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Critica Sonara 3.0 | Regolamento aggiornato al primo post! | Pronti per le recensioni PS5! |

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Vc3nZ_92

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Rayman Legends (PS3)
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Recensione molto breve, dato che quest'anno l'ho solo rigiocato per platinarlo (maledette sfide) e dopodomani dovrei ottenere il tanto agognato premio.

Grafica, animazioni e direzione artistica eccelsa, per un colpo d'occhio da 10 in pagella. Comparto sonoro della stessa fattura. Gameplay intuitivo, ma anche profondo se si è più smaliziati e abili (lo si nota TANTISSIMO nelle sfide a tempo). Longevità stellare con, oltre alla 'base', una sezione di livelli bonus dell'Origins 'remake-ati', un mini-gioco idiota in locale e le sfide giornaliere e settimanali online. Sempre vario, mai stancante e divertente (i livelli musicali, mamma mia, se ci fanno uno spin-off con 10 livelli solo glielo compro anche a 70€, per dire). Cosa volete di più?

Due parole sulla 'conversione' (come saprete, inizialmente era esclusiva WiiU e i livelli di Murphy sono pensati per il Touch Pad). E' stato fatto un lavoro eccellente. Il gioco sembra quasi pensato per il pad. Gli appena citati livelli di Murphy, giocati con il pad, producono una sensazione di 'trance' quasi, un'alternanza ritmata che provoca l'estasi.

Siete criticoni cronici e volete un difetto? Cazzò, perché non c'è la coop anche online? Se ci fosse stata, era 11/10 e stop.

Concludendo, un capolavoro indiscusso, uno dei migliori giochi della gen e, alziamo l'asticella, di sempre. Tutti devono provarlo, e visto che c'è anche su PS4 (nonostante sia UGUALE alla versione PS3) non avete proprio scuse.

VOTO: 10
 
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Doc E.Brown

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Uncharted 4: Fine di un Ladro

Pro

  • Artisticamente meraviglioso
  • Tecnicamente sontuoso
  • Level design commovente
  • Buona storyline al servizio di una grande narrazione
  • Gameplay godurioso
  • Tante idee che arricchiscono l'offerta ludica e danno varietà di azioni e situazioni
  • Profilo adventure più marcato e profilo action più esplosivo
  • Gunplay rivoluzionato
  • Soundtrack perfetta
  • Impeccabile epilogo di una grande saga
  • Tanti segreti, collezionabili ed easter egg
  • Incredibilmente citazionista


Contro

  • Il Nate's Theme 4.0 mi piace... ma preferivo quello del 2 e del 3


Conclusione I Naughty Dog tornano a raccontare le gesta di Nathan Drake nella sua avventura più intima e coinvolgente. Dopo The Last of Us, ancora una volta questi sviluppatori si dimostrano artigiani del gaming moderno, offrendo un pacchetto pressoché completo da ogni punto di vista, sia dal punto di vista tout court narrativo sia dal punto di vista squisitamente ludico sia dal punto di vista strettamente tecnico. Una perla di rara bellezza, che chiude una saga mostrando i muscoli e facendo scendere una piccola lacrima ai fan con le sue mille trovate, omaggi e sentimenti digitali. Imperdibile. 10

 
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Vc3nZ_92

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Daje Doc. Su, vogliamo le recensioni di Uncharted //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/Gab3.gif

 

Papa Demilol

Hanno droppato?
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Io sono all'Ep. 12 non ancora iniziato, sarà dura finirlo entro una settimana. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
B

BigBoss91

Rayman Origins (PS3)

Il genere platform è, da sempre, associato a Nintendo e, nonostante non siano rari i casi di studi che si cimentino in questo genere, specialmente fra gli indipendenti, raramente si riesce a creare qualcosa che possa tenere testa ai titoli della grande N.

A riuscire nell'impresa è Ubisoft che, sfruttando l'Ubiart Framework, riporta in vita uno dei personaggi amati da tante generazioni di appassionati nonostante alcuni capitolo tutt'altro che riusciti: l'uomo melanzana Rayman.

Rayman Origins è un reboot, scelta che permette anche ai neofiti di avvicinarsi alla serie. Non che la trama sia fondamentale: è solo un pretesto per costringere il simpatico protagonista ad affrontare livelli su livelli. Quello che stupisce è, in primo luogo, l'impatto visivo: gli sviluppatori si sono potuti sbizzarrire, creando tantissimi livelli variegati e coloratissimi. Si passa dal deserto alla giungla, dai monti alle profondità dell'oceano.

Il sonoro di alta qualità, con musiche sempre divertentissime e orecchiabili, aggiunge un tocco in più ad ogni quadro.

Anche il gameplay è molto riuscito e stratificato: i salti sono precisissimi e, nel corso dell'avventura, si apprenderanno varie abilità che aggiungono una grande profondità al titolo. Completare i livelli non sarà una impresa impossibile, giusto nel mondo finale si potrà andare incontro a qualche difficoltà ma trovare tutti i teens, completare tutti i minigiochi, le prove a tempo e la raccolta dei lum rappresenterà una giusta sfida anche per i più avvezzi al genere, senza però risultare mai ingiustamente difficile o frustrante.

Rayman Origins rappresenta una sorpresa: si dovrà ancora lavorare per portare la serie nell'olimpo del genere ma già adesso rappresenta uno dei punti più alti della serie.

Imperdibile per tutti i giocatori cresciuti a pane e platform 2d.

Voto: 9

Rayman Legends (PS3)

Realizzare il motore Ubiart Framework è stata una delle mosse di Ubisoft più apprezzata da critica e pubblico negli ultimi anni. Anche se non fossero usciti titoli di buon livello come Valiant Hearts e Child of Light, un merito indiscutibile di tale operazione è stato quello di riportare in auge una saga che sembrava definitivamente morta, dopo alcuni capitoli non proprio esaltanti: Rayman.

Se Rayman Origins sorprese tutti grazie ad un comparto artistico di prim'ordine, a dei livelli davvero ben strutturati e ad un protagonista simpatico e suo modo carismatico, Rayman Legends, questo il titolo del nuovo capitolo, si propone di ampliare e migliorare tutto quello che di buono c'era nell'episodio precedente. La sfida, nemmeno troppo ostica, è stata facilmente superata con l'aggiunta di tanti nuovi livelli a tema, di livelli musicali, di una simpatica modalità online con tanto di classifiche, di tanti nuovi personaggi e di un minigioco a tema calcistico davvero carino.

Sono un piacevole bonus vari livelli del primo episodio che ritornano, appositamente rivisti e rinnovati per l'occasione.

Graficamente, pur non migliorando sensibilmente quanto visto negli altri titoli realizzati con l'Ubiart Framework, Rayman Legends è una gioia per gli occhi. Il sonoro è a livelli straordinari e il gameplay risulta ancora una volta solido e ben strutturato. I salti sono millimetrici ma manca il senso di crescita presente nel capitolo precedente in quanto Rayman possiede già all'inizio tutte le abilità che venivano apprese nel corso dell'avventura di Origins. La curva di difficoltà è ancora piuttosto accessibile, anche se ci sono alcuni picchi che metteranno a dura prova coloro che proveranno a completare il titolo al 100%.

Come era lecito attendersi Rayman Legends riprende lo straordinario capitolo precedente e lo amplia e migliora in quasi tutti gli aspetti, eppure sembra mancare qualcosa: forse il primo capitolo ha goduto di un trattamento di riguardo dovuto all'assenza di aspettative per una saga che i più pensavano spacciata. In Legends manca questo senso di sorpresa ma si tratta pur sempre di una splendida conferma.

Voto: 8.5

Tales of Xillia (PS3)

I JRPG sono un genere che, al di fuori di alcuni casi isolati, non hanno mai rappresentato un grande esempio di successi commerciali, soprattutto nel mondo occidentale.

I Tales of però rappresentano, da quasi venticinque anni, una serie che ha creato intorno a sé una nicchia di appassionati.

Quello che ha contraddistinto i Tales dal resto dei JRPG presenti sul mercato è un gameplay decisamente votato all'azione. In Xillia, il Linear Motion Battle System è stato portato all'estremo: il giocatore potrà utilizzare un party di quattro membri sugli otto disponibili e potrà cambiare in ogni momento i personaggi sul campo di battaglia, guidandone direttamente uno e controllando gli altri tre con strategie pre-impostabili. Un tasto sarà delegato all'attacco base, uno alla parata che combinato all'analogico sinistro permette di eseguire anche una schivata. Il personaggio potrà però anche utilizzare attacchi magici e combinati tramite un sistema denominato link.

Un gameplay così complesso potrebbe scoraggiare i neofiti del genere. In realtà il linear motion battle system, pur non essendo semplice da padroneggiare, si presta ad essere appreso tanto dai giocatori esperti, quanto da chi non ha mai provato un titolo della serie.

Per il resto, Tales of Xillia si presenta come un gioco di ruolo abbastanza classico nell'impostazione: abbiamo una ambientazione che ondeggia tra il medioevale ed il futuristico, abbiamo personaggi buoni e cattivi, una trama che metterà personaggi normali nelle condizioni di salvare il mondo e un sistema di crescita degli stessi semplice ed intuitivo.

I Tales hanno sempre avuto una trama complessa ma che non punta sulla maturità estrema: Xillia non fa eccezione. I temi trattati sono vari, alcuni sono davvero interessanti ma un velo di buonismo copre anche i momenti più oscuri. Dove il titolo mostra i muscoli è invece la caratterizzazione dei personaggi: qualunque membro del cast rimarrà impresso nella memoria del giocatore per un motivo o per un altro.

Visto il successo riscosso dai precedenti episodi Tales of Xillia può vantare per la prima volta nella storia della serie i sottotitoli in varie lingue. A fronte di un discreto doppiaggio inglese, i sottotitoli italiani sono davvero di buona fattura. Solo il comparto grafico è ormai superato, con massiccio riciclo di texture ed intere ambientazioni. Artisticamente comunque si trovano degli scorci di buon livello durante l'avventura.

Teles of Xillia è un ottimo JRPG ma anche un gran titolo in generale. Chiunque senta la mancanza di giochi di ruolo di stampo orientale o voglia giocare un titolo con una bella storia, degli eccezionali personaggi ed un ottimo gameplay dovrebbe tenerlo in seria considerazione.

