfito il potenziale della loro ip, che hanno rintanato ad uso esclusivo di un singolo mercato (quello Playastation) che chiaramente non basta più a sostenere i loro sforzi economici. Con un filo di lungimiranza in più staremmo qui a parlare di un FF ancora in forma, ma oramai la frittata è fatta e serviranno anni.
Il Remake si, anche di più di 1 milione, per Rebirth e sopratutto 16 abbastanza una approssimazione per eccesso. Entrambi stanno sugli 800K, il 16 per eccesso, stando all'affidabile Playtracker che non a roba come VG Insights che da Silksong a 7 milioni.
Comunque devo capire come può comunque l'uscita di un anno e mezzo ammazzare così tanti le vendite. Voglio dire, se il gioco è richiesto, le vendite dovrebbero farle lo stesso visto che la gente aspetta, ed è già successo cose del genere con titoli diversi e su diverse piattaforme usciti anche più tempo dopo. Non so quanto un'uscita al lancio possa davvero portare un 200% in più di vendite. Ma, senza assolutamente malizia o altro, vedremo con i prossimi cosa succederà, se dovessero uscire al lancio.
Il Remake si, anche di più di 1 milione, per Rebirth e sopratutto 16 abbastanza una approssimazione per eccesso. Entrambi stanno sugli 800K, stando all'affidabile Playtracker che non a roba come VG Insights che da Silksong a 7 milioni.
Comunque devo capire come può comunque l'uscita di un anno e mezzo ammazzare così tanti le vendite. Voglio dire, se il gioco è richiesto, le vendite dovrebbero farle lo stesso visto che la gente aspetta, ed è già successo cose del genere con titoli diversi e su diverse piattaforme. Non so quanto un'uscita al lancio possa davvero portare un 200% in più di vendite. Ma, senza assolutamente malizia o altro, vedremo con i prossimi cosa succederà, se dovessero uscire al lancio.
Il Remake si, anche di più di 1 milione, per Rebirth e sopratutto 16 abbastanza una approssimazione per eccesso. Entrambi stanno sugli 800K, stando all'affidabile Playtracker che non a roba come VG Insights che da Silksong a 7 milioni.
Comunque devo capire come può comunque l'uscita di un anno e mezzo ammazzare così tanti le vendite. Voglio dire, se il gioco è richiesto, le vendite dovrebbero farle lo stesso visto che la gente aspetta, ed è già successo cose del genere con titoli diversi e su diverse piattaforme. Non so quanto un'uscita al lancio possa davvero portare un 200% in più di vendite. Ma, senza assolutamente malizia o altro, vedremo con i prossimi cosa succederà, se dovessero uscire al lancio.
Fomo?
Siamo in un industria che vive di questo, se esci 1+ anni dopo su un altra piattaforma (a prezzo pieno) senza sfruttare la spunta del lancio, delle anteprime, degli youtuber, del marketing, non ti si incula più nessuno.
Oltre al fatto che deteriori la tua fanbase su altre piattaforme e non basta un inversione ad U per recuperarla, servono anni.
Expedition ha dimostrato che ci sono 3mln (minimo) di giocatori su PC che hanno fame di jrpg, Final Fantasy, l'IP più famosa del genere, ne ha raggiunti un terzo. Perché?
Fomo?
Siamo in un industria che vive di questo, se esci 1+ anni dopo su un altra piattaforma senza sfruttare la spunta del lancio, delle anteprime, degli youtuber, del marketing, non ti si incula più nessuno.
Oltre al fatto che deteriori la tua fanbase su altre piattaforme e non basta un inversione ad U per recuperarla, servono anni.
Si, ma ripeto, sarà il Fomo, ma se un titolo interessa o richiesto, anche con l'uscita dopo dovrebbe fare un poco meglio. È successo più volte, con più giochi e su più piattaforme. Appunto, non so, qui mi sa che è anche l'interesse della saga a scemare, che è una cosa che sappiamo essere presente purtroppo come cosa. Non so se con l'uscita al D1 fin dal 2020 le vendite sarebbero state del 300% di piu come si vorrebbe far spacciare e degne di Expedition su un unica poattaforma, ma potrebbe anche essere che davvero l'utenza fan della saga stia altrove per la maggiore. Non tutta specifico, solo per la maggiore. Che sia perché Square ha fatto che sia cosi con queste mosse incanalando l'utenza, seppur in calo anche dove una volta era forte appunto, o anche perché magari su altre piattaforme ci sia poco interesse per la saga, che non il genere. Persona 5 ha venduto molto, lanciato moltissimi anni dopo, seppur a 10€ di meno, ma attitendo molto bene nonostante non fosse mai arrivato. Non c'è stato il bisogno di costruire, ma con porting tardiva di un decennio in alcuni casi subito attecchito. Final Fantasy non era manco estraneo alla piattaforma, quindi non so se la colpa può essere solo Fomo e roba simile.
Giusto che in ogni caso, per riconquistare la fiducia ci vorranno anni, ma di tutta la saga, che non è che abbia sofferto solo per una piattaforma mancata per un anno (al massimo per più piattaforma mancate) ma proprio di scarso interesse anche quella che era la sua piattaforma di punta, e sopratutto fiducia in tutta Square. Ci potrebbe volere un decennio buono forse, e neanche.
