letto mentre morivo di william faulkner. estremamente efficace la scelta di articolare il romanzo in 59 capitoli, ognuno dei quali è un flusso di coscienza, un punto di vista particolare su ciò che sta accadendo. 15 differenti voci, alcune più ricorrenti di altre, tutte riconoscibilissime e ognuna con la propria particolarità. ogni momento viene quindi costantemente filtrato da queste differenti personalità e ogni voce portando qualcosa di diverso aiuta a ricostruire questo frammentario ed eterogeneo quadro generale. ci sono punti di vista razionali e lucidi, altri emotivi e confusi, altri instabili e lirici allo stesso tempo (interessante in questo senso la centralità del personaggio di darl).sono molti i temi affrontati da faulkner, potremmo quasi dire tanti quanti sono i personaggi visto il modo in cui praticamente ognuno riesce in qualche modo a lasciare il proprio particolare segno. ma probabilmente uno dei momento che più colpiscono è il capitolo in cui a prendere la parola è addie burdren, la cui morte darà il via alle vicende del romanzo (in questo senso il suo monologo possiamo vederlo a metà tra un flashback e un atto testamentario). prima veniamo a conoscenza della sua straziante vita, di un matrimonio infelice e della serie di figli sostanzialmente non voluti che avrà all'interno da esso, ma il vero picco del capitolo è l'insanabile distanza dal marito e il nerissimo pessimismo con cui lei vive il rapporto, distanza espressa tutta dal problema semantico per cui lei trova incomprensibile il modo con cui il proprio marito viva e senta un sentimento come l'amore, e di come lui si limiti a usare la parola "amore" senza un reale e personale referente, dove lei al contrario sente dentro di sé un sentimento talmente viscerale da non necessitare di alcuna costrizione linguistica. mi spiego di ***** e venitemi incontro, che a scrivere queste poche righe sto faticando, ma fidatevi quando dico che queste poche pagine sono in grado di colpire profondamente.
ogni tanto va detto, è un incredibile capolavoro.