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Per voi ha meritato il Nobel?
Non ho letto e visto quasi nulla di lui. C'è da dire che il Nobel per la letteratura mi sembra venga spesso assegnato in maniera poco trasparente. Ci sono fin troppi scandinavi vincitori per non destare sospetti e ci sono assenze importanti.

P.S.

Assegnato a Bob Dylan quest'anno :rickds:
rido per non piangere

edit: giusto per volere approfondire, ho avuto modo di formalizzare i miei pensieri a riguardo su altri lidi e li riporto, che magari possono servire come contributo alla discussione:

la premessa è che non mi va nemmeno di spalare ***** gratuitamente su una istituzione che comunque rispetto, ma temo che alla base di una scelta del genere ci sia leggerezza e una necessità di facciata. questo perché fa sorridere pensare che l'anno scorso c'era stata la polemica per la scelta di un autore sconosciuto (anche per i loro standard), per poi fare vincere a questo giro qualcuno che conoscono letteralmente cani e porci. come a volere dimostrare che anche loro possono essere "mainstream".

e questa è la citicia diciamo politica alla scelta.

la critica contenutistica è che, dal mio banale punto di vista, la musica non è letteratura e tutto ciò porta solo a una appropriazione indegna. si legge che è un premio per un artista che ha elevato la musica a poesia contemporanea, ma il pensiero che la musica in quanto arte abbia bisogno della letteratura per elevarsi mi sembra semplicemente assurdo. anche a volere prendere semplicemente i testi musicali come composizioni poetica, allora il premio lo considero ingiusto, visti i poeti anche solo di lingua inglese che il nobel invece non l'hanno visto e l'avrebbero meritato (primi due nomi che mi vengono in mente, auden, lee masters e cummings).

infine, c'è il discorso istituzionale. e cioè il premio, e sottolineo IL premio, letterario per eccellenza deve tenere conto di ciò che simboleggia e ciò che mette in moto. da questo premio invece il mondo letterario non verrà minimamente toccato.

 
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Andrò controcorrente, ma io sono contento del Nobel a Dylan.:nev:

Il premio si prefigge lo scopo di premiare chi con il proprio lavoro ha condizionato il proprio campo. Non essendoci il premio per miglior musicista, regista, ecc..., ma solo quello alla letteratura, in realtà la categoria rappresenta l'intero ambito artistico, e l'impatto di Bob Dylan nella cultura e nell'arte mondiale è decine di volte superiore rispetto a tutti quegli scrittori che ora si scandalizzano gridando allo scandalo. Dovevano certo darglielo trent'anni fa, ma si sà, quelli del premio Nobel sono un pò lenti (vedi Nobel a Hemingway)

 
Non si può dire che il premio alla letteratura è un premio all'intero ambito artistico. Un unico premio per categorie troppo diverse.

Mi chiedo cosa abbiano i test di Dylan per meritare un Nobel.

Non hanno dato il Nobel a Marcel Proust, a Franz Kafka. È un premio ridicolo

 
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Non si può dire che il premio alla letteratura è un premio all'intero ambito artistico. Un unico premio per categorie troppo diverse.

Mi chiedo cosa abbiano i test di Dylan per meritare un Nobel.

Non hanno dato il Nobel a Marcel Proust :rickds:
Stiamo scherzando?:morris82:

Comunque il ragionamento non l'hanno dato a tizio non dovrebbero darlo a nessuno non regge, gli errori ci sono e ci saranno sempre.

E' come dire non diamo l'Oscar a Tarantino come miglior regista perchè Kubrick non lo ha mai vinto.

E comunque per non fossilizzarci, chi avrebbe dovuto vincere il Nobel secondo voi?

 
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Stiamo scherzando?:morris82:
Comunque il ragionamento non l'hanno dato a tizio non dovrebbero darlo a nessuno non regge, gli errori ci sono e ci saranno sempre.

E' come dire non diamo l'Oscar a Tarantino come miglior regista perchè Kubrick non lo ha mai vinto.