Voto: 8.5

Tales of Xillia 2 (PS3)

Non sono tanti i Tales of ad avere un sequel diretto, normalmente un lavoro del genere è stato fatto solo per i capitoli migliori. Non sorprende più del dovuto dunque l'uscita di un Tales of Xillia II. Il primo Xillia è un ottimo jrpg ed il miglior esponenti della serie per PS3. Xillia vantava un mondo, non vastissimo, ma molto ben caratterizzato, personaggi fantastici e una trama coinvolgente dall'inizio alla fine, inoltre migliorava un già egregio battle system.

Giudicare Xillia II solo dopo una manciata di ore di gioco è quanto di più sbagliato si possa fare: ci vuole un po' di tempo a cogliere gli aspetti peculiari della produzione Bandai Namco rispetto al recente passato e si finirebbe, ingiustamente, per bollare Xillia II come una copia mal riuscita del primo, ottimo capitolo. Chi ha giocato il primo Tales of Xillia non potrà non notare che a livello tecnico non c'è stato alcun miglioramento ed anzi il pop up delle texture risulta davvero fastidioso oltre ad un comprensibile ma davvero troppo massiccio riciclo delle ambientazioni del titolo originale. In Xillia II i luoghi completamente nuovi sono pochi e nemmeno troppo ispirati a dirla tutta. Ad un primo impatto fa storcere il naso anche la struttura della campagna che, pur mantenendo un buon ritmo, costringe il giocatore a lunghe sessioni di "farming" per ripagare un debito contratto dal protagonista e persino la scelta di affiancare all'iconico cast del primo capitolo Ludger ed Elle sembra una mossa suicida. Fermarsi al primo impatto porterebbe quasi inevitabilmente a bollare Xillia II come una delusione, in quanto sarebbe anche difficile cogliere i pochi ma significativi miglioramenti al combat system.

A conti fatti invece, Tales of Xillia II risulta essere un ottimo titolo, l'ennesima scommessa vinta da Hideo Baba.

Andando avanti nell'avventura, oltre a incontrare tutto l'eccellente cast del primo episodio (cosa che i fans apprezzeranno non poco), ci si affezionerà ai nuovi protagonisti che, pur non presentando lo stesso carisma di Jude, Milla e compagnia bella, saranno coinvolti in una storia oscura e tragica e, non di rado, il giocatore finirà per immedesimarsi in Ludger e ad affezionarsi oltremodo ad Elle.

Proprio sul versante trama Xillia II risulta forse addirittura superiore al primo capitolo: la storia di Ludger ed Elle è complessa e oscura, non priva di colpi di scena spiazzanti e pugni nello stomaco. Nonostante i poteri del protagonista, per buona parte del tempo, non si ha coscienza del fatto che il destino nel mondo sia nelle mani del giocatore, cosa che nel primo capitolo era chiara fin dal primo momento e questo rende Xillia II meno epico, almeno fino agli ultimi capitoli, quando ormai l'intrigata matassa di dimensioni divergenti, spiriti, leggende e politica si è quasi completamente districata.

Come era prevedibile, il combat system ha subito solo dei lievi ritocchi, come l'aggiunta di un particolare potere del protagonista, in grado di renderlo invulnerabile e potentissimo per un limitato lasso di tempo. Torna immutato il sistema di arti e abilità ma viene completamente rimosso il sistema di crescita del primo capitolo in favore delle sfere Allium: in pratica si potranno selezionare diverse pietre in grado di far apprendere particolari arti e abilità e di livellarle in base al numero di materiali raccolti o acquisiti dalle battaglie.

L'aspetto più criticato rimane invece la struttura della campagna che impedisce al giocatore di godersi la storia tutto d'un fiato ma lo costringe a recuperare migliaia di gald (la moneta del mondo di Tales of Xillia e Tales of Xillia II) per ripagare un debito abnorme. In realtà si risente di più di questo aspetto dopo la metà della campagna, quando la trama comincia ad ingranare davvero e si vorrebbe procedere spediti verso uno dei finali che il titolo presenta.

L'unico aspetto che davvero non può in alcun modo essere salvato di Xillia II è quello tecnico: graficamente il titolo è ancorato al passato e si comincia davvero a sentire il bisogno di un passo avanti mentre cali di frame e pop up, pur non inficiando l'esperienza di gioco, risultano davvero invadenti. Se si pensa che a fare da contraltare all'aspetto grafico ci sono dei filmati in stile anime davvero eccellenti ci si chiede ancora una volta se non fosse possibile fare qualcosa di più.

In sostanza Tales of Xillia II è un ottimo gioco, risente forse troppo di un predecessore fin troppo ingombrante ma se si è amato il primo Xillia, difficilmente non ci si divertirà a tornare a Rezie Maxia ed Elympios e vedere cosa è cambiato ad un anno dagli eventi che hanno coinvolto Jude e Milla.

Voto: 8

 

Alvise44

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recupero l'unica rece che ho scritto su questo forum... volevo ritoccarla ma lascio com'era, aggiungendo giusto i punti elenco alla fine.

The Order 1886




Premessa ovvero “Il cappello a cilindro di Nikola Tesla”

Nikola Tesla è stato un ingegnere elettrico, inventore e fisico serbo, famoso ai più per far sparire cappelli a cilindro in The Prestige. Dopo aver lavorato per alcuni anni come dipendente nell’azienda di Thomas Edison, Tesla decise di fondare una propria società creando una serie di invenzioni e brevetti che lo misero in concorrenza con Edison. La sua prima innovazione è stato il motore a induzione a corrente alternata, che nasceva dalla visione di Tesla che ritenne che la corrente alternata fosse più efficace rispetto alla standard utilizzato allora, ossia la corrente continua.

Didier Malenfant, Andrea Pessino e Ru Weerasuriya sono sviluppatori di videogames. Dopo aver lavorato per alcuni anni come dipendenti di Blizzard Entertainment e della Naughty Dog, hanno deciso di fondare una loro società, la Ready At Dawn. The Order 1886 è il loro primo gioco per home console e nasce dalla loro visione di realizzare un prodotto che coniugasse meccaniche TPS con una forte componente cinematografica, ritendendo che fosse un modo più efficace per raccontare un storia in modo interattivo rispetto alla standard utilizzato nel settore dei VG.

TO è un’innovazione così come è stata la corrente alternata? Non lo so, so che è un esperimento. Così come so che chiunque decida di approcciarsi a questo gioco dovrebbe farsi questa domanda, anche per capire fino a che punto l’etichetta TPS da sola esaurisce e racchiude quello che vuole essere TO.

E poi valutare se quello che TO aggiunge ad un TPS classico, compensa o meno quello che gli toglie, e quindi tirare le proprie conclusioni sulla riuscita dell’esperimento.

Quello che funziona ovvero “Avere occhi per vedere e orecchie per sentire”

Sinteticamente grafica, ambientazione e sonoro di TO sono fuori scala, eccellenza allo stato puro.

Sulla grafica, Tim Moss dei Santa Monica Studio (che sta lavorando sul nuovo GOW per PS4) ha twittato “Stasera giocherò a TO e so già che lunedì a lavoro avrò una riunione con il mio team in cui dirò “e questa signori è la nuova asticella se parliamo di grafica””. A titolo di esempio, un risultato impressionante delle texture è che se si guarda con un minimo di attenzione si riesce addirittura a “sentire” la differenza tra i vari materiali, compresi i tessuti (es. distinguendo tra raso, velluto, cotone, ecc). Il mio consiglio è di giocarlo minimo su un 40” (anche facendovelo prestare o noleggiandolo) e, nel caso in cui utilizzate gli occhiali, di fare un passaggio dall’ottico per essere sicuri che vadano ancora bene.

La Londra vittoriana in cui è ambientato il gioco miscela sapientemente elementi steampunk e grand guignol, con dietro uno studio approfondito non solo sulla cultura e la vita dell’epoca, ma su tutto il folklore e la mitologia che concorrono alla creazione del background. Prima di giocarlo (o rigiocarlo) il mio consiglio è esplorarsi tutto il sito http://https://theorder.playstation.com/ (già di suo un chiaro indizio che siamo di fronte ad un TPS anomalo) che contiene moltissime informazioni, foto e disegni che aiutano ad approfondire l’ambientazione e i personaggi e soprattutto ad aumentare l’immedesimazione nel 1886.

La colonna sonora è composta da brani orchestrali ispirati e perfettamente in linea con l’ambientazione, che accompagnano le cutscene (con una qualità che tendenzialmente aumenta all’avvicinarsi della fine del gioco) e occasionalmente intervengono anche nelle fasi giocate per sottolineare alcuni momenti e aumentare il pathos. Altrettanto efficaci gli effetti sonori, realizzati con un realismo incredibile che rafforza sia la sensazione di concitazione e caos durante gli scontri sia quella di quiete che contraddistingue le fasi più esplorative o di transizione. Il mio consiglio è di dotarvi di impianto audio ad hoc o in alternativa giocarlo rigorosamente in cuffie da gaming (nel caso avete quelle officiali Sony, consiglio extra di utilizzare il settaggio di The Last Of Us, sperando che esca a breve quello dedicato a TO).

Se vi piacciono le note di colore, quello che ho scritto sopra lo posso sintetizzare in “Sono stato 10 minuti a camminare nella sala dei cavalieri di Westminster guardando tutti gli stemmi araldici incisi sul legno di quercia della Tavola Rotonda, i mosaici sui soffitti e i marmi intarsiati del pavimento e ascoltando il rumore dei miei passi sul marmo che riecheggiavano nella sala”.

Quello che non funziona ovvero “Tutto qui? E ora? Come sarebbe a dire che l'ho già platinato?”

Innanzitutto The Order non ha difetti riconducibili a bug, glitch e altre amenità dovute a errori in fase di programmazione o QA, sicuramente agevolato anche dalla natura relativamente semplice della sua struttura.

I difetti che gli riconosco sono legati a scelte fatte dai RAD in fase di programmazione, e quindi:

- La durata comunque non eccessiva soprattutto per chi non vuole “perdere tempo” a osservare gli ambienti o cercare i collezionabili. Non so quanto mi è durato, ma so che cmq è stato di più delle 4/7 ore dette da qualcuno così come so che ho fatto sessioni lunghissime come da anni non mi capitava (e non perché avevo fretta di rivenderlo //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif ).

