Ufficiale Horror - saghe letterarie

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ho letto ma non parla di collezioni o altro, quindi suppongo non ci siano vari volumoni... dovrei prenderli uno a uno, smepre se li trovo...comunque sostanzialmente che tipo di genere horror fa?
Ci sarebbe la raccolta completa dei suoi racconti, in due edizioni differenti.

Comunque fa un horror basato molto sull'atmosfera, sul mistero: non aspettarti descrizioni dettagliate degli orrori che via via si incontrano nella lettura; lo stile di Lovecraft spesso è basato sull'immaginazione, senza rivelare dettagli precisi.

 
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Ci sarebbe la raccolta completa dei suoi racconti, in due edizioni differenti.
Comunque fa un horror basato molto sull'atmosfera, sul mistero: non aspettarti descrizioni dettagliate degli orrori che via via si incontrano nella lettura; lo stile di Lovecraft spesso è basato sull'immaginazione, senza rivelare dettagli precisi.

beh mi ispira, cercabo un horror "alla gdr"... //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png

e invece di altre scritture con i dettagli c'è nulla?

 
Io di Lovecraft ho letto...TUTTO :3

Dai racconti ai saggi, dai trattati di letteraura fantasy, al ciclo dei Miti di Cthulhu,

dalla sua primissima "prosa" (Lord Dunsey, Poe, Bloch, Howard) fino alla sua concezione definitiva di "ars letteraria", la sua forma più pura e incontaminata di "orrore" quella che di gran lunga lo ha fatto riconoscere, distinguere e celebrare poichè è stata una forma genuina, originale e unica : la cosmogonia senza tempo di orrori siderali che dimorano non nello spazio ma fra gli angoli di questo, imperdibile il suo Ciclo, se uno vuol conoscere davvero il vero Lovecraft, quello che in tempi non sospetti (anni 30) parlava di progenie aliene che si accoppiavano con donne, culti innominabili sparsi in tutto il mondo, feroci e sanguinari clan di autentici pazzi che celebrano riti orrendi nelle paludi della Louisiana, raccapriccianti feticci, comunità isolate maledette da linee di sangue blasfeme, esseri che scippano letteralmente il cervello agli umani per portalo fisicamente su un altro pianeta...ah...Lovecraft.

E badate bene eh, questo lo scrisse in un epoca in cui la "massima" paura era La mummia di Bloch o "La Maschera della morte Rossa" di Poe, fate i conti di quanto era avanguardista, eccezionale, genuino.

Lovecraft parlava di alieni, di razze stellari, di tomi maledetti, di occultismo, di tenaci professori che si immolavano per combattere quello che gli altri non potevano vedere, di intrepidi marinai e di esploratori che scoprivani ruderi antichissimi, Lemuria, Mu, Rylet'h.

Non a caso Lovecraft è l'ispiratore di migliaia di artisti, da registi come Carpenter e Corman, alla letteraura, Lumley, Clive Barker...migliaia.

Se Lovecraft non fosse mai esistito, ora non esisterebbe Stephen King, ve l'assicuro

Stephen King

 
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Io di Lovecraft ho letto...TUTTO :3Dai racconti ai saggi, dai trattati di letteraura fantasy, al ciclo dei Miti di Cthulhu,

dalla sua primissima "prosa" (Lord Dunsey, Poe, Bloch, Howard) fino alla sua concezione definitiva di "ars letteraria", la sua forma più pura e incontaminata di "orrore" quella che di gran lunga lo ha fatto riconoscere, distinguere e celebrare poichè è stata una forma genuina, originale e unica : la cosmogonia senza tempo di orrori siderali che dimorano non nello spazio ma fra gli angoli di questo, imperdibile il suo Ciclo, se uno vuol conoscere davvero il vero Lovecraft, quello che in tempi non sospetti (anni 30) parlava di progenie aliene che si accoppiavano con donne, culti innominabili sparsi in tutto il mondo, feroci e sanguinari clan di autentici pazzi che celebrano riti orrendi nelle paludi della Louisiana, raccapriccianti feticci, comunità isolate maledette da linee di sangue blasfeme, esseri che scippano letteralmente il cervello agli umani per portalo fisicamente su un altro pianeta...ah...Lovecraft.

