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Ryo Narushima

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AC Unity

Unity è un capitolo della saga che ironicamente può piacere maggiormente a chi non ha mai digerito l'azione e la difficoltà bassa tipica dei vecchi capitoli. La possibilità di abbassarsi e il parkour che aggiunge due tasti cambia e svecchia notevolmente la formula avvicinando l’asticella del brand verso il genere stealth, senza però eccellere al meglio proprio in quest’ultimo.

Scrivendo una piccola nota soggettiva sulla trama, devo dire che non mi ha lasciato poi moltissimo, né come Assassin's Creed, né come storia a se stante. E’ quel classico capitolo di un brand che, giochi o non giochi, è la stessa cosa, soprattutto se si considera la linea temporale nel presente assolutamente povera e poco interessante.

Nel complesso non mi è dispiaciuto e spero che nel prossimo capitolo si migliori questa formula e no la vecchia. Il timore è quello di una Ubisoft che, osservando i dati e la media bassina di questo Unity, decida di tornare all'estrema facilità del passato solo per riguadagnarsi il favore dei fan.

Unity ha dimostrato più coraggio nella strada da intraprendere, ha ripreso un gioco in cui si assassina in silenzio, ha integrato azioni inspiegabilmente mai prese in considerazione in tutta la scorsa generazione. E' arrivato solo leggermente in ritardo.

Pro

- Parigi è resa magnificamente

- Finalmente nuove manovre stealth

- Parkour migliorato e leggermente più personale

- Lieve incremento della difficoltà

Contro

- Storia poco emozionante

- Personaggi poco memorabili

- I.A. da rivedere

- Pessimo posizionamento dei nemici nel level design

- Ma il presente?

7,5/10

Batman Arkham Knight

Un ottimo capitolo, anche se non il mio preferito della trilogia. Bella la parte psicologica, belle le citazioni, imponente la grafica, ma gli manca quel qualcosa per farmelo inserire nella lista dei capitoli preferiti. Contenutisticamente inoltre non è niente male, quindi non vi spaventate per la massiccia presenza di DLC. Il gioco è ricco anche nella sua versione base, e chiude il cerchio di una trilogia che resterà nella storia.

Pro

- Graficamente massiccio

- Gameplay che mischia azione e stealth riuscito come sempre

- Buon ritmo narrativo

- Buona longevità

Contro

- Bella la bat-mobile, ma talvolta invadente

- Boss battle quasi assenti, e quelle poche presenti non sono nemmeno memorabili

8,5/10

Castlevania: Lords of shadows 2

Abbastanza deluso da questo nuovo capitolo dei MercurySteam. Senza quel buon 20-30% di gioco abbastanza carino verso la fine, quello che resta è un seguito atroce sotto molti punti di vista.

Prendi il meglio di castlevania lords of shadow e distruggilo. Boss epici rimpiazzati da boss quasi sempre sottotono, ost epica rimpiazzata da tracce di cui non ricordo quasi nulla, visuale cinema epica alla GOW trasformata in una visuale manuale talvolta scomoda durante i combattimenti.

Le novità di questo seguito? fasi puzzle-finto stealth e sezioni con i topi. E di questa roba la prima metà di gioco ne è piena. Il tutto condito con fasi nell'era moderna poco ispirati e banali nel design (con tanto di errori nella prospettiva, porte enormi e macchine per gnomi).

Il combat system l'ho trovato parecchio sintetico e ripetitivo. Le tre armi a disposizione basano tutto sulle stesse meccaniche. Due attacchi base, sbalzata in aria del nemico e pressione dello stesso tasto per una potente ghigliottina.

Buono invece l'upgrade delle armi. Usando i vari attacchi si riempe l'esperienza e di conseguenza la potenza dell'arma. Sul piano offensivo invece abbiamo una schivata dall'animazione stranissima, la parata per gli attacchi classici e il sempre utile contrattacco da attivare un'istante prima del colpo nemico. A guastare la festa però ci pensa la telecamera non sempre ottimale e maledetti nemici robot con mitra e missili. Roba perfetta per un castlevania, no?

Per fortuna non è tutto da buttare. Alcuni scenari nel passato non sono niente male, merito anche di un comparto visivo davvero eccezionale. Peccato per un aliasing che rovina più ombre e superfici del solito. Guidatissime (come nel primo) le fasi ''platform'' e una fisica davvero strana durante le oscillazioni. Epicità e storia davvero risicate. Il primo a confronto è un colossal. Non male alcune sequenze verso la fine, ma nella prima metà ho giocato quasi senza voglia.

La longevità si attesta su valori medi. Anzi la noia è arrivata pure prima del previsto. Gli extra (segreti e qualche sfida da sbloccare) danno il giusto contenuto a questa avventura prevalentemente lineare, con la solita struttura ''qua ci torno dopo che ho l'abilità necessaria'' tipica di questo genere.

Tanti bassi e alti quindi. Una sinfonia di gameplay davvero distorta e difficile da inquadrare. Mi sento di consigliarlo solo a chi non ha giocato il primo. Perchè non regala gli stessi ricordi. Anzi buona parte li distrugge.

7/10

Crysis 3

Un fps tattico abbastanza riuscito e maggiormente rifinito nell'approccio stealth. Stratosferica la tecnica su pc, molto meno su console, sopratutto negli interni. Non è indimenticabile, però lascia abbastanza liberi di agire in termini di approcci al gameplay.

8/10

Far cry 3

Una giungla che ha saputo intrattenermi nonostante la sua impronta in prima persona che fatico a digerire. Un open world guidato da una storia fatta di lotte e sopravvivenza. Non molto difficile ma mai banale nei suoi singoli aspetti. Tecnicamente selvaggio e artisticamente gioioso da vedere. Un bel manuale di free roaming che miscela sapientemente un puro fps ad altre meccaniche da non sottovalutare.

9/10

Ghost recon: future soldier

Un third person shooter che scivola via con piacere. Una campagna in singolo a base di action e stealth un pelo strategici, modalità online, coop e una buona cura generale.

8/10


GTA5 Remastered


GTAV è un titolo talmente bello da vedere che riesce ad intrattenere anche durante una semplice passeggiata, è talmente psicotico nello gestire i suoi personaggi e cattivo nei dialoghi che non può lasciare indifferenti. E’ un titolo perfettamente accessibile a chiunque, al giocatore pesta vecchiette e basta, a chi che cerca quello spunto di riflessione in più, a chi torna da lavoro e vuole staccare un po’ la spina per immergersi in questa affascinante finta realtà alternativa.

Un cinepanettone videoludico adatto a tutti, che al contempo non dimentica la qualità e l’amore nello sfornare un sandbox di buona fattura.

L’ambientazione, seppur poco sfruttata in tutte le sue meraviglie durante la quest principale, vale da sola il prezzo del biglietto. L'allestimento tecnico della stessa non è perfetto in tutto, c’è ancora dell'aliasing di troppo, alcuni modelli che la popolano sprizzano old-gen da tutti i pori, eppure credetemi, vale la pena perdersi in queste lande e scoprire tutti quei cinici richiami alla società attuale. Vale la pena leggere fra le righe e scoprire sempre più dettagli sulla vita e la filosofia dei nostri beniamini.

Non c’è la sporcizia di Liberty City, perfino le strade sembrano troppo pulite per ospitare simili pazzi, eppure c’è dentro tutto, corruzione ed individualismo sfrenato, brama di potere e tradimenti, corruzione e voglia di rivalsa. Un’era di gente interconnessa ed intrappolata nell’invisibile catena chiamata Internet. Un’era in cui tutti sono nessuno ma tutti si credono qualcuno.

Pro

- Storia e dialoghi crudi e intelligenti

- Meccaniche di shooting ben rifinite

- Buona varietà della main quest

- Più personaggi giocabili, e funziona alla grande

- Comparto tecnico eccelso

- Trevor

Contro

- Il lato secondario lascia un pò a desiderare

- Troppi contenuti messi esclusivamente nell'online

- Quantità di interiori inferiori persino al quarto

- Un mondo vasto sprecato unicamente per dlc dedicati all'online

9/10

Infamous second son

Infamous va preso in considerazione sopratutto dagli amanti del free roaming a stampo supereroistico e da quei giocatori che vogliono alternare qualcosa di più leggero in vista di qualche pezzo grosso del genere. Qualità generale ancora una volta buona, ma purtroppo manca quella voglia di scomodarsi, andare oltre il compitino e creare quell'esclusiva che da sola ti vende una generazione.

Piacevole e fracassone, divertente e ottimo per dare una assaggio visivo della neonata di casa Sony, pulito e stabile nei controlli, ma manca di quella marcia in più che lo faccia distinguere dalla concorrenza. Ancora una volta la sola prova di forza tecnica non basta se il game design latita di guizzi e spessore.

7,5/10


Infamous first light


Un’espansione discreta che consiglio solo agli appassionati della serie che vogliono capire un po’ meglio i retroscena di un personaggio comunque importante nella storia di Delsin. La sola arena con score system integrato e la campagna ridotta non bastano per rendere questo First Light un'espansione imperdibile, sopratutto per quei giocatori da ''una botta e via'' che non sono minimamente interessati a completare le sfide richieste dalla summenzionata modalità a punti.

Il prezzo ridotto e l’uscita nei negozi però potrebbero incoraggiare l’acquisto per tutti quelli che vogliono un’altra piccola dose di Infamous ma parliamo comunque di un prodotto riservato esclusivamente ai fan del gioco originale e discretamente longevo solo per i completisti.

6,5/10

Naruto ultimate ninja storm 2

Chi è in cerca di profondità e combat complessi fa bene a guardare oltre. Storm due punta a narrare la seconda parte del manga da cui è tratto, e riesce a farlo in un modo tutto suo. Semplice nelle meccaniche ma ricco di filmati e boss fight dalla grandissima spettacolarità registica. Semplice nell'adventure ma comunque coerente con un mondo di gioco piacevole da vedere e ricco di citazioni. Curato nello stile e nella fedeltà dell'opera. Da provare senza riserve se amate Naruto e le sue battaglie.

8/10

Ratchet & Clank Nexus

Un capitolo breve tutto sommato divertente e ben realizzato. C'è il solito mix riuscitissimo di azione-platform con qualche enigma e tante armi strane. Esilarante l'arma che trasforma i nemici in pupazzi di neve. Molto carini gli enigmi di Clank e alcune piccole novità legate alla gravità, vera novità di questo seguito.

Graficamente stiamo sempre su livelli buoni. Girare nelle ambientazioni è sempre un piacere per gli occhi, merito anche di uno stile cartoon sempre fresco e vivace. Non sarà pulitissimo in tutto, però offre sempre scenari dalla colorazione gradevole e varia.

La longevità purtroppo è ridotta. Solo quattro pianeti che fanno da collante alla storia più la classica arena non sono proprio il massimo per un capitolo principale, difetto ammortizzato un pò dal suo D1 a metà prezzo.

Come extra si salva un pò la situazione. Oltre al classico potenziamento delle armi, ci sono alcuni extra molto divertenti come i collezionabili (ridotti nel numero quindi non impazzirete), l'arena, l'arma segreta da costruire e la modalità sfida. Contenuti che salvano un pò il parametro replay del titolo, a patto di trovare il giocatore interessato al completamento. La storia è solo carina, niente a che vedere con a spasso nel tempo. Sembra più un filler movie della serie.

Prodotto dal forte sapore di spin-off dedicato unicamente ai fan della saga. Poche novità, struttura classica della serie, buon comparto tecnico, ma longevità e storia poco esaltanti per un capitolo main. Il prezzo ridotto è stata una mossa corretta che va a compensare in parte le poche ore e i pochi pianeti esplorabili di questa nuova avventura spaziale dedicata al duo più galattico di casa Sony.

7,5/10

Resident evil revelations

Il porting ben fatto di un resident evil con qualche idea più chiara. Una gestione di gameplay molto più calma e rifinita di quel pastrocchio di resident evil 6. E questo sembra essere il suo pregio maggiore, uscire dopo una vistosa caduta. Buono ma niente di indimenticabile.

7,5/10

Resident evil revelations 2 [PS4]

Un buon spin-off, decisamente più ''calmo'' rispetto al primo capitolo e con un'atmosfera migliore in alcuni episodi. Ben calibrati i controlli e il lato extra, che dovrebbero essere lo standard anche per i futuri capitoli principali della serie. Peccato per alcuni scenari nel capitolo 3 che non mi hanno entusiasmato, ma per il resto mi ha intrattenuto abbastanza bene.

7,5/10

Tales of Xillia 2

Ritornare nel mondo del primo capitolo di Xillia è stato sicuramente piacevole. Messi i panni di un protagonista tutto nuovo e lasciate da parte le avventure del primo capitolo, quello che ci ritroviamo a vivere è un seguito, una storia, con toni leggermente più malinconici e una serie di novità, sia nella struttura di gioco che nella narrativa.

Il gioco è praticamente uguale, quindi con un combat quasi invariato e un mondo di gioco ''a blocchi'' che messi tutti insieme formano una mappa dalla grandezza soddisfacente. Questo allo stesso tempo è il più grosso limite della produzione. Un buon 80% di scenari uguali spostano la lancetta del more of the same su livelli altissimi, con un copia-incolla mostruoso che non tarderà a farsi sentire.

Le uniche novità riguardano il combat e il sistema a scelte multiple. Alla buona base del primo capitolo sono stati inseriti pattern aggiuntivi come la schivata laterale, il jump air e il cambio armi del protagonista, tutti movimenti che non fanno altro che rendere ancora più rapidi e dinamici gli scontri. Stessa cosa per quanto riguarda la trasformazione momentanea del personaggio. Se usata al momento giusto può salvare le sorti di un intero scontro. Il sistema di difesa resta ancora da rivedere, soprattutto nella gestione del lock. Non si sente ancora il pieno controllo del personaggio visto che l’animazione di una combo sembra incollata sull’asse orizzontale e non segue bene il nemico durante le sue manovre.

Le quest secondarie invece sono legate ad una bacheca delle missioni. Grazie a questo escamotage si è risolto un po’ l’eccessivo senso di ''missabilità'' delle quest del primo capitolo, ma allo stesso tempo è stata appiattita considerevolmente la qualità stessa delle quest, trasformate in obiettivi di raccolta e sterminio che alla lunga possono risultare ripetitive. Non male invece le quest dedicate agli amici, alcune molto interessanti per scoprire nuovi dettagli sulla vita dei vecchi protagonisti. Migliorato inoltre il post-game e la difficoltà generale dei boss.

