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L'angolo del lettore acquisti recenti, commenti e consigli
Ho finito da alcuni giorni "Cittadino della Galassia" di Heinlein, un romanzo di fantascienza ma soprattutto di formazione. Scorre via molto bene anche se il finale mi ha lasciato un po' interdetto. Ma é un buon libro e questo scrittore mi piace parecchio, solo che ora sono nuovamente bloccato e non riesco a trovare un libro che mi prenda molto, questo l'ho divorato in una notte praticamente.
Ma che capolavoro assoluto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gifDe gustibus eh...
Guarda per me forse il suo migliore è Il teatro di Sabbath che ha vinto il National Book Award
Poi a pari merito direi: La mia vita da uomo, Il professore di desiderio, Ho sposato un comunista, Patrimonio, Quando lei era buona, Nemesi e L'umiliazione.
Poi il resto.
Pastorale Americana è molto bello, però i sopracitati per me gli sono superiori.
Onestamente se dovessi consigliarti un romanzo per iniziare Roth direi La mia vita da uomo. Quindi o questo o Il teatro di Sabbath.
Mi raccomando non abbandonare Roth dopo questo tentativo perché stiamo parlando di uno dei più grandi scrittori viventi.
grazie mille, allora continuerò con uno fra La mia vita da uomo e Il teatro di Sabbath.
riguardo il talento dell'autore non ho molti dubbi, come ho detto anche La macchia umana è scritto molto bene o comunque in uno stile che di per sé mi ha colpito. insomma mancava la sostanza.
Visto che sono ricomparso in sezione per chiedere consigli di lettura una volta finito il libro che stavo leggendo, lo commento pure. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
Epepe di Ferenc Karinthy
Budai, un importante etimologo in viaggio verso una convention a Helsinky, sale sull'aereo e si addormenta. Non si sa per quale motivo finisce in una città sconosciuta.
Parliamo di un libro scritto qualche decina d'anni fa. Incuriosito dal fatto che è stato inserito in qualche lista di best del 2015 me lo sono letto. Non sono un grandissimo lettore perché è un'attività che richiede molto tempo, e se devo scegliere tra guardarmi pacchi di film o leggermi un libro preferisco la prima, nonostante questo Epepe l'ho divorato in un paio di giorni.
Parto dall'aspetto tecnico, che è quello che mi affascina sempre di più riguardo la narrativa (motivo per il quale mi sono spesso confrontato con la narrativa postmoderna, ed se devo dire chi è lo scrittore che per me scrive meglio tra quelli che ho letto mi viene spesso da pensare a De Lillo). Epepe è scritto in modo molto semplice, non ha nessun virtuosismo e non contiene grandi pensieri, non rilascia emozioni e punti di vista esternati dall'autore. Narrativamente parlando sotto l'aspetto tecnico e di contenuti insomma non è niente di eccezionale, anzi. E' altrettanto vero che per analizzare un'opera bisognerebbe conoscere anche gli altri lavori di uno stesso autore per individuare il filo conduttore di certe scelte tecniche, ma per farlo dovrei dedicare i miei approfondimenti del tempo libero alla narrativa invece che alla cinematografia, quindi non posso dire niente di che se non che il fatto che sia un libro semplice non significa che sia un libro scarso.
Budai, il protagonista, cerca nel corso della storia narrata, di trovare il modo di ritornare almeno all'aeroporto così da tornare a casa.
Passano i giorni e scopre che è praticamente impossibile riuscire a comunicare con i cittadini di quella megalopoli sconosciuta. Parlano un idioma del tutto incomprensibile, anche per lui nonostante conosca svariate lingue.
La cosa bella di questo libro è la progressione serrata degli eventi, che porta ad un finale di 40 pagine che cattura l'attenzione in modo fortissimo, che considerando che è un libro di 200 pagine è un gran bel risultato.
Ho letto un po' di analisi e critiche ma non ho trovato che abbiano analizzato gli aspetti secondo me più rilevanti.
In sostanza per me il libro non tratta della tenacia di una persona nel voler perseguire un obiettivo, o almeno, questa tenacia è si presente, ma serve come motore per far proseguire la storia e narrare altro, ovvero l'alienazione della società moderna, ed il fatto che alla fine tutto cambi, ma cambi inutilmente (l'alienazione rappresentata dall'impossibilità di comprendere il prossimo, di dedicargli un minimo del nostro tempo, masse di persone che si incrociano senza vedersi in sostanza). Il mondo che cambia ma che in definitiva non cambia mai è descritto in un'incredibile corsa di eventi finale che sembra anche riferirsi ad altri fatti storici di quegli anni sparsi in giro nel mondo, anni di moti apparentemente rivoluzionari ma che poi, alla fine, hanno rivoluzionato o no?
E' un libro distopico, con una storia piuttosto assurda ma funzionale allo scopo di raccontare una metafora.
