Nel videogioco, in uscita a fine agosto, si scontrano uomini naturali e superuomini con protesi bio-cibernetiche. A spiegarci le ragioni del conflitto è Jean-Francois Dugas, che ha diretto il nuovo capitolo della saga di Adam Jensen
Deus Ex: Mankind Divided, sviluppato da Eidos Montréal per Square Enix, è il seguito di Deus Ex: Human Revolution, titolo uscito nel 2011. Il nuovo capitolo della saga che vede ancora come protagonista Adam Jensen, ci trascina in un mondo cyberpunk, nel quale violenza e discriminazione fanno da sfondo a una storia di transumanesimo. AD 2029, la biotecnologia ha mutato gli uomini che potevano permetterselo in “aumentati”, ma un anno prima è stato deliberato il “Aug Incident” che li ha resi dei reietti. Le protesi bio-cibernetiche hanno indotto alla pazzia gli “aumentati”, trasformandoli in potenziali bombe a orologeria. Per arginare il pericolo si sono alzati muri, costruiti ghetti e il mondo è entrato in una moderna forma di apartheid che divide i “naturali” dagli “aumentati”.
Per parlare di un FPS dalle ambientazioni molto suggestive, di transumanesimo e del Vecchio Continente abbiamo interpellato con Jean-Francois Dugas, Executive Game Director di Mankind Divided.
Naturale contro artificiale è una contrapposizione tipica della fantascienza. Penso a William Gibson, alla cyborg Molly Millions, ai Mechanist del romanzo La matrice spezzata di Bruce Sterling. Quali sono state le vostre fonti di ispirazione per Deus Ex Mankind Divided?
«Iniziamo dicendo che un conflitto è essenziale per realizzare una buona storia. Qualunque sia la natura del conflitto. Nell’universo di Mankind Divided abbiamo usato come tema portante il transumanesimo, quindi esplorare il contrasto tra chi abbraccia le nuove tecnologie e chi le rifiuta è la naturale conseguenza del processo creativo. Naturalmente ci siamo ispirasti a classici della letteratura e del cinema di fantascienza, Matrix, Snow Crash, Neuromancer, Ghost in the Shell, Blade Runner, solo per citarne alcuni. Anche la nostra realtà è una grossa fonte di ispirazione, perché le guerre, i conflitti locali, i progressi tecnologici, sollevano quesiti morali e innescano dibattiti pubblici. Per noi è molto importante che l’immaginario di Deus Ex rientri in un quadro credibile, se non addirittura plausibile. Per questo motivo la vita si è rivelata la migliore dei referenti».
La fantascienza è spesso usata come strumento di feroce critica sociale, soprattutto nei suoi filoni anti-utopici. La violenza rappresentata nella società di Deus Ex Mankind Divided è in qualche modo l’estremizzazione della violenza che serpeggia nella società occidentale?
«Il mondo rappresentato nel gioco non è più violento della società contemporanea. Per noi è importante analizzare le diverse sfaccettature della complessità umana, le motivazioni personali che ci governano e che possono condurci in vicoli ciechi o farci realizzare cose grandiose.Nel nostro precedente lavoro, Deus Ex: Human Revolution, avevamo mostrato molti aspetti positivi del transumanesimo, in questo nuovo capitolo desideravamo esplorarne il lato oscuro».
Adam Jensen, il vostro protagonista, è potenziato biotecnologicamente, come può agire nel vostro mondo distopico in cui vige un sistema di apartheid?
«L’universo di Mankind Divided0020 non è bianco o nero, ha piuttosto diverse gradazioni di grigio. Anche in una società in stretto regime di segregazione, ci sono ancora molti aumentati, potenziati biotecnologicamente, che si muovono nelle città. Non sono tutti rinchiusi in ghetti, ma la vita fuori da questi si tinge di una forma di razzismo istituzionalizzato, di disuguaglianza sociale e vessazioni sia emotive che fisiche. Inoltre gli attacchi di matrice terroristica, anche se non avvengono ogni due minuti, fanno parte di questa realtà. È in questo contesto che Adam Jensen opera per conto di un’agenzia governativa antiterrorismo. Il suo status gli conferisce notevoli privilegi, ma, in ogni caso, non può fuggire dal suo essere aumentato. Ad esempio, quando Jensen cammina per le strade di Praga, i passanti possono fare commenti o guardarlo in modo insistente, oppure, in modo del tutto aleatorio, può subire controlli da parte della polizia. Anche quando si trova nel grosso ghetto di Golem City non gode di popolarità, il suo aspetto si discosta troppo da un scenario fatto di malattia, povertà diffusa, alla quale si affiancano violenza e corruzione. In ultima analisi, Jensen si muove in un mondo che non riconosce più, nel quale non si identifica e deve fare i conti con la nuova realtà sociale le cui tensioni sono esacerbate dalla segregazione».
La narrazione e le reazioni dei personaggi che Adam incontrerà varieranno in relazione allo stile di gioco scelto dal giocatore. Potete spiegare come?
«Abbiamo tentato di riconoscere, per quanto possibile, le azioni del giocatore e vogliamo che senta che nell’universo di Mankind Divided le sue scelte influiscono sul mondo. Dare un peso alle azioni del giocatore, allo stile di gioco raccomandato, è importante per l’immersione. Ad esempio a un certo punto della storia Jensen dovrà confrontarsi con un personaggio sospettato d’aver commesso un crimine. Per arrivare a lui, dovrà affrontare la sua milizia oppure aggirarla. In base all’approccio scelto, uno scontro diretto o un’azione più furtiva, i dialoghi con il sospettato si modificheranno, riflettendo così le azioni del giocatore».
Abbiamo già visto gli splendidi scenari praghesi, nel gioco ci sono altre città europee e come le avete ricostruite?
«Tanta ricerca. Abbiamo lavorato molto sulle architetture della città e abbiamo inviato una parte del team artistico direttamente a Praga. Volevamo che fosse particolarmente ispirato, che ne realizzasse una versione credibile, rendendo giustizia alle vibrazioni che il Vecchio Continente emana. Nella saga di Deus Ex abbiamo sempre fatto viaggiare i videogiocatori. Abbiamo cercato di far vivere un’esperienza, catturando l’essenza di un paese diverso dal nostro, cercando di rendere giustizia alla sua lingua e alla cultura in generale. Ricostruire fedelmente una città in un videogioco è difficilissimo, per gli scenari europei abbiamo lavorato duramente, quindi spero che gli abitanti di Praga possano perdonare le libertà che, inevitabilmente, ci siamo presi».
Deus Ex: Mankind Divided è disponibile dal 23 agosto
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