Anche il sistema di crescita ha subito delle modifiche. Si è abbandonata la struttura ''a tela'' in favore di un level up automatico delle statistiche e una serie di abilità elementari da potenziare attraverso dei medaglioni. Eliminati anche i livelli dei negozi, con un crafting legato alla raccolta di oggetti e materiali da usare poi nella sezione personalizzata dei negozi. Pessima la gestione di alcuni titoli rispetto al primo episodio. Rifare determinate tecniche quasi 500 volte a testa non è un perfetto esempio di replay value.

La storia nel complesso mi è piaciuta nonostante il ritmo di gioco più lento e tutta quella sensazione di già visto. Il protagonista è muto a causa di un sistema di scelte da fare che andranno poi a delineare il finale di gioco. Niente di complesso alla fine, parliamo di due semplici scelte utili anche per aumentare l’affinità con i nostri membri del party e poco altro. Il confronto con il primo va a sfavore di questo seguito, che da più l’impressione di essere un grosso ''movie'' che vuole sfruttare un mondo e dei personaggi ormai amati dal pubblico, più che un seguito studiato fin dall’inizio.

Graficamente, visto che parliamo dello stesso identico motore, ritroviamo gli stessi pregi e difetti. I dungeon all’aperto sono quindi bruttini e anonimi come in passato, e i dettagli in generale non sono di certo esplosivi. Simile leggerezza tecnica giova fortunatamente sui caricamenti tra i vari scenari, fulminei anche questa volta. Nei combattimenti purtroppo persistono ancora vistosi rallentamenti nelle scene più concitate.

Nonostante la sua natura fortemente copia-incollata resta un seguito godibile, merito ancora una volta di un cast con sentimenti forti e un combat ricco di personalizzazione e immediatezza. La continuity non è male, ma l’alchimia finale del primo è di tutta un’altra pasta, soprattutto per quanto riguarda la fine dell’epopea.

8/10

Tales of Zestiria [PS4]

Lo scontro finale è stato bello, sia come pathos che come dialoghi. Come Tales nel complesso è molto carino, ti diverte, ha un bel combat system, una difficoltà dignitosa, un buon numero di scenari e una componente avventurosa niente male. Come profondità dei personaggi e della storia per me sta parecchio sotto a Xillia. E devo ammettere pure che da il meglio di se proprio nelle fasi da ''shonen'' puro. Però non è banale in alcune tematiche, attenzione. Zestiria in fin dei conti resta un gioco in cui i personaggi crescono durante il viaggio, e dovranno fare i conti con la malevolenza del mondo esterno, alcuni intrighi politici e una sorta di ''ricerca della felicità dell'animo''. Cambia solo il modo in cui viene raccontato, decisamente più leggero.

Il party pure non mi è dispiaciuto, ma anche qui a differenza di Xillia scordatevi tutte quelle quest che ne approfondiscono il background.

Il combat è decisamente un bel passo avanti. Quando tocchi il nemico lo scontro avviene stesso sul posto, peccato solo per la telecamera che negli spazzi più stretti tende ad incastrarsi nell'angolo sbagliato, ma con un pò di schivate risolvi tutto. Per l'azione invece abbiamo gli stessi comandi di sempre, quindi arti e attacchi fisici che cambiano in base alla direzione della levetta. Molto fighe le fusioni invece, essenziali per vincere gli scontri contro i boss oppure per distruggere più velocemente i nemici deboli ad un determinato elemento. Una meccanica che dona un pò di profondità in più agli scontri, e su questo l'ho preferito a Xillia che risultava più ''fisico'' come combat system.

Artisticamente non è niente di eccezionale, è davvero povero e poco ispirato. Passo sopra ad una grafica da collection ps2 perchè non sono mai stato esigente su queste cose, però buona parte delle città e dei dungeons te le scordi in fretta. A parte qualche foresta e prateria, è un capitolo poverissimo di dettagli, basta guardare la soluzione grafica usata per mostrare il campo di battaglia. La maggior parte dei mostri normali stessa cosa, come per Xillia sono davvero anonimi (il maiale contadino???). Fortuna per i colori accessi, i filmati stile anime sempre curati e il design del party, ma per il resto è un titolo visivamente dimenticabile. L'ost invece non è affatto male, con tracce avventurose ed epiche quando serve. Nei difetti metto anche una gestione dei simboli nell'equipaggiamento davvero evitabile. Non ci ho capito proprio niente sinceramente, e sono andato semplicemente di statistiche base dell'arma e via.

Un capitolo ancora di transito, che non fa quel passo in avanti tecnico in cui uno sperava. Ottima la timida innovazione per eliminare la transizione tra scontro/esplorazione, ma manca ancora qualcosa da limare da qui in avanti. Resta però un'avventura divertente da giocare e molto spensierata, con un combat che non delude nemmeno questa volta e qualche bel momento narrativo. Perfetto sopratutto per chi vuole provare un Tales su ps4 o magari iniziare con un capitolo più tranquillo, ma ho visto decisamente di meglio in passato.

7,5/10

The evil whitin [PS4]

Ci credo che è piaciuto pure agli haters del signor Re4. The Evil Whitin di Re4 ha giusto la telecamera a spalla e il nome dell'autore. Ma l'anima è completamente diversa. Molto Horror, molto psicologica, molto infernale.

E pensare che la prima impressione non è stata poi il massimo. Un filmatello iniziale scialbo, un'impostazione molto stealth che sembra solo voler fare il verso al buon the last of us, una certa ripetitività di situazioni.

Poi però arriva il bello. Comincio ad entrare nelle meccaniche, comincio a capire che questo viaggio è in continua mutazione. Se ne va la calma e arriva la pazzia. Se ne va lo stealth e arrivano trappole e boss da brivido. Finisce la normalità del design e arriva un vero e proprio otherworld asfissiante. Non è malato come Silent Hill, ma la citazione è grossa come l'amore nato con questo progetto. Così a caldo TEW sembra proprio un omaggio a tutto quello che il survival horror ha lasciato negli anni.

Non ti vomita addosso nemici e munizioni. E' tutto calcolato al limite, se sgarri aumenti non poco la sofferenza. La kill non ti lascia il pacchetto di caramelle rosse. Al massimo qualche cervello per potenziarsi, ma te ne fai poco mentre scappi da Mr motosega furibondo.

E' proprio un survival moderno senza tanta modernità. Ti leva mappe, aiuti e pure la corsa infinita. Sei solo tu, il pad e la tua testa. Se lo scontro è andato a male ritenta, sarai più fortunato. Tanto il gioco somiglia più ad un Trial&Error che ad un'avventura guidata.

Niente di impossibile se preso con la giusta ottica, si finisce se metti mano ai neuroni. Ti ripaga con la giusta pazienza. E ci voleva finalmente un pò di coraggio autoriale in più. Ti becchi il 6 dalla maestra al tema in classe magari, però almeno gli hai buttato in faccia tutto quello che pensi. Non sarà il salvatore del genere, però almeno ci prova. Con un certo stile anche, ricco di citazioni e buona esperienza di game design.

Non mi ha convinto del tutto il reparto GunPlay. Qualche limitazione di troppo, assenza di cambio spalla, una ravvicinata che rende gli scontri con i nemici troppo vicini con qualche legno di troppo. Non aiutano nemmeno alcune animazioni. Si poteva accompagnare meglio la telecamera mentre sei abbassato dietro una copertura. Si poteva calibrare un pò meglio la telecamera in-game. Le bande nere bastavano. Magari sono cose volute, per ampliare maggiormente quel senso di limitazione che da sempre è la virtù della vecchia scuola survival horror. Sennò non me lo spiego questo piccolo passetto di legnosità indietro da un tizio che ha sfornato quel design di comandi chirurgico con nome in codice Vanquish.

Sul comparto audio/video, fattore comunque decisivo per la riuscita di una buona esperienza horrorifica, abbiamo un lavoro magnifico da un lato ma ingenuo dall'altro. Il design è bello, macabro, con nemici riusciti e boss che ti restano impressi. Ci sono tanti bei momenti in cui il gioco cerca di disturbarti in tutti i modi, con soluzioni grafico/audio mozzafiato. Non proprio Silent Hill, ma l'idea è quella. Il problema però è la tecnica. Il buon impatto a schermo e la buona ricerca stilistica potevano giovare di una pulizia di programmazione più raffinata. Re4 è ancora salvo su questo aspetto.

Il viaggio all'inferno ti resta impresso lo stesso, non scherziamo. Non sono di certo queste piccolezze a frenare il buon ricordo. Mi è piaciuto perchè non vuole imitare banalmente l'ottimo TLOU. Non si fregia del filmato e dei personaggi per raccontare l'orrore. Il racconto di TEW è tutto in-game, senza fronzoli, senza lunghi filmati. Ti racconta giocando, come il media dovrebbe fare.

Non fa molto paura, siamo grandi ormai. Il TG fa paura, no un pò di sangue in un videogame. Però l'ansia è sempre dietro l'angolo, senza scadere in banali e abusati jumpscare. Hai paura di morire, ed è questo che conta. E se lo fai più di 100 volte allora hai creato un buon survival. Dispiace solo per qualche capitolo sottotono di troppo e per una tecnica ancora troppo cross, ma cavolo se ne vale la pena. Da gustare da soli, con le cuffie e con la dovuta pazienza. Il viaggio è pure lungo quindi allacciate per bene l'adrenalina.

8,5/10

Thief [PS4]

Questo nuovo inizio di Thief è indubbiamente un gradito ritorno, ma anche un gioco dalla doppia e controversa anima. Se Dishonored prende, espande e rende ancora più libera una struttura ludica che ha fatto scuola, Thief la linearizza e automatizza nella speranza di farsi vedere dal grande pubblico. Un lavoro di restart che va a colpire solo dove gli conviene, con alcune sviste e paradossi nella sezione da finto free roaming già espressa in queste righe.

C’è una buona cura riposta nell’atmosfera e nella qualità visiva generale e una base contenutistica davvero apprezzabile se confrontata con gli standard attuali. Limando alcuni particolari ed espandendo un po’ di più la sua struttura libera, Thief in futuro potrebbe lasciare molto di più ai giocatori. Uno stealth puro ancora più solido, che da al giocatore la reale possibilità di interpretare a proprio piacimento tutta la sua verticalità. Una nuova chance per prendersi la rivincita nei confronti di un allievo che supera il maestro con astuzia grazie ad un sistema di gioco molto più vario e libero, seppur meno longevo e decisamente più personalizzabile nello stile di gioco. Quel Dishonored che ancora oggi molti scambiano per ''l’ispiratore di Thief'', quando invece è l’esatto contrario. In ogni caso, bentornato Thief!

8/10

Tomb Raider [reboot]

Scarse note per quanto riguarda storia e personaggi che, personalmente, non mi hanno lasciato praticamente niente.

Un buon clone di Uncharted immerso in un’ambientazione molto curata e affascinante. Un lato survivor messo solo per riempire font per la stampa e un gameplay troppo guidato chiudono il quadro di un Tomb Raider di nuova generazione, con tutti i pro e i contro del caso.

7,5/10

Transformers Devastation [PS4]

Un prodotto a basso budget evidente, ma comunque carino. Il combat system potrebbe essere collocato nella stessa linea di pensiero di Anarchy Reigns, quindi un sistema semplice da ricordare. Non impazzisci nella quantità di combo da memorizzare, ma allo stesso tempo devi impegnarti e non pestare pulsanti a caso. Fondamentale infatti il sabbat system già visto in Bayonetta e la schivata in generale, fattore che rende gli scontri sempre frenetici e mai banali. Bella la presenza massiccia di Boss e Mini-Boss, aspetto per me sempre ben accetto quando si parla di action-game. Non male anche la componente shooting integrata, anch'essa semplice e utile in certi frangenti.

Dove delude un pò Devastation è proprio in tutto quello che non fa parte dell'azione. Le mappe non sono niente di eccezionale, molto spoglie e banali, e la componente adventure non è da meno. Carina l'intenzione, un pò meno la realizzazione. Viene più da pensare che queste cose siano state inserite più per riempire un pò un prodotto decisamente corto, piuttosto che per donargli maggior profondità.

Se da un lato però la longevità base non è il massimo, dall'altra abbiamo un gioco decisamente rigiocabile grazie ai vari personaggi, il potenziamento del robot e delle armi migliori, le sfide, i rank, le difficoltà aggiuntive, i segreti da raccogliere. Insomma, un piatto decisamente ricco per i completisti, che alza la barra del replay su un buon livello.

Graficamente è il titolo è gradevole, sia per colorazione, modelli e fluidità in generale. Certamente resta un prodotto leggerissimo e senza pretese dal punto di vista visivo. Discorso diverso per la colonna sonora, curatissima e perfetta in ogni frangente, capace da sola di rendere ogni scontro sempre avvincente.

Transformers Devastation non sarà il capolavoro di questo studio, ma è sicuramente un piccolo sogno che si avvera per tutti i fan della prima serie di questo brand.

7,5/10

ps. ho tagliato parecchio rispetto agli originali sennò usciva un post allucinante :rickds:

 
B

BigBoss91

Qualche altro recupero:

Vanquish

Shinji Mikami e Platinum Games è una accoppiata che, solo a sentirla nominare, fa saltare di gioia chiunque ami i videogame di matrice nipponica. Buttatisi nella mischia con un tps spaziale, il papà di Resident Evil e i Platinum sono riusciti a sfornare semplicemente l’ennesimo gran gioco: Vanquish.

Il titolo ci metterà nei panni di Sam Gideon, un agente DARPA, a cui è affidato un prototipo di tuta da combattimento avanzatissimo in grado di farlo muovere a velocità elevatissima, che dovrà ripristinare l’ordine sulla colonia spaziale Providence, finita sotto l’egemonia dell’Ordine della Stella Russa, fazione dell’esercito russo, riuscita a distruggere, dallo spazio, la città di San Francisco.

Sembra banale? Lo è, a dire il vero, così come dimenticabile è la componente narrativa tutta. Il punto è che trama e personaggi sono l’unico fattore davvero trascurabile in Vanquish.