E badate bene eh, questo lo scrisse in un epoca in cui la "massima" paura era La mummia di Bloch o "La Maschera della morte Rossa" di Poe, fate i conti di quanto era avanguardista, eccezionale, genuino.

Lovecraft parlava di alieni, di razze stellari, di tomi maledetti, di occultismo, di tenaci professori che si immolavano per combattere quello che gli altri non potevano vedere, di intrepidi marinai e di esploratori che scoprivani ruderi antichissimi, Lemuria, Mu, Rylet'h.

Non a caso Lovecraft è l'ispiratore di migliaia di artisti, da registi come Carpenter e Corman, alla letteraura, Lumley, Clive Barker...migliaia.

Se Lovecraft non fosse mai esistito, ora non esisterebbe Stephen King, ve l'assicuro

Stephen King
Ti voglio bene, ma proprio tantissimo

P.S.: dimmi che la citazione che hai in firma non è vera

 
beh mi ispira, cercabo un horror "alla gdr"... //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png
e invece di altre scritture con i dettagli c'è nulla?
Ci sono migliaia di precursori, contemporanei e successori.

Ogni anno leggo decine di scrittori (non per contratto eh) che imitano il suo mondo e donano leggi proprie al MITO di Cthulhu.

Anche la diceria, abbastanza comune e inesatta che Lovecraft non scendesse mai nel dettaglio a descrivere i suoi orrori è in parte da sfatare, Lovecraft era un ampolloso scribacchino, nei suoi racconti ci sono decine di descrizioni che danno esattamente la forma materiale ai suoi incubi (e ai nostri), in certe occasioni non si perdeva troppo ed era solito ridurre all'osso "La cosa strisciava verso di me, putrida e consumata da secoli di maledizioni"

Descrizioni di questa tipologia erano frequenti ma non erano una costante matematica : spesso Lovecraft descriveva nel dettaglio le sue orrende creazioni :

"erano cose rosate lunghe circa i metro e mezzo, dal tronco simile a quello di un gambero, la testa formata da un ammasso tentacolare e un paio di ali membranose simili..."
Ad ogni modo quello che cerchi, e cioè una versione "GDR" di Call of Cthulhu l'hanno fatta..ed è estremamente **** ed appassionante.

LA SAGA DI TITUS CROW di Brian Lumley (ferma al secondo volume in ita...ti avviso ç_ç) che combina incantesimi, sparatorie, assalti di Grandi Antichi e roba alla Indiana Jones...suona male ma è dannatamente avvincente.

Visualizza allegato 85703

 
Ti voglio bene, ma proprio tantissimo
P.S.: dimmi che la citazione che hai in firma non è vera
Anche io te ne voglio, ogni cultista ha la mia benedizione.

E' vera, l'ha scritta Iga...il giorno stesso del trailer di Castlevania : Mirror of Fate...i MI-GO il cervello gliel'hanno già scippato.

Allego la versione ITA del libro, manco a dirlo è a dir poco introvabile eh ma cercando bene...lo si può leggere.

http://www.uraniamania.com/index.php

 
Io di Lovecraft ho letto...TUTTO :3Dai racconti ai saggi, dai trattati di letteraura fantasy, al ciclo dei Miti di Cthulhu,

dalla sua primissima "prosa" (Lord Dunsey, Poe, Bloch, Howard) fino alla sua concezione definitiva di "ars letteraria", la sua forma più pura e incontaminata di "orrore" quella che di gran lunga lo ha fatto riconoscere, distinguere e celebrare poichè è stata una forma genuina, originale e unica : la cosmogonia senza tempo di orrori siderali che dimorano non nello spazio ma fra gli angoli di questo, imperdibile il suo Ciclo, se uno vuol conoscere davvero il vero Lovecraft, quello che in tempi non sospetti (anni 30) parlava di progenie aliene che si accoppiavano con donne, culti innominabili sparsi in tutto il mondo, feroci e sanguinari clan di autentici pazzi che celebrano riti orrendi nelle paludi della Louisiana, raccapriccianti feticci, comunità isolate maledette da linee di sangue blasfeme, esseri che scippano letteralmente il cervello agli umani per portalo fisicamente su un altro pianeta...ah...Lovecraft.

