Penso di aver metabolizzato bene quello che ho vissuto nella mia esperienza di The Veilguard e posso ritenermi soddisfatto del prodotto.
La trama è godibile e abbastanza coinvolgente nonostante una scrittura piuttosto altalenante, non tanto nelle situazioni quanto proprio nei dialoghi che ogni tanto risultano cringe o tirino in ballo argomenti che potrebbero essere pure interessanti, ma che sono buttati lì a caso o trattati male. Taash ne è l'esempio lampante: mette sul piatto questioni che sulla carta meritano di essere trattate ed approfondite, ma lo fa con una pochezza disarmante e con scene che risultano discutibili nella loro esecuzione. In generale però lei, così come gli altri comprimari, restano comunque interessanti da approfondire e scritti abbastanza bene nella maggioranza del tempo che passerete con loro. Anche qui, ogni tanto, salta fuori un dialogo fuori luogo o cringe, ma niente che possa compromettere in maniera drastica l'esperienza.
Le missioni dei compagni risultano interessati e potremo scegliere come fare finire le loro storyline a volte vedendo anche morire personaggi cari ad essi in base alle nostre scelte e determinando in parte la loro evoluzione. Tutto questo non si ripercuote sulla trama in sé, ma piuttosto sulla loro caratterizzazione. Discorso diverso per le missioni di fazione e delle città: queste oltre ad approfondire ulteriormente i nostri comprimari (che faranno parte di una delle diverse fazioni presenti nel gioco) approfondisce le suddette e avranno ripercussioni importanti sulla parte finale del gioco. Parte finale del gioco che è indubbiamente la più riuscita e che darà una conclusione degna ed anche abbastanza emozionante a quella che potremmo definire la saga del Temibile Lupo. A livello narrativo inoltre avremo numerose rivelazioni su molti misteri che da tempo volevano risposta fin da Origins e sicuramente molte di esse faranno discutere, ma in linea di massima, anche qui, ho apprezzato molto questo cercare di dare finalmente una una chiusura a tutte le questioni più fumose che vanno avanti fin dal primo capitolo.
Lato ludico secondo me ci troviamo davanti il Dragon Age più riuscito, dopo ovviamente Origins. La struttura a mappe aperte funziona ed appaga con un'esplorazione che si apre man mano che si completeranno le varie quest e che offre sempre qualche ricompensa qualora vorremo esplorare nel dettaglio i vari angoli del Thedas Settentrionale. Qualche semplice enigma ambientale aggiunge comunque del pepe all'esplorazione rendendolo sempre godibile e la ripetitività onestamente non l'ho mai sentita nelle circa 80 ore che ho impiegato per terminare l'avventura al 100%, ma qui è soggettivo e ci sta che magari alla lunga possa stancare. Il combat system è molto più stratificato di quello che appare ad un'occhiata superficiale e riesce ad essere sempre divertente ed a tratti anche abbastanza profondo, sebbene la possibilità di impostare solo tre abilità attive a Rook e ai due compagni che lo accompagneranno sul campo ne limiti di conseguenza la varietà e, complice anche una difficoltà tarata verso il basso se si sceglie normal, non ci verrà mai davvero la voglia di sperimentare le varie combinazioni in battaglia.
Il comparto tecnico del gioco è ottimo, con buone animazioni facciali, ottimi effetti particellari e una pulizia generale encomiabile. Quello che secondo me stona tanto è la nuova resa grafica più cartoonesca che poco si addice alla gravità della situazione che andremo ad affrontare nel gioco. Artisticamente risulta sempre ispiratissimo e in linea con lo stile di Inquisition. Il design dei compagni è buono, mentre il redesign di alcuni personaggi già apparsi in altre iterazioni del franchise e alcune creature l'ho trovato fuori focus, in alcuni casi addirittura pessimo.
Le musiche di Hans Zimmer e Lorne Balfe sono orecchiabili ed il tema principale è abbastanza iconico, ma secondo me nel complesso è la colonna sonora meno riuscita in assoluto in un Dragon Age. Le musiche di Inon Zur nei primi due capitoli e di Trevor Morris in Inquisition restano per me di gran lunga superiori. Si poteva fare di più da questo punto di vista. Menzione d'onore invece per il doppiaggio in lingua inglese che mi è piaciuto molto, con personaggi ottimamente caratterizzati dai doppiatori, alcuni storici del mondo BioWare come Ali Hillis su Harding che aveva già doppiato Liara in Mass Effect.
In conclusione questo Dragon Age The Veilguard secondo me è un buon prodotto, con alti e bassi, ma che resta per tutta la sua durata godibile e divertente. Si poteva fare decisamente meglio, ed era legittimo aspettarsi di più in alcuni frangenti e situazioni sia sul versante ludico sia su quello narrativo, ma non me la sento di stroncare un prodotto che per buona parte della sua durata si assesta su livelli buoni. Non tutti i fan saranno contenti con il risultato finale, ma per chi riuscirà a mettere da parte i pregiudizi e a vedere oltre le scene cringe che sono già meme (alcune anche a ragione, anche se vi assicuro che sono davvero poche a conti fatti) si troverà davanti un gioco divertente ed un'epopea fantasy decisamente dignitosa.
Ci tengo a dire, infine, che nonostante questi alti e bassi, io ho percepito comunque l'anima e lo spirito di Dragon Age sotto questo stile cartoon che, francamente, ancora adesso fatico a digerire.
Se dovessi chiudere questo post con un mio personalissimo voto finale gli darei credo un 7 pieno, magari anche 7.5 se proprio volessi premiare il lavoro di un team che ha dovuto riavviare più volte questo progetto e cambiare director ogni due per tre. Non proprio le condizioni di lavoro più favorevoli diciamo, ma che ha comunque confezionato un prodotto valido.
Spero proprio che a lungo andare si riveli un nuovo punto di partenza per BioWare perché nel complesso questo è un buon prodotto, in grado di regalare comunque un bel grado di coinvolgimento e dei momenti davvero di impatto, soprattutto per i fan storici della serie.