Ufficiale Horror - saghe letterarie

  • Autore discussione Autore discussione €do
  • Data d'inizio Data d'inizio
ufficiale
Pubblicità
Io ho letto tutto di Poe, è uno dei miei autori preferiti!Eccezionali nei racconti, buono anche come poeta... e anche la sua vita personale è molto interessante //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
per curiosità,quali sono stati i racconti che ti sono piaciuti di più?//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png

 
per curiosità,quali sono stati i racconti che ti sono piaciuti di più?//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png
E' passato molto tempo, quindi cito giusto qualche titolo, andando sull'impressione che ricordo di averne avuto...

Berenice, Eleonora, Il pozzo e il pendolo, Cuore rivelatore, La caduta di casa Usher, The masque of Red Death (non ricordo la traduzione italiana del titolo), William Wilson, Il gatto nero.

E anche se è una poesia, "Il corvo" merita una menzione speciale sempre e comunque :stema:

 
amo poe e l'ho letto anch'io grazie al mammuth, comprato diversi anni fa. di tanto in tanto mi diverte aprire il volume a caso e leggere il primo racconto che viene fuori, è una cosa che mi piace troppo. amo il suo stile un po' arcaico, l'aria di nobiltà decaduta, capace di trasportarmi indietro nel tempo sino a un secolo e mezzo fa nel momento stesso in cui comincio a leggere. le sensazioni e la paure ancestrali così efficacemente indotte.

il mio racconto preferito è senza dubbio the man of the crowd (l'uomo della folla), uno dei suoi racconti più brevi, colpevolmente letto solo qualche mese fa. se penso che per così tanto tempo avevo ignorato un capolavoro del genere, mentre lui era sempre stato lì, sulla mensola, non so proprio come giustificarmi. ma forse sta anche in questo il suo genio: leggerlo e rileggerlo e non smettere mai di scoprire una tale bellezza, anche tra le pagine più nascoste.

 
Ultima modifica da un moderatore:
Bella analisi! Devo comprare il mammut, dai vostri pareri sembra che sia completo.

Nessuno che ha letto il racconto il corvo?

Inviato dal mio GT-I8260 utilizzando Tapatalk

 
La poesia, pardon.

Inviato dal mio GT-I8260 utilizzando Tapatalk

 
La poesia, pardon.
Inviato dal mio GT-I8260 utilizzando Tapatalk
questa ? XD

https://it-it.facebook.com/video/video.php?v=134472489941993

(la voce di Tonino Accola fa davvero venire i brividi)

a parte gli scherzi è un classico, ecco il testo:

Mentre, debole e stanco, verso la mezzanotte

scorrea d’antico libro pagine strane e dotte

sonnecchiando, ad un tratto come un picchio ascoltai,

un lieve, un gentil picchio de la mia stanza all’uscio.

- E` qualcuno che picchia de la mia stanza all’uscio,

e non altro, – pensai.

Ricordo. Era il dicembre freddo, e ogni tizzo lento

si spegnea disegnando l’ombra sul pavimento.

Il dì solo anelavo – dacchè invano cercai

oblio nei libri al duolo per la morta Leonora –

per te, raggiante vergine, che in ciel chiaman Leonora,

e qui nome non hai.

E il triste incerto fremito de le rosse cortine

tema ignota e fantastica m’incutea senza fine,

sì che, a calmare i battiti del cuore, io mi levai;

indi: – E` qualcun che picchia de la mia stanza all’uscio,

qualcun che varcar vuole de la mia stanza l’uscio,

non altro, – mormorai.

Calmato allor lo spirito, senza esitare ancora:

- Da voi perdono imploro, signor – dissi – o signora;

ma il fatto è che dormivo, e voi pur piano assai

picchiaste, così lieve della mia stanza a l’uscio,

che avervi udito appena mi pare. – Ed aprii l’uscio;

ma sol bujo trovai.

Dubbio e timor nel bujo m’assalsero, e stupito

restai, sogni seguendo che mai uomo ha seguito;

ma ognor silenzio e tenebre intorno a me scrutai,

sol bisbigliossi un motto, il nome di Leonora!

Lo dissi io stesso, e l’eco rimormorò: Leonora!

Sol questo e nulla mai.

Tornando nella camera con lo spirito agitato,

ecco il picchio ripetersi d’un tratto e più spiccato.

- Oh! certo è a la finestra che battono, – esclamai, -

è là, su la persiana; scopriamo un tal mistero…

tregua un istante, o cuore; scopriamo un tal mistero…

Sarà il vento, – pensai.

A spalancar le imposte mossi, e, agitando l’ale,

entrò un bel corvo antico in aria trionfale.

