In passato Travaglio mi è piaciuto in più di un'occasione, ma sulla guerra in Ucraina non ci vado d'accordo e penso che non stia scandagliando il tema a sufficienza, forse perché non riesce a superare alcuni bias ed euristiche. Infatti il suo intervento in cui compie una sbrigativa, approssimativa ed a tratti errata ricostruzione storica e geopolitica giunge immediatamente dopo l'introduzione alla serata evento presentata della giornalista negli studi di Loft che, tra le altre cose, apre mettendo subito in chiaro quale sia l'obiettivo/il taglio/la connotazione della serata
(fatto salvo l'intervento di Nando dalla Chiesa, con il quale si allinea il mio pensiero).
"In Italia sembra diventato impossibile parlare di pace. Chiunque metta in discussione il pensiero unico, quello che si limita a voler mandare le armi a Kiev, viene accusato di essere filoputiniano e subito messo a tacere [mi domando da cosa deduca che venga messo a tacere dato che Orsini, al contrario, è stato il fenomeno del momento nelle ospitate ai talk show televisivi, ndr]. E allora a spiegare le ragioni, la necessità e l'urgenza di questa serata è con noi il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio."
Ho visto il video di circa 22 minuti per intero. Ne occorrono, come lui sa benissimo, molti di più per fare una ricostruzione il più possibile fedele alla realtà. Se l'intento prioritario è questo (ed evidentemente, come è stato espressamente puntualizzato fin dal principio, non lo è), allora ciò che si può dire in 22 minuti non è affatto esaustivo (e lui lo sa). Per adesso entro nel merito di tre cose, anche se posso già esprimermi sul fatto che, per esempio, dire (e limitarsi a dire) che nel 2014
"la Crimea si proclama indipendente e, con un referendum vinto dai sì al 96%, si riunisce alla Russia" è, né più né meno, ridicolo.
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Questa è una delle frasi con cui Travaglio esordisce:
E' il racconto della storia dell'Ucraina e della Russia che, udite udite, non è iniziata il 24 febbraio 2022, ma un bel po' prima.
Quindi, proponendo questo racconto, ha cambiato diametralmente idea rispetto alla posizione assunta ad aprile. Aveva detto:
"In questo momento non serve domandarsi come è cominciata e quando, serve domandarsi come finisce e come farla finire, il più presto possibile." Prendo atto: ad aprile no, a giugno sì. In base a come ci gira, bene. O forse in base a quando ti viene in mente che, facendo un riassunto di 22 minuti (nel quale, se oltretutto mettiamo in conto
un'altra delle frasi iniziali, liquida con pacata disinvoltura secoli e secoli di storia che potrebbe partire dal
Kevian Rus', al quale sono dedicati mesi di studio nei programmi scolastici ucraini) e spacciandolo per integralmente corretto ed esaustivo, puoi puntare a rendere più convincente l'idea che propugni e da cui ti stai muovendo, cioè quella che porterebbe alla resa incondizionata dell'Ucraina.
È il secondo Stato più povero d’Europa dopo la Moldova, ma è anche fra i più armati del mondo (prima del 24 febbraio era la 22esima potenza militare).
Non capisco perché abbia legato le due proposizioni in un rapporto di coordinazione avversativa e che genere di nesso voglia stabilire in questo modo, piuttosto che sommarle semplicemente come proposizioni copulative con l'uso della congiunzione "e". Poi, visto che il suo intervento svolge il ruolo di introduzione ad una serata evento dedicata alla guerra in Ucraina, trovo che nel momento in cui menzioni il livello di povertà in Ucraina (il motivo del cui risalto nella posizione sintattica in cui si trova, ripeto, non mi è chiaro) - e visto che l'annessione della Crimea è internazionalmente considerata un'azione illegale - non si possa omettere che fra le cause dei problemi inerenti il welfare in più luoghi ci sia proprio l'annessione illegale della Crimea da parte della Russia, sia per la Crimea come regione, sia per il resto dell'Ucraina, sia per la popolazione russa in patria.
The devastating human, economic costs of Crimea’s annexation
Il numero degli istituti bancari sul territorio della Crimea diminuì drasticamente
rendendo inutilizzabili le carte di credito e costringendo le persone ad usare solo i contanti. Fu un grosso problema.
The Banking System of Crimea: What is Really Happening on the Occupied Peninsula (Updated)
Putin: companies, banks fearful of Crimea sanctions can now calmly enter peninsula
Sanctioned Russian Banks To Expand Into Crimea
Ora tu potresti replicare che quindi vadano incolpate le sanzioni occidentali per aver dissuaso le banche russe dall'aprire succursali in Crimea (cioè in un territorio illegalmente annesso con l'infiltrazione e il dispiegamento silenziosi di forze di occupazione), ma a quel punto io ti farei notare che stai cadendo in contraddizione col tuo stesso principio secondo il quale i problemi vanno affrontati alle loro radici. E la radice di questo problema è l'annessione illegale della Crimea.
L'Ucraina perse le entrate del gigantesco settore turistico della regione e il potenziale strumento di crescita economica rappresentato dalle riserve di petrolio e gas di cui la Russia prese possesso attraverso la nazionalizzazione dei rami delle imprese ucraine operativi in Crimea.
The Black Sea’s oil and gas potential: the reality and prospects of drilling a unique ultra-deep well on Zmiiny Island
In Taking Crimea, Putin Gains a Sea of Fuel Reserves
The Annexation of Crimea: A Realist Look from the Energy Resources Perspective
Riporto l'abstract del paper contenuto al terzo link:
The article studies the role of energy resources in the annexation of Crimea by the Russian government. Russian justifi cation that this action was taken to protect Russian ethnicity, as declared with the “referendum”, can be challenged in the light of the realist balance of power concept. According to the research, Russia considered Ukraine’s improving relations with the West as a threat and tried to eliminate it with preemptive action, in order to reestablish regional balance of power with the West. The article fi nds that the energy factor had a signifi cant role in this consideration but in a subtractive approach. More precisely, there were no major incentives for Russia to capture the Black Sea resources intrinsically, but these reserves were recognized as part of the main Ukrainian economic empowerment plan, particularly on the EU’s future energy market. Thus, Russia tried to block Ukraine’s access to them in line with a wedge strategy. Hence, the annexation can be considered as one part of Russian energy policy towards the EU and Russia’s goal to emasculate Ukraine’s natural gas transit role by constructing new pipelines such as Nord Stream and Turkish Stream, as the other part.
Piccolo approfondimento riguardante le conseguenze dell'annessione sugli "average russians" citati nell'articolo di Al Jazeera:
Vladimir Putin's 'Crimea effect' ebbs away 5 years on
“A Kiev le nuove elezione presidenziali le vince il filo-occidentale Petro Poro Shenko… Che ha promesso l’Apartheid per i russofoni: noi avremo lavoro, loro no, i nostri figli andranno a scuola, i loro figli staranno nelle cantine.
La sua nuova alleata Timoshenko, appena scarcerata, ha invece chiesto di uccidere questi maledetti moscoviti e di colpirli con le atomiche.
Cosa non ti è chiaro di
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