Se i figli fanno cazzate è sempre colpa dei padri, fino a quando i figli non raggiungono l'età legale vigente nel paese.
Ciò non toglie che le tecniche giacenti nei dark patterns, che portano un bambino, che non ha coscienza del peso della valuta, a fare acquisti in-game, (che il più delle volte, specialmente su mobile, DEVE stipulare delle clausule contrattuali; e lo facciamo pure noi senza accorgercene ogni volta che installiamo un software, ormai praticamente ovunque) dovrebbero essere monitorate dagli enti interessati con più deligenza, sanzionando ovvie manovre di design progettate per depistare l'utente verso acquisti quasi truffaldini.
Non c'è reale soluzione, ma solo prevenzione e buon senso, più che genitoriale, direi civile.
Certo è, che iniziare a mettere un logo per identificare le Microtransazioni in Game, potrebbe essere un buon punto di partenza...
se non fosse che già esiste, almeno in Europa, ma colpisce solo i retail, e come sempre, non aspettatevi la Postale o la Guardia di Finanza fare la multa a Gino perché vende RDR2 a Luchino, che ha 15 anni.