Dove il genio degli sviluppatori viene fuori è infatti il gameplay; Vanquish prende infatti i canoni del genere tps e li capovolge totalmente. Sam Gideon non starà fermo dietro coperture di fortuna per proteggersi dalle centinai di proiettili che i nemici gli scaricheranno addosso ma potrà correre, strisciare e saltare a tutta velocità, attivando, spesso e volentieri, un bullet time che gli permetterà di distruggere tutto ciò che si muove a schermo. I momenti di respiro saranno pochi ed anche le brevi cut scene risultano pregne dell’eccesso e della follia tipiche dei titoli del Sol Levante.

Nelle poche ore della campagna, Sam Gideon si ritroverà ad affrontare orde di piccoli nemici e enormi mostri robotici, su cui è palese la mano di Mikami. Sebbene il cuore del gameplay sia dunque quello del classico tps, la formula è completamente diversa e, dopo pochi minuti, il divertimento la farà da padrone. La scarsa durata della campagna principale non deve essere vista come un difetto in quanto, completando i capitoli, sarà possibile sbloccare una modalità sfida in grado di mettere davvero a dura prova anche i giocatori migliori, senza contare che il sistema di punteggi online rende la campagna stessa estremamente rigiocabile per tutti coloro che desiderano migliorare le loro prestazioni e scalare le classifiche.

Buona anche la varietà delle bocche da fuoco che, pur non essendo tantissime numericamente, hanno effetti diversi e aggiungono un pizzico di strategia agli scontri.

Nel frastuono e la confusione che si crea in ogni fase di gioco può capitare di perdersi parti di dialogo, nulla di troppo importante, ma comunque a livello di audio si poteva fare di più mentre le musiche sono di buon livello e accompagnano la frenesia dell’azione in maniera eccezionale.

Tecnicamente Vanquish è una gioia per gli occhi. Nelle esageratissime fasi di shooting è possibile notare effetti particellari eccezionali, centinaia di proiettili, un gran numero di nemici e gli scenari stessi in movimento, il tutto accompagnato da una straordinaria stabilità.

Il mercato dei tps sembrava arrivato alla saturazione e da Gears of War in poi rari sono stati i casi di titoli in grado di innovare. Vanquish non solo riesce a differenziarsi dalla concorrenza ma riesce ad aprire nuovi scenari divertendo come pochi altri titoli sono in grado di fare.

Voto: 8.5


Remember Me


Remember Me è il primo lavoro dello studio francese Dontnod. Un action adventure di stampo piuttosto classico che prova ad inserire qualcosa di nuovo nel genere, senza stravolgere una struttura consolidata.

Quello che si nota sin dai primi momenti di gioco è l’enfasi posta dagli sviluppatori sulle vicende, senza troppi giri di parole si può infatti affermare che è la trama il fiore all’occhiello della produzione. Remember Me ha una bella storia, le vicende di Nilin e della futuristica città di Neo-Paris sono ottimamente raccontate e toccano temi estremamente interessanti.

La memoria, l’etica e lo sviluppo scientifico, l’utilizzo di atti di terrorismo come mezzo per raggiungere un fine giusto sono solo alcune degli argomenti che saranno trattati nel dipanarsi della manciata di ore che servono per giungere ai titoli di coda. Temi già più volte incontrati in ambito videoludico, eppure il titolo in questione riesce meglio di altri esponenti del genere ad approcciarsi ad essi.

Remember Me ha una bella storia. Toccante e profonda, che lascia qualcosa al giocatore che la approccerà con il giusto interesse. Questo, in fondo, insieme ad un lore decisamente interessante di matrice steampunk e dei personaggi ben caratterizzati che rimangono facilmente impressi è ciò per cui può davvero valere l’acquisto del gioco.

Se si è quel tipo di giocatori che trovano il divertimento solo nel puro e semplice gameplay è invece il caso di guardare altrove.

Remember Me fallisce infatti in quello che all’apparenza sembrerebbe l’aspetto più banale: per tutta l’avventura ci troveremo sostanzialmente in un corridoio, l’esplorazione è ridotta all’osso e perdersi è praticamente impossibile perché, come se non bastasse quanto appena detto, la via è sempre indicata da una freccetta. A volte ci si troverà di fronte a un incrocio: una è la via corretta, l’altra porterà irrimediabilmente ad un collezionabile.

Anche il combat system non è dei migliori. Riprendendo il sistema apprezzato per la prima volta nei Batman dei Rocksteady, lo studio francese ha pensato di inserire un sistema di combo personalizzabile, tramite l’acquisto dei Pressen. L’idea è di sicuro apprezzabile ma la varietà è poca e qualunque sia la scelta, le combo richiedono sostanzialmente l’utilizzo di due tasti. Poco influenti saranno i tre diversi effetti che ciascun Pressen della combo avrà nell’economia delle battaglie, soprattutto ai livelli inferiori. Qualche imprecisione nei comandi e qualche problemino con la telecamera chiudono il cerchio. I nemici si differenziano abbastanza ma questo non basta ad aggiungere strategia agli scontri, sempre troppo simili tra loro, visto un livello di difficoltà tarato verso il basso e l’acquisizione di poteri durante lo svolgersi dell’avventura. Proprio sui poteri è necessario aprire una piccola parentesi: sono certamente ben studiati ma vengono appresi all’improvviso in determinate sezioni. Se ciò è sicuramente legato alla trama, dall’altro rende la crescita della protagonista decisamente piatta. In questa struttura, già pesantemente inficiata da un sistema non perfetto, pesa l’assenza di qualche enigma che spinga ad usare un po’ di materia grigia (si incontra giusto qualche semplice indovinello negli ultimi capitoli).

Una menzione particolare meritano i Memory Remix, a cui si devono i momenti migliori del gioco, grazie ad una impostazione da avventura grafica, in cui è possibile rivivere il ricordo di alcuni personaggi e modificarlo dall’esterno sfruttando la capacità della protagonista di cambiare alcuni particolari.

Tecnicamente, pur non essendo un prodotto ad altissimo budget, il titolo si difende bene, i personaggi sono ben realizzati, i modelli dei nemici, per quanto tendano a ripetersi alla lunga, sono di buon livello. Alcuni scorci sono assolutamente ottimi ma si possono notare qua e la alcune texture sottotono. Anche il sonoro è di buon livello e il doppiaggio italiano non fa troppi danni.

Remember Me è un progetto interessante, che meriterebbe di essere premiato più per concedere una seconda occasione ad uno studio “giovane” che per l’effettiva qualità del prodotto.

Abituandosi e passando sopra ai difetti di level desing e gameplay si troverà comunque una storia di livello, in grado di rapire il giocatore.

Voto: 6,5

Catherine

I numeri dimostrano chiaramente che nel nostro paese i fans dei titoli Atlus non sono tantissimi eppure c’è una nicchia che, sentendo il nome della softwere house nipponica, non può non drizzare le orecchie. Spesso i loro titoli sono particolari, di sicuro giapponesi fino al midollo.

Catherine non fa eccezione ma si pone come un puzzle game abbastanza peculiare. L’idea di base, su cui si fonda il gameplay, è tanto semplice quanto geniale: bisogna scalare una struttura formata da cubi e giungere alla fine di ogni stage prima che la struttura stessa ceda.

Più facile a dirsi che a farsi perché in Catherine nulla è banale: il nostro protagonista Vincent oltre a muoversi in varie direzioni potrà spingere o tirare a sé i blocchi e potrà trovare durante la scalata monete e power up di vario genere che saranno di grande aiuto. I blocchi però non saranno tutti uguali: ci sono blocchi ghiacciati su cui è impossibile fermarsi, blocchi neri pesantissimi, blocchi fissi, trappole varie e tante altre amenità che faranno di tutto per rendere le scalate quanto più ardue possibili.

Quando detto fino ad ora è il cuore di Catherine ma non rappresenta il titolo nella sua interezza. Vivremo insieme a Vincent e gli altri personaggi del titolo per una intera settimana e queste sezioni sono “limitate” alle notti per ragioni di trama.

Di giorno invece vedremo il nostro alter ego alle prese con vicende più o meno strane che si concluderanno, prima della notte, con una serata al solito bar, dove tra minigiochi, bevute con gli amici e chiacchierate con gli altri personaggi presenti ci si divertirà per diverse ore e si potrà approfondire la storia e prendere decisioni che influenzeranno anche il finale ottenuto.

Anche narrativamente il gioco è particolare, ci sono diversi finali e delle scelte che condizioneranno la vita di altri personaggi incontrati durante l’esperienza. E’ un vero peccato dunque che tanta peculiarità si perda per un colpo di scena finale che è quasi impossibile da mandar giù. Una scelta narrativa spiazzante, e non certo nel senso positivo del termine.

Catherine è comunque un gran gioco e quello che perde in trama, lo guadagna abbondantemente in gameplay: i comandi non sono sempre precisissimi ma dopo un po’ di allenamento le sbavature che possono costar caro al giocatore si riducono drasticamente. Questo non significa che gli stage diventino meno ostici, anzi la difficoltà è ben calcolata. Giusta ma nulla viene regalato. Anche il più smaliziato dei giocatori dovrà sudarsi i punteggi migliori.

In breve Catherine diventa davvero una droga, difficile staccarsene e veramente semplice trovarsi a ripetere più volte: “Un’altra partita e poi smetto”.

Un gioco che merita di essere giocato, particolare e giapponese fino all’osso con un gameplay che da solo oscura ogni altro difetto della produzione.

Voto 8,5
 

Vc3nZ_92

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Alice Madness Returns
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Alice Madness Returns è un bel giochillo, un gioco che si perde in tante cose, ma con tanto carattere, è una piccola perla grezza, che con un poco di cura in più avrebbe potuto splendere molto di più.

E' uno dei pochi Platform in terza persona presenti su PS360 e l'impianto ludico, anche se non eccelle in nessun punto, funziona bene. I problemi giungono quando ci accorgiamo di fare ciclicamente le stesse cose, se non per delle piccole situazioni che spezzano la monotonia, che comunque sono troppo poche, visto che il gioco dura 15 ore abbondanti. Piattaforma -> Soffione -> Piattaforma invisibile -> Nemici e si riparte, dopo un po' ciò pesa, soprattutto se non vi soddisfano anche gli altri aspetti del gioco.

La longevità, proprio per quello che ho appena detto, io la vedo come un difetto, e non un pregio. Se avessero tagliato un'ora di queste situazioni a capitolo avremmo un gioco che durava un 5 ore in meno, ma almeno bello diretto, conciso e non diluito e allungato così come lo è ora. E comunque le sue 10/12 ore le avrebbe mantenute ugualmente... se poi mettevano anche le boss fight, disegnate, studiate, pronte, ma poi inspiegabilmente tolte beh, si arrivava sempre lì, sulle 13/14 ore, ma almeno non ripetitive come invece lo sono. La mancanza di boss fight è il maggiore difetto per me, soprattutto perché sono pronte, con tante di cut-scene, tu stai lì carico e che succede? Puff, altra cut-scene con morte ridicola del nostro antagonista di turno per circostanze esterne alla nostra mano, che rabbia. Rabbia che cresce quando finisci il capitolo 4 e applaudi, pensando a come fosse stato il gioco se lo facevano tutto così, peccato.

Ma allora perché ho dato 7,5? Per due motivi. Il primo è perché, come detto poco sopra, è uno dei pochi (se non l'unico) Platform in terza persona su PS360 e siccome non ne ho giocati nessuno sulla gen appena passata, la sua monotonia non mi è pesata più di tanto. Il secondo è perché artisticamente è divino, la Wonderland in rovina è qualcosa di magnifico. Ogni scenario è malato, ispiratissimo, con una OST che vi fa 'sentire' ancora di più il 'decadimento' della famosa Wonderland.

In definitiva, riallacciandomi all'apertura della recensione, una perla grezza, un potenziale titolone mancato per tutte le cose appena descritte su, che comunque si lascia giocare, se riuscite a chiudere un occhio sulla sua ripetitività.

VOTO: 7,5
 
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R

Rapt

The Witcher 3 wild hunt

Un enorme gioco di ruolo occidentale che continua in maniera non "ufficiale" i libri di Andrzej Sapkowski riguardanti l'opera letteraria avente come protagonista lo strigo Geralt di Rivia.

Punti forti del gioco sono l'ambientazione fantasy davvero sconfinata, la mole di dialoghi impressionante e la trama, piacevole ed interessante. Purtroppo il gioco pecca nel sistema di combattimento, basilare ed alla lunga monotono. Altri difetti sono riscontrabili nella poca precisione dei controlli negli spostamenti e nel ripetersi delle strutture delle missioni, divisibili in 3 categorie.

in conclusione, un ottimo gioco di ruolo che vi terrá impegnati per centinaia di ore, anche se per quanto mi riguarda non é un capolavoro assoluto.

Voto: 8.5/10




Batman Arkham Knight

Ultimo gioco della trilogia Rocksteady dedicata al cavaliere oscuro, questo episodio chiude le vicende dei precedenti asylum e city.

sostanzialmente é Arkham city ampliato a dismisura: ogni singola componente del gioco é più grande, più curata. Resa visiva davvero spettacolare, cittá ancora più grande (suddivisa in 3 isole, miagani, founders e blake island), azioni stealth e combattimento aumentate, ed aggiunta la possibilitá di guidare la batmobile.

narrativamente il gioco procede senza intoppi, con filmati molto cinematografici e ben girati, anche se la trama, nelle battute finali, risulta mal gestita, specialmente in certi pseudo/-colpi di scena. Scelta discutibile anche quella di eliminare le boss battle.

in conclusione, un altro capitolo eccellente come da tradizione rocksteady, un prodotto assolutamente da giocare, anche se non esente da difetti. Alta rigiocabilitá e buona longevitá, anche grazie alle numerose sfide.

Voto: 9.5/10

 


Ratchet e Clank


Reboot/remake del primo capitolo uscito anni fa su ps2. Un grandissimo platform, una manna dal cielo in questo periodo così arido per questa tipologia di videogiochi. Tratto dal film, il gioco risulta ottimo nel gameplay (salti, gadget, fasi tps, enigmi) ma purtroppo carente dal lato narrativo, con un connubio tra scene in engine e scene tratte dal film che risulta molto eterogeneo nonché poco comprensibile per chiunque non abbia giocato l'originale.

graficamente un piccolo capolavoro, inattaccabile.