E badate bene eh, questo lo scrisse in un epoca in cui la "massima" paura era La mummia di Bloch o "La Maschera della morte Rossa" di Poe, fate i conti di quanto era avanguardista, eccezionale, genuino.

Lovecraft parlava di alieni, di razze stellari, di tomi maledetti, di occultismo, di tenaci professori che si immolavano per combattere quello che gli altri non potevano vedere, di intrepidi marinai e di esploratori che scoprivani ruderi antichissimi, Lemuria, Mu, Rylet'h.

Non a caso Lovecraft è l'ispiratore di migliaia di artisti, da registi come Carpenter e Corman, alla letteraura, Lumley, Clive Barker...migliaia.

Se Lovecraft non fosse mai esistito, ora non esisterebbe Stephen King, ve l'assicuro

Stephen King
Non sono d'accordo. La "paura" nei racconti di Poe è qualcosa di "intimo"/psicologico mentre quella di Lovecraft nel ciclo di Cthulhu(sopratutto negli ultimi racconti) è molto più materiale. Nella raccolta di racconti della Mondadori nell'introduzione de Alle montagne della follia Lippi scrive che quello che fa paura non sono gli shoggoth o gli antichi ma la descrizione del polo , della città e del miraggio. Ed è vero. Quando Lovecraft descrive ambienti ecc i suoi racconti meritano . Il problema nasce quando cerca di raccontare una storia di strane creature(per esempio la parte centrale de alle montagne della follia non mi è piaciuto). Per quel che mi riguarda reputo Poe molto superiore a Lovecraft quando si parla di "paura".

 
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Io di Lovecraft ho letto...TUTTO :3Dai racconti ai saggi, dai trattati di letteraura fantasy, al ciclo dei Miti di Cthulhu,

dalla sua primissima "prosa" (Lord Dunsey, Poe, Bloch, Howard) fino alla sua concezione definitiva di "ars letteraria", la sua forma più pura e incontaminata di "orrore" quella che di gran lunga lo ha fatto riconoscere, distinguere e celebrare poichè è stata una forma genuina, originale e unica : la cosmogonia senza tempo di orrori siderali che dimorano non nello spazio ma fra gli angoli di questo, imperdibile il suo Ciclo, se uno vuol conoscere davvero il vero Lovecraft, quello che in tempi non sospetti (anni 30) parlava di progenie aliene che si accoppiavano con donne, culti innominabili sparsi in tutto il mondo, feroci e sanguinari clan di autentici pazzi che celebrano riti orrendi nelle paludi della Louisiana, raccapriccianti feticci, comunità isolate maledette da linee di sangue blasfeme, esseri che scippano letteralmente il cervello agli umani per portalo fisicamente su un altro pianeta...ah...Lovecraft.

E badate bene eh, questo lo scrisse in un epoca in cui la "massima" paura era La mummia di Bloch o "La Maschera della morte Rossa" di Poe, fate i conti di quanto era avanguardista, eccezionale, genuino.

Lovecraft parlava di alieni, di razze stellari, di tomi maledetti, di occultismo, di tenaci professori che si immolavano per combattere quello che gli altri non potevano vedere, di intrepidi marinai e di esploratori che scoprivani ruderi antichissimi, Lemuria, Mu, Rylet'h.

Non a caso Lovecraft è l'ispiratore di migliaia di artisti, da registi come Carpenter e Corman, alla letteraura, Lumley, Clive Barker...migliaia.

Se Lovecraft non fosse mai esistito, ora non esisterebbe Stephen King, ve l'assicuro

Stephen King
ti adoro mi hai isiprato un casino //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png :D beh la parte che hai appena scritto, si rivolge a quale ciclo di libri di lovecraft?

Ci sono migliaia di precursori, contemporanei e successori.Ogni anno leggo decine di scrittori (non per contratto eh) che imitano il suo mondo e donano leggi proprie al MITO di Cthulhu.

