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Quant'è che diedero al dinamico Death Stranding?Ho qualche perplessità sulla recensione di Spazio.
Viene fatta pesare l'esperienza molto lenta. Il punto è che non si tratta di una meccanica poco riuscita (e anzi, queste vengono ben lodate dal recensore) o in generale un aspetto poco curato del titolo, ma è bensì un principio cardine su cui si fonda l'esperienza e sul quale Warhorse ha puntato (come lo era nel primo capitolo). Il realismo sia nel pacing e sia nel combattimento, vengono visti come un parziale difetto, andando a sottolineare come questo è un elemento ben visto solo da chi cerca "realismo ad ogni costo" o "gli amanti dello slow gaming"...ma come fa ad essere un difetto se centra il suo target realizzativo e di utenza. Oppure, come si può definire un difetto, tanto da "oggettivarlo", se lo stesso non lo è per molti (moltissimi). E' come criticare l'iper realismo di un simulatore di guida che targetta una precisa utenza.
E poi ok, facendo un po' la parte dell'avvocato del diavolo: anche parlare di scenari privi di vita (e questo può tranquillamente essere) e poi dire letteralmente "Il mondo di gioco non si limita a essere uno sfondo, ma una componente viva e tangibile dell'esperienza, dove ogni dettaglio ha il suo peso", è un po' così.
Per dire eh. Generi diversi tutto quello che volete.
Comunque non è da buttare il director di warhorse. Basta dare una occhiata al suo cv. Ha scritto una bella pagina della storia dei videogiochi moderni. Così. Per dire.