E comunque per non fossilizzarci, chi avrebbe dovuto vincere il Nobel secondo voi?
Non sto scherzando.

Ti chiedo perché a Bob Dylan sì e a John Kerouac no, per esempio.

Nessuno ho usato l'argomentazione che provi a smentire. Ho detto che è un premio ridicolo per gli scrittori di valore assoluto che ha lasciato fuori a favore di autori minori; Bob Dylan mi sembra tra questi.

 
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Non sto scherzando.
Ti chiedo perché a Bob Dylan sì e a John Kerouac no, per esempio.

Nessuno ho usato l'argomentazione che provi a smentire. Ho detto che è un premio ridicolo per gli scrittori di valore assoluto che ha lasciato fuori a favore di autori minori; Bob Dylan mi sembra tra questi.
(a parte che era Jack e non John) Comunque come ho detto errori in passato ne sono stati fatti, ma Nobel postumi non se ne sono mai dati, a quel che so.

Se oggi ti dessero il potere di dare un Nobel tra scrittori Viventi, visto che la polemica è l'attribuzione a un cantante di un premio alla letteratura, tu a chi lo daresti? L'unico che avrebbe il diritto a essere un pò incacchiato sarebbe McCarthy, a mio avviso.

Dylan più di ogni altro artista degli anni 60 e 70 ha rappresentato la società della sua epoca nobilitando un genere di musica che veniva classificato come "canzonetta". Senza di lui non avremmo mai avuto cantautori come De Gregori e De André. Si parla di artisti che dall'altra parte del globo guardavano a lui come una guida. Un uomo che con una canzone ha fatto scarcerare un nero innocente condannato a due ergastoli.

Se poi vogliamo urlare "premio del cavolo perchè non hai riconosciuto scrittori fondamentali come Kerouac, Capote, ecc...", mi unisco al coro, ma i vari Alessandro Baricco & C. che si dichiarano perplessi dovrebbero lasciare lo stesso segno prima di inalberarsi.

 
(a parte che era Jack e non John) Comunque come ho detto errori in passato ne sono stati fatti, ma Nobel postumi non se ne sono mai dati, a quel che so.Se oggi ti dessero il potere di dare un Nobel tra scrittori Viventi, visto che la polemica è l'attribuzione a un cantante di un premio alla letteratura, tu a chi lo daresti? L'unico che avrebbe il diritto a essere un pò incacchiato sarebbe McCarthy, a mio avviso.

Dylan più di ogni altro artista degli anni 60 e 70 ha rappresentato la società della sua epoca nobilitando un genere di musica che veniva classificato come "canzonetta". Senza di lui non avremmo mai avuto cantautori come De Gregori e De André. Si parla di artisti che dall'altra parte del globo guardavano a lui come una guida. Un uomo che con una canzone ha fatto scarcerare un nero innocente condannato a due ergastoli.

Se poi vogliamo urlare "premio del cavolo perchè non hai riconosciuto scrittori fondamentali come Kerouac, Capote, ecc...", mi unisco al coro, ma i vari Alessandro Baricco & C. che si dichiarano perplessi dovrebbero lasciare lo stesso segno prima di inalberarsi.

Sorry per il lapsus calami :rickds:

La sua importanza musicale è indubbia. Rappresenta uno dei miti della musica rock. Quella letteraria non riesco davvero a comprenderla. Il fatto che non avremmo avuto De Gregori e De André è rilevante? :asd:

Non conosco molti scrittori di oggi, ma di certo non riesco a credere che sia lecito dare un premio letterario a Bob Dylan. Le sue canzoni da quel punto di vista non mi sembrano di un livello così eccelso. Un premio che tra l'altro è quasi ''postumo'' visto che sono passati quasi 50 anni dai suoi album migliori. Tra i nomi che ho sentito essere meritevoli di una lettura: Murakami e DeLillo. La Allende fa così pena? :rickds:

 
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:ahsisi:

e il fatto si riduce tutto a: nessuno sta mettendo in dubbio i meriti musicali di dylan, il problema è che questi sono ininfluenti in un contesto letterario. e baricco, per quanto si possa non apprezzare per ciò che produce in quanto scrittore, ha espresso un parere sacrosanto.

per quanto riguarda chi è in vita e meriterebbe il nobel, credo che il più rappresentativo del fronte #mainagioia sia philip roth. o anche volendo allargare il discorso e provare a premiare qualcuno di "alternativo", vi rimbalzo il nome che ha proposto giusto oggi il mio docente di letteratura inglese, e che personalmente mi trova assolutamente d'accordo: art spiegelman, autore di maus.

 
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:ahsisi:

e il fatto si riduce tutto a: nessuno sta mettendo in dubbio i meriti musicali di dylan, il problema è che questi sono ininfluenti in un contesto letterario. e baricco, per quanto si possa non apprezzare per ciò che produce in quanto scrittore, ha espresso un parere sacrosanto.

per quanto riguarda chi è in vita e meriterebbe il nobel, credo che il più rappresentativo del fronte #mainagioia sia philip roth. o anche volendo allargare il discorso e provare a premiare qualcuno di "alternativo", vi rimbalzo il nome che ha proposto giusto oggi il mio docente di letteratura inglese, e che personalmente mi trova assolutamente d'accordo: art spiegelman, autore di maus.
Sarebbe stato eccezionale se avesse suggerito uno scrittore non anglofono :rickds:

 
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rido per non piangere
edit: giusto per volere approfondire, ho avuto modo di formalizzare i miei pensieri a riguardo su altri lidi e li riporto, che magari possono servire come contributo alla discussione:

la premessa è che non mi va nemmeno di spalare ***** gratuitamente su una istituzione che comunque rispetto, ma temo che alla base di una scelta del genere ci sia leggerezza e una necessità di facciata. questo perché fa sorridere pensare che l'anno scorso c'era stata la polemica per la scelta di un autore sconosciuto (anche per i loro standard), per poi fare vincere a questo giro qualcuno che conoscono letteralmente cani e porci. come a volere dimostrare che anche loro possono essere "mainstream".

e questa è la citicia diciamo politica alla scelta.

la critica contenutistica è che, dal mio banale punto di vista, la musica non è letteratura e tutto ciò porta solo a una appropriazione indegna. si legge che è un premio per un artista che ha elevato la musica a poesia contemporanea, ma il pensiero che la musica in quanto arte abbia bisogno della letteratura per elevarsi mi sembra semplicemente assurdo. anche a volere prendere semplicemente i testi musicali come composizioni poetica, allora il premio lo considero ingiusto, visti i poeti anche solo di lingua inglese che il nobel invece non l'hanno visto e l'avrebbero meritato (primi due nomi che mi vengono in mente, auden, lee masters e cummings).

infine, c'è il discorso istituzionale. e cioè il premio, e sottolineo IL premio, letterario per eccellenza deve tenere conto di ciò che simboleggia e ciò che mette in moto. da questo premio invece il mondo letterario non verrà minimamente toccato.
Mi trovi assolutamente d'accordo. In **** a tutti quelli che vorrebbero De André nei libri di letteratura :asd:

E questo non per sminuire la musica e i suoi testi, anzi per elevarla ad arte propria :sisi:

Che poi altro che Bob Dylan, io l'avrei dato, se proprio, a Sixto Rodriguez :kep88:

 
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rido per non piangere
edit: giusto per volere approfondire, ho avuto modo di formalizzare i miei pensieri a riguardo su altri lidi e li riporto, che magari possono servire come contributo alla discussione:

la premessa è che non mi va nemmeno di spalare ***** gratuitamente su una istituzione che comunque rispetto, ma temo che alla base di una scelta del genere ci sia leggerezza e una necessità di facciata. questo perché fa sorridere pensare che l'anno scorso c'era stata la polemica per la scelta di un autore sconosciuto (anche per i loro standard), per poi fare vincere a questo giro qualcuno che conoscono letteralmente cani e porci. come a volere dimostrare che anche loro possono essere "mainstream".