In conclusione, un signor platform, bello da vedere e da giocare, minato da una narrativa zoppicante con alti e bassi e con una longevitá abbastanza ridotta (in una ventina di ore lo completerete al 100%) che gli impediscono di raggiungere l'eccellenza. In ogni caso, acquisto obbligatorio per gli amanti del genere platform.

Voto: 8.5/10

 
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Vc3nZ_92

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Ho aggiornato tutto, ora leggo :sisi:

Se notate errori fate un fischio eh :sisi:

 
B

BigBoss91

Concludo con i recuperi dal vecchio thread, poi inizierò con le nuove recensioni:

Batman: Arkham Asylum

L’esordio dei Rocksteady su console avviene con quello che, in un primo momento, sembra un tie in dei film della trilogia di Nolan. In quanto tale le aspettative sono basse, quasi nessuno si aspetta nulla e solo i fan più accaniti dell’uomo pipistrello seguono con interesse lo sviluppo. Una volta uscito però succede l’impensabile, il gioco è buono, va oltre ogni aspettativa, con un combat system degno di nota, che sarà poi ripreso da future produzioni, e cura dei dettagli. Il primo Batman si pone dunque come un action adventure molto classico, ambientato nel manicomio di Arkham con arie abbastanza grandi e completamente esplorabile. Il titolo mostra i muscoli soprattutto nel gameplay, alternando al già citato free flow system, fasi stealth abbastanza elementari, che sfruttano le abilità e i gadget di Batman e spezzano il ritmo dell’azione in maniera intelligente. Il gioco tecnicamente non è il massimo, il dettaglio grafico non è eccelso e i modelli soffrono di animazioni un po’ legnose. Artisticamente però i Rocksteady hanno fatto un buonissimo lavoro, rifacendosi più ai fumetti che non ai già citati film di Nolan, donando al titolo una identità propria e buone dosi di fan service.

Voto: 7,5


Batman: Arkham City


Sull’onda del successo del predecessore, arriva ben presto sugli scaffali dei negozi Batman: Arkham City, che riprende in tutto e per tutto quanto di buono aveva mostrato il capitolo precedente e lo amplia a dismisura. L’ambientazione adesso è Arkham City, il nuovo quartiere penitenziario di Gotham. Sostanzialmente, nonostante il tutto sia più grande e più rifinito, pregi e difetti rimangono quelli del predecessore. In Batman Arkham City il free roaming ha più senso, con un numero smodato di quest secondarie che approfondiscono trama e mondo di gioco. Anche in questo caso l’aspetto tecnico non è di prim’ordine eppure l’utilizzo di uno stile grafico “fumettoso” è apprezzabile. I movimenti sono molto più fluidi e, a parte piccoli bug sporadici, tutto gira alla perfezione. La trama, più intrigata rispetto al capitolo precedente è convincente e ben raccontata, con tanti nuovi personaggi e riferimenti all’universo dell’eroe della DC. Altro ottimo action-adventure da parte dei Rocksteady che riescono a migliorare il loro precedente lavoro.

Voto: 8


Batman: Arkham Origins


Quando venne annunciato, Batman: Arkham Origins fece storcere il naso a non poche persone. La saga che aveva reso finalmente giustizia all’uomo pipistrello e aveva dato notorietà ai Rocksteady, sarebbe tornata con un prequel gestito da un nuovo studio, Warner Bros. Interactive.

Quando il gioco è giunto in mano agli utenti è stato chiaro che poco in realtà era cambiato rispetto ai capitoli precedenti e quanto il nuovo studio abbia riportato in questo prequel di peso gli elementi tipici della serie.

Il combat system rimane il free flow con ben poche aggiunte così come le fasi stealth. Quello che colpisce in positivo di Origins è dunque la trama e la narrazione, che si rifà abbondantemente ai fumetti. Si assiste ad alcuni dei momenti famosi della storia di Batman (e non solo), calati alla perfezione all’interno di una avventura nuova. In tutto ciò forse il difetto “peggiore” è che Batman possieda dei gadget più all’avanguardia rispetto ai capitoli precedenti che, temporalmente, sono successivi ad Origins. Accanto dunque ad una narrativa che farà felici i fan ed un gameplay che non delude nemmeno alla terza incarnazione si riscontrano quei piccoli difetti tipici anche dei giochi Rocksteady. Alla fine si tratta di inezie in quanto fra colpi di scena continui, sequenze fra le più spettacolari della serie e un gameplay affinato all’estremo ci troviamo davanti forse al miglior capitolo della saga.

Voto: 8,5


Assassin’s Creed


Parlare del primo Assassin’s Creed anni dopo l’uscita e dopo aver visto tantissimi altri capitoli della serie non è semplice. Il giudizio è sicuramente influenzato dal tempo trascorso e dall’apprezzamento nei confronti dell’intera saga. Sicuramente questo comporta un brusco ridimensionamento rispetto a quello che si poteva dire del titolo al momento dell’uscita, sia perché molti difetti sono passati quasi in sordina di fronte ad una IP nuova e dal grande potenziale, sia perché ad oggi il giudizio non può prescindere dal fatto che tutti sono già a conoscenza di cosa la saga poteva essere e non è stata. Assassin’s Creed si propone come un adventure open world in cui è possibile visitare tre città della Terra Santa nel periodo delle crociate, qui un gruppo chiamato gli assassini agisce contro i templari. La trama, che in un primo momento poteva sembrare uno dei punti di forza del titolo, spingono il giocatore a compiere una serie di omicidi su ordine della confraternita e attorno a queste missioni ruota un gameplay, composto da una fase di esplorazione e ricerca di informazioni e dalla fase di assassinio vera e propria, che va un minimo pianificata in precedenza.

Questo sistema è stato, ed tutt’ora, soggetto a critiche a causa di una ripetitività di fondo estenuante ma rappresentava una delle migliori trovate degli sviluppatori. Si doveva osare di più, ampliare la possibilità di pianificazione e la ricerca di informazioni, con missioni più variegate, ed introdurre un sistema stealth che aggiungesse profondità al tutto. Specie considerando che il battle system è tutto fuorché perfetto. Assassin’s Creed stupì i giocatori e fu una delle prime sorprese per chi acquistò subito le allora console next gen ma oggi va valutato in maniera diversa. Non negativa ma nemmeno entusiasta.

Voto: 6

Assassin’s Creed II

Basta giocare una manciata di ore al secondo Assassin’s Creed per capire che Ubisoft ha fatto ciò che dovrebbe essere la prassi in ambito videoludico: ascoltando le critiche di pubblico e fan ha limato difetti ed imprecisioni del capito precedente, fornendo una maggiore cura e varietà al prodotto.

Quello che colpisce è in primis il cambio di setting e personaggi, per quanto si possa aver apprezzato il taciturno Altair e le vie di Gerusalemme, è innegabile che il lavoro certosino nella riproduzione delle città di Firenze e Venezia, in epoca medievale conceda al titolo un grande fascino. Anche i personaggi del periodo storico e il protagonista, Ezio, sono di un altro livello. Come detto Ubisoft è riuscita a limare diversi dei difetti del precedente capitolo ascoltando le critiche ricevute. Si deve però ammettere che il cambio non è radicale e, mentre la trama e la narrazione si fanno più spezzettate e annacquate in virtù del successo commerciale, permangono i difetti maggiori del primo capitolo, ossia l’assenza di meccaniche stealth anche lontanamente sufficienti e un combat system pessimo. La svolta tramistica nel passare da un devoto adepto della setta degli assassini ad un ragazzo avvicinatosi ad essa all’improvviso e solo per vendetta, permette a Ubisoft di staccarsi dal lineare processo di studio delle location, raccolta informazioni, preparazioni dell’assassinio e omicidio e dona maggiore varietà all’avventura ma questa scelta, che porta spesso il giocatore a confrontarsi con gruppi di nemici piuttosto che sorprendere il bersaglio nel momento più consono per poi darsi alla fuga, risente dell’assenza di miglioramento del combat system. Al contrario, non si è fatto nulla nemmeno per permettere un approccio più silenzioso alle missioni.

Il lavoro di Ubisoft per migliorare il primo capitolo è palese ma permangono degli alti e bassi che non permettono ad un capitolo che ha nell’ambientazione e nei personaggi gli aspetti migliori di elevarsi rispetto al predecessore.

Voto: 6,5

Assassin’s Creed: Brotherhood

A nemmeno un anno di distanza dall’apprezzato Assassin’s Creed II, giunge sugli scaffali dei negozi Brotherhood, terzo capitol della serie.

Appare evidente che il gioco è più un Assassin’s Creed 2.5 poiché riparte esattamente da dove era finito il secondo capitolo, con gli stessi personaggi e con un cambio di setting minimo. Si passa infatti da Firenze a Roma, già intravista sul finire della precedente incarnazione della serie.

C’è poco da dire su Botherhood, il gioco è simile al predecessore, le innovazioni sono minime e di poco conto, i difetti permangono ed anzi vengono amplificati dal senso di noia e deja vù, derivante dal fatto di trovarsi lo stesso gioco a pochi mesi di distanza. La trama continua ad essere allungata e annacquata oltre misura e nemmeno qualche colpo di scena ben piazzato giustifica questo nuovo capitolo. Roma è di sicuro una ambientazione affascinante, questo è l’unico vero pregio di Brotherhood ma, alla terza incarnazione, questo non basta a salvare il gioco da una bocciatura.

Voto: 5

Assassin’s Creed IV: Black Flag

L’appuntamento annuale con la serie di Assassin’s Creed è una cosa a cui i giocatori si sono abituati presto e nonostante i grandi numeri in fatto di vendite registrati da tutti i capitoli molti si sono allontanati da una serie spesso fin troppo uguale a se stessa. L’annuncio di un nuovo capitolo con ambientazione piratesca ha però risvegliato l’interesse di quanti amano un genere mai troppo in voga nei videogiochi.

Passando al gioco, si nota subito un miglioramento tecnico abbastanza netto. Alcuni difetti tipici come il caricamento in ritardo di alcune texture e il tearing sono ridotti rispetto ai capitoli precedenti e generalmente quello che ci si trova di fronte appare gradevolissimo alla vista.

Eppure Blag Flag è tutto fuorché un gioco perfetto, nonostante gli anni passati dalla sua prima incarnazione la saga non riesce a svecchiarsi. Le meccaniche sono quelle dei capitoli precedenti e i difetti permangono di fatto immutati: il combat system è da rivedere assolutamente, mancano meccaniche stealth degne e le missioni di pedinamento e inseguimento risentono tantissimo della cosa. A livello di trama si noteranno fin dalle prime battute delle novità non irrilevanti. La novità di rilievo sono le battaglie navali introdotte nel terzo capitolo, esse assumono un ruolo fondamentale ma, per quanto interessanti e divertenti, il titolo finisce per abusarne, mandandole a noia presto.

Noia è proprio la parola che serve per descrivere Blag Flag. Abbiamo di fronte un capitolo che avrebbe tutto per convincere anche i più scettici o accaniti denigratori della serie ma si perde presto e male in maniera davvero grossolana, annoiando il giocatore ben prima della conclusione.

Voto: 5,5
 
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Ni No Kuni: La Minaccia Della Strega Cinerea




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diennea2





Questa è una storia fantastica, una fiaba incentrata sull'amore tra un figlio e una madre, un legame talmente forte da riuscire a sbaragliare qualsiasi ostacolo si ponga fra i due. Questo favola si presenta come un gioco di ruolo nipponico, creato dai Level5 studios insieme alla matita di casa Ghibli. Entrambi non sono nomi di poco conto e la realizzazione di questo progetto nacque con aspettative stellari. La mia esperienza sui Jrpg non è profonda ed aggiornata (l’ultimo Jrpg puro che toccai fu proprio FFVII), ma posso tranquillamente dire che questo titolo è un buon gioco, ma non ottimo come la critica in generale vuole farci ben pensare.

Le vicende di Ni No Kuni ruotano attorno al piccolo protagonista di nome Oliver. Dopo la tragica dipartita di sua madre, conoscerà ben presto Lucciconio, il re delle fate. Questo bizzarro protagonista rassicurando Oliver lo avvisa che in realtà ci sarebbe un modo per riportare in vita sua madre, ma non nel mondo del protagonista, bensì in un altro, un mondo parallelo e magico.

Lucciconio però afferma che l’unico modo per salvare sua madre è quello di battere il Genio Nero…il suo nome è Shadar.

Da qui in poi il piccolo mago dovrà superare molte peripezie e durante il suo viaggio incontrerà molti amici e nemici.

La trama di Ni No Kuni è leggera con temi profondi, ma un po’ scialba nella parte centrale della storia: personalmente la narrazione non mi ha convinto al 100% e durante l’intera avventura il principale senso di mancanza della madre che ha il protagonista non emerge quasi mai se non in rarissimi casi: questo fatto sinceramente mi ha fatto un po’ storcere il naso.

Passiamo al gameplay. Lo dico subito, il gameplay non è perfetto, si nota molto bene che i Level5 hanno tentato in qualche modo di dare una certa profondità originale, ma alcune caratteristiche di gioco purtroppo diventano superflue…ma partiamo con ordine.

Il tutorial è lungo, ma utilizzato in modo saggio ed equilibrato, man mano che l’avventura prende piede il re delle fate vi spiegherà le funzioni e i comandi di gioco, una scelta a mio avviso intelligente. Passando ai combattimenti questi risultano godibili, ma allo stesso tempo banali e un peletto ripetitive. Nonostante il combat system sia strutturato a “turni”, il gameplay poggia su buone meccaniche in tempo reale. Durante i duelli avrete la libertà di muovere il proprio alter ego nell'arena di combattimento, creando così un ambiente più marcato all’action senza però eludere la parte strategica del gioco. Durante la fase combattiva si possono scegliere i pg da controllare, ovvero il Personaggio (Oliver, Ester o Arsuino) oppure il Famiglio. Quest’ultimo è un tipo di creatura simile ai Pokemon, e ogni “razza” ha una propria peculiarità (magia, fisico e quant'altro). Qualsiasi pg controlliate però, qualsiasi sia la sua peculiarità, tutto sfocerà in un imbuto, dove alla fine non farete altro che pigiare “attacco” o “magia”…stop.

Solamente contro i boss/mid-boss potremo utilizzare la difesa (nei tempi giusti), cambiando così (fortunatamente) il ritmo del gioco.