Merita decisamente una lettura, che nonostante non abbia niente di virtuoso, cattura e non fa calare la soglia d'attenzione, ed anzi ti fa girare pagina dopo pagina per sapere come andrà a finire.
Il barone rampante – Italo Calvino, 1957. Stupendo. Già solo il soggetto, che tanto mi incuriosiva da così tanto tempo. Poi la scrittura, così limpida e discreta, eppure elegantissima, volteggia fra ironia e poesia con tale naturalezza, muovendosi fra realtà differenti senza soluzione di continuità. Ma soprattutto il personaggio di Cosimo, eterno bambino romantico, e la sua ridicola, eroica ostinazione. A tratti mi sono sorpreso per quanto in lui mi riconoscessi. Anche i personaggi di contorno sono irresistibili, eccentriche macchiette tanto sbeffeggiate, tanto amate dall'autore. C'è un meraviglioso senso di avventura, di imprevedibilità: inizia il capitolo e non sai quali incontri farai, né tantomeno dove ti porterà l'assurdo concatenarsi degli eventi. E ogni tassello va ad arricchire il mondo di Ombrosa, e il personaggio del barone insieme con lei. Tutto è magnifico, e vorresti non finisse mai. C'è però un punto di rottura in questo rampare forsennato:
il (prevedibile) ritorno di Viola. È un personaggio che non mi ha conquistato nella sua seconda apparizione (lei bambina era invece irresistibile) il suo comportamento era già stato sostanzialmente decifrato e ho trovato quindi ripetitive le vicende a lei legate.
Lo stile improvvisamente barocco, privo dell'equilibrio precedente, è stato fra i primi segnali a farmi sospettare che qualcosa si fosse perso. E purtroppo a ragione: l'intreccio inizia ad avvolgersi su se stesso, l'andirivieni dei personaggi si interrompe, e malgrado tutte le giustificazioni narrative la nuova deriva stilistica si rivela presto stucchevole. Il romanzo dopo la partenza di
Viola
è ormai un giocattolo rotto, come il suo protagonista d'altra parte. I capitoli successivi non hanno più lo slancio dei precedenti, le vicende si fanno sempre più autoconclusive e fini a se stesse, i personaggi sembrano quasi stanchi di continuare la propria recita. Si direbbe che lo stesso Calvino avesse perso il trasporto che lo aveva animato fino a poco prima. La lettura procede quindi per inerzia, in attesa della conclusione. La bellissima chiusura giunge quasi inaspettata, un ultimo guizzo della vitalità perduta. Peccato. In ogni caso ciò non tocca assolutamente la qualità di quanto è prima, che mi ha subito fatto innamorare di questo autore ed ha accresciuto la mia già forte curiosità nei suoi confronti. Nel valutarlo preferisco semplicemente non considerare la deludente ultima parte, perché mi sembrerebbe veramente un delitto non rendere merito a quello che secondo me è il vero cuore del romanzo. Imperdibile.
Eh io l'ho comprato ma sto leggendo Lasciar andare di Roth che è un libro coi controcazzi... adoro Franzen //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
Salve ragazzi, dopo un mesetto in cui non ho letto quasi nulla a causa di vari impegni, ho deciso di riprendere e dato che 1Q84 non mi sta prendendo molto ho una richiesta da farvi: potreste elencarmi i libri imperdibili che sono usciti nel 2014 e nel 2015? Magari ci do uno sguardo e poco alla volta ne recupero qualcuno //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif
Salve ragazzi, dopo un mesetto in cui non ho letto quasi nulla a causa di vari impegni, ho deciso di riprendere e dato che 1Q84 non mi sta prendendo molto ho una richiesta da farvi: potreste elencarmi i libri imperdibili che sono usciti nel 2014 e nel 2015? Magari ci do uno sguardo e poco alla volta ne recupero qualcuno //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif
Salve ragazzi, dopo un mesetto in cui non ho letto quasi nulla a causa di vari impegni, ho deciso di riprendere e dato che 1Q84 non mi sta prendendo molto ho una richiesta da farvi: potreste elencarmi i libri imperdibili che sono usciti nel 2014 e nel 2015? Magari ci do uno sguardo e poco alla volta ne recupero qualcuno //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/250978_ahsisi.gif
Difficile fare dei nomi, sinceramente non mi vengono in mente libri imperdibili usciti negli ultimi due anni, ma sicuramente ce ne sono e mi sfuggono in questo momento. Secondo me se googli classifica migliori libri ecc.. dovresti trovare quello che cerchi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
De Luca è sicuramente fra gli autori italiani attuali più popolari, quindi ero curioso di fare una prova con un suo libro. decisamente scrive bene e questo breve libro è carino, ma non c'è stato davvero nulla che mi abbia fatto dire "wow", che in generale abbia fatto partire la scintilla. il libro è un nostalgico ricordo di un periodo particolare della sua infanzia, narrato nei suoi aspetti contraddittori e in linea di massimi interessanti, e anche l'atmosfera che si viene a creare non è niente male, però... boh. ho un po' paura che fra un mese avrò completamente dimenticato di averlo letto. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
L'uomo duplicato, José Saramago
la prosa di quest'autore è immensa. immensa è la prosa, immense sono le sue pagine e... e questo libro è una perla.
