L’allarme, se così si può dire, viene da una fonte non sospettabile di propaganda disfattista: il “Silverado Policy Accelerator”, think tank vicino al Pentagono. Il titolo dell’ultimo report dell’ufficio studi, che conta nel suo consiglio l’ex capo delle operazioni in Afghanistan ed ex direttore...
www.ilfattoquotidiano.it
Il motivo ufficiale con cui ci hanno venduto le sanzioni è quello che indebolire o distruggere l'economia russa per fargli fermare la guerra. Oggettivamente non stanno per nulla funzionando.
D'altro conto il motivo reale e non ufficiale delle sanzioni, ossia rompere i rapporti tra russia-europa, stanno oggettivamente funzionando alla grandissima. Con la quasi totale cessazioni di ogni rapporto economico e non tra russia-europa ( cigliegina sulla torta il nord stream fatto esplodere, dove però le sanzioni non centrano).
Dopo 48493939 pacchetti di sanzioni che non hanno funzionato, sicuramente la soluzione sarà applicare nuove sanzioni che già stanno preparando

La grande dimostrazione di sovranità dell'europa nell'autosabotarsi è encomiabile.
La moderazione di questo forum nei mesi scorsi ha stabilito - intervenendo direttamente in questo topic - che non si può riportare in lingua originale testualmente tutto o (una grossa?) parte del contenuto di un articolo la cui lettura richiede un abbonamento alla testata per accedervi.

L'indicazione era stata data da
Zio Bernie.
Cioè, essendo già in italiano, al massimo dovresti parafrasare, teoricamente.
"Il motivo ufficiale con cui ci hanno venduto le sanzioni è quello di indebolire o
distruggere l'economia russa per fargli
fermare la guerra". Direi di no, il motivo ufficiale è questo:
The measures are designed to weaken Russia's economic base, depriving it of critical technologies and markets and significantly curtailing its ability to wage war.
Fonte:
https://www.consilium.europa.eu/en/infographics/eu-sanctions-russia-ukraine-invasion/
Che Mosca stia compiendo uno sforzo per aggirare le sanzioni ed ottenendo determinati risultati è vero. Per esempio:
Russia has been luring shipowners with premium rates to trade its oil, which is at least 50% above normal market rates, according to the FT.
markets.businessinsider.com
Tuttavia:
Il petrolio russo viaggia ancora su petroliere che operano con assicurazioni occidentali. Tale assicurazione è disponibile solo a condizione che il petrolio sia stato acquistato a un prezzo inferiore al tetto massimo. Il prezzo del principale petrolio russo degli Urali destinato all'esportazione è sceso a uno sconto di 30-40 dollari al barile rispetto ai greggi internazionali di riferimento, come il Brent.
I barili russi provenienti dal Mar Baltico e dal Mar Nero hanno subito un forte sconto, in parte per coprire i costi di spedizione e in parte perché i raffinatori in India e in Turchia negoziano prezzi più bassi per il greggio che un tempo affluiva nell'UE.
Fonte:
https://www.ft.com/content/955389bf-d01b-4acb-bd15-b764425a8a18
Ma il sommario dell'articolo del Fatto esagera e semplifica, dopodiché il contenuto omette roba presente nel report e fa di tutta l'erba un fascio. Faccio alcuni esempi più in fondo.
Anche i think tank Usa ammettono: Pechino, Ankara e gli ex satelliti dell’Asia centrale riforniscono il Paese di tutto. Ecco tutti i numeri.
I numeri che trascrive non sono al completo. Poi vabbé, si lascia andare con "i think tank" al plurale e mi sa che "la preoccupazione degli analisti americani che la capacità industriale bellica di Mosca resti tale da vanificare le prospettive di una disfatta" se l'è inventata, in quanto nella conclusione del report non leggo niente del genere.
Intanto ecco il report originale:
A new report from Silverado Policy Accelerator shows that China has stepped in to meets Russian demand for strategic technologies.
silverado.org
E' stato stilato, in virtù di ciò che rileva, con l'obiettivo di raccomandare e giustificare l'espansione della quantità e dell'assortimento delle misure sanzionatorie, affermando che quelle imposte hanno avuto comunque un certo effetto.