Non fe’ saluto alcuno, arrestossi mai,

finché, come un padrone, posò lì sopra l’uscio,

di Pallade su un busto, proprio lì sopra a l’uscio.

Fermossi e l’osservai.

E allor lassù mirando quel nero uccello assiso,

il suo grave contegno mi diè lieve un sorriso.

- Rasa hai la cresta, – dissi, – ma un vinto non sarai.

Corvo spettral che vieni tristo dai regni bui,

parla, qual’ è il tuo nome, laggiù nei regni bui?

E il corvo: Non più mai!

Gran meraviglia io m’ebbi quell’uccello ad udire,

benché il motto sì incerto poco volesse dire;

ma pur quella fantastica parvenza io l’accettai,

poiché vedea l’uccello giù, al di sopra dell’uscio,

bestia o uccello, sul busto giù al di sopra dell’uscio,

col nome: Non più mai!

Ma non disse oltre il corvo, fermo sul busto e assorto,

come se pronunziando quel motto ei fosse morto.

Nulla s’intese, e alcuna piuma non mosse mai,

infin ch’io ripetei: – Altri fuggiron via;

ei pur n’andrà siccome le mie speranze via.

E l’uccello: Non mai!

Atterrito da l’arida risposta così adatta:

- Oh, senza dubbio – dissi – d’un corvo qui si tratta,

al quale un infelice padron stretto ne’ guai,

cantando con le lugubri nenie le sue meschine

speranze, in ritornello avrà insegnato alfine

quel triste: Non più mai!

E poiché l’alma al riso moveami ancor l’aspetto

del corvo, il seggiolone volsi a lui dirimpetto,

e tosto dietro a innumeri fantasie mi lanciai

per saper che volesse quel triste antico uccello,

quello sgraziato e magro, spettrale antico uccello

dir con il suo Non mai!

Così fantasticando stetti, senza parlare;

ma dai suoi occhi il cuore io mi sentia bruciare;

un pezzo stetti, e il capo sul velluto appoggiai

del sedil, che la lampada irradiava da l’alto,

la violacea stoffa irradiata da l’alto,

ch’Ella ha lasciato ormai.

Allor dei passi d’angeli udir mi parve e denso

L’aere intorno farsi d’indivisibile incenso.

- Malvagio, a mezzo d’angeli ti manda Iddio, – gridai –

riposo da le assidue memorie di Leonora;

bevi l’oblio, dimentica la perduta Leonora!

Disse il corvo: Non mai!

Profeta, – io feci, – e sempre tal, sia uccello o infido

spettro, ti spinga l’Erebo o la tempesta al lido, –

tu che su questa terra desolata ten vai,

per la mia tetra casa; dimmi schietto, t’imploro:

v’è pace almeno in Galaad?…dimmi, dimmi, t’imploro!

E il corvo: Non più mai!

Profeta – io ripetetti, – sia uccello o spettro errante –

Dimmi, pel *** che adori, per quel ciel scintillante:

potrà in un Eden lunge l’anima triste assai

trovar la dolce vergine che chiamano Leonora,

la vergine che gli angeli ora chiaman Leonora?

Disse il corvo: Più mai!

Demone o uccello, parti, – proruppi allora, – ai boschi

torna, fra le tempeste, di Pluto ai regni foschi,

né una penna in ricordo di quel che detto or hai

resti! a la solitudine mi lascia, e sgombra via

dal busto! Oh, il becco levami dal core, e sgombra via!

Disse il corvo: Non mai!

E là, senza più muoversi, rimane esso a guardare,

fermo sul busto pallido, de l’uscio al limitare.

Sembrano di sognante demoni gli occhi, e i rai

del lume ognor disegnano l’ombra sul pavimento,

né l’alma da quell’ombra lunga sul pavimento

sarà libera mai!
 
Ricordo quella scena XD

Io la lessi in lingua originale ed era spettacolare ancora di più

Inviato dal mio GT-I8260 utilizzando Tapatalk

 
La poesia "Il corvo" è una delle mie preferite e sicuramente in lingua originale..rende di più!

 
Bella analisi! Devo comprare il mammut, dai vostri pareri sembra che sia completo. Nessuno che ha letto il racconto il corvo?

Inviato dal mio GT-I8260 utilizzando Tapatalk
Io, una delle mie opere preferite di Poe in assoluto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png

Angosciante, misteriosa, ambigua... uno dei migliori lavori dell'autore. In inglese rende mille volte meglio, ovviamente //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

Comunque, i mammuth sono l'edizione italiana più completa, contengono tutti i racconti, tutte le poesie (con tanto di testo inglese a fronte), Gordon Pym (l'unico "romanzo" di Poe), e anche un'opera teatrale incompiuta, il "Poliziano".

