News La Gattezza del Vapore | News e discussioni generali dal mondo PC

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Il problema è che in questo caso i genitori non sono genitori e come al solito invece di prendersela con sé stessi, trovano il solito capro espiatorio. 

 
ma speriamo che tutta questa attenzione mediatica significhi la fine delle microtransazioni e di tutto il carrozzone che si portano dietro, sarebbe una vittoria importantissima

 
Siamo d'accordo ma ci sono casi in cui a prescindere da password e attenzione dei genitori si è cmq arrivati a quel risultato e sono cmq documentati anche nell'articolo da te postato.... basterebbe anche mettere determinati giochi pegi 18 invece di pegi 3 in questi casi giusto per avvisare i genitori che di questo mondo non ne capiscono una ceppa....

  

sul gambling poi siamo d'accordo 
Ma non penso che il PEGI aiuti, i bambini di 8 anni giocano comunque GTA... è una cosa complicata, e anche la regolazione non è che puoi farla a caso

Cioè voi come regolereste la cosa? Sentiamo @moon knight@Kal1m3r0

 
Essere genitore equivale esattamente (se non di più) ad un lavoro vero e proprio. E come in tutti i posti di lavoro del mondo, esisterà sempre chi lavora bene e in modo responsabile e chi no. 

La regolamentazione non è nata ieri, sono anni ormai che la dicitura +3, 5+ ecc si trovano nelle scatole dei giocattoli. Per i giocattoli in generale ho notato che l'età consigliata viene seguita. 

Il PEGI è nato per lo stesso scopo. Se il genitore non lo usa, significa che non si è informato abbastanza sull'argomento. E non è certo colpa dell'industria videoludica se Monica, di 35 anni ha acquistato GTA a suo figlio Luigi che ne ha 9. 

Avere un figlio ti obbliga moralmente (anche) a tenersi informato su tutto ciò che gli circonda. E' difficile? Si. E' una cosa che rientra nelle tue responsabilità? Si.

Il discorso diventa futile quando leggo di genitori che si lamentano di videogiochi "dannosi" per i figli.

Per fare un esempio, è come se facessi vedere a mia nipote di 5 anni il film Alien. Noto che il film non è adatto alla sua età, chiamo i media e declamo il mio pippone da irresponsabili puntando l'indice accusatorio a Sigourney Weaver e 20th century fox.

Se poi non sai cosa sono le microtransizioni, non è certamente colpa di EA.

 
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KingArthassolo ha detto:
Ma non penso che il PEGI aiuti, i bambini di 8 anni giocano comunque GTA... è una cosa complicata, e anche la regolazione non è che puoi farla a caso
Cioè voi come regolereste la cosa? Sentiamo [mention=12932]moon knight[/mention][mention=27727]Kal1m3r0[/mention]
Intanto il PEGI 18 sui giochi con lootbox ce lo metti. È come dire che il tabacchino sotto casa vende comunque le sigarette ai minorenni, non è che per quel motivo non metti il divieto per legge. Il primo semplice passo per me è quello, poi regolerei i giochi che ne fanno uso allo stesso modo di come si fa con gioco d'azzardo, sale slot, ecc., sia a livello fiscale che di permessi
 
Per fare un esempio, è come se facessi vedere a mia nipote di 5 anni il film Alien. Noto che il film non è adatto alla sua età, chiamo i media e declamo il mio pippone da irresponsabili puntando l'indice accusatorio a Sigourney Weaver e 20th century fox.


Ma che dici? E' un paragone senza senso. Alien è un film da bollino rosso, i vari FIFA e giochini mobile che fanno ampio uso di microtransazioni sono PEGI 3.

Se poi non sai cosa sono le microtransizioni, non è certamente colpa di EA.


Giusto, non è colpa di EA se ha perseguito politiche commerciali predatorie che hanno come obbiettivo i ludopati e i bambini, sei tu che devi per forza essere a conoscenza di robe che non hai la minima idea che esistano. La grande corporazione non ha fatto nulla di male.

Ma state bene?

Questa è la gente che state a difendere quando date la sola responsabilità ai genitori e utenti finali del prodotto




 
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KingArthassolo ha detto:
cioè tu VIETERESTI l'acquisto di GTA5 a un minorenne, direttamente?
Grand Theft Auto 5 È VIETATO ai minorenni, non l'ho deciso io //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
 
Se poi non sai cosa sono le microtransizioni, non è certamente colpa di EA.