là dove Cecità era costantemente teso e regolato (caratterizzato comunque dallo stile dell'autore, ma in modo più contenuto), qui la penna di Saramago è libera, libera di sviluppare questi immensi periodi nel modo che più l'aggrada, libera di unire il serio e il comico e il grottesco, libera di fondere pensiero e azione in una cosa sola. la storia è coinvolgente ed emozionante, lo stile è appassionante nonostante non sia semplicissimo, e questo perché viverlo è una sfida a cui, una volta che ci sei dentro, proprio non riesci a fare a meno.
è uno di quei casi dove è la totalità a essere la forza del libro, tutta la narrazione in quanto narrazione: non è tanto la pagina o il capitolo ad esplodere, è più come se ad esplodere fosse una debole luce continua, inestinguibile.
- - - Aggiornato - - -
Il barone rampante – Italo Calvino, 1957. Stupendo. Già solo il soggetto, che tanto mi incuriosiva da così tanto tempo. Poi la scrittura, così limpida e discreta, eppure elegantissima, volteggia fra ironia e poesia con tale naturalezza, muovendosi fra realtà differenti senza soluzione di continuità. Ma soprattutto il personaggio di Cosimo, eterno bambino romantico, e la sua ridicola, eroica ostinazione. A tratti mi sono sorpreso per quanto in lui mi riconoscessi. Anche i personaggi di contorno sono irresistibili, eccentriche macchiette tanto sbeffeggiate, tanto amate dall'autore. C'è un meraviglioso senso di avventura, di imprevedibilità: inizia il capitolo e non sai quali incontri farai, né tantomeno dove ti porterà l'assurdo concatenarsi degli eventi. E ogni tassello va ad arricchire il mondo di Ombrosa, e il personaggio del barone insieme con lei. Tutto è magnifico, e vorresti non finisse mai. C'è però un punto di rottura in questo rampare forsennato:
il (prevedibile) ritorno di Viola. È un personaggio che non mi ha conquistato nella sua seconda apparizione (lei bambina era invece irresistibile) il suo comportamento era già stato sostanzialmente decifrato e ho trovato quindi ripetitive le vicende a lei legate.
Lo stile improvvisamente barocco, privo dell'equilibrio precedente, è stato fra i primi segnali a farmi sospettare che qualcosa si fosse perso. E purtroppo a ragione: l'intreccio inizia ad avvolgersi su se stesso, l'andirivieni dei personaggi si interrompe, e malgrado tutte le giustificazioni narrative la nuova deriva stilistica si rivela presto stucchevole. Il romanzo dopo la partenza di
Viola
è ormai un giocattolo rotto, come il suo protagonista d'altra parte. I capitoli successivi non hanno più lo slancio dei precedenti, le vicende si fanno sempre più autoconclusive e fini a se stesse, i personaggi sembrano quasi stanchi di continuare la propria recita. Si direbbe che lo stesso Calvino avesse perso il trasporto che lo aveva animato fino a poco prima. La lettura procede quindi per inerzia, in attesa della conclusione. La bellissima chiusura giunge quasi inaspettata, un ultimo guizzo della vitalità perduta. Peccato. In ogni caso ciò non tocca assolutamente la qualità di quanto è prima, che mi ha subito fatto innamorare di questo autore ed ha accresciuto la mia già forte curiosità nei suoi confronti. Nel valutarlo preferisco semplicemente non considerare la deludente ultima parte, perché mi sembrerebbe veramente un delitto non rendere merito a quello che secondo me è il vero cuore del romanzo. Imperdibile.
lo porto avanti con calma perché i suoi libri sono sempre molto intensi, leggerne uno ti sazia per un po'. credo che ora continuerò a recuperarli in ordine cronologico, non ho più dubbi riguardo l'autore quindi sono mi incuriosiscono tutti, leggerei la qualunque. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
Mi stavo dimenticando //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif questo 2016 pare essere l'anno dei libri massicci. Ho iniziato Il Conte di Montecristo di Dumas e sono nel pieno della prefazione che narra la genesi del romanzo. Imperdibile, vivace e ricco di ironia. Grandissimo :cry:
Mi stavo dimenticando //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif questo 2016 pare essere l'anno dei libri massicci. Ho iniziato Il Conte di Montecristo di Dumas e sono nel pieno della prefazione che narra la genesi del romanzo. Imperdibile, vivace e ricco di ironia. Grandissimo :cry:
Il conte di Montecristo è uno dei libri più belli che abbia mai letto. I tre moschettieri anche non è male
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Hai letto anche Vent'anni dopo e Il visconte di Bragelonne? Te lo chiedo perché ho visto che è possibile acquistare la trilogia completa, quindi un pensierino al riguardo non mi dispiacerebbe affatto //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif