nell'accezione più letterale del termine, perché ho giocato una quantità esagerata di titoli da cui mi aspettavo poco o nulla. Da quanto appena detto risulta lampante pensare che la più grossa difficoltà è stata quella relativa alla scelta del titolo da premiare nella categoria
e infatti così è stato. Ma bando alle ciance, ecco a voi la mia
Il Regalo di Natale (PS4/PS5)
Dark Souls II Scholar of the First Sin

Di solito nel periodo natalizio gioco qualche titolo recuperato a Novembre, magari grazie al Black Friday, tuttavia quest'anno ciò non accadrà. Nell'ultimo periodo ho comunque recuperato
Kena Bridge of Spirits che sarebbe potuto essere un ottimo titolo per le festività natalizie, ma ho voluto giocarlo subito (e infatti lo troverete inserito più sotto) e 3 titoli low cost che però non ho voglia di provare ora (per chi volesse saperlo, mi riferisco a
Deliver Us The Moon, Greak Memories of Azur e No Straight Road), quindi mi butterò sul backlog. Ad oggi l'indiziato principale è
Dark Souls II Scholar of the First Sin, che è principalmente una scelta propedeutica all'uscita di
Elden Ring tra qualche mese, tuttavia nei prossimi giorni potrei anche cambiare idea e cominciare altro, come ad esempio
Blasphemous, approfittando del Free Upgrade per PS5. O magari mi arriva qualche regalo inatteso...
Il Più Atteso del 2022 (PS4/PS5)
Elden Ring

L'anno prossimo usciranno due dei giochi che più attendo in assoluto: la seconda avventura norrena del nostro pelatone preferito e il titolo che si preannuncia essere la summa massima della visione di Miyazaki e del suo talentuoso team. La scelta è ricaduta su
Elden Ring (per la terza HBG di fila?) solo perché è quello che esce prima, senza nessun'altra motivazione particolare. Considerando solo questi due titoli, il 2022 potrebbe essere, per il sottoscritto, uno dei migliori anni videoludici di sempre, sperando che non arrivino notizie di rinvii, e mai come in questo periodo storico sappiamo quanto questa possibilità sia tutt'altro che remota...
Il Gioco Consigliato (PS4/PS5)
Crash Bandicoot 4 It's About Time

Nonostante quest'anno abbia giocato molti titoli meritevoli di questa categoria, la più prestigiosa, come ad esempio
Uncharted 4 Fine di un Ladro, Ratchet and Clank Rift Apart e
Ghost of Tsushima (lasciando da parte titoli come
Kena Bridge of Spirits o
It Takes Two che avranno comunque il loro spazietto in altre categorie meno importanti), non ho mai avuto il minimo dubbio che qui avrei dovuto inserire la quarta (sì, quarta) avventura del nostro caro amato bandicoot. Non solo per quanto sia un titolo impeccabile, non solo per quanto mi sia piaciuto, ma anche e soprattutto per tutte
le peste e corna che si è preso nel corso dell'ultimo anno (gente ha avuto da ridire anche sul prezzo, per dire). Sintetizzando molto, senza andare nel dettaglio,
Crash Bandicoot 4 It's About Time si merita questa categoria perché è il mio GOTY, una perla del media ed uno dei miei videogiochi preferiti di sempre. Ha alcuni difetti, per carità, ma per me è da
perfect score perché è il grande ritorno di una delle mie saghe preferite di sempre, anche per motivi emotivi, esponente di uno dei miei generi preferiti di sempre e che mi ha gasato come pochi altri titoli hanno mai fatto. I Toys for Bob meritano tutto il supporto di noi videogiocatori perché così si fanno i videogiochi, con passione, e non vedere riconosciuto questo grande merito mi mette tristezza. Ragazzi, su,
IT'S ABOUT TIME!
Il Gioco Sconsigliato (PS4/PS5)
Godfall