- L’assenza di effettivi stimoli alla rigiocabilità della campagna, mancando sia sbloccabili (intesi sia come difficoltà che equipment) che bivi narrativi o scelte morali, anche basic, che avrebbero contribuito pure a smussare la linearità della campagna. Un’altra pecca è che, se anche si vogliono rigiocare alcuni capitoli, non è possibile saltare le cutscene a causa dell’impostazione particolare del gioco che le realizza con il motore di gioco e non con filmati skippabili.

- L’assenza di modalità extra o di un multiplayer, da giocare, anche solo per curiosità) una volta finita la main quest.

Se, a seconda dell’indulgenza che ciascuno ha nei confronti dei RAD, alcune di queste scelte potrebbero essere più o meno giustificabili, quando si presentano tutte insieme penso che anche il figlio di 7 anni di Pessino direbbe “Ma papà, che cazzò vi costava metterci sta cosa?”.

Il grande dubbio ovvero “Sono previste fasi TPS nel vostro TPS?”

E arriviamo al vero nocciolo della questione. Il bilanciamento tra fasi giocate, QTE e cutscene.

Questo è un aspetto dove ognuno deve farsi il proprio giudizio perché dipende direttamente dalla propria sensibilità e concezione di “giocato” e più in generale videogioco.

Quello che posso dire è che non è il film interattivo alla cage che qualcuno ancora pensa che sia. Che i momenti in cui si controlla Gahalad sono tanti e distribuiti per l’intera durata del gioco. Alcune volte questo controllo si traduce in semplici camminate (con un pizzico di esplorazione) che servono da transizione e come “calma prima della tempesta”, altre volte esplode in scontri a fuoco.

Le fasi TPS (che ci sono) sono divertenti e ben congegnate, e , grazie ad un ottimo gunplay e feeling, ripagano il lavoro fatto dai RAD nel design delle armi (arc gun e fucile a termite uber alles). Il level design è abbastanza vario e, oltre al classico corridoio, si trovano anche situazioni con dislivelli e con spaziature più ampie che consentono di studiare da che punto e con quali armi ingaggiare gli avversari. I nemici umani hanno una varietà adeguata in termini di tipologie, armamenti e pattern, con un’IA nella norma di quella che è stata la passata gen e quindi però subpar di quello che potrebbe e dovrebbe essere questa gen.

Poco sfruttati dal gameplay sono invece i lycan e i mezzosangue, sia per la frequenza con cui si incontrano (stiamo lontanissimo dagli infetti di TLOU sotto questo punto di vista), sia per la poca varietà delle tipologie (anche qui lontani dalle 4 classi di infetti di TLOU o dai necromorfi di DS) e quindi dell’approccio allo scontro (basato su una forte componente scriptata, in parte riuscita). Tuttavia i pochi momenti in cui si incontrano sono costruiti molto bene sia prima che subito dopo lo scontro, anche grazie alle cutscene in questo caso, rendendoli in qualche modo memorabili.

Il gameplay, per quanto valido, avrebbe sicuramente giovato sì di un minutaggio superiore ma ancora di più di una maggiore varietà, con più sezioni come l’incursione stealth nella seconda parte dei gioco, che rappresenta un piacevole diversivo allo shooting e si caratterizza per una apprezzabile libertà d’approccio ai nemici, anche grazie al level design e alle opzioni a disposizione del giocatore per eliminarli.

Le cutscene risultano nel complesso godibili e ben strutturate in termini di ritmo, regia, interpretazione e dialoghi, evitando fortunatamente monologhi e spiegoni che sarebbero stati insostenibili nell’economia complessiva del gioco. La qualità delle cutscene riesce poi nell’obiettivo di rendere più “sopportabili” le parti non giocate e soprattutto di dare un ruolo centrale alla storia che non diventa più soltanto un intermezzo tra una giocata e un’altra ma un elemento centrale dell’esperienza complessiva, chiaramente per chi cerca e apprezza anche questo.

Sebbene pesino pochissimo nella durata complessiva, i QTE risultano il punto più debole, soprattutto quelli “basici” (ossia premi un tasto per far dare avanti la cutscene o la storia) che non danno assolutamente la sensazione di intervenire in quello che sta succedendo sullo schermo (ancora di più nei casi in cui in assenza di azione del giocatore il gioco rimane semplicemente fermo senza neanche portare all’end game). Più interessanti alcuni casi di QTE evoluti, ossia a scelta multipla (in base a cui cambia la sequenza successiva) e soprattutto il tentativo di realizzare combattimenti scriptati in cui i QTE vengono combinati con comandi impartiti dal giocatore.

Nel mio caso il bilanciamento giocato/cutscene/QTE ha funzionato , lasciandomi soddisfatto dell’esperienza complessiva anche rispetto alle aspettative che mi ero fatto. Sicuramente non è perfetto ma era più facile fare di peggio piuttosto che di meglio.

La trama ovvero “Essere morti dentro”

Ok questo l’ho messo a parte solo perché mi faceva ridere il titolo. La famosa frase di Pessino era una battuta, anche perché la storia di TO non vuole smuovere chissà quali emozioni o riflessioni (a differenza di TLOU o uno Spec Ops tanto per fare due esempi riusciti).

La trama infatti è un giusto mix tra action, mistery e horror, incorniciata in una ottima ricostruzione dell’epoca (credits to Aku per la suggestione). Riesce ad intrattenere grazie ad una sceneggiatura valida, un ottimo ritmo e un buon colpo di scena, sia come idea che come resa, che alza il livello in vista del climax mentre ci si avvicina verso la conclusione del gioco. Giustamente RAD hanno lasciato aperte alcune questioni e inserito un epilogo che pone le basi per un potenziale seguito, ammesso che ci sarà e che riprenderà le gesta di Galahad, pardon Grayson.

Se facciamo paragoni con Hollywood, come qualità stiamo dalle parti di un buon blockbuster di azione (mi vengono in mente i batman di Nolan), senza abusare di risvolti intimisti o drammatici.

A mente fredda, una delle più grosse vittorie dei RAD è proprio quella di aver trovato la giusta misura nella qualità della storia, elemento che nei VG in genere passa da banali canovacci utili solo a passare da una missione all’altra (come in un film dell’Asylum o un action di serie B) a sceneggiature complesse ed articolate (come in opere di Cronenberg o Lynch) con introspezione psicologica sulla natura umana, senza quasi soluzioni intermedie tra i due estremi.

Conclusione ovvero “Il fucile prototipo TS-23”

E torniamo a Nikola Tesla da cui avevamo iniziato.

The Order 1886 è come un prototipo della armi create da Tesla nel gioco. Deve essere testato e perfezionato, va ancora migliorato il rinculo o il bilanciamento quando si spara, o magari anche solo sistemata l’impugnatura per renderlo più maneggevole. Ma allo stesso tempo si intuisce che ha una potenzialità devastante, che è qualcosa di diverso dalla classica carabina costruita in serie, da cui prende alcune soluzioni o meccaniche. Sicuramente in uno scontro a fuoco adesso la carabina è più affidabile e difficilmente darà problemi nell’utilizzo o motivi di lamentela, ma un tentativo col prototipo di Tesla va comunque fatto perchè può dare grosse soddisfazione specie se prima ci si informa su come funziona e su come va usato.

Non mi interessa un futuro dove tutti i giochi saranno come The Order, ma mi interessa un futuro dove nei VG ci siano anche prodotti come The Order. E mi interessa soprattutto che il prototipo TS-23 venga perfezionato e non trasformato nell'ennesima carabina che rispetto alle altre ha solo inciso lo stemma del drago dell’Ordine sull’impugnatura.

PRO

- Personaggi e lore affascinanti con un mix intrigante e originale di leggende, folklore e accurata ricostruzione storica

- Produzione e comparto tecnico su livelli di eccelenza

- Sceneggiatura solida e modalità di narrazione inusuale rispetto agli standard del settore

- Fasi di shooting molto ben realizzate e alcune soluzioni interessanti di gameplay

CONTRO

- Poca varietà e quantità nel gameplay con alcune soluzioni da rivedere

- Durata limitata e assenza di effettivi stimoli alla rigiocabilità

VOTO: 8/10


 
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Sonic The Hedgehog 4
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Premessa: è stato il mio primo Sonic, quindi magari ora scriverò qualche castroneria e i fan del porcospino mi azzanneranno al collo. A me è piaciuto, non capisco il poco successo che ha avuto. Da quello che ho capito, è più facile dei precedenti, per colpa dell'Homing Attack... Va beh, ci sta, solo che a me sta cosa non ha dato fastidio, essendo nuovo.

Mi ha colpito (tanto che ora voglio recuperare Generations) davvero tanto, è veloce (e pure qui avranno da ridire i fan storici, sicuro), divertente, è Sonic.

L'unico gioco dove la mania del collezionismo va in vacca dopo 2 secondi e cerco di finire il livello nel modo più veloce possibile. E che soddisfazione è stato prendere Super Sonic in tutti e due gli Episode. Ecco, con Super Sonic il level design va a farsi benedire, ma non è un problema grave, perché si sblocca alla fine, a gioco finito (quindi diventa un Extra, anzi, un Extra fondamentale per i Time Attack) e poi perché è troppo figo, quindi fanculò.

Nell'Episode II poi viene introdotto Tails e la coop, che portano freschezza al pacchetto generale. E poi potete aprire il culò a Metal Sonic 4 volte in 4 boss battle sempre diverse e gasanti.

Ora, sinceramente, non me la sento di consigliare Sonic 4 ai fan storici perché mi sa che ho capito che lo considerano un po' una pecora nera, però magari chi non si è mai avvicinato alla saga ed è stuzzicato dalla velocità del porcospino, può farlo, anche perché dicono sia il più facile (completarlo tutto al 100% un po' meno, soprattutto sbloccare Super Sonic nell'Episode I, dannati livelli Dream).

Se si comprano i due Episode senza offerta il gioco completo viene una 20ina di € in totale, un po' tanto, dato che senza 100% lo si completerebbe in 5/6 ore (con il 100% si raddoppiano e arriva alle 12 ore), però basta che aspettate che uno dei due vada in offerta e sui 15€ potreste provarlo.