The combined impact of the United States and allied coalition’s export controls and sanctions and firm exits has greatly hampered Russia’s capabilities. However, as Russia has continued its war against Ukraine, additional resources, oversight, and enforcement must be marshaled to prevent Russia from acquiring the foreign goods and technologies it needs to sustain these war efforts.
The combination of these actions by the United States and its partners has isolated Russia from the global economy and degraded Russia’s military capabilities.
Knowing that Russia needed this technology for its war efforts, the United States and allies targeted semiconductor exports early on with export control measures. Russian imports of integrated circuits significantly declined after the imposition of export controls and exit of multinational firms from the Russian market and remain lower than pre-invasion levels.
These findings warrant continued and strengthened oversight, enforcement, and coordination to prevent Russia from adapting to government trade restrictions and sanctions by seeking out new partners and supply networks and gaining access to foreign goods and technologies that will aid its ability to sustain the war against Ukraine.
Quindi, peraltro, se posti un articolo del Fatto che si basa su un report che afferma ciò che ho grassettato sopra allora non puoi dire che "48493939 pacchetti di sanzioni non hanno funzionato".
Ho notato un errore: l'articolo del Fatto mischia i dati nel periodo (grammaticale) in cui dice che le importazioni russe dall'Europa sono calate di 4,6 miliardi di dollari (52%) nei primi mesi seguenti l'invasione. Ma non è quello il lasso di tempo di riferimento di quel calo: il report del think tank americano lo attribuisce all'arco temporale che va dall'ottobre 2021 all'ottobre 2022. Casomai dice che le importazioni russe sono calate del 43% sotto la media pre-guerra nell'aprile 2022, per poi risalire raggiungendo a settembre 2022 la media mensile pre-guerra. Confonde il 52% con il 43%.
Non dice che a pagina 19 (versione PDF del documento) il grafico del report mostra che dal settembre all'ottobre 2022 le esportazioni di smartphone dall'Armenia alla Russia sono parzialmente calate dopo l'aumento. Inoltre non aggiunge che i prezzi degli smartphone sono superiori (dal 10% al 20% secondo un rivenditore) rispetto a quelli che la Russia avrebbe se fosse in grado di importare i telefoni direttamente, senza l'intermediazione di Paesi terzi. Infine, lo stesso grafico mostra che le importazioni armene di smartphone sono decuplicate nel settembre 2022, ma "solo" quintuplicate (cioè scese) nell'ottobre 2022, che è l'ultimo dato disponibile.
Sui semiconduttori omette che le importazioni russe di circuiti integrati sono significativamente calate (la Russia riesce ancora a procurarseli, ma ad un volume molto minore rispetto a prima dell'invasione) dopo l'imposizione dei controlli su di esse e dopo l'uscita di una serie di multinazionali dal mercato russo, restando più basse, appunto, dei livelli pre-invasione (pag. 15 del PDF). In questo caso di studio non ho trovato nessuna informazione riguardante un aumento della produzione domestica russa relativa a queste componenti, diversamente da quanto sostiene il Fatto. Tra le altre cose leggo che "i produttori russi non sono in grado di produrre tecnologie più nuove ed avanzate". Infine col filtro di questo giornalista questo pezzo
According to various reports, exports to Russia in 2022 included goods produced by major multinational manufacturers that were shipped by third parties. They also include exports to Russian firms that are suppliers to the military.
è diventato così:
Secondo molte segnalazioni, in Russia arrivano semiconduttori compatibili con la produzione bellica prodotti in Paesi che hanno aderito alle sanzioni.
Omette il fatto che il think tank cita un altro report secondo il quale i semiconduttori provenienti dalla Cina hanno un alto tasso di guasti/malfunzionamenti (fino al 40%). Cioè questo:
A report in a Russian business newspaper claims 40% of Chinese semiconductor products imported into Russia now fail
finance.yahoo.com
Given that many modern devices -- and, just as importantly, items of military hardware -- require many different semiconductor products, even a failure rate of 2% is bad. Having 40% of chips delivered in a non-functional state means it’s basically impossible to make anything without wasting significant time and effort testing everything first.