Anche nella categoria meno ambita ho avuto pochi dubbi (e per fortuna). Il
prestigioso riconoscimento va all'ultima fatica di
Counterplay Games.
Godfall è un titolo povero, vuoto, e di conseguenza molto pesante da giocare perché non riesce a dare stimoli. Il buon combat system, purtroppo, non riesce a reggere il gioco, che viene inesorabilmente affossato dalla sua struttura
simil-Game as a Service. Quest’ultima rappresenta il più grande punto debole del gioco, racchiudendo al suo interno due dei più grossi difetti del media: la mancanza di varietà che porta ad una ripetitività estenuante ed un level design osceno. Vi sconsiglio anche di provare la
Challenger Edition che daranno domani sul Plus "gratis", pensate un po'.
Il Gioco Sorpresa (PS4/PS5)
Kena Bridge of Spirits

Ed eccoci alla categoria più
problematica. Tra un titolo con una brutta reputazione che a me è piaciuto molto (
The Outer Worlds), e tantissimi indie o comunque titoli sconosciuti ai più
(A Plague Tale Innocence, Kaze and the Wild Masks, Tormented Souls e
Xuan-Yuan Sword 7), la scelta in questa categoria non è stata affatto semplice... ed ho lasciato fuori alcuni titoli che sapevo mi sarebbero piaciuti, ma che poi sono stati anche migliori rispetto alle mie aspettative, come
Hotline Miami. Ad ogni modo, il titolo che più mi ha sorpreso in assoluto è stato
Kena Bridge of Spirits, primo (ribadisco, primo) titolo dello studio
Ember Lab. L'ho appena finito quindi devo ancora metabolizzare per bene il tutto per darvi un giudizio più preciso e puntuale, tuttavia sono sicurissimo della mia scelta perché, semplicemente, il titolo in questione mi ha stupito ad ogni nuova sessione di gioco, un po' come fece
Ghostrunner lo scorso anno. Quando pensi di aver visto tutto, ecco la nuova meccanica, che continua ad aggiungere profondità e varietà all'intero pacchetto. Inoltre è anche molto più
"grosso" di quanto mi aspettassi, sia contenutisticamente, sia come profondità ludica, sia come mera mappa calpestabile, su cui è stato svolto un certosino lavoro di level design. Non
inventa la ruota eh, ma alla luce di quanto appena detto non posso che premiarlo con la categoria in questione, e vi dirò di più, non avessi giocato
Crash Bandicoot 4 It's About Time, il mio GOTY sarebbe stato proprio lui, superando
robetta del calibro di
Uncharted 4 Fine di un Ladro, Ratchet and Clank Rift Apart e
Ghost of Tsushima.
Il Gioco Delusione (PS4/PS5)
FIFA 22

Ogni anno verso fine Ottobre mi viene voglia di un calcistico. Negli ultimi 10 anni ho sempre tenuto a bada questo mio prurito, tuttavia negli ultimi 2, per delle fortuite circostanze, ho potuto riprendere in mano
PES, l'anno scorso, e
FIFA quest'anno (prezzo budget l'anno scorso e regalo di un caro amico quest'anno). Già immagino quello che state pensando
: "Che delusione può mai essere stato FIFA 22? Cosa ti aspettavi da FIFA?". La delusione è verso il sistema attorno cui ruota la sua modalità principe:
FIFA Ultimate Team. Non ho vissuto sotto un sasso e da appassionato del media videoludico (e di calcio), sapevo di tutto il marcio che c'è dietro. E provando con mano ho effettivamente trovato marciume dappertutto, anche più di quanto mi aspettassi. Micro-transazioni, sistemi che incentivano a spendere soldi veri e portano alla creazione di una community molto tossica, vere e proprie partite
"pilotate": un vero e proprio schifo, insomma. E tra parentesi, tutto questo contesto melmoso in cui è immerso
Ultimate Team non c'è nell'equivalente modalità di
PES, myPES, infatti l'anno scorso mi ci sono divertito molto. Ad ogni modo, tornando a
FIFA, c'ho speso le mie belle ore, principalmente a causa della mia indole competitiva, e con il senno di poi questo è un grosso rammarico (mi sono tolto belle soddisfazioni, almeno), fortunatamente però ho perso
"solo" tempo e non mi sono impelagato nel circolo vizioso delle micro-transazioni. Per questo motivo vi consiglio proprio di starne alla larga e di stare attenti ai vostri figli/fratelli più piccoli, dato che rappresentano la preda preferita del colosso nordamericano. Fortunatamente fuori dalla
modalità del demonio è tutto un altro gioco e fare saltuariamente qualche partita con un amico mi fa sempre ritornare indietro di qualche anno, ai bei tempi delle scuole medie, quando ci riunivamo praticamente ogni pomeriggio a giocare (a
PES, in verità, ma il succo della questione non cambia).
Il Papà Castoro (PS4/PS5)
The Forgotten City

Quest'anno ho giocato per la prima volta
Alan Wake, quindi la scelta sarebbe dovuta essere scontata: la scrittura del titolo di
Remedy è semplicemente sublime. Tuttavia in questa categoria ho voluto premiare
The Forgotten City, titolo indie dello studio
Modern Storyteller, sia per dare a questo una maggiore visibilità che invece non serve ad
Alan Wake, sia perché il punto forte del titolo è rappresentato dalla perfetta amalgama trovata dagli sviluppatori tra gameplay e narrativa. Il primo è funzionale alla seconda, e viceversa. Scorporando il gameplay nudo e crudo dall’armonioso mix, questi non può che risultare limitato: il sistema di combattimento con l’arco è quanto di più rudimentale ci sia, e non dovremo fare altro che esplorare una mappa contenuta e parlare con degli npc. Ma se a queste meccaniche base aggiungiamo un comparto narrativo come quello strutturato dai ragazzi di
Modern Storyteller, non possiamo che apprezzarne la struttura. In poche parole, senza fare spoiler di nessun tipo, tanto da non accennare nulla nemmeno dell’incipit narrativo, il gioco ruota attorno alla meccanica del loop temporale, sempre più spesso usata nel nostro media preferito. Grazie a questo pretesto narrativo, tutto ciò che ruota attorno all’esplorazione, ai dialoghi e alla gestione dei rapporti con gli altri personaggi presenti nel gioco assume una nuova dimensione, che rende tutto dannatamente intrigante. Al perfetto mix ludo-narrativo che viene a crearsi, aggiungiamoci dei dialoghi sopraffini con dei personaggi caratterizzati in modo peculiare tanto che nel giro di poco tempo ricorderemo ogni minimo dettaglio della loro storia. Non aspettatevi un capolavoro eh, tuttavia il titolo dei ragazzi di
Modern Storyteller merita più di una chance di essere giocato e loro meritano più di un enorme plauso, ecco quindi perché ho voluto premiarlo.
Il Multitap (PS4/PS5)
It Takes Two
It Takes Two è il più bel gioco cooperativo che abbia mai giocato, tanto che lo considero un vero e proprio capolavoro, quindi la scelta in questa categoria è stata scontatissima. Pad alla mano, di base, è un platform action-adventure, ma verremo ripetutamente travolti dalla varietà delle situazioni di gioco che l’etichetta di genere risulta essere, in un certo senso, limitante. Non voglio rovinare la sorpresa a nessuno, quindi non farò riferimento a nessuna delle tantissime scelte di game design del gioco attorno a cui ruotano i magnifici livelli, sappiate solo che strabuzzerete più volte gli occhi perché sarete sempre più increduli e sorprendentemente esterrefatti. E pensate che tutte queste scelte a cui si fa riferimento si basano sulla cooperazione che richiede ulteriore maestria per quanto riguarda il bilanciamento delle azioni da far eseguire ad entrambi i giocatori. A tal proposito, voglio sottolineare come l’avventura dovrebbe essere giocata due volte perché i due protagonisti
Cody e
May sono molto diversificati. Da sottolineare che con una sola copia (digitale o fisica che sia) potrete invitare un amico della vostra lista amici con cui condividere l’avventura. Ovviamente solo chi ha acquistato il gioco ha il pieno controllo di tutto e l’amico invitato non può invitare a sua volta altri amici, ma è comunque un’ottima mossa
user-friendly. Meno
user-friendly però sono altre scelte, come ad esempio la totale assenza di matchmaking o l’impossibilità di portare avanti più partite con persone diverse, visto che esiste un solo slot di salvataggio. Insomma, l'ultima fatica di Fares e soci è un titolo talmente fatto bene che non riesco a trovare difetti veri e propri, per questo motivo ve lo consiglio caldamente, se avete qualcuno con cui condividere quest'esperienza, meglio ancora se questa persona è il vostro partner di vita.
L'Immortale (PS3)
Ratchet and Clank A Crack in Time