Anche la diceria, abbastanza comune e inesatta che Lovecraft non scendesse mai nel dettaglio a descrivere i suoi orrori è in parte da sfatare, Lovecraft era un ampolloso scribacchino, nei suoi racconti ci sono decine di descrizioni che danno esattamente la forma materiale ai suoi incubi (e ai nostri), in certe occasioni non si perdeva troppo ed era solito ridurre all'osso "La cosa strisciava verso di me, putrida e consumata da secoli di maledizioni"

Descrizioni di questa tipologia erano frequenti ma non erano una costante matematica : spesso Lovecraft descriveva nel dettaglio le sue orrende creazioni :

Ad ogni modo quello che cerchi, e cioè una versione "GDR" di Call of Cthulhu l'hanno fatta..ed è estremamente **** ed appassionante.

LA SAGA DI TITUS CROW di Brian Lumley (ferma al secondo volume in ita...ti avviso ç_ç) che combina incantesimi, sparatorie, assalti di Grandi Antichi e roba alla Indiana Jones...suona male ma è dannatamente avvincente.

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mmm capisco, insomma uscirà un libro ogni due anni //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/fyebr8.gif comunque tornando sul discorso, devo dire che mi hai citato qualche frase descrittiva e direi che mi gusta assai.... resta sempre la domanda di qualche post fa, il ciclo di cthulhu quanti libri/racconti comprende?? è tutto un filone logico o sono storie a sè?? reperibilità??? grazie mille //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/smile.png

 
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ti adoro mi hai isiprato un casino //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png :D beh la parte che hai appena scritto, si rivolge a quale ciclo di libri di lovecraft?


mmm capisco, insomma uscirà un libro ogni due anni //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/fyebr8.gif comunque tornando sul discorso, devo dire che mi hai citato qualche frase descrittiva e direi che mi gusta assai.... resta sempre la domanda di qualche post fa, il ciclo di cthulhu quanti libri/racconti comprende?? è tutto un filone logico o sono storie a sè?? reperibilità??? grazie mille //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/smile.png
Per sapere di quali racconti di compone ti rimando alla pagina Wikipedia del ciclo, linkata nella pagina precedente. Se non ricordo male (devo rileggerli l'opera completa di Lovecraft) sono storie praticamente a sè stanti ma unite da un filo logico di fondo

 
Tutti i Mammuth dovrebbero avere lo stesso problema: la traduzione. Però se non sbaglio è rilegato e per un libro di 1000 pagine questo è un bene.

 
Tutti i Mammuth dovrebbero avere lo stesso problema: la traduzione. Però se non sbaglio è rilegato e per un libro di 1000 pagine questo è un bene.
Meh, allora vedo se trovo magari qualche edizione del genere (magari tipo la Mondadori di Lovecraft)

 
Non sono d'accordo. La "paura" nei racconti di Poe è qualcosa di "intimo"/psicologico mentre quella di Lovecraft nel ciclo di Cthulhu(sopratutto negli ultimi racconti) è molto più materiale. Nella raccolta di racconti della Mondadori nell'introduzione de Alle montagne della follia Lippi scrive che quello che fa paura non sono gli shoggoth o gli antichi ma la descrizione del polo , della città e del miraggio. Ed è vero. Quando Lovecraft descrive ambienti ecc i suoi racconti meritano . Il problema nasce quando cerca di raccontare una storia di strane creature(per esempio la parte centrale de alle montagne della follia non mi è piaciuto). Per quel che mi riguarda reputo Poe molto superiore a Lovecraft quando si parla di "paura".
In realtà è una concezione abbastanza comune e abbastanza sbagliata la presunta intimità della prosa di POE rispetto a quella "materiale" di Lovecraft, tenendo ben presente che su ognuno lo stesso fenomeno lavora in maniera diversa. Da diversi anni leggo molta saggistica su Lovecraft, una mole sconsiderata ed immensa di pubblicazioni che sviscerano, spiegano (in alcuni casi) ogni singolo aspetto di Lovecraft, l'uomo e lo scrittore, prima di essere il babbo di Cthulhu e delle aberrazioni che generava.