Su questo non sono per nulla d'accordo, è come quando si cerca di attribuire le responsabilità di una truffa alla vittima in quanto poco scaltra invece che a chi la truffa l'ha attivamente perpetrata. Le amministrazioni, se vogliono dimostrare che la loro esistenza abbia un qualche senso, dovrebbero regolamentare al fine di difendere chiunque, a prescindere dalla sua estrazione sociale e culturale, intelligenza, predisposizione psicologica, educazione o qualsiasi altra variabile, da ogni possibile insidia di questo tipo. Non possiamo risolvere sempre tutto con "eh, ma è colpa sua che doveva farsi furbo".

cioè tu VIETERESTI l'acquisto di GTA5 a un minorenne, direttamente?


Io vieterei la vendita diretta ad un minorenne. Se poi lo compra direttamente il genitore per il figlio ci si può fare poco, a parte sensibilizzare.

 
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Su questo non sono per nulla d'accordo, è come quando si cerca di attribuire le responsabilità di una truffa alla vittima in quanto poco scaltra invece che a chi la truffa l'ha attivamente perpetrata. Le amministrazioni, se vogliono dimostrare che la loro esistenza abbia un qualche senso, dovrebbero regolamentare al fine di difendere chiunque, a prescindere dalla sua estrazione sociale e culturale, intelligenza, predisposizione psicologica, educazione o qualsiasi altra variabile, da ogni possibile insidia di questo tipo. Non possiamo risolvere sempre tutto con "eh, ma è colpa sua che doveva farsi furbo".
Neural il fatto è che le microtrans non sono truffe e non ci sono "vittime", devono essere viste come un acquisto normale. C'è gente disposta a spendere 300€ su Hearthstone all'uscita di ogni espansione per avere tutte le carte subito, se gli dici qualcosa quel tizio risponde pure "SONO SOLDI MIEI E LI SPENDO COME MI PARE E PIACE".

Casomai possiamo essere d'accordo sul fatto che vadano messi avvisi pesanti con un'interfaccia seria appena si parla di "acquisti con soldi reali".

Comunque  quel che penso è che tu non daresti in mano a tuo figlio 3000€ reali in un negozio di LEGO dicendogli "aspetta, vado e torno tra tre giorni" senza aspettarti almeno qualche spesa, così non devi dargli l'accesso libero ad acquisti su un qualsiasi tipo di store virtuale, ingame o no.

Ma la tizia alla cassa del negozio di LEGO si trova un cliente pieno di soldi disposto a spenderli, che fa, dice no? Cioè come funziona la cosa? Come la regoli una cosa simile? E' troppo difficile.

 
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Essere genitore equivale esattamente (se non di più) ad un lavoro vero e proprio. E come in tutti i posti di lavoro del mondo, esisterà sempre chi lavora bene e in modo responsabile e chi no. 

La regolamentazione non è nata ieri, sono anni ormai che la dicitura +3, 5+ ecc si trovano nelle scatole dei giocattoli. Per i giocattoli in generale ho notato che l'età consigliata viene seguita. 

Il PEGI è nato per lo stesso scopo. Se il genitore non lo usa, significa che non si è informato abbastanza sull'argomento. E non è certo colpa dell'industria videoludica se Monica, di 35 anni ha acquistato GTA a suo figlio Luigi che ne ha 9. 

Avere un figlio ti obbliga moralmente (anche) a tenersi informato su tutto ciò che gli circonda. E' difficile? Si. E' una cosa che rientra nelle tue responsabilità? Si.

Il discorso diventa futile quando leggo di genitori che si lamentano di videogiochi "dannosi" per i figli.

Per fare un esempio, è come se facessi vedere a mia nipote di 5 anni il film Alien. Noto che il film non è adatto alla sua età, chiamo i media e declamo il mio pippone da irresponsabili puntando l'indice accusatorio a Sigourney Weaver e 20th century fox.

Se poi non sai cosa sono le microtransizioni, non è certamente colpa di EA.
Qua si parla di giochi pegi 3 che contengono microtransazioni riconducibili al gioco d'azzardo, non tutti i genitori sanno come comportarsi anche perchè già di fatto il pegi 3 li rassicura, senza contare che non tutti anche al giorno d'oggi hanno un rapporto ottimale con il mondo tecnologico (alcuni alcune cose proprio non le capiscono), quello di cui parli tu è ben diverso e siamo d'accordo che se un gioco ha contenuti maturi e sono segnalati sta al genitore monitorare il tutto

 
Qua si parla di giochi pegi 3 che contengono microtransazioni riconducibili al gioco d'azzardo, non tutti i genitori sanno come comportarsi anche perchè già di fatto il pegi 3 li rassicura, senza contare che non tutti anche al giorno d'oggi hanno un rapporto ottimale con il mondo tecnologico (alcuni alcune cose proprio non le capiscono), quello di cui parli tu è ben diverso e siamo d'accordo che se un gioco ha contenuti maturi e sono segnalati sta al genitore monitorare il tutto
Sì ma un acquisto online lo si fa mettendo dei dati, tipo carta postepay, codice dietro alla carta qua e là.