VOTO: 7,5
 
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Readyjack

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Rayman Legends (PS3)recensione a cura di Vc3nZ

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!

Recensione molto breve, dato che quest'anno l'ho solo rigiocato per platinarlo (maledette sfide) e dopodomani dovrei ottenere il tanto agognato premio.

Grafica, animazioni e direzione artistica eccelsa, per un colpo d'occhio da 10 in pagella. Comparto sonoro della stessa fattura. Gameplay intuitivo, ma anche profondo se si è più smaliziati e abili (lo si nota TANTISSIMO nelle sfide a tempo). Longevità stellare con, oltre alla 'base', una sezione di livelli bonus dell'Origins 'remake-ati', un mini-gioco idiota in locale e le sfide giornaliere e settimanali online. Sempre vario, mai stancante e divertente (i livelli musicali, mamma mia, se ci fanno uno spin-off con 10 livelli solo glielo compro anche a 70€, per dire). Cosa volete di più?

Due parole sulla 'conversione' (come saprete, inizialmente era esclusiva WiiU e i livelli di Murphy sono pensati per il Touch Pad). E' stato fatto un lavoro eccellente. Il gioco sembra quasi pensato per il pad. Gli appena citati livelli di Murphy, giocati con il pad, producono una sensazione di 'trance' quasi, un'alternanza ritmata che provoca l'estasi.

Siete criticoni cronici e volete un difetto? Cazzò, perché non c'è la coop anche online? Se ci fosse stata, era 11/10 e stop.

Concludendo, un capolavoro indiscusso, uno dei migliori giochi della gen e, alziamo l'asticella, di sempre. Tutti devono provarlo, e visto che c'è anche su PS4 (nonostante sia UGUALE alla versione PS3) non avete proprio scuse.

VOTO: 10
Neanch'io sono riuscito a trovare un solo vero difetto in questo gioco,è una roba assurda //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Dovrebbero muoversi e farne un altro serio per console :sasa:

 

Vc3nZ_92

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Tekken Tag Tournament 2
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Lo dico subito. Tekken Tag Tournament 2 mi ha deluso. Un po' è anche colpa mia, però resta il fatto che per me è stata una delusione. Quando a volte mi annoiavo a giocare, è stato un colpo al cuore, seriamente. Dopo 600 e passa partite ho deciso di scrivere due righe. Ho sempre sperato che la sessione successiva fosse quella che mi avrebbe rapito, ma così non è stato, anzi. Ad ogni sessione, diventando sempre più bravino, trovavo altre cose che non mi andavano giù. Il gameplay mi è parso innaturalmente troppo complicato da apprendere, con tante variabili legate al tag. Badate, non dico che è brutto perché non riuscivo, anzi, alla fine sono diventato bravino, solo che a fine sessione molto spesso mi facevano male le mani, per dire. Senza tener conto, tra le altre cose, del fatto che se uno bravo bravo (e ora online sono tutti così, nelle partite libere) ti lancia in aria una sola volta, il match è finito. Però come ho detto in apertura, è anche colpa mia. Con l'iniziazione a Street Fighter avvenuta in questa gen con il Third Strike il mio gusto in fatto di picchiaduro si è spostato verso quelli 2D, inoltre il gioco, ovviamente, è tag-centrico, cosa che non mi è mai piaciuta, ma comunque ho voluto dargli un'opportunità perché, e qui ritorna ancora la mia preferenza verso i 2D, nonostante la carognata dei DLC, Street Fighter X Tekken mi fece divertire un mondo, molto di più di questo Tekken Tag Torunament 2.

Passiamo a parlare del netcode online. E' una meraviglia, il miglior netcode disponibile su PS3 per me, mai input-lag (o almeno quando c'è, impercettibile), partite sempre fluide, con tanto di allenamento durante la ricerca delle partite. E' il miglior comparto online che abbia mai provato. In un picchiaduro, questo è un grandissimo pregio, ovviamente.

Capitolo roster: immenso. 59 personaggi, tra cui alcuni sono stati dati come DLC successivamente, GRATIS. Lo ripeto, 7/8 personaggi dati GRATIS. Capcom, sentito? Vero, molti sono reskin che negli altri Tekken erano 'costumi alternativi', mentre qui hanno uno slot a parte, ma il roster è così titanico che si chiude un occhio.

Storia non pervenuta ovviamente. Già in un picchiaduro 'normale' è di poco conto (anche se l'intreccio beautifuliano dei Mishima/Kazama mi ha sempre affascinato), qui che ci troviamo di fronte a uno spin-off, per forza di cose, è un'accozzaglia di trashate più o meno divertenti. A proposito di trashate, oltre ai video della storia, il Laboratorio è pieno zeppo di momenti WTF che vi strapperanno più di un sorriso (seppure consideri la modalità Laboratorio una mezza presa per il culò, in quanto a utilità).

Bene, che dire ancora? Grafica abbastanza solida, con modelli migliorati rispetto a Tekken 6 e che si sporcano (anche se a volte in modo esagerato, secondo me) anche e soprattutto scenari davvero ottimi, sia come colpo d'occhio, sia come interattività. OST senza infamia e senza lode. IA così così, perché anche alle difficoltà più proibitive è facilmente expoitabile con alcune mosse di determinati combattenti (ad esempio con il Roundhouse to Triple Spin Kick di Kazuya, per dirne una, ma ce ne sono altre).

In definitiva, per me Tekken Tag Tournament 2 è stata una mezza delusione, ma forse più per colpa mia e dei miei nuovi gusti in fatto di picchiaduro. Per i fan storici, duri e puri del brand è tipo l'Eden (se 'sopportano' le battaglie tag, perché anche se c'è l'1 vs. 1, il gioco è pensato ovviamente per il 2 vs. 2), per tutti gli altri un buon gioco che può piacere di più o di meno a seconda di quanto 'sopportano' le battaglie tag. Personalmente rientro nella seconda fascia (e sono tra i detrattori del tag) quindi, anche perché come detto a inizio rece mi ha deluso un po', il mio voto non può essere più di 7, solo che per il comparto online e per i DLC dati gratis voglio regalare al titolo mezzo voto in più.

VOTO: 7,5
 
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diennea2

Sig. Benedetto Sottolano
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Trine




a cura di



diennea2





Frozenbyte, piccolo studio indipendente, è riuscito a produrre un platform di ottima fattura, in grado di fondere enigmi e gameplay in maniera abbastanza buona.

Il titolo usci per PS3 nel 2009 e si mostrò in prima linea attraverso la release di immagini dalla caratura artistica incredibilmente notevole. Vediamo nello specifico i dettagli della creatura nata dalle menti di questo studio finlandese.

La trama non ha nulla da dire, e per fortuna non è nemmeno il cardine del titolo. In soldoni, la storia non è altro che una scusante per continuare la nostra avventura: praticamente noi impersoneremo esattamente 3 personaggi ben caratterizzati con lo scopo di scacciare il male che incombe sulle loro terre. Stop. Fine della storia.

Se la trama tende ad essere miserrima, allora per quanto riguarda il gameplay dovremo usare tutt’altre parole. Il gioco è divertente e le meccaniche (anche se già viste in altri titoli) sono molto interessanti. Avendo a disposizione ben 3 personaggi interscambiabili in tempo reale, ognuno di essi porterà con sé abilità che verranno sfruttate in base all’ambiente che li circonderanno. Eroi dalle abilità uniche, come quelle del mago, in grado di evocare oggetti e di creare dal nulla piattaforme di fortuna. Il guerriero invece offrirà al gruppo la propria esperienza bellica a suon di fendenti, o quella di creare un possibile riparo mediante il proprio scudo. Ed infine la ladra, arciere provetta in grado non solo di scoccare frecce contro i propri nemici o meccanismi per superare ostacoli, ma saprà anche arrampicarsi grazie al rampino, arnese utilissimo in casi critici.

Queste caratteristiche fuse insieme agli enigmi danno vita ad uno stile di gioco molto intelligente e stimolante, creando così un gameplay divertente e ben strutturato. L’unica nota dolente è la precisione sull’utilizzo delle abilità dei nostri eroi, si noterà fin da subito che l’uso della magia del mago (aka la manopola destra del pad) non sarà mai preciso, infatti capiterà moltissime volte di creare un quadrato anziché una piramide eccetera, mentre le stesse parole le si potranno utilizzare per il rampino, dove a volte si aggancerà in zone non volute.

Grossomodo queste imprecisioni non intaccano l’esperienza del gioco, ma quando gli enigmi saranno “a tempo” la fretta vi farà notare queste piccole inezie.

Il level design è piuttosto buono, la nostra avventura sarà sommersa da pericolosi enigmi ambientali, tutti sempre diversi e costruiti in modo magistrale, ma soprattutto risolvibili attraverso la combinazione delle abilità del trio insieme all’ottima fisica del gioco. Va detto che gli indovinelli non avranno mai una difficoltà esagerata, ma non potranno nemmeno essere risolvibili in quattro e quattr’otto. Oltre a ciò saranno presenti su schermo anche i mob, a volte utili per attivare certi enigmi o solamente per darci fastidio. Insieme agli enigmi avremo anche i checkpoint, collocati in punti strategici giusti così da non rendere il gioco troppo punitivo.

Trine è un vero piacere per gli occhi, lo schermo sprizzerà di colori accesi e il gioco di luci e ombre a volte ci farà dimenticare la bidimensionalità del titolo: insomma, il livello artistico di Frozenbyte qui è molto valido. Per quanto riguarda il sonoro invece, questo è caratterizzato da musiche buone e da un a voce narrante (italiana) adatta all’avventura.

Tecnicamente parlando il gioco scorre liscio senza alcun tipo di impedimenti, scatti o caricamenti ritardati, la prima esperienza del titolo finirà intorno alle 9/10 ore senza essere mai pesante, e la presenza delle “fiale verdi” da raccogliere e la scelta di difficoltà maggiori possono offrire una discreta rigiocabilità, anche se in questo caso l’esperienza potrebbe risultare un pelo più “pesante”.

Questo Platform dall’impronta fantasy è realmente divertente e sa tenere impegnato il giocatore in maniera abbastanza intelligente; il comparto artistico è eccellente e la struttura di gioco è molto ingegnosa e ben calibrata, peccato per la mancata rifinitura dei comandi, spesso abbastanza imprecisi (soprattutto nel capitolo finale).

Voto: 7,5


 

Vc3nZ_92

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The Elder Scrolls V Skyrim (PS3)
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Maestoso. Se qualcuno mi chiedesse di scegliere un aggettivo per descrivere TESV, sarebbe proprio questo. Benvenuto nella provincia di Skyrim, spero che il soggiorno sia di suo gradimento.

Skyrim è un'esperienza. Non è perfetto in nessuna parte, ha un gameplay abbozzato, che raggiunge a malapena la sufficienza dove svariate ore di gioco, un comparto tecnico buono, ma che non fa gridare al miracolo, una storia nella norma, con un finale epico il giusto, etc., ma è uno dei giochi più immersivi che abbia mai provato. Non per i personaggi, non per il protagonista, ma proprio per Skyrim, il mondo di gioco. Girare a zonzo, perdersi in quei boschi, su quelle montagne, in quelle rovine, non ha prezzo. E' un viaggio vero e proprio in un nuovo mondo, in poche parole.

Da questa piccola introduzione avrete capito che il gioco mi è piaciuto molto (anche perché altrimenti non ci avrei speso 195 ore e 4 mesi della mia vita), seppure come già detto, non è un capolavoro, perché ha tanti difetti.

In primis, un BS davvero superficiale. Con l'acquisizione dei vari poteri diventa un po' più profondo e tattico in alcuni casi, ma fa giusto il suo compitino. Proprio il suo gameplay è il tallone d'Achille. Se avesse avuto un gameplay alla Dragon's Dogma, per me, sarebbe stato un capolavoro. E' l'aspetto peggiore del gioco, davvero poco appagante, profondo e soddisfacente.

La storia, come accennato, non è nulla di che, ma si lascia seguire e sul finale diventa anche un tantino epica, insomma, promossa.

Colonna sonora stupenda, che sottolinea sempre a dovere l'azione a schermo o anche una semplice bevuta in una taverna. Doppiaggio italiano più che buono, nonostante ci siano una decina di doppiatori (e il gioco è enorme, con centinaia e centinaia di NPC).

Comparti grafico e tecnico promossi a piene mani. Nonostante, come già detto, non è tutta questa dimostrazione di forza, la direzione artistica, la scelta dei colori, l'enormità del mondo e soprattutto (mi fa strano scriverlo, trattandosi di un gioco Bethesda) l'ottimizzazione divina non possono che farmi apprezzare il lavoro svolto dai ragazzi di Todd Howard. Seriamente, nessun bug/glitch se non qualche compenetrazione di poco conto e una manciata di freeze in, ripeto, quasi 200 ore di gioco. Ancora non ci credo.

Varietà invidiabile. Non di per sé, ma il gioco è talmente enorme, che anche solo considerando le varie questline a 'comparti stagni' avremo una varietà notevole. Non so spiegarmi meglio, provo con un esempio. Ci sono missioni per conto della Gilda dei Ladri? Ecco, alla fine sono tutte simili tra di loro, nel loro 'sottoinsieme', però poi ci sono missioni per conto dei Daedra, missioni per il Colleggio di Winterhold e così via (tutte che introducono qualcosa di diverso e nuovo), insomma, avete capito spero. E non solo, oltre alle secondarie 'di fazione' con una trama vera e propria, abbiamo delle secondarie 'uniche' con una storia che comincia e finisce in quella quest (o al limite in alcuni casi se ne attivano altre consequenziali), le immancabili fetch quest e le quest non segnate. Insomma, la varietà è assicurata.

La varietà estetica invece manca in alcuni dungeon, soprattutto le tombe nord, anche se come accennato il mondo di gioco è talmente enorme che chiuderete un occhio.

Per finire, come avrete capito dalla 'descrizione' dei vari tipi di attività secondarie, longevità enorme. E' il gioco che mi è durato di più in assoluto. E se il gioco base non vi bastasse, ci sono 2 espansioni da applausi (3 in realtà, anche se Heartfire è più un DLC per la costruzione delle case che una vera espansione), che introducono nuovi scenari (Apocrypha, applausi), nuovi poteri, nuovi nemici e nuove storie... e Dragonborn vi farà persino tornare a Morrowind (dove tra l'altro verrete accompagnati nelle vostre scorribande anche dalla OST del vecchio gioco Bethesda).

In definitiva, mi è piaciuto tantissimo, ma non arriva allo status di capolavoro per il suo (non) gameplay. Riprendendo il paragone con Dragon's Dogma, quest'ultimo era tutto gameplay e zero controno, Skyrim ha tutto il resto e anche più, ma non ha gameplay purtroppo. C'è da dire che io non sono un fan grandissimo dei giochi di ruolo e quindi ho apprezzato tantissimo la 'commercializzazione' e le semplificazioni di questo TESV, quindi magari un fan degli RPG duri e puri storcerà più volte il naso per svariati motivi (per dirne uno, non c'è un dungeon, che sia uno, che non sia lineare), ma se cercate un gioco immersivo, se volete 'trasferirvi' virtualmente per qualche tempo in un mondo enorme, maestoso, vivo, avete trovato il gioco che fa per voi.

VOTO: 8,5
 
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belmont976

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Strider

By Belmont976

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Nonostante oggi non viva il suo momento di massimo splendore, negli anni 80 e 90 il nostro media preferito era dominato dal Giappone, la facevano da padrone nomi come Nintendo, Konami, Irem, Taito e soprattutto, Capcom ed è proprio la casa di Osaka che sul finire degli anni 80 ci regalò una perla assoluta che ho amato alla follia, un certo Strider. Saputa la notizia della riedizione ho avuto un brivido lungo schiena con contrastanti emozioni, da una parte la gioia di poter rivivere quel grande classico in chiave moderna, dall’altra il timore della crisi di identità che vive Capcom negli ultimi anni. Fortunatamente Capcom affida lo sviluppo a Double Helix Games che ci ripropone il gioco sempre come un action platform ma stavolta struttura i livelli come un metroidvania, con aree accessibili solo dopo aver ottenuto determinati bonus e potenziamenti generalmente custoditi dai boss del gioco, rivestire i futuristici panni del ninja Strider Hiryu risulta davvero molto piacevole, anche se forse si soffre per la scarsa varietà delle ambientazioni ed un eccessivo backtracking. Tecnicamente il gioco si presenta piuttosto valido e veloce, risultando nel complesso davvero ben fatto, una buona longevità, tanti richiami all’originale e vari bonus da sbloccare rendono il prodotto davvero ben confezionato considerando il tipo di produzione a basso budget.

Voto: 8,0

Shadow of the Beast

By Belmont976

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Shadow of the Beast, è sempre stato un titolo molto controverso, quando uscì nell’89 vantava un comparto tecnico talmente sontuoso da far risultare quasi tollerabile la pessima giocabilità di fondo, ne conseguì una netta spaccatura tra chi idolatrava il titolo e che lo riteneva solo un bel quadro senz’anima, ad ogni modo, indipendentemente da quanto forte fu il contrasto amore/odio di fatto Beast resta un titolo iconico, che chiunque fosse in possesso di un Amiga 500 doveva possedere, fosse anche solo per impressionare gli amici, ed oggi, dopo oltre 25 anni, Heavy Spectrum ci propone la sua visione di questa grande icona degli anni 90. Si parla di una produzione a basso budget e nonostante questo, pad alla mano, salta agli occhi il comparto tecnico non eccelso ma d’impatto ed il magnifico ed ispirato design, gli omaggi al titolo originale si sprecano, dai tanti cammei che solo chi ha giocato il titolo originale potrà cogliere, alle ambientazioni, rivisitate ma assolutamente fedeli, alla colonna sonora con il remix delle fantastiche musiche di David Whittaker, per finire con la trama, che riprende in maniera quasi devozionale le vicende dell’Aarbron originale. In merito alla giocabilità, questo remake riesce finalmente a rendere onore al più grande difetto del titolo Reflection, un action platform piuttosto classico ma che funziona dannatamente bene, finalmente un gioco dove non c’è un checkpoint ogni tre minuti, e se muori torni alla mappa e ricominci il livello, il sistema di combattimento è invece l’aspetto più controverso risultando troppo semplicistico, qualora però, si decida di ottenere punteggi significativi offre davvero tante possibilità risultando piuttosto profondo. La longevità non è altissima, l’avventura principale si conclude in una manciata di ore, ma la rigiocabilità è alta, sia grazie ai tanti segreti da scoprire, sia per il raccoglimento di tutte le reliquie ed i vari bonus da sbloccare, la sfida inoltre, può essere ancora più interessante qualora si decida di scalare le classifiche on-line. Simpatici bonus sbloccabili come la versione emulata del titolo originale Amiga, e la possibilità di giocare il remake con le musiche originali, rendono l’offerta ancora più interessante e sicuramente imprescindibile se avete amato e giocato l’originale, in tal caso aggiungete pure un mezzo punticino alla valutazione finale.

Voto: 7,5

 
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pnt23

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PS4

TABLE TOP RACING: WORLD TOUR





Fornito con il Plus di Maggio 2016, Table Top Racing si presenta come uno dei molti kartgame che fanno capo a Mario Kart da cui si differenzia nelle dimensioni, nel tono e nello stile. In questo gioco infatti ci ritroveremo a controllare, piuttosto che dei personaggi animati o noti da altre IP, delle piccole macchinine sullo stile di Micro Machines, intente a darsele di santa ragione mentre si combatte per il primo posto al traguardo. Il gioco offre una serie di contenuti abbastanza limitata, ma secondo me in linea con il prezzo al D1: 5 ambientazioni differenti, ognuna dotata di 4 varianti dello stesso circuito più o meno diverse, 12 automobili suddivise in 3 categorie ognuna con caratteristiche differenti e una selezione abbastanza limitata di armi.