Come dire che, arrivati ad un certo punto, dopo aver letto, più volte, tutto il materiale di uno dei più grandi scrittori americani mai vissuti, (anche se io lo considero un eccentrico inglese impiantato nel corpo di un americano medio)

i polipi, le stelle buie, il grande segno degli Antichi e Abdul Al-Alzharead, hanno iniziato ad interessarmi un pochino meno, sentivo che in fondo al pozzo ci stava qualcos'altro...quello che volevo era CAPIRE (perché di capire, essenzialmente si tratta) cosa si celava "dietro il sipario" di Lovecraft, scrittore di incubi extrastellari e sperdute comunità montane.

Cosa si agitava nella sua mente, cosa generavano i suoi pensieri e se i suoi racconti erano forbite ed ermetiche storie che in realtà conservavano due differenti gradi di lettura, uno superficiale, affascinante che conquista grazie alla sua originalità, alla sua prosa scritta alla sua inventiva, e uno più nascosto, più difficile da decifrare, semi-invisibile, eppure esistente, che colpisce mille volte più forte quando lo si riesce ad "estrarre" dal racconto in questione.

In Italia c'è un gruppo di appassionati, persone a dir poco competenti su Lovecraft che ogni hanno, quasi come una sorta di piccola setta bibliofila, lontana dalle grandi luci delle pubblicazioni, pubblicano libri esclusivamente in numero limitato, sul quale appiono saggi, trattati accademici, comparsate di migliaia di "nomi famosi", e, naturalmente (grazie al biografo ufficiale di Lovecraft, vivente) una parte enorme della sua corrispondenza privata.

E' bizzarro che in una lettera, indirizzata a nientemeno che R.E. Howard (amico e il creatore di Conan il Barbaro) egli scrisse "Non sono sicuro che i miei scritti saranno mai capiti e assimilati correttamente, resteranno sempre favole colme di incubi anziché panorami umani di desolazione e miseria" (o una cosa simile)

Visualizza allegato 85918

Ci sono chiavi interpretative di Lovecraft che nemmeno il suo pubblico ha mai realizzato di leggere, lessi tempo fa un saggio, si tratta di un lungo studio critico sul racconto “The Dunwich Horror” (il titolo è “Menzogna e Persecuzione nell’Orrore di Dunwich di H. P. Lovecraft”)

scritto a quattro mani da Giacomo Bencistà e Andrea Becherini. Il libro analizza in maniera competente, utilizzando gli strumenti offerti dalla semiologia, storia, personaggi, ambienti e retroscena della famosa novella di H. P. Lovecraft. E’ il primo studio, a livello mondiale, davvero esaustivo su un singolo racconto dello scrittore di Providence, e siamo lieti di presentarlo come apripista di una collana di volumetti che saranno pubblicati dalla nostra piccola casa editrice.
Quindi, riassumendo : Lovecraft attraverso una vena fantastica racconta l'orrore della realtà esattamente quanto un Cèline, un Kafka o un Dostojevski.

Eppure questo non gli viene attribuito e mai glielo sarà.

Si pensa ai poliponi dei suoi racconti, ai mostroni e alle altre "puttanate", Necronomicon in primis, di cui infarciva i suoi racconti, strabordanti attrazioni turistiche che in realtà altro non erano che un espediente geniale per come dico io "eludere la sorveglianza", scardinando volutamente, nel lettore più conservatore e critico, ogni convinzione di prenderlo sul serio, derubandolo della chiave necessaria per entrare nei suoi racconti.

La pretesa di voler passare inosservato ad ogni costo, è d'ltronde una componente fondamentale cos'ì come la sua partita con la vita.

In realtà il mal du vivre di Lovecraft è assoluto.

:morris82:

 
In realtà è una concezione abbastanza comune e abbastanza sbagliata la presunta intimità della prosa di POE rispetto a quella "materiale" di Lovecraft, tenendo ben presente che su ognuno lo stesso fenomeno lavora in maniera diversa. Da diversi anni leggo molta saggistica su Lovecraft, una mole sconsiderata ed immensa di pubblicazioni che sviscerano, spiegano (in alcuni casi) ogni singolo aspetto di Lovecraft, l'uomo e lo scrittore, prima di essere il babbo di Cthulhu e delle aberrazioni che generava.
Come dire che, arrivati ad un certo punto, dopo aver letto, più volte, tutto il materiale di uno dei più grandi scrittori americani mai vissuti, (anche se io lo considero un eccentrico inglese impiantato nel corpo di un americano medio)

i polipi, le stelle buie, il grande segno degli Antichi e Abdul Al-Alzharead, hanno iniziato ad interessarmi un pochino meno, sentivo che in fondo al pozzo ci stava qualcos'altro...quello che volevo era CAPIRE (perché di capire, essenzialmente si tratta) cosa si celava "dietro il sipario" di Lovecraft, scrittore di incubi extrastellari e sperdute comunità montane.

Cosa si agitava nella sua mente, cosa generavano i suoi pensieri e se i suoi racconti erano forbite ed ermetiche storie che in realtà conservavano due differenti gradi di lettura, uno superficiale, affascinante che conquista grazie alla sua originalità, alla sua prosa scritta alla sua inventiva, e uno più nascosto, più difficile da decifrare, semi-invisibile, eppure esistente, che colpisce mille volte più forte quando lo si riesce ad "estrarre" dal racconto in questione.

In Italia c'è un gruppo di appassionati, persone a dir poco competenti su Lovecraft che ogni hanno, quasi come una sorta di piccola setta bibliofila, lontana dalle grandi luci delle pubblicazioni, pubblicano libri esclusivamente in numero limitato, sul quale appiono saggi, trattati accademici, comparsate di migliaia di "nomi famosi", e, naturalmente (grazie al biografo ufficiale di Lovecraft, vivente) una parte enorme della sua corrispondenza privata.

E' bizzarro che in una lettera, indirizzata a nientemeno che R.E. Howard (amico e il creatore di Conan il Barbaro) egli scrisse "Non sono sicuro che i miei scritti saranno mai capiti e assimilati correttamente, resteranno sempre favole colme di incubi anziché panorami umani di desolazione e miseria" (o una cosa simile)

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Ci sono chiavi interpretative di Lovecraft che nemmeno il suo pubblico ha mai realizzato di leggere, lessi tempo fa un saggio, si tratta di un lungo studio critico sul racconto “The Dunwich Horror” (il titolo è “Menzogna e Persecuzione nell’Orrore di Dunwich di H. P. Lovecraft”)

Quindi, riassumendo : Lovecraft attraverso una vena fantastica racconta l'orrore della realtà esattamente quanto un Cèline, un Kafka o un Dostojevski.

Eppure questo non gli viene attribuito e mai glielo sarà.

Si pensa ai poliponi dei suoi racconti, ai mostroni e alle altre "puttanate", Necronomicon in primis, di cui infarciva i suoi racconti, strabordanti attrazioni turistiche che in realtà altro non erano che un espediente geniale per come dico io "eludere la sorveglianza", scardinando volutamente, nel lettore più conservatore e critico, ogni convinzione di prenderlo sul serio, derubandolo della chiave necessaria per entrare nei suoi racconti.

La pretesa di voler passare inosservato ad ogni costo, è d'ltronde una componente fondamentale cos'ì come la sua partita con la vita.

In realtà il mal du vivre di Lovecraft è assoluto.

:morris82:
mi sta incuriosendo e attraendo lovecraft diamineeeee... ma allora devo basarmi su quel listone di racconti su wikipedia per quanto riguarda cthulhu??? e nessuno sa se sono reperibili?

 
In realtà è una concezione abbastanza comune e abbastanza sbagliata la presunta intimità della prosa di POE rispetto a quella "materiale" di Lovecraft, tenendo ben presente che su ognuno lo stesso fenomeno lavora in maniera diversa. Da diversi anni leggo molta saggistica su Lovecraft, una mole sconsiderata ed immensa di pubblicazioni che sviscerano, spiegano (in alcuni casi) ogni singolo aspetto di Lovecraft, l'uomo e lo scrittore, prima di essere il babbo di Cthulhu e delle aberrazioni che generava.
Come dire che, arrivati ad un certo punto, dopo aver letto, più volte, tutto il materiale di uno dei più grandi scrittori americani mai vissuti, (anche se io lo considero un eccentrico inglese impiantato nel corpo di un americano medio)

i polipi, le stelle buie, il grande segno degli Antichi e Abdul Al-Alzharead, hanno iniziato ad interessarmi un pochino meno, sentivo che in fondo al pozzo ci stava qualcos'altro...quello che volevo era CAPIRE (perché di capire, essenzialmente si tratta) cosa si celava "dietro il sipario" di Lovecraft, scrittore di incubi extrastellari e sperdute comunità montane.

Cosa si agitava nella sua mente, cosa generavano i suoi pensieri e se i suoi racconti erano forbite ed ermetiche storie che in realtà conservavano due differenti gradi di lettura, uno superficiale, affascinante che conquista grazie alla sua originalità, alla sua prosa scritta alla sua inventiva, e uno più nascosto, più difficile da decifrare, semi-invisibile, eppure esistente, che colpisce mille volte più forte quando lo si riesce ad "estrarre" dal racconto in questione.

In Italia c'è un gruppo di appassionati, persone a dir poco competenti su Lovecraft che ogni hanno, quasi come una sorta di piccola setta bibliofila, lontana dalle grandi luci delle pubblicazioni, pubblicano libri esclusivamente in numero limitato, sul quale appiono saggi, trattati accademici, comparsate di migliaia di "nomi famosi", e, naturalmente (grazie al biografo ufficiale di Lovecraft, vivente) una parte enorme della sua corrispondenza privata.

E' bizzarro che in una lettera, indirizzata a nientemeno che R.E. Howard (amico e il creatore di Conan il Barbaro) egli scrisse "Non sono sicuro che i miei scritti saranno mai capiti e assimilati correttamente, resteranno sempre favole colme di incubi anziché panorami umani di desolazione e miseria" (o una cosa simile)

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Ci sono chiavi interpretative di Lovecraft che nemmeno il suo pubblico ha mai realizzato di leggere, lessi tempo fa un saggio, si tratta di un lungo studio critico sul racconto “The Dunwich Horror” (il titolo è “Menzogna e Persecuzione nell’Orrore di Dunwich di H. P. Lovecraft”)

Quindi, riassumendo : Lovecraft attraverso una vena fantastica racconta l'orrore della realtà esattamente quanto un Cèline, un Kafka o un Dostojevski.

Eppure questo non gli viene attribuito e mai glielo sarà.

Si pensa ai poliponi dei suoi racconti, ai mostroni e alle altre "puttanate", Necronomicon in primis, di cui infarciva i suoi racconti, strabordanti attrazioni turistiche che in realtà altro non erano che un espediente geniale per come dico io "eludere la sorveglianza", scardinando volutamente, nel lettore più conservatore e critico, ogni convinzione di prenderlo sul serio, derubandolo della chiave necessaria per entrare nei suoi racconti.

La pretesa di voler passare inosservato ad ogni costo, è d'ltronde una componente fondamentale cos'ì come la sua partita con la vita.

In realtà il mal du vivre di Lovecraft è assoluto.

:morris82:
Non ho letto nessun saggio su Lovecraft e sinceramente per ora non mi interessa farlo ma alcune affermazioni mi sembrano eccessive //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif Nella raccolta della mondadori in una lettera di LOvecraft indirizzata a nonmiricordochi riferita a nonricordoqualeracconto scrive che il suo obiettivo è semplicemente voler far provare al lettore le sensazioni che lui provava davanti a una vista mozzafiato. Però se questi saggi mi faranno cambiare idea ben venga. Inoltre , volendo, ognuno può trovare le interpretazioni più strane/idiote se vuole. Per capire veramente quello che voleva esprimere uno scrittore bisogna leggere la sua idea di arte ecc. Per Lovecraft secondo me bisognerebbe leggere le sue lettere e sinceramente il male di vivere non mi sembra un tema che Lovecraft volesse affrontare. Riguardo a Poe non mi riferivo alla prosa ma proprio alle storie raccontate che hanno chiaramente qualcosa di più "profondo" da dire. Quello che appunto fa Lovecraft in L'estraneo.

 
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non per essere fuori tono, ma i libri di lovecraft di cosa trattano? sono solo romanzi horror?

 
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