Però, nonostante l’aver creato un variegato loot per ogni tipo di pg (umano o famiglio), una certa profondità dell’evoluzione dei propri famigli, ed una buona variegazione di abilità dei personaggi umani, tutto ciò non riesce ad emergere e a farsi notare nella maniera più giusta: i contenuti sono tanti e ben e assortiti, ma l’utilizzo di questa “profondità” è assolutamente mal calibrata, merito in primis anche di un ridicolo livello di difficoltà, adatto solamente ad un pubblico di minorati mentali.

Come se questo non bastasse, durante il combattimento i nemici dropperanno delle sfere magiche in grado di risanare i vostri punti vita e mana.

Una nota di demerito è l’intelligenza artificiale degli alleati, capita spesso che quando ordiniate al gruppo di attaccare questi utilizzeranno tutte le loro mosse più dispendiose anche quando in realtà non ce ne sarebbe effettivamente bisogno, mentre con l’ordine “difesa” capita spessissimo che Ester vi snobbi completamente. Questo purtroppo crea ripercussioni sul comando delle tattiche, rovinando, seppur lievemente la parte strategica del gioco. Va detto però che anche qui, grazie alla facilità del gioco, la tattica verrà usata di rado.

La crescita dei famigli e l’alchimia sono altre trovate carine e molto intelligenti, ma purtroppo non trovano alcun motivo logico per essere utilizzate, sempre per lo stesso medesimo motivo scritto poco fa.

Lo so, queste parole possono sembrare dure, ma anche se diverte, obbiettivamente questo titolo ha delle pecche nel gameplay praticamente impossibili da non essere notate.

Durante l’avventura, oltre alla main quest, Oliver potrà completare varie mini missioni, i quali si suddivideranno in 2 categorie: caccia alle taglie (scopo della missione è abbattere un famiglio unico), e le classiche quest secondarie.

Tra le tante subquest spiccano alcune estremamente ripetitive, come il “ritrovamento di un certo diario” oppure quello di “risanare i cuori delle persone”, i quali potevano essere sviluppate in maniera più intelligente.

Un dettaglio che non va trascurato è anche la possibilità di allevare famigli durante il combattimento. L’idea è molto carina perché il mondo di gioco offre moltissime “razze”, ma purtroppo questa caratteristica è completamente dipendente dal caso e la mancanza di una stat specifica ne risente parecchio. Se vorrete completare l’obbiettivo di collezionare tutti i famigli, allora “tanti auguri e figli maschi”.

L’ambiente di Ni No Kuni è molto variegato, esistono molte zone una diverse dalle altre con una propria “fauna” inerente al clima e al posto. Ed è grande, molto grande. La mappa del gioco è parecchio estesa e si può attraversarla a piedi, in volo o anche in barca. Purtroppo però non posso usare le stesse parole di lodi per quanto riguarda la mappa dei dungeon o delle città.

Queste si presentano troppo semplificate e mai diramate, la parola “linearità” pesa come un macigno su queste, soprattutto quando l’asticella della difficoltà rasenta la terra stessa.

Una nota di (gran) merito è l’Abecedario. In sintesi durante l’avventura di Oliver le pagine che compongono questa “enciclopedia” verranno catalogate, con lo scopo di mostrare e chiarire qualsiasi cosa inerente al mondo di Lucciconio, dalla mappa agli oggetti, dalle razze dei famigli ai brani e racconti eccetera. Qui il lavoro è titanico perché la traduzione del tomo è ineccepibile ed incredibilmente dettagliata (strano, ma vero), anche i dialoghi stessi sono stati convertiti con una cura maniacale (occhio al “romanaccio” di Lucciconio, parla veloce e agli inizi salterete qualche parola).

La stessa cura maniacale la riscontreremo nel comparto artistico: qui il livello è superlativo, oltre al lato tecnico sublime i disegni dello studio Ghibli sono fantastici ed esaltanti. Questa è senza alcun dubbio la punta di diamante del titolo. C’è da dire che le sequenze cartoonesche sono rarissime, ed è un vero peccato secondo me, avrebbero meritato maggior spazio.

Le musiche sono anch'esse stupende e ad essere sinceri raramente ho riscontrato una ost tanto azzeccata quanto bella.

La longevità del titolo è abbastanza buona e personalmente la mia partita si è conclusa con un tempo di 90 ore e passa senza contare il post-game , ma questo però è un fattore puramente soggettivo.

In finale il gioco è bello, ma ha delle magagne che difficilmente passano inosservate: il dramma che Oliver subisce non viene quasi mai percepito (cosa su cui si dovrebbe maggiormente puntare visto che la trama si basa su Emozioni), il gameplay, ovvero il fulcro del gioco che pecca di profondità mal calcolata, un livello di sfida quasi inesistente ed un design di dungeon/città troppo lineare. Sinceramente, non capisco come la stampa internazionale abbia lodato il suddetto gioco a capolavoro. Certo, artisticamente parlando fa mangiare la polvere a tantissimi titoli, ma da qui ad elogiarlo come uno dei massimi dell’Jrpg ce ne passa. Resta il fatto che il titolo…piace ed è divertente, quindi tanto basta.

Voto: 8


 
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Diego_

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Riposto alcune delle mie allora:

Dead Space 2 - PS3 - 9,5

Dead Space 2 era atteso al varco per confermare una delle sorpese della scorsa gen. Il primo capitolo, arrivando in silenzio e di soppiatto come un necromorfo, ha segnato in realtà la pietra di paragone per tutti gli action/horror della generazione.

DS2 riprende il discorso da dove era stato interrotto: Isaac reduce dai terribili eventi dell'USG IShimura si trova in un gigantesca colonia spaziale a combattere contro i suoi demoni interiori una vera e propria pazzia scatenata dal Marchio, qualunque cosa - o essere - esso sia.

DS2 è curato, rifinito nei particolari e in primis nell'assetto grafico sopraffino, mentre il primo era maggiormente un diamante grezzo. Ha delle lacune, tra cui: la mancanza di boss epici e la frammentata narrazione - Lo Sprawl non è l'Ishimura (l'ambientazione più azzeccata della gen subito dopo Rapture, anzi per i miei gusti pure superiore a Rapture) e nel primo si respira più un senso di solitudine ed alienazione da tutto e tutti.

MA:

DS2 è un' esperienza viscerale in ogni caso. Va giocata a "difficile" se hai già dimestichezza con la materia. Avanzi sempre all'erta con il fucile puntato, a piccoli passi esplorando il buio. Gli attacchi dei necro arrivano da ogni dove, anche negli ascensori che erano punto sacro in DS1, essi sono intelligenti, alcuni di essi ti braccano e ti stringono all'angolo. Senti i loro versi in lontananza e ti chiedi, DA DOVE? Ti constringno ad indietreggiare e nel finale a scappare letteralmente (non è questo il senso del survival? RUN FOR YOUR LIFE). Non guarderai mai più con senso di tranquillità ad un deposito di container in vita tua dopo aver giocato a DS2, chi ha giocato sa cosa intendo.

Lo Sprawl non è l'Ishimura, ok.

MA. Lo space walk del capitolo 7 ragazzi, vale il prezzo del biglietto. Parlo da persona letteralmente stregata dallo sci-fi. Uno dei momenti più suggestivi in un videogioco di ultime generazioni. Il gameplay è curatissimo e rifinito, si lascia giocare da ***, è fluido ed immediato nelle risposte ai comandi ma non ti da mai l'impressione di avere totalmente in pugno la situazione. Si respira il senso di precario di un mondo corrotto che ti si rivolta contro. E della tua mente sull'orlo del precipizio.

La storia è frammentaria

MA. reca spunti di raro interesse: la convergenza, il rapporto malato fra unitology e governo, gl interessanti audiolog degli ultimi 3 capitoli, la pazzia di Isaac è tutt'altro che telefonata, lo sconforto del personaggio in alcuni punti è palpabile, il suo abbandonarsi alll'evento finale con la trste consapevolezza che l'orrore dell'esterno e delle sua azione prevarrà in qualche maniera.

Tutto ciò è DS2. Ok, se dovessi proprio scegliere con una pistola puntata alla tempia, sceglierei ancora il primo, che è pura poesia malata, stato dell'arte delle esperienza sci fi videoludica. Ma questo è un sequel solidissimo, pur un po' sbilanciato verso l'action nelle parti finali della vicenda, (ma DS non è survival horror puro ricordiamocelo, è un ibrido action/survival) ma pur sempre un gioco di grande intensità, dal forte sussulto, un gioco che non ti lascia assolutamente indifferente nell'attraversare quei maledetti corridoi metallici nell'ansiosa consapevolezza che qualcosa "uscirà dalle fottute pareti" per prenderti e smembrarti, a meno che non sia tu a smembrare lui.

voto: 9,5

Rayman Origins - PS3 - 9,5

Rayman Origins

Capolavoro assoluto. Dopo aver finito almeno la "storia" principale ed ora che sono imepegnato nelle sfide e nel livello segreto posso tranquillamente confermare il valore intriseco di questo platform, che va ben oltre la parzialità del giudizio di un amante di vecchia data del genere in questione.

Rayman origins è un platform 2d come pochi altri, dotato di una comparto artistico non solo bello, ma addirittura delizioso. Ogni mondo è caratterizzato in maniera particolareggiata e mai stucchevole, ed una menzione va ai colori, che riescono a riempire lo schermo in maniera perfetta, senza dare fastidio per la loro ridondanza.

La colonna sonora poi strapperà un sorriso perenne sulle labbra in ogni secondo che avanzerete e giocherete (menzione d'onore alla splendida canzoncina dei livelli acquatici, mondo in cui la colonna sonora tocca il suo apice probabilmente).

Origins è dotato di un gameplay iper classico ma non per questo frustrante o noiso, è vario, ti sa stupire accellerando i ritmi all'imporvviso, proponenendo scenari stimolanti e sfide mai banali. Se giocarlo per il semplice gusto di "finirlo" può rivelarsi relativamente semplice - a questo riguardo ho trovato poco imepgnative le boss fight, che però sono così appaganti per l'occhio ed orchestrate in maniera varia che ci si può tranquillamente passare sopra) - il collezionare tutti i lums vi metterà a dura prova ed alcuni trofei del tempo ed alcuni tesori sono davvero difficili da raggiungere, richiederanno fasi trial and error vecchia scuola ed una conoscenza pressochè mnemonica di ogni singolo salto ed ostacolo da schivare. Non parliamo poi del mondo bonus.

Insomma, un capolavoro inaspettato. Il platforming 2d a mio avviso dovrebbe essere un patrimonio da riscoprire e sfruttare ed Origins è la perla che insieme a poche altre (cito a memoria Donkey Kong Country Returns, rispetto a cui Origins si mette pressochè al medesimo livello qualitativo) sta a testimoniare questo fatto. Si può creare arte videoludica anche rispescando negli anni 90, e perchè no, se fosse uscito in quella decade Rayman Origins avrebbe dato parecchi punti a molti sui colleghi, anche blasonati.

voto: 9,5 pieno

Wolfenstein the New Order - PS3 - 8,5

Bello davvero. Da anni un FPS con una campagna single player così soddisfacente non lo avevo provato.

Da divesi punti di vista:

-gamplay: solidissimo, rodato, immediato, riesce ad oscillare fra quel senso arcade degli FPS di 10-15 anni fa fino al realismo di scontri a fuoco più strategici. Il feeling delle armi riuscito, pur nella loro non enorme varietà ogni bocca da fuoco ha il suo approccio, il suo perchè, restituisce l'impatto del proiettile col nemico in modo adeguato. Distruttibilità dell'ambiente ottima, schizzi di sangue e parti del corpo credibilmente presenti a schermo, soluzioni di interattività furbe e ben gestite (il laserkraftwerk).

-level design: uno dei migliori degli ultimi anni, seppur con le nuove tecnologie e su ps4 mi aspetti di più. Livelli disegnati per creare ottimi scontri a fuoco, su più piani e stratificati. Dal primo Bioshock non mi trovavo di fronte a livelloni esplorabili di questo tipo in un FPS, ottima la presenza della mappa e stimolante la ricerca dei collezionabili, che danno un senso al tutto.

Unico neo: abuso dello "stanzone circolare", soluzione facilotta ed un po' troppo distribuita, soprattutto nelle sezioni hi tech

-storia: semplice ma ben raccontata, sa trasmettere emozioni vere, attraverso citazioni ed una certa disincantata filosofia e vsionarietà distopica di fondo. Ben struttrati i personaggi, modellati a tutto tondo, con una personalità vera. La campagna è LONGEVA, varia il giusto, ti invoglia a proseguire e ti stimola. Buone le boss fight, un filo ripetitive ma si riprendono nel finale con alcuni punti di alto spessore (il boss finale e ben strutturato e dà realemnte filo da torcere ai livelli più elevati).

-Tecnicamente: niente di stupefacente, ma lo stile utilizzato non è affatto male, sopratuttto negli ambienti bui e chiusi. Ci sono texture molto definite che si alternano a roba da ps2, un ottima modellazione poligonale, insomma, si intravedono le potenzialità per il futuro DooM.

Ambientazioni: curate e atmosfera approfondita, come piace a me, riferimenti ben fatti alla distopia nazista, con gusto e stile da vendere. Peccato per i suoni ambientali, che ho trovato poveri se non assenti. La colonna sonora invece ottima e sa darti botte di adrenalina nei momenti clou.

Insomma, gran gioco e gran piacevole sorpresa per il mio personale finale di scorsa gen. A tratti addirittura ho immaginato e pensato che questo New Order fa quello che a livello di gameplay avrebbe potuto fare un Duke Nukem new gen curato e progettato con senso. A mani basse uno dei migliori FPS degli ultimi anni, e pur non avendo ancora provato Old Blood, di cui non si fa altro che aprlare gran bene, auspico che più FPS in futuro prendano direzioni del genere, che non sono un ritorno al passato tout court ed anacronistico, attenzione, ma un rispolverare caratteristiche e peculiarità che andaavano di moda anni fa riviste e rilette con intelligenza e costruttività.

Via con DooM a breve.

Voto: 8,6

The Last of Us - PS3 - 9,5

TLoU è qualcosa di trascende il concetto stesso di genere. Lo puoi definire survival, ma poi ti rendi conto che non è tutto, anzi, rischieresti di commettere un errore formale e non goderti appieno parte della sua natura, potresti definirlo action o adventure, ma anche in questi casi, poi capisci che giocarlo in quella maniera diventa un'esperienza totalmente incompleta o addirittura infattibile.