Ah, lo riporta anche il SCMP:
Before Russia’s invasion of Ukraine, the defect rate was just 2 per cent, business newspaper Kommersant reported, citing an anonymous source.
www.scmp.com
Certo, non è molto, magari la verità è una via di mezzo fra l'indiscrezione della fonte anonima e la bugia del ministro russo dell'industria e del commercio Manturov. Che, tra parentesi, è lui:
La nomina mette Manturov, 53 anni, al centro della risposta russa alle iniziative economiche occidentali. E' co-presidente del Consiglio italo-russo per la cooperazione
www.rainews.it
Il presidente russo ha criticato Denis Manturov, che è anche ministro del commercio e dell'industria, per il suo fallimento nell'ottenere contratti
www.la7.it
A proposito di ciò comunque io aggiungo - avendolo letto tempo fa per conto mio - che all'interno del recente
articolo del WSJ a cui si rifà l'insufficiente headline postato in questo topic (credo preso da RaiNews) sono presenti questi capoversi:
"La Cina è in grado di produrre internamente molti tipi di chip a bassa tecnologia, quindi non sorprende che la Russia li stia acquistando", ha dichiarato Chris Miller, professore associato della Tufts University che non ha partecipato al rapporto.
Tuttavia, ha aggiunto Miller, "i sistemi militari utilizzano una vasta gamma di chip e quindi potrebbero trovarsi di fronte a carenze di chip specifici anche se sono in grado di acquistare grandi volumi di altri chip".
Altro articolo sul tema:
In a recent study, the think tank Silverado Policy Accelerator noted that Russian companies still have access to critical dual-use and semiconductor technologies through imports from China and Hong Kong. According to the Royal United Services Institute, a London-based defence think tank...
www.agcnews.eu
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Giusto Nico Piro lo poteva rilanciare.
Per quanto ne so e se non ricordo male Nico Piro è super fazioso e blocca la gente su twitter quando gli dimostra che ha torto.
Non se ne parla perchè è un articolo infondato, che non cita prove se non una sola fonte anonima non verificata, e che è piena di errori e racconta di eventi impossibili, tipo la collaborazione tra Stoltenberg e gli USA in Vietnam, che è ridicolo visto che Stoltenberg è del '59.
Oddio. Io finora mi sono astenuto dal commentare perché non avevo ancora finito di leggerlo. Al punto di Stoltenberg non ero ancora arrivato.
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Certo perchè di solito si parla sempre di roba importante e super confermatissima

Abbi pazienza si è parlato delle peggio puttanate infondate perchè tiravano, perchè facevano notizia, perchè conveniva. Per come funziona il giornalismo odierno non c'è alcuna logica nel non parlare di una roba del genere in questo momento storico, anche solo per cercare di screditarla.
Per quanto riguarda la tv, il giorno dopo la notizia è passata almeno su un tg (Tgcom24 se non erro) ed è stata brevemente commentata in studio (qualche minuto). Fonte: esperienza personale. Una considerazione: il pezzo di Hersh è uscito l'8 febbraio, mentre il terremoto in Turchia e Siria si è verificato fra il 5 ed il 6. I notiziari si trovavano ancora più o meno nel picco di copertura dell'evento.
Detto ciò, trattandosi appunto di una materia importante e particolarmente suscettibile al rischio di complottismi verso qualsiasi direzione, per evitare di alimentarli magari va maneggiata con cura e non consegnata ai salotti italiani (oppure per "parlare" cosa intendi?) senza fare prima qualche verifica. O no? Infatti l'articolo di Open è di ieri, non del giorno dopo, ed è frutto di un lavoro di ricerca.

Se ne dovrebbe parlare, ma bene, e se c'è veramente qualcosa di cui parlare. Inoltre a me per esempio - nella tua ipotesi di screditare l'articolo di Hersh - riesce purtroppo difficile immaginare che alle attuali condizioni della tv italiana si riesca a spiegare tutto ciò che evidenzia l'articolo di Open. Compresa l'osservazione su Stoltenberg, s'è per quello, che è una roba clamorosa (considerata anche e soprattutto, a quanto pare, la firma).