Puoi non essere il più aggiornato sulle tecnologie del momento ma penso che sia chiaro che non dovresti dare una carta con 3000€ sopra a tuo figlio lasciandogli libero accesso ai tuoi soldi.

 
Neural il fatto è che le microtrans non sono truffe e non ci sono "vittime", devono essere viste come un acquisto normale. C'è gente disposta a spendere 300€ su Hearthstone all'uscita di ogni espansione per avere tutte le carte subito, se gli dici qualcosa quel tizio risponde pure "SONO SOLDI MIEI E LI SPENDO COME MI PARE E PIACE".

Casomai possiamo essere d'accordo sul fatto che vadano messi avvisi pesanti con un'interfaccia seria appena si parla di "acquisti con soldi reali".

Comunque  quel che penso è che tu non daresti in mano a tuo figlio 3000€ reali in un negozio di LEGO dicendogli "aspetta, vado e torno tra tre giorni" senza aspettarti almeno qualche spesa, così non devi dargli l'accesso libero ad acquisti su un qualsiasi tipo di store virtuale, ingame o no.

Ma la tizia alla cassa del negozio di LEGO si trova un cliente pieno di soldi disposto a spenderli, che fa, dice no? Cioè come funziona la cosa? Come la regoli una cosa simile? E' troppo difficile.
Fin ora le microtransazioni e le lootboxes sono passate in sordina, ma con l'aumento dell'utenza gli episodi di cui parlavamo sono aumentati esponenzialmente ed è chiaro che adesso c'è chi osserva e studia il fenomeno, e chiunque ci si sia messo sopra a studiarlo lo ha paragonato al gioco d'azzardo senza se e senza ma, tant'è vero che quei paesi che si stanno occupando del problema stanno mettendo al bando tali giochi, vedasi USA, GB, Belgio etc etc puoi anche andarti acercare i video delle interrogazioni parlamentari e dei processi Usa e osservare anche le difese assurde di Activision Ea ed Epic

Poi c'è differenza tra acquisto consapevole e non, un adulto di certo spende in maniera più consapevole di un bambino che non ha il valore dei soldi (pur essendo anch'egli soggetto a dipendenza), una cosa è spendere 300 euro su HS perchè ne sei consapevole e fermarti un'altra è prosciugare i conti dei tuoi perchè non realizzi appieno cosa stai facendo e in ogni caso come per le slot e i casinò anche in questo caso servono regolamenti e limitazioni

INoltre pare sfuggirti il punto chiave, nessun genitore tra i casi documentati ha concesso al figlio soldi da spendere, i casi si sono realizzati all'insaputa della famiglia, e non si parla di beni materiali facilmente riscontrabili dopo l'acquisto ma di oggettti digitali che a meno di stare 24H attaccato al figlio (cosa impossibile e chi nega come detto non ha bambini o ci ha avuto a che fare) non te ne puoi accorgere se non a danno fatto con qualche notifica legata a carta e conto

 
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Neural il fatto è che le microtrans non sono truffe e non ci sono "vittime", devono essere viste come un acquisto normale.


Non sono un acquisto normale in nessun caso. Le microtransazioni sono create apposta per essere abusate, prendendo di mira sia i soggetti più deboli, come bambini e ragazzi e ludopati, sia i giocatori normali, con giochi che promuovono da design il grinding e pongono ostacoli insensati al giocatore, offrendo poi le microtransazioni come modo per superare tale ostacolo con più facilità.

Ubisoft e quella schifezza di AC Odyssey sono l'esempio perfetto, con microtransazioni "time saver" (roba già sperimentata ai tempi di AC Black Flag) come gli XP boost, proposti al giocatore per far fronte al design di merda del gioco (come una curva di level up eccessivamente ripida) che manca di rispetto al giocatore ed è pensata apposta per fargli perdere quanto più tempo possibile. E spingerlo di conseguenza, tramite l'esasperazione, all'acquisto in game. Hanno iniziato a bannare gente che usava il sistema di creazione delle quest per livellare veloce perchè tale metodo andava direttamente a competere con le loro microtransazioni di merda.