TLoU a mio avviso è un'esperienza di forte impatto, un cammino, una sorta di grande "viaggio" che credo qualsiasi videogiocatore assennato debba avere il privilegio di fare. ND sono riusciti, con una maestria non certo comune, a riscostruire un mondo in disfacimento con una credibilità assoluta, senza rimanere troppo a guardare date di scadenza di scatolette o impossibilità di avviare un’automobile, perchè quelli sono i classici peli nell'uovo che non possono (o almeno voglio credere che sia così, mi piace crederlo) scalfire minimamente la sensazione di fondo: che è totale, viscerale, completa. La caratterizzazione dei due personaggi rasenta la perfezione, caratterialmente forti, vivi e reali come una persona o una ragazzina comune, con le loro paranoie e debolezze, con le loro idee o i loro sogni, ormai infranti dal cinismo. Il rapporto che si crea fra di loro è incredibilmente in evoluzione, mutevole, mai scontato, si riesce a carpire come pian piano i rapporti umani evolvano od involvano, nella mutevolezza e nel caos talvolta.

La narrazione è potentissima, forse la più potente mai adottata dal media, e qui mi sbilancio. C'è una forza narrativa, "poetica" non nel senso letterale, che sprigiona ogni scenario, ogni dialogo del gioco: è come se tutti parlasse al giocatore, ogni singolo angolo di gioco ci racconta qualcosa, a modo suo ed in maniera lata o chiara a seconda dei casi. E' una narrazione fortemente "americana": racconta l'entroterra, racconta la provincia dell’impero nel suo lato più selvatico, a maggior ragione ora che l'umanità si sta estinguendo. Un viaggio nel cuore ormai corrotto di una società sul punto della catastrofe, un mondo dimenticato ed ormai contaminato dal "selvaggio" inteso anche come incontrollabile: come se la natura si stesse riprendendo con la forza quello che è sempre stato suo e che l'uomo ha tentato di strapparle da secoli. La natura che gioca un ruolo di vitale importanza nell'economia del gioco intero. Questo secondo me è un messaggio importantissimo che viene trasmesso al fruitore.

Non c'è una minima concessione al buonismo, al sentimentalismo: il mondo di TLoU è spietato, è la giungla del più forte che sopravvive, non a caso Joel ad un certo punto prende Ellie sotto la sua protezione come se fosse una cucciola, insegnando alla ragazza la sopravvivenza e trasformandola in un animale che sa diventare istintivo e che sa difendersi.

Anche le sottostorie che si scoprono tramite documenti collezionabili hanno il loro fascino (quella della mini società delle fogne, ad esempio),aprono con capcità e tatto la storia a mondi alternativi senza la presunzione di sbatterli in faccia, ma rendendoli parzialmente impliciti, tra le righe della narrazione principale. Vu ritroverte a passare interi minuti su una lettera trovata in un cassetto, o su un diario, cercando di capirne la calligrafia, le intenzioni e le emozioni che essa esprime.

Il gameplay è a tratti squisito, con una varietà d'approcci che lascia spaesati, che ti da’ un senso di realismo e di vera "influenza" su quella che sarà la sorte di uno scontro o di un’imboscata: la fisica pesante degli scontri, dei colpi delle sparatorie, rende tutto maledettamente FORTE, intenso, senza respiro. L'IA nemica è la migliore che io abbia mai sperimentato, i nemici non danno mai (o quasi) la sensazione di essere sprovveduti, tendono a seguirti, accerchiarti, stanarti in ogni modo. Anche l'animale ferocia degli infetti è resa con efficacia al limite del perfetto. LE armi hanno un feeling giusto, ognuna ha le sue precise peculiarità e sai quando e come sfruttarlo, soprattutto quando ne hai la possibilità. Le risorse scarseggiano e devono essere gestite con oculatezza, privilegiando lo stealth per non sprecare colpi. Costruire bombe molotov, bombe ai chiodi, kit medici, armi per il corpo a corpo ha perfettamente senso ed è tutto gestito in modo immediato e preciso, come solo ND sa fare. Le citazioni ai classici si sprecano (come dicevo RE4, Dead Space2 etc.) ma sono gestite con estrema capacità di modellazione.

Ottima la gestione della mappa di gioco: senza mai trascendere nell'eccessiva apertura, c'è unaa sensazione di larghezza ed esplorazione, le stanze hanno tutte qualcosa da dire, non sono dei semplici copia incolla, e se visti nell'ottica giusta possono dare la risorsa o il collezionabile giusto.

La realizzazione tecnica è superba, la PS3 è spremuta fino al midollo, offrendo paesaggi naturali di impatto per ora mia sperimentato e corridoi claustrofobici. L'accompagnamento sonoro non parliamone, adoro la aprte chitarristica acustica, quel senso di decadenza e di tristezza che viene trasmesso dal minimalismo delle soluzioni adottate. Inoltre la recitazione dei personaggi è una delle migliori che io abbia sentito in un videogioco, pure le registrazioni audio son registrate in maniera perfetta.

Qualche difetto: avrei preferito maggiore varietà negli infetti, un po’ più di ambienti corrotti dalle spore per dare maggior senso di claustrofobia ed oppressione, ma mi rendo conto che non era l'obiettivo di ND. L'IA traballa in qualche punto, ma son rare evenienze. Qualche enigma ambientale in più non mi sarebbe dispiaciuto, tipo trova la chiave per aprire la porta, sblocca quell'ingranaggio... meccanismi che si sarebbero potuti sfruttare meglio forse. Un po’ troppe sono le risorse sparse qua e là, ma sempre in maniera decorosa e mai esagerando. Certo, non è un survival duro e puro: è difficile e punitivo a tratti, ma mai spietato.

TLoU rimarrà per tanti anni impresso nella mente dei videogiocatori che hanno avuto la fortuna di viverlo. E' un gioco che segna un passo importante per la maturità del nostro media preferito, ha qualcosa di concreto, POTENTE da dire a livello globale. Da qualsiasi parte lo giri, TLoU ti lascia qualcosa, ed è grande il vuoto che provi quando i tuoi personaggi cadono, ed è grande il senso di empatia quando soffrono. Questo è quello che chiediamo tutti a gran voce dai giochi, ormai da anni, o no?

Naughty Dog con TLoU dimostra a tutti noi che è in grado di farcela, di darci tutto questo.

Next gen incoming.

Voto: 95/100
 

Vc3nZ_92

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Batman Arkham Asylum (PS3)
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Applausi a Rocksteady. Uno dei migliori giochi di sempre. Atmosfera, fedeltà al mondo del Cavaliere Oscuro, BS, varietà, level design, comparto sonoro e comparto tecnico, longevità... tutto ai massimi livelli. Un prodotto eccellente sotto tutti i punti di vista, non può non piacere.

Se proprio dobbiamo trovare due difetti, la prima oretta di gioco, che è lenta e il boss finale. Se per il primo punto, alla fine ci sta perché bisogna assimilare il vasto pacchetto offertoci dai Rocksteady, per il boss finale non mi è piaciuta tanto la scelta presa, anche se pensandoci, e chi ha giocato lo sa, era l'unico modo per avere una boss fight nel vero senso del termine... a questo aggiungiamoci il fatto che è la boss fight più facile e meno stimolante del gioco ed ecco spiegato il perché non mi sia piaciuta molto. Ad ogni modo è solo una macchiolina in cotanta magnificenza.

Per quest'ultimo motivo non volevo darli il 9.5, ma voglio premiare questo prodotto e questi ragazzi, così si fanno i videogiochi, applausi a scena aperta e tanto di cappello ai Rocksteady che entrano di prepotenza nella mia classifica delle SH preferite.

Ora volevo dire due paroline in più sul BS. Ne ho sempre sentito parlare bene e dalla demo mi aveva fatto una buona impressione, ma non pensavo fosse così appagante, e anche tattico va (con i gadget). E' senza dubbio il BS migliore degli Action/Adventure, è troppo figo, da soddisfazione sia ai meno avvezzi al genere che ai più esperti, è tanta tanta roba. Poi giocando le sfide Combattimento si raggiungono apici di goduria non indifferenti, insomma BS da 10 pieno.

Il già tanto lodato BS viene aiutato da una telecamera magistrale, ogni scontro ha una leggibilità ottima e sapremo sempre come 'dettare il ritmo' dello scontro, una volta presa la mano.

Ricapitolando, uno dei migliori giochi della appena passata generazione, un capolavoro senza se e senza ma, consigliato a tutti, che siate fan del Pipistrello o meno.

VOTO: 9,5
 
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Papa Demilol

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Habemus Papam

Un pensiero di Papa Demilol su: DARK SOULS 3 (2016)




Info: giocato su PS4 durante la sera/notte, preso al D1 occidentale boxato. Ho impiegato 45 ore per finire la prima run, ho sbloccato il 60% dei trofei. La valutazione verrà espressa in voto decimale senza mezzi punti, mentre i commenti saranno riassunti in Pro/Contro e Conclusione per mancanza di tempo.

Pro:

  • Miglior Art Design della serie
  • Miglior Game Design della serie
  • Miglior gameplay della serie
  • Miglior Level design della serie
  • Migliori boss della serie
  • Commistione intelligente dei vecchi capitoli
  • Chiude tutti i cerchi della lore
  • Subquest molto intrecciate tra di loro
  • Il ritorno di tantissime cose che s'erano perse col secondo episodio


Contro:

  • Perde la potenza intellettuale del primo episodio
  • Si avverte la stanchezza del format in alcune fasi (sia come meccaniche riciclate, sia come location)
  • Il nuovo mondo suddiviso in "macro-aree" potrà non piacere a tutti, si perde la fluidità dell'open world
  • In alcuni punti (in realtà solo in uno), eccessivo fanservice


Conclusione: Dark Souls 3 è un'esperienza brutale e affascinante. Grazie all'eredità lasciata dal capitolo principe della serie, Miyazaki riesce a plasmare una degna conclusione ai cicli eterni del fuoco, sviluppando al massimo i quattro punti fondamentali che rendono un videogioco eterno: game design, level design, art design e gameplay. Grazie ad una commistione continua di generi e meccaniche, infarcito da un citazionismo a tratti estremo e contornato da un linguaggio poetico di gesti nascosti e parole sussurrate, Dark Souls 3 rappresenta la summa della filosofia (tramutatasi ora in una realtà ormai consolidata) dei From Software e il loro più grande insegnamento. Da un'idea utopica, irrealizzabile, anacronistica è possibile ancora far nascere qualcosa che trascende i tempi ed il mercato, diventando un punto di riferimento eterno per le generazioni di sviluppatori a venire e per chi semplicemente ha avuto il piacere di vivere questa grandiosa avventura dell'anima oscura. [9]

 
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Rapt

The last of us remastered

Il capolavoro uscito nel 2013 su PS3, riproposto con grafica e framerate migliorato su PS4. Senza divagare sulle caratteristiche che hanno reso l'originale un successo, questo remaster va a potenziare tutto ciò che offriva il primo: possibilità di settare il frame a 30 o 60 (consiglio i 60, una fluidità senza eguali), texture migliorate, non c'è altro, però basterà a convincere chiunque abbia amato la versione PS3. Come se non bastasse, comprende anche il DLC left behind e tutti gli acquisti fatti su PS3 saranno condivisi anche nel remaster (oggetti per la modalità fazioni).

60 fps anche nel multiplayer, ancora popolatissimo e piacevole da giocare, nonostante non siano state introdotte modalità aggiuntive oltre alle (poche) originali. Quindi, ottimo remaster, i 60fps si sentono e stravolgono il gioco, rendendolo addirittura molto più godibile, adatto sia a coloro che non giocarono il capitolo su PS3, sia a tutti coloro che non riescono a stare senza TLOU in collezione nel passaggio a PS4.

Voto: 10/10

 


Assassin's creed



Primo capitolo della celebre saga, uscito nel lontano 2007. Un gioco unico, con una trama davvero interessante che mixa passato e futuro in un connubio vincente. Interpretati i panni del barista Desmond, rapito da una misteriosa pseudo-società farmaceutica chiamata Abstergo, verremo collegati all'animus, una macchina in grado di farci rivivere i ricordi intrinsechi nel DNA del soggetto, in modo tale da ripercorrere la vita dei suoi antenati, in questo caso rivivremo la vita dell'assassino Altair Ibn Al Ahad, vissuto nell'epoca delle crociate nel medio oriente, rappresentato nel gioco dalle città esplorabili di Damasco, Gerusalemme, Acri, la fortezza di Masyaf e le campagne che collegano queste città. Il gioco presenta una formula abbastanza monotona e combattimenti abbastanza semplici da gestire, anche se il fulcro è rappresentato dalla trama e dall'esplorazione delle città, regalando scorci stupendi data la capacità di Altair di scalare qualsiasi superficie verticale.

In conclusione, un buon gioco, nonostante i molti difetti l'originalità e la freschezza del marchio contribuirono al suo successo commerciale.

Voto: 7.5/10

 


Assasin's creed II



Seguito del precedente ed enorme successo commerciale. Ambientato negli anni del rinascimento italiano (1400), vestiremo i panni di Ezio Auditore, giovane nobile fiorentino che si ritrova a dover diventare un assassino per vendicare la morte dei suoi cari. Ambientato a Firenze, Venezia e vari paesini toscani, il gioco conquista per il suo gameplay leggermente migliorato, la magnifica resa delle città rinascimentali che tutt'ora lascia senza fiato e la trama che si fa sempre più interessante. Colpisce in negativo una mossa degli sviluppatori, quella di tagliare 2 sequenze di storia per rivenderle in seguito a pagamento.

Voto: 9/10

 


Assassin's creed Brotherhood



Sequel diretto del precedente, è più un grande DLC di quest'ultimo: mantiene tutte le caratteristiche di AC2, offrendo una grafica leggermente migliorata ed una nuova città da esplorare, Roma. Resta un grande gioco che farà la gioia di chiunque abbia amato il precedete, anche se comincia a sentirsi puzza di vecchio.