e questa è la citicia diciamo politica alla scelta.

la critica contenutistica è che, dal mio banale punto di vista, la musica non è letteratura e tutto ciò porta solo a una appropriazione indegna. si legge che è un premio per un artista che ha elevato la musica a poesia contemporanea, ma il pensiero che la musica in quanto arte abbia bisogno della letteratura per elevarsi mi sembra semplicemente assurdo. anche a volere prendere semplicemente i testi musicali come composizioni poetica, allora il premio lo considero ingiusto, visti i poeti anche solo di lingua inglese che il nobel invece non l'hanno visto e l'avrebbero meritato (primi due nomi che mi vengono in mente, auden, lee masters e cummings).

infine, c'è il discorso istituzionale. e cioè il premio, e sottolineo IL premio, letterario per eccellenza deve tenere conto di ciò che simboleggia e ciò che mette in moto. da questo premio invece il mondo letterario non verrà minimamente toccato.
quoto anche le virgole. :ahsisi:

- - - Aggiornato - - -

ah amici, ne approfitto per segnalarvi l'inizio di un'interessantissima nuova collana del Corriere, dedicata ai classici greci e latini: http://www.corriere.it/gli-allegati-di-corriere/16_ottobre_13/collana-corriere-classici-greci-latini-edicola-6f1c4998-9150-11e6-ac33-c191fa0a3477.shtml

sicuro passo a prendere il Simposio di Platone e poi decido sul da farsi per il resto. i primi tre sono delle bombe davvero :morris82:

piano-opera-classici-greci-latini.jpg
 
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quoto anche le virgole. :ahsisi:
- - - Aggiornato - - -

ah amici, ne approfitto per segnalarvi l'inizio di un'interessantissima nuova collana del Corriere, dedicata ai classici greci e latini: http://www.corriere.it/gli-allegati-di-corriere/16_ottobre_13/collana-corriere-classici-greci-latini-edicola-6f1c4998-9150-11e6-ac33-c191fa0a3477.shtml

sicuro passo a prendere il Simposio di Platone e poi decido sul da farsi per il resto. i primi tre sono delle bombe davvero :morris82:

piano-opera-classici-greci-latini.jpg
Come prezzo, a parte il primo, non mi pare siano molto convenienti!

 
Mi trovi assolutamente d'accordo. In **** a tutti quelli che vorrebbero De André nei libri di letteratura :asd:E questo non per sminuire la musica e i suoi testi, anzi per elevarla ad arte propria :sisi:

Che poi altro che Bob Dylan, io l'avrei dato, se proprio, a Sixto Rodriguez :kep88:
per ritirare in ballo il mio prof, per lui se proprio bisognava darlo a un cantautore avrebbe preferito leonard cohen :asd:

comunque è evidente che è una premiazione che sta facendo discutere e divide, e personalmente credo che possa avvalorare un po' la mia prima ipotesi. poi credo sia anche un minimo sintomatico il fatto che, a ora, dylan non abbia ancora detto nulla a riguardo :asd:

Come prezzo, a parte il primo, non mi pare siano molto convenienti!
in realtà mica tanto, così al volo vedo che ci sono casi di evidente convenienza. ad esempio per la seconda uscita, la brevità della vita e la provvidenza non esistono in un'unica versione, e per averli dovresti spendere 15.50€ (7.50€+8€, prendendo i prezzi più bassi) di copertina; oppure per la natura delle cose le principali edizioni stanno a 12€, 11€ o 10€ (rispettivamente BUR, mondadori e feltrinelli).

secondo me la cosa migliore da fare è puntare su uscite mirate che ovviamente interessano e come detto non sono recuperabili allo stesso prezzo. anche solo il simposio, oltre al prezzo di lancio se fosse stato messo più in là sarebbe comunque stato conveniente, per quello che offre, visto che è l'edizione BUR che di copertina sta a 10€.