È chiaro che TTR non può andare a competere con i mostri sacri del genere: giocarlo per troppo tempo porterà sicuramente a noia, a prescindere dal fatto che vi concentriate nel Multiplayer Online o sulla Campagna, la quale vi offrirà una serie di sfide preimpostate dagli sviluppatori da completare nel miglior modo possibile. Se invece decidete di prendere questo piccolo gioco a dosi piccole, scoprirete che effettivamente TTR può regalarvi dei veri momenti di divertimento. Le gare contro gli umani online sono spesso all'ultimo sangue e non mancheranno impropri, mentre nel single player a livelli alti dovrete spesso ingegnarvi per completare alcune sfide a 3 stelle. Il gioco offre inoltre un elemento a mio dire abbastanza importante: per il tracciato sono infatti dispersi alcuni oggetti sottoposti alla fisica, i quali se colpiti con il vostro veicolo possono rovinarvi la giornata, facendovi sbandare, cambiare direzione o semplicemente rallentandovi. Le macchinine stesse infatti sono sottoposte alla fisica, e quindi si dovrà fare attenzione anche ai salti per evitare di finire fuori dal tavolo. Esistono inoltre una serie di scorciatoie più o meno utili, apribili con l'utilizzo della versione potenziata di certe armi. Per quanto mi riguarda, la variabilità c'è e TTR può facilmente intrattenere per diverse gare se lo utilizzate con una certa dovizia di causa.

A questo punto darei 8 al gioco, ma devo abbassare il voto per una serie di difetti ulteriori che mi hanno fatto storcere il naso. In primis la mancanza dello Split Screen, che in un gioco del genere è quasi una presa in giro (i developers hanno affermato di voler aggiungere la funzionalità a patto di essere supportati con l'acquisto del DLC... a mio modo di vedere dovrebbe avvenire il contrario). In seconda sede, una serie di bug che possono limare l'esperienza: non parlo del missile fastidioso in grado di rovinare le gare online, ma di alcuni muri invisibili messi a sproposito, il reset con teletrasporto casuale delle auto anche quando non sono bloccate o comunque in momenti non opportuni, eccetera. Aggiungiamo poi una IA poco credibile se non in certi frangenti, la mancanza di esibizioni offline contro di essa personalizzabili e un netcode non esattamente ottimo che causerà lag a TUTTI i partecipanti della partita nel momento in cui entrerà anche un solo giocatore con una connessione non ottimale. Infine, una politica DLC decisamente aggressiva: il gioco è uscito con un DLC già presente al D1 con un costo di €7, più di un terzo del prezzo del gioco base, contente una dose di contenuti imbarazzante se facciamo i rapporti con i contenuti del gioco base. Non ci siamo proprio.

Consiglio comunque di dargli una possibilità visto che tentar non nuoce se siete abbonati e il gioco, di per sé, non è brutto. Se intendete acquistarlo non fatelo però a prezzo pieno e aspettate sconti E che arrivi un certo supporto dagli sviluppatori. Senza split-screen il gioco non vale il prezzo pieno, senza se e senza ma.

6.5

 

Vc3nZ_92

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Thief (PS3)
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Thief è un bel prodotto, ma pieno di difetti... veramente tanti. Ma perché ho voluto premiarlo con un voto così alto? Beh, sinceramente il voto che volevo darli era 7/7,5 alla fine della prima run, ma dopo aver provato la run a Personalizzata con 700+ pt. (ovvero con tanti bei malus) ho deciso di premiarlo, perché si è rivelata veramente appagante, tanto che quella run per me è stata da 9, ma purtroppo non tutto il pacchetto è così ottimo.

Il gameplay è appagante, è uno stealth puro, con anche tante chicche che ti fanno sentire veramente un ladro. Forse in alcune cose è un po' limitato, ma fa il suo dovere in modo egregio. E il level design (nelle missioni, nella Città è il demonio) aiuta molto, offrendo varietà e tante vie... insomma il giocato nudo e crudo è la parte migliore del gioco.

La direzione artistica è qualcosa di spettacolare, una simil-Londra vittoriana malata, decadente, con scorci spettacolari. Peccato che per esigenze di circostanza, la vediamo sotto la luce del sole solo nel prologo. Nonostante il conteggio poligonale tutt'altro che elevato (soprattutto nei personaggi), il colpo d'occhio che il gioco riesce a trasmettere (seppure ci siano problemi evidenti di tearing e ombre 'spugnettose') è di tutto rispetto.

Longevità su altissimi livelli, la prima run si finisce in non meno di 15 ore.

Queste erano le cose belle, ma ora parliamo anche di quelle meno belle, che purtroppo sono tante.

La cosa peggiore del gioco è tutta la parte narrativa. Storia ridicola (seppure all'inizio stuzzicante), finale ancor di più ridicolo, protagonista e personaggi sconosciuti, lore assente. E' un reboot, ma veniamo catapultati nel mondo di gioco come se conoscessimo già tutto. A fine gioco non sapevo chi fosse Garrett, Erin, non sapevo niente della città... un disastro. A tal proposito ho fatto ricerche e ho scoperto che il materiale per conoscere tutto c'è, peccato che non sia stato inserito nel gioco, ma in una app a pagamento (2,69€). Nel secondo post del thread ufficiale comunque potete trovare un succoso approfondimento fatto dal sottoscritto.

Un altro grande difetto per me è stata la parte sonora, nonostante alcune musiche siano belle (quella della Boss Fight con il Generale Cacciatore, ad esempio, anche se forse un po' fuori contesto, essendo molto Deus-Exiana e quindi ''''futuristica''''), il mixaggio e la gestione delle fonti sonore è orribile. Si sentono 'in primo piano' discorsi lontani kilometri, ad esempio. Inoltre sentire sempre le stesse frasi fa cadere le palle molto presto. E per finire, ciliegina sulla torta tutta per noi italiani, il doppiaggio nostrano, di una inespressività unica.

Un altro difetto è l'IA delle guardie. In missione la cosa fortunatamente si sente poco (anche per via degli obiettivi secondari, che ti fanno stare sempre in tensione, e quindi farsi beccare, anche se è facile fuggire, comporta il fallimento dell'obiettivo), ma in Città sono molto rincoglionite. Ed eccoci AL DIFETTO del gioco, la Città... ora mi spiego meglio. In Città escono fuori tutti i difetti del gioco. IA abbastanza stupida, free-roam tedioso per colpa del level design, sia nel senso pratico, sia nel senso tecnico, ovvero tutta la città è divisa in 'pezzi' e ci sono sempre caricamenti. Anche se dopo un 4/5 ore la si conosce bene e gli spostamenti si fanno più veloci, resta una scelta di game design del cazzò. Perché non mettere un viaggio rapido una volta scoperto un luogo? Oppure fare un Hub da esplorare più 'velocemente'?

Ah, quasi dimenticavo, non c'è nessun Rigioca Missione nel menu di pausa, quindi per far ciò dobbiamo ricordarci il punto esatto (non c'è nemmeno un segnalino!) sulla mappa di inizio missione e riandarci (e ritorniamo al discorso appena concluso, il girovagare nella Città).

In definitiva, Thief per me è stato un titolo difficilissimo da valutare. Se si va alla ricerca dei collezionabili, ovvero si girovaga, escono fuori i più grandi difetti del prodotto, ma tutti i mini-enigmi, i tanti posti segreti, la 'vita da ladro', sono una bella cosa, quindi perdendoseli, si perde una bella cosa... dall'altro lato, appunto evitando di 'perdersi' a vagabondare esce fuori la miglior esperienza. Forse la cosa migliore da fare è proprio farsi una run a Ladro (Normale) andando alla ricerca di collezionabili e facendo tutto e poi una run a Maestro Personalizzata per goderselo a pieno (e senza essere frustante, dato che conosci già il gioco), come ho fatto io.

Insomma Thief ha un cuore solido e una direzione artistica sublime, ma ha tanti difetti, per cui andateci cauti. Non so perché sia uscito così, perché il potenziale era enorme (lo sviluppo travagliato?) ed è una grande occasione sprecata, però per me, se si sa a cosa si va incontro, va provato ugualmente, anche così.

VOTO: 8
 
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Doc E.Brown

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Rock Band 2

Pro

  • Tracklist definitiva, ricca di canzoni divertenti da suonare
  • Molti generi musicali degnamente rappresentati
  • Elevatissimo numero di modalità
  • Modalità Tour devastante
  • Longevità folle anche solo usando un singolo strumento
  • Ottime personalizzazioni
  • Piccole grandi idee per dare varietà al gameplay
  • Le soddisfazioni che avrete con "Carry On Wayward Son" e "Any Way You Want It"


Contro

  • Tecnicamente modesto
  • Talmente longevo da essere a tratti ingestibile
  • L'eccessiva longevità potrebbe portare a noia prima della conclusione della modalità Tour...
  • ... soprattutto considerando che gli eventi finali del Tour necessitano di maratone no stop di anche 7 ore (non scherzo)
  • Fin troppe modalità e sfide son accessibili solo giocando in multiplayer
  • Le bestemmie che tirerete con "Visions" e "Where'd You Go?"


Conclusione Rock Band 2 è il punto più elevato toccato dal genere musicale "strumentistico" dall'era del secondo Guitar Hero. Non solo offre una tracklist semplicemente perfetta, divertente e piena di pezzi che han fatto la storia della musica rock (e non solo), ma propone all'utente un'offerta ludica che mai era stata proposta da altri esponenti del genere. Generando assuefazione, porta il player ad una rincorsa al perfezionamento individuale, e probabilmente è questo il merito più grande del titolo Harmonix. Paradossalmente l'offerta ludica risulta alla fin fine addirittura troppo spropositata, considerando le tantissime modalità, tra cui un Tour quasi infinito (soprattutto se lo si vuol affrontare con più di uno strumento) e con alcuni eventi fuori di testa, ed alcune canzoni da sindrome del tunnel carpale. Ma questo non priva Rock Band 2 dello status di capolavoro del genere, uno dei titoli migliori della passata gen ludica. 9,5

 

Vc3nZ_92

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Tomb Raider (PS3)
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Il reboot di Tomb Raider è stato un titolo che mi è piaciuto... ma ho dovuto dimenticare tutte le promesse fatte dai CD alla presentazione del progetto e nei mesi successivi. Survival, dicevano... e invece, nonostante il plot che suggerisce tutt'altro (Lara alla prima avventura), ci ritroveremo ai comandi della Lara più distruttiva di sempre... con la schivata si può evitare tutto, è impossibile morire, e l'ho giocato alla massima difficoltà eh. L'unico elemento da Survival che si vede nel gioco è la caccia, che tra l'altro è inutile... no davvero, si può finire il gioco senza mai cacciare, se non nella missione Tutorial.