Quest'anno, a causa dell'uscita di
Ratchet and Clank Rift Apart, ho finalmente recuperato la saga (limitandomi a quella
Future, comunque) dell'improbabile duo nato dalle geniali menti dei ragazzi di
Insomniac. Era una mia grossa lacuna che finalmente ho colmato. Tra tutti i titoli della saga
Future, il mio preferito è stato
Ratchet and Clank A Crack in Time, che considero anche quello più
"importante" dato che secondo me è quello che ha fatto finalmente compiere il proverbiale
next step al franchise.
Rift Apart infatti prende tantissimo da lui, qualcosa da
Nexus e mixa tutto in un contesto più
"grosso", sfruttando in parte le potenzialità di PS5, tuttavia secondo me
A Crack in Time è ancora il punto più alto della serie, ed è anche il motivo per cui ho deciso di
"usare" lui per parlarvi della saga. Perché dico ciò? Principalmente perché la varietà di situazioni è straripante: ogni sezione è caratterizzata divinamente e ha la stessa cura del core ludico del pacchetto, rappresentato dagli scontri con le tantissime bocche da fuoco e dalle sezioni platform. Non esistono scelte di design collaterali, per spezzare la routine base, fatte peggio, esiste solo un unico pacchetto amalgamato alla perfezione, con un pacing eccellente che va a definire quello che è un prodotto quasi impeccabile dal punto di vista ludico. Il terzo capitolo uscito su PS3, insomma, è un titolo quasi perfetto, con pochi difetti e molto marginali, di contorno oserei dire. E' un titolo che fa divertire grazie ai suoi personaggi, ma soprattutto grazie al suo riuscitissimo mix ludico. Io l'ho amato e lo considero un capolavoro, per questo motivo lo consiglio a tutti.
Il Gaijin (NSW)
Hades

Ecco la prima ed unica paraculata dell'anno.
Hades io l'ho giocato su PS5, tuttavia considero la console ibrida di casa
Nintendo il suo ambiente ideale, data la natura veloce e frenetica delle
run. Fatta questa premessa, parliamo un po' del gioco. L'ultima fatica di
Supergiant Games, pad alla mano, è un gioco assuefante. Il gameplay è all’apparenza semplice, ma grazie alle varie armi, perks, oggetti e abilità temporanee riesce a incollare il giocatore allo schermo nel giro di un paio di minuti, e lo risucchia in un attimo nel vortice dell’
un’altra partita e poi smetto, soprattutto grazie alla possibilità di sperimentare e creare centinaia di build e di provare le varie sinergie. La struttura da rougelite fa il resto, regalando un senso di progressione e miglioramento delle abilità del giocatore e delle conoscenze del gioco che rappresenta di fatto l’elemento alla base del circolo virtuoso che si innesca fuga dopo fuga. Da segnalare che la
rigidità di alcune scelte di game design, che viene fuori nell’end-game, rende alcune situazioni artificiosamente ridondanti e ad alcuni tutto ciò potrebbe pesare. Tuttavia, il gameplay nudo e crudo e la struttura rougelite regalano al giocatore un'esperienza magnetica che amerà dall'inizio alla fine. Consigliato a tutti.
E questo è tutto! Non mi resta che lasciarvi la playlist delle videorecensioni che faccio sul mio canale YouTube, in caso vogliate un parere più completo sui titoli presenti in lista (e non solo):