Voto: 8/10

 


Assassin's creed Revelations



Con una mossa alquanto discutibile, ubisoft decide di proseguire con un altro gioco stile braotherhood, senza avanzare con la trama ma concentrandosi esclusivamente sulle vicende di Ezio, utilizzando un pretesto abbastanza patetico (il "coma" di Desmond). Siamo all'ennesimo capitolo con meccaniche riciclate, cambia l'estetica (Costantinopoli, la nuova città e le vesti del nostro assassino) ma la sostanza è la medesima. L'introduzione della lama uncinata con la quale percorrere dei cavi e il crafting delle bombe è irrilevante e non contribuisce a rinvigorire la formula. Un gioco a stento sufficiente.

Voto: 6/10

 

 


Assassin's creed III


Dopo tanto tempo, la formula finalmente si rinnova: cambia il motore grafico (anvil next), cambia epoca (rivoluzione Americana) e cambia protagonista, qui Connor Kenway, meticcio di padre inglese e madre indiana, cresciuto con quest'ultima.

Le ricche città rinascimentali che avevano caratterizzato Assassin's creed 2 qui vengono sostituite con le più anonime Boston e NY, decisamente poco ispirate. Vero pezzo forte del gioco è rappresentato dalla frontiera, immensa distesa di alberi completamente scalabili e percorribili da Connor, che può usarli per cogliere di sorpresa i nemici impiccandoli co il nuovo rampino, o per cacciare animali in silenzio. Il sistema di combattimento viene qui rinnovato leggermente, risultando più fluido e meno guidato, anche se forse era necessario fare qualcosa di più in questo senso. Gradita aggiunta sono le battaglie navali, convincenti e divertenti, nella quale avremo pieno controllo della nave e dovremo contrastare sia i rivali, sia la forza delle onde che potranno danneggiare la nave.

Purtroppo il gioco presenta seri problemi di ritmo, con una parte iniziale/tutorial davvero troppo prolissa e vari problemi tecnici (frame rate instabile nelle città) e glitch vari che permeano tutta l'avventura. Narrativamente, il gioco risulta abbastanza interessante nel passato, mentre le vicende di Desmond vengono chiuse in modo imbarazzante, con una cura prossima allo zero. In conclusione, un mancato tentativo di rinnovare il brand, con l'introduzione di buone idee ma altre pessime.

Voto: 7/10

 


Assassin's creed IV Black FLag



Prequel del precedente AC3, è ambientato nel mar dei Caraibi nella quale vestiremo i panni del pirata Edward Kenway, che si finge assassino per arricchirsi, immischiandosi in eventi che non lo riguardano minimamente. Se dal lato della trama il gioco non convince (come non convincerà più nessun capitolo futuro della saga), dal lato del gameplay questa volta gli sviluppatori hanno fatto centro: il gioco è ora un Open world, nella quale possiamo liberamente navigare con la nostra nave (potenziabile), potremmo distruggere o abbordare le navi rivali e conquistare oro e risorse per potenziare la nostra Nave e la nostra flotta. Il gioco risulta molto vario grazie a questo connubio tra sezioni in mare e sezioni a terra (3 città principali, L'Avana, Kingston e Nassau), il mar dei caraibi non è vuoto, ma pieno di attività secondarie, rappresentate dalla conquista dei forti, dall'esplorazione delle isole e grotte segrete, dalla caccia a squali / orche / balene e dalle tempeste che si abbatteranno su di noi in modo dinamico e totalmente credibile, con un aumento dell'ampiezza delle onde e probabili uragani dalla quale tenersi a debita distanza. Insomma, finalmente abbiamo una vera novità nel sistema di gioco, anche se il brand ormai comincia a perdere le forze che lo avevano reso un successo, il tutto grazie alla politica scellerata di Ubisoft che ha sacrificato la qualità e l'innovazione in cambio di guadagni facili e sicuri, perdendo la fiducia dei consumatori.

Voto: 8.5/10

 


P.S



Queste recensioni vecchie le ho fatte corte appositamente, i nuovi titoli li recensirò in modo più completo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif

Ah, ovviamente manca la recensione dell'Unity, non me ne sono dimenticato è che adesso non ho voglia, il 4 non glie lo toglie nessuno //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif

 
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ROCKET LEAGUE




Una piccola perla di gioco, che ha sfondato nel mondo dei videogiochi grazie a una scelta azzeccata di marketing degli sviluppatori (uscita su PC, cuore del mondo dei gameplay, e PS4 sul Plus per raggiungere un enorme numero di giocatori, in contemporanea), ma che rimane comunque un caso più unico che raro nel panorama.

Rocket League è un gioco di calcio con le macchine, per dirla in due parole: una palla e due porte, e lo scopo è fare 'gol' utilizzando le nostre fidate macchine radiocomandate. Il numero di comandi utilizzabili è piuttosto limitato e chiunque sarà in grado di capire come si gioca nel giro di pochi minuti, ma RL fa parte di quel genere di giochi facili da imparare, ma ardui da padroneggiare. Tecniche come i doppi salti direzionati, i salti laterali dai muri e chiaramente i colpi in aria richiederanno molto più impegno, e certamente danno soddisfazioni quando vanno a buon fine.

Il gioco è senza dubbio un vero spasso. Se giocate in compagnia si rivela essere una esperienza esilarante, visto che le partite possono essere veramente divertenti e tutto può accadere in campo. Il gioco supporta lo split screen a 4 giocatori, online e offline, in qualsiasi combinazione possibile (ma leggete anche il prossimo paragrafo prima di festeggiare), e in genere se giocato con amici può darvi veri momenti di qualità. Il gioco supporta inoltre partite contro bot controllati dall'intelligenza artificiale, sia esibizioni che una vera e propria Stagione, che reputo ottima per iniziare e farsi il callo. Una volta però arrivati ad un livello tale che anche i bot alla massima difficoltà saranno carne da macello per la vostra abilità, la transizione verso l'online potrebbe rivelarsi addirittura necessaria.

Ciò che mi fa abbassare il voto rispetto all'otto e mezzo o anche nove che vorrei dare a RL è una generale mancanza di ottimizzazione e qualità dello sviluppo del gioco. Esso è sottoposto prima di tutto a cali di framerate, specie quando si gioca in split-screen e in certe mappe (anche se in questo caso bene o male non sono IMHO abbastanza forti da pregiudicare l'esperienza) . A livello di contenuti il gioco al D1 era molto risicato, di certo inferiore rispetto al primo episodio, SARPBCars, oltre che affetto da una serie di problemi (per esempio, il famoso gioco che faceva partire le PS4 come dei Boeing non era altri che RL nella sua versione 1.0)... anche se la situazione attuale è decisamente migliorata con molte più mappe, nuove modalità, i mutatori e una generale migliore ottimizzazione, non sono del tutto convinto di voler ignorare lo stato con cui il gioco è uscito avendolo vissuto almeno in parte di persona. Ultimo ma per quanto mi riguarda il problema peggiore, il bug che impone quando si gioca in split screen un input lag pauroso di 1 o anche 2 secondi ai giocatori, e questo solo quando si gioca offline in quanto questo non accade online: un problema che ha dell'incredibile e mi rifiuto di credere che sia dovuto a qualcosa di diverso dalla negligenza dei Psyonix, per quanto sia brutto da dire visto che il lavoro da parte loro c'è sicuramente stato.

8.0


Mi sono accorto di non aver messo il sistema in precedenza, scusatemi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/dsax.gif

 

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Ma valcono anche i porting da altre console oltre a PS2 e PS3? :hmm:, nel primo post non c'è scritto :hmm:

 

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Ma valcono anche i porting da altre console oltre a PS2 e PS3? :hmm:, nel primo post non c'è scritto :hmm:
Basta che esistono su PS3 o PS4 e sono in HD, insomma, ci sia un minimo di lavoro dietro. Esempio, recensire la versione classic PSX di un gioco, che è proprio uguale a quella PSX, non ha senso...

 

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Basta che esistono su PS3 o PS4 e sono in HD, insomma, ci sia un minimo di lavoro dietro. Esempio, recensire la versione classic PSX di un gioco, che è proprio uguale a quella PSX, non ha senso...
Chiaro //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif, ok mi hai tolto un dubbio :sasa:

 

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Recupero le vecchie recensioni fatte...maledetto tempo che non è mai abbastanza ma cercherò di farne altre :sisi:

ASSASSIN'S CREED UNITY PS4





Con la nuova generazione di console, le speranze che la gallina dalle uova d'oro di Ubisoft potesse rilanciarsi per ritornare alla gloria di quel secondo imponente capitolo erano alte e fomentate da materiale promo che lasciava ben presagire.

In questa nuova avventura tra assassini e templari vestiremo i panni di Arno e ci troveremo a seguire le vicende storiche della rivoluzione francese.

La trama si articola nelle classiche sequenze dei ricordi del nostro alter ego tipiche della serie,ma purtroppo non brilla nè per originalità(visto che ci troveremo di fronte ad una serie di eventi lineari senza colpi di scena)nè per narrativa essendo nel complesso un pò noiosetta.

Arno non riesce ad essere un personaggio carismatico a cui affezionarsi risultando alla fine la brutta copia del buon vecchio Ezio Auditore e gli altri comprimari non sono da meno evidenziandosi tutti abbastanza anonimi,nonostante la presenza di personaggi storici del calibro di Napoleone e Robespierre.

Tutta l'atmosfera del creed creata con i primi capitoli in unity è assente e anche la parte del presente è ridotta ai minimi termini lasciando molti punti interrogativi.

Per quanto riguarda il gameplay Ubisoft ha cercato di rinnovare la formula classica della serie inserendo una modalità stealth;finalmente ora possiamo muovere il nostro personaggio in maniera furtiva e usare i ripari per andare in copertura e nasconderci dalla visuale dei nemici per poi compiere serie di uccisioni da veri maestri assassini.

Ritornano anche in questo capitolo tutta una serie di gadget tra cui lame fantasma,bombe e pistole che possono essere upgradati per scegliere in che modo affrontare i vari nemici.

La personalizzazione si estende anche al nostro Arno che, guadagnando soldi e punti credo svolgendo missioni e quest secondarie(ci sarebbe anche la valuta delle microtransazioni ma per fortuna è totalmente ininfluente), potrà potenziare il proprio vestiario potendo scegliere tra una vasta gamma di elementi che andranno ad influire su quattro parametri,dando la possibilità di scegliere in che modo costruirsi il proprio assassino magari prediligendo la furtività oppure essere più resistenti in combattimento.

Anche il free running si presenta rinnovato nelle meccaniche affiancando alla classica corsa acrobatica due tasti per la salita rapida e la discesa veloce,che con le nuove animazioni rendono più rapido lo spostamento tra i tetti e i vicoli parigini.

Tutti questi buoni propositi per dare una ventata di aria fresca vengono però buttati alle ortiche dai difetti cronici della serie...purtroppo ancora una volta ci ritroviamo di fronte ad una IA handicappata che non ci nota pur essendo ad un palmo dal loro naso e con un tempo di reazione molto lento che permette di fare stragi ed evitare di far scattare allarmi.

I percorsi delle guardie sono sempre facili da memorizzare e in combattimento c'è sempre il solito difetto che si viene attaccati da un nemico per volta riducendo lo scontro ad un para,contrattacca e...avanti il prossimo

Come se non bastasse i nuovi gadget introdotti come le bombe fumogene o stordenti sono veramente OP e risolveranno le situazioni critiche(che questa volta portano ad una morte prematura affrontando nemici armati di armi da fuoco) con una facilità disarmante

A questo si aggiunge la poca precisione del nuovo free running che spesso vi farà bestemmiare non poco con Arno che si incastra da qualche parte o che farà tutto tranne quello che volevate voi...cioè entrare in quella fottuta finestra

Almeno per quanto riguarda i contenuti Ubisoft ha riempito la vasta mappa di parigi di cose da fare tra coccarde e scrigni da raccogliere,enigmi di nostradamus,storie di parigi,offrendo una buona longevità per completare il tutto nonostante la varietà delle quest non sia il massimo con una ripetitività che potrebbe risultare eccessiva.

Per la prima volta nella serie compare un multyplayer cooperativo fino a 4 giocatori offrendo missioni di furto o coop con vari obiettivi e risultando un gradevole diversivo alle vecchie modalità competitive, a patto di giocare con amici.

Un plauso va alla direzione artistica,Parigi è enorme, ricostruita fedelmente,con tanti personaggi a schermo che popolano la città rendendola viva più che mai e con interni realizzati egregiamente quasi tutti esplorabili per la gioia dei nostri occhi.

I monumenti storici sono ricreati alla perfezione con tanto di descrizione per approfondire il periodo storico.

In conclusione Unity risulta essere un prodotto palesemente non finito con gli enormi problemi avuti al lancio che evidenziano il ritardo nello sviluppo del gioco.

Peccato per aver sprecato l'occasione di rinnovare un brand che da troppo tempo si trascina dietro i soliti problemi,nonostante la cura riposta nella realizzazione dei periodi storici sia sempre su alti livelli.

Voto 7

THE ORDER 1886






Il 2015 di Sony doveva essere l'anno del riscatto,dopo un deludente 2014 dal punto di visto di titoli esclusivi tocca a The Order,nuova creatura dei RAD,aprire le danze del nuovo anno videludico.

fin dalle prime presentazioni gli sviluppatori hanno posto l'attenzione su motore grafico e ambientazioni con risultati eccelsi.

The Order è un TPS con taglio cinematografico ambientato in una Londra vittoriana fedelmente ricostruita con uno studio approfondito di vita locale mitologie e leggende che mixate danno vita ad un ottimo background.

il tutto viene ancora più elevato da un comparto tecnico fuori parametro che vi farà gioire ad ogni passo per la cura risposta nei più piccoli dettagli.

La direzione artistica è eccellente con le ambientazioni che sembrano degli artwork in continuo movimento coadiuvati da un comparto sonoro un pò minimale,ma che riesce a immergervi nella splendida capitale inglese.

I RAD fin da subito hanno puntato sul single player con un gioco story-driven,senza alcuna modalità extra o mutlyplayer.

In TO seguiremo le gesta di un cavaliere della tavola rotonda che dovrà far luce su accadementi poco chiari e scoprire cosa sta succedendo nell'ordine dei cavalieri.

la trama è narrata bene ed è piacevole,si lascia ben seguire grazie anche al buon doppiaggio italiano(anche se consiglio di farvi una run con dub originale).

Peccato però che,anche se come detto fa il suo dovere,la trama risulta lineare e per niente originale(aggravata anche dal fatto che doveva essere il fiore all'occhiello della produzione)e i due colpi di scena non riescono nell'intento di meravigliare il giocatore risultando un pò scontati.