Insomma, non nascondo che quando scoprii che il gioco non era come avevano promesso, rimasi deluso, perché appunto volevo qualcosa di Survival (non dico 'qualcosa di PIU' Survival', perché di Survival, nel gioco, non c'è niente). Cosa mi sono ritrovato tra le mani? Un grosso tributo alla gen appena passata: un TPS molto cinematografico, che ti carica di adrenalina con sequenze al limite.

Parliamo come prima cosa del gameplay. Non innova nulla (la copertura automatica vicino al riparo, classico sistema di mira... insomma, tutta roba già vista), ha alcune mancanze basilari (lo sparo alla cieca, la prima che mi viene in mente), ma diverte e non annoia mai.

Parlando delle cose che mi hanno colpito di più, invece, non posso non menzionare la longevità. L'ho finito, come già detto, a Difficile, con l'82% di completamento e mi è durato tanto, non so con precisione, ma tanto sicuramente, la longevità insomma va messa assolutamente tra i pregi del gioco, longevità aumentata anche dall'affascinante modo di recuperare i collecticables, che non stancano mai, dato che ti fanno perlustrare anche le porzioni di mappa che nella story line avevi saltato, insomma, è sempre tutto fresco e mai stancante.

Altro pregio (forse il migliore) è la direzione artistica e la composizione delle mappe... davvero, sono rimasto folgorato, ambienti stupendi, che nonostante siano lineari, danno quel senso di grandezza che non guasta mai.

Infine tra i pregi, non posso non annoverare il sopraffino lavoro grafico, davvero impeccabile... forse su questo versante l'unica cosa su cui si può discutere un tantino sono le animazioni, o meglio, i frame di collegamento delle animazioni... a volte le transizioni paiono un po' scollegate, ma roba di poco conto.

E ora passiamo ai difetti del gioco, senza considerare come SAREBBE dovuto essere per via della aspettative che avevano creato, ma valutando COME E'. Una cosa pessima è sicuramente la parte narrativa in generale, personaggi vuoti e stereotipati, che hanno reso alcune scene involontariamente trash (quando Lara friendzona il tipo sulla nave, ad esempio), lo sviluppo di Lara incoerente, incongruente e sul finale frettoloso (prima piange, dopo 2 minuti battutine alla Vin Diesel e dopo altri 2 minuti piagnucola e ci ricorda che odia le tombe)... tutto ciò ha portato a una scarsa empatia con la protagonista e con l'equipaggio dell'Endurance, per non parlare dei nemici, di un poco carismatico come non se ne vedeva da tanto. Ma il difetto maggiore, per me, è stata la mancanza di enigmi veri... volevo fasi di calma, esplorazioni e enigmi meglio bilanciati con le fasi dove vola il piombo (veramente tante)... insomma, un'alternanza di gioco migliore, più vicina alla serie classica.

In definitiva, lo considero un ottimo gioco, mi è piaciuto, soprattutto per la cura certosina del tutto, ma è in dubbio che non ha rispettato le mie aspettative: tutta la campagna di marketing, le promesse dei CD, gli eventi preview ai giornalisti etc. hanno pubblicizzato un gioco che non è mai esistito, vendendocelo per quello che non è mai stato, e questa cosa ancora non mi è andata giù, tanto che i due sequel ancora non glieli ho comprati.

VOTO: 8
 
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Rapt

Uncharted 4: fine di un ladro


A cura di Rapt




Dopo 4 anni di sviluppo abbastanza "travagliato", data la dipartita di Amy Hennig in favore del duo Drukmann/Straley (direttori di The last of us), Uncharted 4 è finalmente uscito. Dopo averlo terminato 3 volte, a Difficile, Esploratore e Devastante, mi sento in grado di recensire quest'opera titanica ed ambiziosissima; per farlo mi avvalerò dei classici compartimenti, ovvero: Grafica, Gameplay, Storia, Sonoro.

Attenzione: SPOILER

Storia

Il filone narrativo di Uncharted 4 ha una duplice funzione, ovvero funge da prequel e conclusione al tempo stesso, andando a delineare la genesi e la "morte" di Drake come avventuriero.

Non fatevi ingannare dal tanto chiacchierato "cambio di atmosfera", Uncharted 4 è sostanzialmente uguale ai suoi predecessori, presenta però una narrativa rinnovata, più intima e diluita, con maggiore focus nei personaggi e nella loro caratterizzazione (senza mai esagerare). Personalmente non mi ha colpito molto: i protagonisti vengono solamente abbozzati, non c'è alcuna evoluzione o spiegazione, ed il tutto risulta un enorme pretesto per fare quest'ultima avventura. Gli antagonisti sono ben realizzati, seguono il clichè del "cattivone" classico dei film di avventura, lo fanno egregiamente, senza perdersi in spiegazioni troppo filosofiche: Rafe Adler e Nadine Ross sono cattivi semplicemente perchè peccatori di superbia, gelosia e avarizia.

Torniamo un attimo ai nostri protagonisti: Nathan Drake è ormai un ladro in pensione, vive la sua noiosa vita continuando a sognare di riprendere la vecchia, salvo poi redimersi nel finale, capendo che ormai "non è più un ragazzino". Delusione, per quanto mi riguarda, il personaggio di Sam Drake: monodimensionale e complice di un plot hole enorme all'interno dell'avventura (sono disponibile per chiarimenti). Sully ed Elena restano tali e quali a come li avevamo lasciati: la prima non sopporta la vita da avventuriero di Drake, il secondo funge solo da spalla e non si capisce il suo senso all'interno della storia.

Dall'altra parte abbiamo la ricerca del tesoro di Henry Avery: la storia è credibile e ben orchestrata, anche se la moltitudine di enigmi e costruzioni lasciate da questo pirata in Scozia, Madagascar e in ben 2 isole a largo di King's Bay ben 300 anni fa risulta talmente esagerata ed assurda da avermi fatto scuotere la testa più volte.

Mentre su Uncharted 2 la presenza di rovine antiche (shambala) era giustificata dalla natura mistica della stessa (la cui civiltà poteva essere associata ai Maya), il fatto che l'uomo più ricercato del mondo, nel 1700, sia riuscito ad imbastire: una grotta in scozia piena di prove e meccanismi (funzionanti dopo 300 anni), 12 torri in Madagascar, un intero tempio in un isola a largo di King's Bay (con tanto di enigmi, meccanismi, passaggi segreti, statue alte 10 metri che escono dal pavimento ecc) ed infine un intera Città in un altra isola risulta semplicemente assurdo.

Ricapitolando, una narrativa decisamente ottima, accompagnata da una trama a dir poco mediocre ed in alcuni casi assurda persino per il genere avventuriero.

Gameplay

Senz'ombra di dubbio il lato migliore del gioco: il gunplay è perfetto, veloce e fluido, le varie armi da fuoco sono molto diverse l'una dall'altra, il cover system funziona davvero bene (molto più che in passato) ed il level design è fenomenale, con coperture distruttibili e livelli sviluppati sia in orizzontale che in verticale. Aggiunta degna di nota anche la possibilità di eliminare i nemici in stealth, con possibilità di far perdere le proprie traccie anche dopo essere stati scoperti. Seppur molto basilare è un aggiunta gradita che permette di variare la formula.

L'esplorazione viene quì ampliata a dismisura, con zone molto più ampie e con un sacco di bivi che, nell'atto pratico, non hanno alcuna utilità, ma contribuiscono nel far sembrare i livelli realistici. Ritornano le classiche arrampicate guidate dove premere X a ripetizione, impreziosite però da un saggio uso del rampino e di varie fasi in discesa abbastanza divertenti. Gradita aggiunta anche il chiodo da scalatore, anche se sfruttato troppo poco.

In alcune fasi avremo a disposizione anche dei veicoli, dotati di un sistema di guida realistico e divertentissimi da usare.

La vera novità nelle fasi esplorative sta nella presenza di zone totalmente extra, condite spesso da tesori o pagine del diario, queste fasi secondo me sono il vero pregio del gioco, nonchè le uniche che danno quel senso di "avventura" e "scoperta" di luoghi inesplorati che dovrebbe essere alla base di qualsiasi gioco di avventura.

Purtroppo il gioco presenta una gestione abbastanza sballata del ritmo, con un inizio estremamente lento che mina la rigiocabilità, ma nulla di grave. Interessante la presenza di una selezione scontri nel menù iniziale, molto comoda, e di vari modificatori da sbloccare per divertirsi ancora nella campagna.
Grafica

Graficamente siamo davanti ad un gioiello tecnico. Ciò che stupisce non è la qualità intrinseca dei modelli (ci sono alti e bassi) ma la fedeltà con la quale le ambientazioni sono ricreate: ogni minimo dettaglio è fedele alla realtà, dalla fisica di acqua e vegetazione, ai riflessi di luce, all'interazione con il fango, ed il tutto è ricreato con una mole poligonale semplicemente spaventosa.

Inutile dire che attualmente è il top grafico su console e non solo.

Sonoro

Accompagnamento musicale firmato Henry Jackman, con musiche più realistiche ma egualmente esaltanti, ed altre più adatte alle fasi esplorative. Davvero un ottima OST che, seppur diversa, rimane qualitativamente alla pari con quella dei precedenti.

Doppiaggio inglese eccellente, davvero buono anche quello italiano, anche se alcune frasi sono state tradotte in modo bizzarro.

Commento finale

Una grandissima avventura che mixa sapientemente narrativa e puro gameplay, un gioco completo sotto tutti i punti di vista, che però pecca nella gestione iniziale del ritmo ed in alcuni elementi oramai troppo "vecchi" per essere riproposti in questa generazione di console.

La degna conclusione del brand "Uncharted" e dell'avventuriero Nathan Drake, ennesima conferma della SH NaughtyDog come uno dei migliori sviluppatori attualmente sul mercato, che si ritrovano per l'ennesima volta sommersi dagli elogi del pubblico.