Stessa cosa quell'altra spazzatura di Shadow of War, o quell'altro cancro di Anthem. E così via.

 
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Il PEGI avrebbe senso in un mondo di genitori responsabili, ma così non è, rendendo di fatto inutile questa misura cautelativa. 

Ho perso il conto delle volte in cui ho spiegato (inutilmente) il senso del PEGI a dei genitori quando lavoravo in un negozio di videogiochi. Tutt'ora vedo commessi del Gamestop fare la stessa cosa, inutilmente ovvio... 

Se davanti ti ritrovi il classico genitore che non vuole sentire i piagnistei del proprio bambino, tu da venditore c'hai ben poco da fare se non toglierteli davanti il prima possibile. 

 
Sì ma un acquisto online lo si fa mettendo dei dati, tipo carta postepay, codice dietro alla carta qua e là.

Puoi non essere il più aggiornato sulle tecnologie del momento ma penso che sia chiaro che non dovresti dare una carta con 3000€ sopra a tuo figlio lasciandogli libero accesso ai tuoi soldi.
Non è tecnicamente esatto, alcuni acquisti con il telefono non hanno bisogno di tutto ciò e non è necessario confermare con cosici dietro la carta e simili, giusto per fare un esempio a tutti prima o poi è capitato di voler chiudere un pubblicità da smartphone e vedersi attivare abbonamenti mai richiesti e simili dovendo poi disattivare il tutto e bloccare i servizi, vale anche per molti giochi mobile.

Poi come detto parli da utente consapevole ma ci sono genitaori che comprano al figlio Fifa pegi 3 senza avere idea che in game ci siano transazioni con moneta reale e quindi magari effettuano l'acquisto del gioco con la propria carta che resta collegata e da li è un attimo..... invece di difendere chi dovrebbe essere difeso qua mi pare si fa la parte di chi truffa o non mette le cose ben in chiaro, certe affermazioni mi paiono assurde.

Capisco chi compra un gioco vietato ai minori dove è palesemente scritto e lo mette in mano ai figli lamentandosi della viloenza e le critiche ci stanno ma a difendere queste pratiche scaricando la colpa sui genitori mi pare ridicolo a dir poco, e la stessa cosa vale per ogni campo, potrebbe capitare anche ad un tuo futuro figlio in un campo in cui non sei ferrato in materia e allora penso che anche tu cambieresti opinione

 
Se i figli fanno cazzate è sempre colpa dei padri, fino a quando i figli non raggiungono l'età legale vigente nel paese.

Ciò non toglie che le tecniche giacenti nei dark patterns, che portano un bambino, che non ha coscienza del peso della valuta, a fare acquisti in-game, (che il più delle volte, specialmente su mobile, DEVE stipulare delle clausule contrattuali; e lo facciamo pure noi senza accorgercene ogni volta che installiamo un software, ormai praticamente ovunque) dovrebbero essere monitorate dagli enti interessati con più deligenza, sanzionando ovvie manovre di design progettate per depistare l'utente verso acquisti quasi truffaldini.

Non c'è reale soluzione, ma solo prevenzione e buon senso, più che genitoriale, direi civile.

Certo è, che iniziare a mettere un logo per identificare le Microtransazioni in Game, potrebbe essere un buon punto di partenza...

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se non fosse che già esiste, almeno in Europa, ma colpisce solo i retail, e come sempre, non aspettatevi la Postale o la Guardia di Finanza fare la multa a Gino perché vende RDR2 a Luchino, che ha 15 anni.

 
Il PEGI avrebbe senso in un mondo di genitori responsabili, ma così non è, rendendo di fatto inutile questa misura cautelativa. 

Ho perso il conto delle volte in cui ho spiegato (inutilmente) il senso del PEGI a dei genitori quando lavoravo in un negozio di videogiochi. Tutt'ora vedo commessi del Gamestop fare la stessa cosa, inutilmente ovvio... 

Se davanti ti ritrovi il classico genitore che non vuole sentire i piagnistei del proprio bambino, tu da venditore c'hai ben poco da fare se non toglierteli davanti il prima possibile. 
Si ovvio ma già è un primo passo metter un bel pegi 18 segnalando i rischi di gioco d'azzardo e simili e il genitore se leggesse quelle cose già ci penserebbe due volte, il passo successivo sarebbe di fare delle leggi o dei meccanismi di controllo in game per cui chi voglia accedere a tali parti magari dimostri di essere un adulto consapevole e simili, e implementare dei meccanismi che evitino le spese folli bloccando determinate transazioni anonime etc etc, stesse cose che si fanno in tantissimi altri campi

Se i figli fanno cazzate è sempre colpa dei padri, fino a quando i figli non raggiungono l'età legale vigente nel paese.