Ah ma l'ho provato tranquillo. Semplicemente i combattimenti mi han fatto talmente cagare da farmelo droppare subito psycho gli sta una spanna sopra su tutto per me ma De gustibus. Tu gioca exp 33, sia mai che ti svegli e capisci cosa è davvero un ost della Madonna
Maledetti utenti steam e le loro recensioni positive. Sono talmente triggerato male per quel 3% che invece di cappuccino e focaccia andrò diretto di vino bianco e focaccia. Comunque non giocando exp ti stai perdendo una delle migliori ost mai fatte negli ultimi 10 anni (e pure da uno scappato di casa), ma continua a fare l'edgy con i giochi sul portare uova in giro
Maledetti utenti steam e le loro recensioni positive. Sono talmente triggerato male per quel 3% che invece di cappuccino e focaccia andrò diretto di vino bianco e focaccia. Comunque non giocando exp ti stai perdendo una delle migliori ost mai fatte negli ultimi 10 anni (e pure da uno scappato di casa), ma continua a fare l'edgy con i giochi sul portare uova in giro
Ho completato Expedition 33 al cento per cento. Non è stata un’impresa semplice, poiché i giochi a turni non rientrano nelle mie inclinazioni naturali, eppure qui la regia ludica è talmente vivace e calibrata da annullarne la staticità, mantenendo un ritmo sempre dinamico.
La vera forza dell’opera, tuttavia, risiede nella scrittura. Non oso affermare se sia da Game of the Year, ma negarle il riconoscimento per la miglior narrativa equivarrebbe a un torto evidente.
Ciò che sorprende non è solo la solidità dei dialoghi, ma la loro credibilità estrema, pragmatica, quasi iperrealista, frutto di uno studio psicologico rigoroso. Una scelta apparentemente eccedente per un contesto così fantastico e immaginifico, eppure perfettamente in linea con il tema sotteso.
Il gioco non approfondisce direttamente
la guerra tra scrittori e pittori
, ma la colloca nella forma dell’esposizione: l’arte come atto di rottura, eccedenza e libertà, in contrapposizione al realismo e all’ordine della parola scritta.
Ecco il paradosso virtuoso: i personaggi, mossi da logica ferrea e comportamenti estremamente razionali, introducono una prevedibilità che non mina la coerenza, bensì la esalta. Laddove ci si attenderebbe la deriva del “meraviglioso”, emerge invece la precisione chirurgica delle reazioni, e questo scarto diventa un valore aggiunto.
Esemplare il caso di Verso, figura che incarna con rigore quasi “antropologico” l’alterità di un essere sottratto ai processi degenerativi tipici dell’invecchiamento umano.
A fare da contrappunto vi è l’estetica: barocca, pittoresca, capace di rapire con invenzioni visive sopra le righe. Un dualismo che non crea frattura, ma rispecchia perfettamente la tensione fondativa dell’opera: ordine e rigore da una parte, immaginazione e sregolatezza dall’altra.
L’unico vero punto debole risiede nell’ultimo atto, dove il ritmo accelera e alcuni snodi risultano sacrificati.
Le reazioni di Lune e Sciel, benché rapide, restano coerenti con i profili psicologici delineati, anche se qualche passaggio in più avrebbe arricchito la metabolizzazione emotiva.
Credo che l'esito della linea di Verso sia il più omogeneo e adatto, ma preferisco la rappresentazione dell'altro. Il finale della famiglia ricomposta, pur coerente, è gestito con troppa rapidità; l’epilogo di Maelle, invece, silenzioso e crudele, rifiuta la consolazione facile e ribadisce con forza la natura cinica e coraggiosa della scrittura.
La trama, talvolta prevedibile, non è tale per ingenuità, ma per scelta deliberata: privilegiare coerenza e consequenzialità logica rispetto alla sorpresa forzata.
In definitiva, Expedition 33 è un’opera che vive della sua duplice anima: estetica rapita dalla fantasia e scrittura sorretta da un rigore implacabile. Un connubio che, invece di risultare contraddittorio, diventa la cifra stilistica di un titolo capace di dimostrare con rara evidenza fino a dove il medium videoludico possa spingersi come strumento di drammaturgia.
Devo esprimermi anche sulla recitazione. Gli attori, attraverso micro-espressioni, linguaggio del corpo e intonazioni calibrate, restituiscono una credibilità che travalica i confini del medium videoludico. È un lavoro che ricorda, per intensità, la cura maniacale con cui Stanislavskij cercava la verità interiore del personaggio o, in ambito cinematografico, la tensione realista perseguita da autori come Bergman o Kieslowski.
È la dimostrazione che non occorrono budget faraonici né strategie votate al mero profitto per raggiungere risultati artistici di alto profilo: basta saper sfruttare appieno le potenzialità tecniche odierne per creare storie memorabili e una messa in scena degna di rispetto.
Trovarsi di fronte a una perla del genere, offerta a una cifra sensibilmente inferiore rispetto a molte produzioni mainstream, assume quasi un valore simbolico. Ricorda la lezione di certi pittori o scrittori che, pur senza committenze principesche, hanno lasciato opere destinate a durare nel tempo: come Caravaggio, che sapeva ricavare l’assoluto da una candela e da un volto, o Čechov, che nel dettaglio minimo sapeva scovare l’universale.
Ecco perché Expedition 33 merita di essere ricordato: al di là delle inevitabili derivazioni di genere e delle convenzioni del medium, rappresenta un esempio di come la qualità, quando è autentica, non possa mai essere sottovalutata.