Oltre a questo si aggiunge un finale davvero brutto che da la netta sensazione di essere rushato e tagliato sul più bello.

i personaggi sono,nel complesso, senza infamia e senza lode a parte il protagonista più carismatico che vi farà affezzionare alle sue vicende.

Passando al gameplay abbiamo delle fasi shooter buone con un cover sistem dinamico e possibilità di switchare le armi in tempo reale.

ottimo anche l'arsenale di armi futuristiche,che comprende armi con modalità di fuoco secondaria ad aria compressa per arrivare al fucile a termiti che ha le peculiarità di inondare la zona bersaglio con gas che poi possiamo far esplodere in secondo momento,donando soddisfazioni nell'usarle.

Purtroppo ci sono difetti pesanti nel level design(ridotto all'osso)con le aree degli scontri ridotti a stanze minuscole/corridoi con 3-4 coperture aggravati da una IA davvero atroce che rende tutte le sparatorie ripetitive e poco impegnative nonostante la buona varietà di armi.

Le fasi con i lycan sono veramente da ditoarculo per quanto sono concepite male(una stanza semivuota dove dobbiamo sparare e schivare i lycan con un qte) e brutte da giocare.

Anche il finale risulta molto deludente con una boss battle molto mediocre e per giunta pure riciclata.

A tutto questo si aggiunge un ritmo di gioco calcolato male e sbilanciato verso la narrativa con lunghe sezioni fatte solo di camminate e QTE,e la durata complessiva non supera le 10 ore di gioco anche giocando al livello massimo di difficoltà,il titolo poi non offre nessuno spunto per invogliare a rigiocarlo.

Alla fine il titolo lascia una sensazione di rammarico perchè si vede che gli sviluppatori ci hanno messo tanta passione e cura in questo progetto,peccato che si siano concentrati quasi esclusivamente sul comparto tecnico e sulle ambientazioni e se si fossero impegnati un quarto di quello che hanno profuso sul lato grafico nel gameplay a quest'ora avremmo una IP davvero meritevole di elogi.

Voto 6

 
B

BigBoss91

Gli ultimi titoli completati:

DMC: Devil May Cry (PS3)

Premessa: ho attaccato spesso e volentieri questo reboot prima di giocarlo e non mi rimangerò quello che ho sempre predicato, non perché ritenga verità assoluta il fatto che il "nuovo" stile sia peggiore di quello tipico dei vecchi capitoli della serie ma perché non capivo il senso di questo cambio. Un titolo che non ha il Dante che, tutti quelli che hanno giocato gli episodi classici, hanno amato non è un Devil May Cry. Nonostante ciò, prescindendo da questo, devo dire che si tratta dell'unico action della gen in grado di tenere il passo dei capolavori targati Platinum.

Pro:

- Buon sistema di combattimento, d'altra parte partendo dai vecchi DMC fare male era impossibile ma i NT sono stati bravi ad aggiungere del loro con la divisione fra armi angeliche e demoniache

- Comparto narrativo più curato rispetto al passato, si prova ad inserire temi più profondi rispetto al passato e risulta tutto molto apprezzabile.

- Stile che quando non prova a scimmiottare lo stile dei passati episodi ha un suo perché...

Contro:

- ...il problema è che spesso prova a farlo, scadendo nel trash più becero.

- Comparto audio da rivedere.

- Fasi platform alla lunga ripetitive.

- Difficoltà troppo bassa.

Conclusione: il gioco è un buon action, come detto uno dei pochi hack 'n' slash degni della passata generazione. Rimangono alcuni problemi nella struttura e nel comparto audio ma il titolo è godibile. Peccato solo che quando i NT provino a scimmiottare i capitoli passati falliscano miseramente. Non è il loro stile e si vede.

Voto: 7

The Witcher 3: Wild Hunt

Pro:

- Comparto narrativo di prim'ordine.

- Vasto e longevo, sempre interessante e divertente.

- Mondo vasto, curato nei minimi dettagli.

Contro:

- IA troppo circoscritta, questo toglie strategia agli scontri.

- è comunque il terzo capitolo della serie, se non si sono giocati i precedenti si rischia di perdere moltissimi riferimenti e di non comprendere a pieno alcuni passaggi della trama principale.

Conclusione: è un gran gioco, poco da dire. Ho trovato troppo affrettata la fase finale ma narrativamente siamo su un livello così alto che non si può annoverare fra i difetti oggettivi del titolo. Ha comunque la capacità di risucchiare al suo interno come pochi mondi dei videogiochi sanno fare.

Voto: 8

Life is Strange (PS4)

ne ho scritto la recensione per un altro sito, incollo pro e contro.

PRO

- Un titolo che potrebbe avere un impatto incalcolabile sull'intero mondo videoludico

- Una particolare via di mezzo tra avventure grafiche classiche e film interattivo

- Ambientazione, dialoghi, narrativa di altissimo livello

- Personaggi ottimamente caratterizzati

- Colonna sonora eccezionale

CONTRO

- Massiccio utilizzo dei cliché del genere

- La natura episodica si sente tantissimo

- Scarsa longevità e rigiocabilità

- Qualche problemino tecnico

Conclusione: Quando sul finale sarà chiaro che non siete stati voi a giocare Life is Strange ma, per tutto il tempo, è stato il gioco a giocare con voi e con le vostre emozioni o lo amerete o lo odierete. Nessuna via di mezzo.

Voto: 8,5

Gravity Rush Remastered

Pro:

- Buona conversione

- Avventura che presenta tanti spunti di interesse

- Gameplay piuttosto classico con qualche trovata interessante

- Sistema di controllo migliorato rispetto alla versione portatile.

- Prezzo budget.

Contro:

- A parte i DLC non aggiunge nulla di davvero rilevante rispetto alla versione PS Vita.

- Struttura della campagna che non convince moltissimo

- La natura portatile è evidente sia nella struttura delle missioni che nel comparto tecnico.

- La storia si conclude troppo velocemente, il secondo capitolo dovrà spiegare moltissimi punti oscuri.

Conclusione: Gravity Rush è sicuramente una delle esclusive Sony più interessanti che vengono da PS Vita. Sarebbe stato un peccato farla morire con la console ma chi lo ha già giocato non ha motivo di acquistare questa versione.

Voto: 7,5

 

Vc3nZ_92

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Batman Arkham City (PS3)
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



I Rocksteady sono ragazzi con le palle. Sì, non posso cominciare diversamente. In poche parole, ci hanno regalato un altro capolavoro... ma perché la frase di apertura, mi chiedete? Perché non si sono adagiati sugli allori, non hanno preso l'ottimo primo titolo e ne hanno ricalcato le orme, no, loro hanno espanso la formula, adattandola a spazi più aperti... addio manicomio, benvenuta Arkham City.

Non voglio dirvi come si arriva alla nuova struttura appena nominata, quindi leggete tranquillamente, non ci saranno spoiler pesanti nella recensione... riguardo la storia vi dico solo che la trama è stupenda (anche se lenta, all'inizio), con uno dei migliori finali di sempre.

La più grande novità, come avrete capito dall'introduzione, è l'Open World. Ma non preoccupatevi, la formula che vi ha fatto apprezzare il primo, non è andata persa, ma come già detto, solo ingigantita. Arkham City è divisa in quartieri e in ogni quartiere ci sono edifici chiave/padiglioni/'dungeon' come accadeva nell'Asylum... solo che qui a collegare queste zone c'è una città... un mondo vivo, fedele al fumetto, colmo di citazioni, personaggi del fumetto, collezionabili, missioni secondarie. E tutto è fatto in modo che non venga mai a noia, tutte situazioni diverse... è tutto perfetto, tutto ha una cura e una fedeltà maniacale, certosina. Anche lo spostamento in città non pesa affatto... l'alternarsi delle planate e del rampino (sempre preciso) è molto divertente e 'veloce'. Niente Bat-Mobile, visto che comunque l'area di gioco è abbastanza 'raccolta' e in un minuto e mezzo possiamo arrivare da un estremo della mappa all'altro. Sempre come nell'Asylum (e in altri giochi Metroidvania-like), con l'avanzare dell'avventura sbloccheremo nuovi gadget che ci permetteranno di arrivare in nuove zone di mappa prima inaccessibili.

Il Combat System è una versione potenziata di quello dell'Asylum... ed è una goduria. Come già detto in altre sedi (e mi pare anche nella recensione del primo Batman) è senza dubbio il BS migliore degli Action/Adventure perché riesce a dare soddisfazione sia ai meno avvezzi al genere che ai più esperti.

Ora parliamo della varietà. Se nel primo alcune situazioni si ripetevano maggiormente, qui ci saranno solo un paio di fasi simili (e le Boss Fight finalmente tutte 'caratteristiche' e uniche... quella nel Commissariato, una goduria), e comunque la cosa non peserà minimamente.

Direzione artistica e grafica nuda e cruda ad altissimi livelli, sonoro epico (con doppiaggio del cartone The Animated Series) e longevità alle stelle... non riesco a trovare un difetto, seriamente, mi è piaciuto tutto.

Se proprio devo dire una cosa che mi è mancata, rispetto al primo, è stato un Super Villain, ma non dico altro per non fare Spoiler. Ad ogni modo questo non inficia il mio giudizio. Al primo ho dato 9,5 e dato che considero questo City migliore in tutto, non posso che premiarlo con un potente 10. Uno dei migliori giochi della gen, sicuramente nella Top 5, e anche uno dei migliori giochi di sempre.

VOTO: 10
 
Ultima modifica:
R

Rackk

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel

+Colonna sonora a volte interessante;

+Buon gameplay.

-La storia non coinvolge;

-Tecnicamente pessimo;

-Longevità non giustificata;

-TROPPO e inutilmente discorsivo.

Trails of Cold Steel, sinceramente, attrae. Però in realtà l'attrazione non viene mai "soddisfatta" perché ciò che sembra possa accadere in realtà accade in modo diverso e in modo totalmente inutile e senza senso. Pensavo potesse ingranare dopo TANTO, però in realtà non l'ha mai fatto. Tante potenzialità sprecate. Si salva il gameplay e leggermente la colonna sonora, altrimenti è da cestinare senza pensarci due volte.

Voto 6

 

Vc3nZ_92

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Batman Arkham Origins
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Quella che andrò a pubblicare è una delle recensioni più 'facili' che io abbia mai scritto.

Batman Arkham Origins è un ''''reskin'''' di Batman Arkham City, non solo per quanto riguarda gli assets, ma proprio nella sua interezza ludica. Struttura delle missioni, varietà, addirittura stesse situazioni già vissute e giocate, anche nell'Asylum, 'rielaborate' (in modo intelligente). E' un male? No, perché, a parte che è il primo vero More of the Same del brand, il City è comunque, secondo me, un capolavoro, ergo, rifacendosi ad esso, hanno tirato fuori un altro capolavoro. In modo intelligente ho detto prima. Esatto, questa è stata la chiave di svolta dei ragazzi di WB Montreal. Hanno fatto le stesse cose dei Rocksteady, ma in modo intelligente, e i risultati sono stati eccezionali.

Cosa ha di veramente nuovo questo Origins? Qualche miglioria al già superlativo BS come i guanti (so che è una novità proveniente dall'Armored Edition del City, ma è pur sempre una loro trovata), il Fast Travel, le scene investigative molto più interessanti e poco altro.

Non vi parlerò nello specifico di struttura del mondo di gioco, gameplay, etc. perché non penso ce ne sia bisogno, dopo tutta questa premessa, ma della trama non posso non parlarvene. Se quella del City aveva un ritmo blando inizialmente con i grandi colpi di scena solo alla fine, quella dell'Origins ha un ritmo migliore e mette in scena alla perfezione il rapporto tra il Cavaliere Oscuro e uno dei suoi più iconici arcinemici. Vi dirò di più, proprio per questo fatto (unito ovviamente alle stupende situazioni di gioco), nell'Origins ho vissuto le due Arkham-ore di gioco più belle di sempre, Knight escluso, visto che ancora non l'ho potuto provare.

Ora passiamo alle parti dolenti che fanno sì che questo Arkham Origins si trovi ad un gradino sotto gli altri due titoli del brand: la sua 'sporcizia' tecnica ma soprattutto i suoi bug/glitch. Se rivivere situazioni già viste, seppure come già detto rielaborate da ***, non mi ha dato fastidio, i due punti di cui sopra hanno minato la mia fruizione del titolo e quindi la sua godibilità. Scarsa reattività in alcune situazioni, telecamera non sempre perfetta, cali di frame evidenti in alcune situazioni, ma soprattutto bug e glitch veramente gravi sono cosa su cui non riesco a sorvolare. Sono stato sfortunato io eh, cioè ok, ci sono, il problema è che io li ho beccati TUTTI. Fast travel non funzionanti, gadget non funzionanti, sfide non sbloccate, glitch visivi che mi hanno costretto al riavvio più volte, e la lista è ancora lunga, ma fermiamoci qui. Pensate solo che a fine prima run ho dovuto ricominciare da capo.

Longevità alle stelle come da tradizione, con tanti villain secondari. E per di più, in questo Arkham Origins è presente anche la modalità Multiplayer. L'ho provata poco quindi non mi sbilancio ma posso azzardarmi a dire che l'idea è originale, davvero tanto, ma la realizzazione è davvero pessima, peccato. Fatto sta che è una parte talmente opzionale che non la considero manco facente parte del pacchetto (tra l'altro ora il Multiplayer è desolato).

Che dire più? Colonna sonora d'alto livello e doppiaggio italiano ottimo, però, c'è un però... vorrei prendere a schiaffi il direttore del doppiaggio italiano. Non dico altro, ma capirete a cosa mi riferisco (purtroppo) dopo 15 minuti scarsi di gioco. Anche il comparto visivo è ottimo con una direzione artistica, come da tradizione, d'alto livello. Quanto è bella Gotham innevata!

In conclusione, Batman Arkham Origins per me è un capolavoro, nonostante il rip-off totale e nonostante tutte le 'disgrazie' che mi ha fatto passare, non posso che consigliarlo. Uno dei migliori titoli della gen ormai passata e tassello di una delle mie saghe preferite, seconda forse solo a quella della Trilogia delle Sabbie del Principe di Persia.

VOTO: 9
 
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