Ciò non toglie che le tecniche giacenti nei dark patterns, che portano un bambino, che non ha coscienza del peso della valuta, a fare acquisti in-game, (che il più delle volte, specialmente su mobile, DEVE stipulare delle clausule contrattuali; e lo facciamo pure noi senza accorgercene ogni volta che installiamo un software, ormai praticamente ovunque) dovrebbero essere monitorate dagli enti interessati con più deligenza, sanzionando ovvie manovre di design progettate per depistare l'utente verso acquisti quasi truffaldini.

Non c'è reale soluzione, ma solo prevenzione e buon senso, più che genitoriale, direi civile.

Certo è, che iniziare a mettere un logo per identificare le Microtransazioni in Game, potrebbe essere un buon punto di partenza...



se non fosse che già esiste, almeno in Europa, ma colpisce solo i retail, e come sempre, non aspettatevi la Postale o la Guardia di Finanza fare la multa a Gino perché vende RDR2 a Luchino, che ha 15 anni.
O si fa come il Belgio e si bannano direttamente i giochi che sfruttano tali pratiche e via e si risolve il problema alla base.... o in caso l'azienda non provveda a rendere sicuro il suo sistema di transazioni si fanno delle megamulte tali da evitare che lo rifacciano e via.

Come detto i genitori devono svolgere il loro ruolo ma in questo campo non è fisicamente possibile stare dietro ad un bambino/ragazziono 24h al giorno a meno di stargli attaccato come una sanguisuga anche perchè a schiacciare un bottone è una questione di secondi, non è che devi monitorare quale sport fa o che compagnie frequenta

 
Si ovvio ma già è un primo passo metter un bel pegi 18 segnalando i rischi di gioco d'azzardo e simili e il genitore se leggesse quelle cose già ci penserebbe due volte, il passo successivo sarebbe di fare delle leggi o dei meccanismi di controllo in game per cui chi voglia accedere a tali parti magari dimostri di essere un adulto consapevole e simili, e implementare dei meccanismi che evitino le spese folli bloccando determinate transazioni anonime etc etc, stesse cose che si fanno in tantissimi altri campi

O si fa come il Belgio e si bannano direttamente i giochi che sfruttano tali pratiche e via e si risolve il problema alla base.... o in caso l'azienda non provveda a rendere sicuro il suo sistema di transazioni si fanno delle megamulte tali da evitare che lo rifacciano e via.

Come detto i genitori devono svolgere il loro ruolo ma in questo campo non è fisicamente possibile stare dietro ad un bambino/ragazziono 24h al giorno a meno di stargli attaccato come una sanguisuga anche perchè a schiacciare un bottone è una questione di secondi, non è che devi monitorare quale sport fa o che compagnie frequenta
Un primo passo sarebbe non lasciare a disposizione la carta di credito ad un bambino, ci vuole un minimo di buon senso. 

 
2 ore fa, moon knight ha scritto:



Ma che dici? E' un paragone senza senso. Alien è un film da bollino rosso, i vari FIFA e giochini mobile che fanno ampio uso di microtransazioni sono PEGI 3.

Giusto, non è colpa di EA se ha perseguito politiche commerciali predatorie che hanno come obbiettivo i ludopati e i bambini, sei tu che devi per forza essere a conoscenza di robe che non hai la minima idea che esistano. La grande corporazione non ha fatto nulla di male.

Ma state bene?

Questa è la gente che state a difendere quando date la sola responsabilità ai genitori e utenti finali del prodotto


Momento. L'esempio di Alien era rapportato ai giochi PEGI +18, punto. Fifa manco l'ho nominato. E comunque quello delle microtransizioni da ludopati è una mancanza lampante di difesa per i consumatori a prescindere. Però vi ricordo che per acquistare qualcosa in-game certamente il bambino non va a digitare la propria carta di credito. E' il papino che gli consente questo. Ti sembra normale che il padre lasci il proprio figlio ad acquistare cose assolutamente non-sense?? Ma dove vivete? Credete che il bambino di 8 anni abbia una sua carta di credito, o che quest'ultima sia collegata al proprio account (peggio ancora, "genitori dell'anno")?  

 
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