 
Siete delle cattive persone, ho appena comprato il mammuth //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/1.gif

//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/Predicatore.gif//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
 
Questo lo conoscete? Mi tenta parecchio //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

h.p.-lovecraft-da-altrove-e-altri-racconti-cover.jpg


Cinque inquietanti racconti di H.P. Lovecraft, il Maestro di Providence, adattati a fumetti, una prefazione e una postfazione.

Questo, in sintesi presenta il volume H.P. Lovecraft — Da altrove e altri racconti, scritto e disegnato da Erik Kriek.

La prima domanda che ci si pone davanti a tutti i tentativi di visualizzazione del parto della mente di Lovecraft è come i media che fanno dell'esplicitamente visivo possano adattare delle opere che fanno del nascosto, del celato anche visivamente, la loro ragione di essere.

Una seconda domanda è relativa al come le narrazioni che puntano a raccontare storie possano affrontare le non narrazioni di Lovecraft.

Sono due motivi forti che hanno sempre portato ad adattamenti molto personali delle opere lovecraftiane al cinema e fumetto. Non ci può essere fedeltà a un media originale così sfuggente alle categorizzazioni dell'intrattenimento e al suo linguaggio.

Il fumetto ha ormai quella maturità che gli consente di non essere più definito "un genere" bensì un mezzo espressivo, pertanto ormai, ma non da oggi, non sfugge a sperimentazioni anche ardite.

In questo caso il lavoro di Erik Kriek punta all'adattamento al linguaggio fumettistico più vicino a quello delle riviste pulp dove Lovecraft pubblicò i suoi racconti, ossia i pulp della E.C. Comics.

Kriek sceglie il bianco e nero, con forti chiariscuri per evidenziare la cupa oscurità che avvolge i protagonisti e gli ambienti. Il cielo costruito con retini spessi porta in una dimensione estraniante e opprimente.

La costruzione della tavola è sempre narrativa, non siamo davanti a mere illustrazioni di sequenze di racconto, bensì a una vera e propria narrazione che integra immagini e testo.

Dopo l'introduzione e le spiegazioni di rito dello stesso autore, il primo racconto è L'estraneo, raccontato in prima persona mediante l'uso delle didascalie e del punto di vista soggettivo del protagonista.

Il racconto non fa parte del ciclo di Cthulhu, ma è uno dei più famosi dell'autore. Se non conoscete il racconto vi consiglio prima di andarlo a leggere nella sua forma letteraria, pena rovinarvi il senso di spiazzamento che il suo finale comporta. Questo adattamento non avrà sorprese forse, ma come consigliare la lettura del fumetto al posto di quella di un vero e proprio capolavoro?

L'adattamento non demerita. Però il confronto è impari.

Anche Il colore venuto dallo spazio è un racconto famosissimo. Pur tuttavia questo adattamento è godibile in modo autonomo. Poiché è tutto già atteso in un certo senso, posso sicuramente dirvi che leggere il fumetto non vi rovinerà la lettura successiva del racconto. Tra i racconti adattati, è quello che meno soffre a mio avviso della visualizzazione dei concetti. Non essendoci un vero e proprio "mostro", non soffre di quel pericolo di azzeramento dell'incredulità che può dare una visione troppo semplicistica di quanto la parola scritta ha evocato.

Dagon è il primo racconto del ciclo di Cthulhu. Il secondo che l'autore pubblicò su Weird Tales. Prototipo di un certo genere di racconti dove il protagonista si trova davanti all'inconsueto suo malgrado e si rifugia nella pazzia o nel suicidio come difesa finale. Nonostante la forza evocativa delle immagini scelte per raccontare la vicenda, è proprio l'esplicita visualizzazione del mostro che delude. Se l'orrore è cosi inimmaginabile da portare alla pazzia, noi lettori non lo possiamo e dobbiamo vedere.

Anche Da Altrove non soffre della esplicita visualizzazione dei concetti. Anzi con il suo essere al confine tra fantascienze e weird, la resa concettuale dei macchinari con il visivo del pulp anni '50 non è privo di fascino.

Il migliore dei racconti del volume è La Maschera di Insmouth. Ha tutti i tempi giusti e le scelte visuali giuste per riuscire a costruire l'atmosfera di orrore crescente che avvolge il protagonista e il lettore. Anche la resa visiva del Grande Cthulhu è convincente. Da solo varrebbe l'ottimo giudizio sul'antologia.
Fonte

 
Non riesco a trovare da nessuna parte l'ultimo libro dell'edizione mondadori, quella "tutti i racconti xxxx-yyyy". :bah!: mannaggia

 
Pubblicità
Pubblicità
Indietro
Top