Voto finale: 9

 
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Vc3nZ_92

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Ultra Street Fighter IV (PS3)
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Non sono un veterano di SF, mi sono avvicinato tardi alla saga. Me ne innamorai qualche autunno fa, quando presi dal PSN, su consiglio di Doc, Street Fighter III 3rd Strike Online Edition. Fu amore a prima vista. Fino ad allora gli unici picchiaduro che avevo provato erano quelli della serie Tekken. Il primo impatto, ovviamente, è stato spiazzante, lo trovai difficilissimo, ma come già accennato, me ne innamorai subito. Ci giocai tantissimo, facendo anche più del 50% delle prove, diventando bravino con Chun-Li e con Ken... e mentre diventavo sempre più SF-dipendente nei negozi era uscita l'Arcade Edition del IV. Ovvio che la comprai e mi spostai lì. Qui continuai a usare Chun-Li, profondamente diversa da quella del III (ora generalmente a carica). Trovai un impianto di gioco simile, ma cambiato radicalmente, sia nelle basi, sia nei tecnicismi (Focus e FADC, e successivamente Red Focus contro la parry, in primis). Poi arrivò l'Ultra ed eccoci qui.

Che dire di USFIV? Sarò molto sintetico. Per me è il miglior picchiaduro presente su PS360 (e ora anche sulle console della generazione attuale, forse)... è molto tecnico e richiede tantissima dedizione. Non avendo molto tempo, e dedicandomi anche ad altri giochi, io non ho appreso che il 50% delle meccaniche di gioco, nonostante i primi tempi e ogni tanto all'anno mi ci infogno per un paio di giorni. Infatti mi ritengo un giocatore mediocre e nulla più. E nonostante prenda molte mazzate, mi diverto come uno matto ogni volta che ci gioco, questo per far capire che il gioco è molto divertente.

Non sto ad ammorbarvi con (altri) tecnicismi e roba simile (anche perché io non sono così esperto da potervene parlare più di così), vi consiglio solo di provarlo se volete un bel picchiaduro, divertente e solido. Però badate, visto che la community ormai ha raggiunto livelli mostruosi, o vi ci mettete di impegno, o lasciate proprio perdere se avete l'incazzatura facile. Io, ripeto, non sono un mostro di bravura, qualche volta le do, altre le prendo, però ho dalla mia la pazienza, e quindi anche se una sera prendo solo scoppole me lo godo ugualmente, voi comunque tenete a mente ciò. Se decidete di impegnarvi e di affrontare questa nuova avventura, vi consiglio anche di comprare un AS come compagno di viaggio. Renderà ancora tutto più bello (ed è forse essenziale a raggiungere un livello accettabile?).

VOTO: 9
 
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Clyde

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-La trama presenta un paio di scelte non proprio felici ma nel mio caso riguardano più aspetti secondari. MGS4 ha avuto il carico di coprire tutte le questioni aperte avanzate nei precedenti capitoli e non è poco. Ci sono tante informazioni, tanti dettagli, tante emozioni. Per chi ha cominciato la saga dal primo capitolo sentirà quanto questo capitolo vuole calcare la mano sui feels, sulla resa dei conti, sulla sensazione di chiusura di una storia cominciata più di 10 anni prima.

-Sui personaggi preferisco dire il meno possibile, c'è la solita cura da MGS. Meglio scoprire da soli come nuovi volti e soprattutto vecchie conoscenze si sono adattati in questa nuova era.

-Questione gameplay: sulla carta è un MGS3 potenziato, ma presenta alcune facilitazioni e sono un pò combattuto.

Ci sono delle facilitazioni come l'Octocamo, cioè una mimetica automatica che rende molto comoda l'infiltrazione. D'altra parte i nemici sono di gran lunga più svegli di prima, spesso si muovono in coppia e se abbiamo a che fare con le macchine come Gekko e Dwarf Gekko allora le cose diventano più complicate anche con le mimetizzazioni varie.

Diventa più difficile poi fuggire dopo aver fatto scattare un'allerta con tanto di rinforzi nemici, perchè i soldati si mettono a cercare anche nei vari nascondigli perciò a sto punto potrebbe pure essere più veloce farli fuori. In questo modo si facilita l'avanzamento del gioco ma si complica una partita fatta interamente stealth. Sono motivi come questo dove trovo che il gioco sia come una bilancia, facilitato da una parte, ma non dall'altra.

L'aspetto shooter è di gran lunga migliorato rispetto a prima, così come i controlli e i movimenti ma era ovvio visto il passaggio ad una nuova generazione.

-Per quanto riguarda le boss fight devo ancora capire perchè vengono tanto criticate. Io le trovo varie e stimolanti ancora oggi con nulla da invidiare al passato della saga. Ho apprezzato anche il nuovo team nemico: magari i suoi membri non brillano di carisma ma trovo abbiano un loro perchè all'interno del gioco.

-Il ritmo è probabilmente il difetto peggiore. Il gioco contiene ben 8 ore di cutscene, così se qualcuno non si fa prendere dagli eventi o dall'effetto nostalgia allora rischia di diventare un'esperienza abbastanza pesante. I primi due atti presentano un bel pò di gameplay ma dal terzo atto inizia a calare sempre di più il giocato effettivo.

Versione PS3. Ah già, c'è solo questa.

Voto: 9.5

 
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Zone of the Enders HD
recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!



Sentimenti contrastanti per il primo ZoE. Non so manco io ancora come giudicarlo definitivamente, è una demo cavolo, però, tutto sommato, mi è piaciucchiato. Certo, se lo avessi preso all'epoca, per PS2, mi sarei sentito preso per il **** e il giudizio sarebbe stato un 5,5/6 stiracchiato, ma nella Collection un suo senso lo ha.

I difetti maggiori sicuramente sono che la fine non è rushata, di più e la scarsa (proprio assente?) varietà di situazioni di gioco. Per quanto riguarda il primo difetto, quando la storia ingrana, il gioco finisce, e per giunta non parliamo delle tre boss battle finali... madonna, che facilità hanno? La prima battaglia si vince con i proiettili a energia 'scattanti', la seconda con due spadate e il boss finale... vabbè, non ne parliamo. E il bello è che è cortissimo, fosse stato rushato verso la settima/ottava ora, oddio, lo avrei pure capito, ma io l'ho finito in 4h 57m e 12s a Media, e non avevo mai toccato il gioco prima, quindi ho visto tutte le cutscene e ritornavo sempre in tutti i posti per armi/codici/porter (infatti ho preso tutti i collezionabili alla prima run, giocando senza guida)!

Passando al secondo difetto, beh, ogni fase prevede di ripulire la zona e... STOP! Cosa che diventa ancora più seccante e noiosa per via della facilità del gioco, si va avanti di Button Smashing.

Per finire due piccole noticine, una negativa, l'altra positiva. L'azione è TROPPO frammentaria per via degli spostamenti, abbastanza tediosi per via della struttura a Aree avente l'atmosfera come Hub centrale... a questo aggiungiamo la presenza di tremila cutscene ad ogni cambio di zona ed ecco perché molte volte durante il gioco mi sono cadute le palle.

La nota positiva è lo Jeuthy, è troppo figo.

In definitiva una grande demo per il sequel (fortunatamente memorabile) che però nella Collection ha senso di esistere. Ad ogni modo è un gioco che sta sulla sufficienza e non arriva al 7, essendo corto, poco vario e con un gameplay troppo basilare.

VOTO: 6,5

Zone of the Enders The 2nd Runner HD

recensione a cura di Vc3nZ_92

ATTENZIONE! PICCOLI SPOILER!

Avete letto la mia recensione del primo ZoE? Storia assente? Bene, risolto. Scarsa varietà? Sono un lontano ricordo. Difficoltà irrisoria tanto da riuscire a finire il gioco pigiando tasti come un forsennato? Addio. Azione troppo frammentaria? Andata anche questa. Ecco ZoE The 2nd Runner. Inoltre abbiamo lo Jeuthy che è ancora più veloce, micidiale e figo, mica poco. Solo la longevità non ha ricevuto questo trattamento di lifting, ma non si può chiedere tutto. Ad ogni modo, potrebbero scriverci un manuale su come fare i sequel.

Se non si è ancora capito, a me è piaciuto davvero tanto. La trama, per quanto non venisse incontro ai miei gusti (tema e setting non è che mi ispirassero molto), è raccontata bene, ma la cosa che mi ha colpito maggiormente (in positivo) è stato il gameplay, bello fresco (ancora oggi), adrenalinico, veloce, appagante.

All'inizio bisogna pure studiare bene ogni battaglia, perché anche a Media, come già detto, a differenza del primo (e del suo risolvere tutto con il button smashing), è tosto. Ogni battaglia ha una sua strategia, e TUTTE le armi secondarie sono indispensabili, a differenza del capostipite. Vero che poi, una volta presa la mano e potenziato il Jehuty, diventa facile, infatti è molto più difficile la parte iniziale che quella finale, però a quel punto del gioco starete sbavando come matti grazie alle skills che starete eseguendo. Ad ogni modo, gameplay promosso a piene mani.

Varietà di situazioni, FINALMENTE, degna di questo nome... situazioni sempre diverse e adrenalinche, ma quanto sono gasanti l'attacco alla flotta o la battaglia su Aumaan Crevasse? Varietà presente anche nei Boss, che sono davvero tanti e ben fatti.

E come ciliegina sulla torta una OST davvero sublime, che enfatizza sempre al meglio tutto ciò che accade a schermo.

Detto così sembrerebbe un gioco davvero ottimo in tutto, però così non è, perché, come accennato su, anche questo (seppure ci sia più contorno con le EX Missions), a longevità, sta davvero messo male. Io la prima run a Media l'ho finita in 7h e 20m. E non sono tutte ore di giocato, infatti il timer comprende il minutaggio delle cutscene, quindi la durata REALE del gioco, si attesta sulle 5 ore, ancora troppo poche. Pensate che la seconda run, skippando tutti i filmati, raccogliendo tutti i collezionabili e prendendo S come valutazione finale, l'ho finita in 1 h e 12 m.

In definitiva un ottimo titolo... peccato solo per la longevità risicata, anche con una seconda run e con qualche Ex Mission, che comunque sono porzioni di trama rigiocate singolarmente, quindi vengono presto a noia, la situazione non migliora... si arriva massimo a 8/9 ore di gioco effettive. Ripeto, peccato, perché pad alla mano mi è piaciuto davvero tanto, ma purtroppo non posso dargli più di 8.

VOTO: 8
 
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