Leggermente sottovalutato per quanto mi riguarda.
Avete già detto un po' tutto voi, e nell'ultimo anno ho speso abbastanza inchiostro digitale, ma per sommi capi: esperienza unica a partire proprio dal gameplay. Bizzarro e atipico, sicuramente poco digeribile ai più. Quel sistema di consegne tanto deriso da molti, nasconde una profondità che ha ben pochi precedenti, complice un level design (di cui pochissime reviews hanno parlato), che permette una reale libertà da sandbox nel gameplay: dal poter discendere una rupe con una corda, o dall'attraversarla orizzontalmente con una scala, o ancora saltarla a piè pari con un esoscheletro, o aggirarla magari finendo in uno scontro armato. Le possibilità sono veramente tantissime, e se ci si sofferma ad osservare le pianure, i declivi, i monti, e i fiumi ci si rende conto che la morfologia è stata costruita con un occhio chirurgico per permettere al giocatore di sfruttare appieno decine di strumenti diversi (uno in particolare, che non nominerò per fare spoiler, cambia completamente il traversal, e sarebbe assolutamente inutile se a sostenerlo non vi fosse un level design ben congegnato). Lo shooting fa il suo lavoro essenziale nelle fasi dove è richiesto, ma sicuramente è la componente più accessoria del gameplay del titolo, che più e più volte cerca di renderlo esplicito al giocatore. Menzione d'onore per la feature più innovativa del titolo: il Social Strand System riesce a tirar fuori il meglio del gioco (e dei giocatori), regalando una componente multiplayer asincrona di grande soddisfazione. Consegnare un pacco perduto, o costruire un'infrastruttura non è più un atto fine a sé stesso, bensì una forma di collaborazione costante con giocatori in giro per il mondo (per lo più sconosciuti); ciò oltre a dare enormi soddisfazioni a livello strettamente ludico, si lega perfettamente pure con una delle tematiche portanti del gioco, rendendo de facto la componente online sia gameplay sia narrativa vivente.
Sulla trama non perdo troppe parole, sicuramente la più intima scritta da Kojima ad oggi. Tutto il sostrato di guerra, complotti, e le altre tematiche tanto care a Kojima dalla serie MGS sono tranquillamente presenti, ma fanno da addobbo (in certi casi quasi degli easter eggs) ad una storia molto più semplice di quanto il giocatore pensi, una storia che parla di amore, famiglia, e legami.
Le reali pecche sono per quanto mi riguarda un'eccessiva verbosità di Kojima sul finale (tipica di lui, a voler essere onesti), una generale mancanza di difficoltà nel 90% del gioco (a cui si sarebbe potuto sopperire tranquillamente con un'IA un pochino migliore, e con BTs un po' più dinamiche e varie), e una certa mancanza di rewards di alcuni prepper (da cui mi sarei aspettato premi un pochino più succosi, per ricompensare alcune questline), e poco altro onestamente.
Grafica e Musica non trovo utilità nell'elogiarle, visto che sono semplicemente delle eccellenze nel medium attuale, e ciò è già abbastanza evidente.
Personalmente un cult, nonché uno dei titoli non solo che ha segnato questa generazione, ma pure uno dei titoli che mi porterò nel cuore, e che rimetto su più che volentieri (su PC installato fisso e non si schioderà) per fare qualche esperimento di consegna.