detto tutto ciò, io di recente ho già seguito alcune uscite della collana dei classici curata dalla fabbri, quindi evito :morris82:

 
per ritirare in ballo il mio prof, per lui se proprio bisognava darlo a un cantautore avrebbe preferito leonard cohen :asd:
comunque è evidente che è una premiazione che sta facendo discutere e divide, e personalmente credo che possa avvalorare un po' la mia prima ipotesi. poi credo sia anche un minimo sintomatico il fatto che, a ora, dylan non abbia ancora detto nulla a riguardo :asd:

in realtà mica tanto, così al volo vedo che ci sono casi di evidente convenienza. ad esempio per la seconda uscita, la brevità della vita e la provvidenza non esistono in un'unica versione, e per averli dovresti spendere 15.50€ (7.50€+8€, prendendo i prezzi più bassi) di copertina; oppure per la natura delle cose le principali edizioni stanno a 12€, 11€ o 10€ (rispettivamente BUR, mondadori e feltrinelli).

secondo me la cosa migliore da fare è puntare su uscite mirate che ovviamente interessano e come detto non sono recuperabili allo stesso prezzo. anche solo il simposio, oltre al prezzo di lancio se fosse stato messo più in là sarebbe comunque stato conveniente, per quello che offre, visto che è l'edizione BUR che di copertina sta a 10€.

detto tutto ciò, io di recente ho già seguito alcune uscite della collana dei classici curata dalla fabbri, quindi evito :morris82:
Sono pochi i casi vantaggiosi e ormai la mia forma mentis è quella del formato digitale, non raramente gratuito per certi testi antichi :sisi:

 
Segnalo, già che siamo in tema, che c'è, a soli 1,99 euro, il primo numero su Aristotele di una collana sui grandi della filosofia :sisi:

 
sto nobel continua a fare discutere tutti, meno lo stesso dylan. effettivamente nascono prospettive interessanti e ci vorrei tornare sopra. ad esempio:

http://sentireascoltare.com/rubriche/bob-dylan-just-like-a-nobel/

un articolo contraddittorio, che mette in luce sia motivi contro che a favore della scelta, e butta lì idee che appunto potrebbero essere interessanti. andando con ordine e risparmiandovi lo stile giornalistico discutibile (poi al solito io sono l'ultimo degli strozi, ma questo penso e questo dico):

Chi parla dei testi di Dylan come di “poesia”, fa un torto alla Poesia e alle Canzoni. Ma anche questo aspetto della questione sono certo che sia ben chiaro più o meno a tutti. Mi concentrerei semmai sulla motivazione della sacra commissione del Nobel in merito alla scelta di Dylan, che recita testualmente: «…nuove poetiche espressioni ALL’INTERNO della tradizione della grande canzone americana». All’interno, ok? Sembra cioè che quei benemeriti svedesi abbiano voluto premiare proprio il Dylan che fa letteratura facendo musica, quindi una dimensione della letteratura che non è più letteratura ma è un’altra cosa, una sfida agli steccati culturali che separano letteratura, musica, ma anche teatro, cinema, danza eccetera.
la prima parte mette in evidenza una questione interessante, ovvero: non è tanto, o solo, che questa scelta fa un torto alla letteratura e un favore alla musica, ma che fa un torto a entrambi. di contro finisce dicendo che potrebbe fare un favore a entrambi andando oltre i limiti di categorie dei medium artistici, ma è una questione un po' sempliciotta posto così. prima di tutto perché una distinzione musica-letteratura è una concezione squisitamente moderna. musica, inteso sia come canto che come danza, e poesia sono stati per sempre strettamente legati (il furioso non lo si leggeva, lo si cantava pubblicamente, mentre il silenzio della lettura arriverà solo con manzoni e le sue "parole mute fatte d'inchiostro). quindi non sarebbe un superamento ma un riappropriamente di una forma culturalmente antica (non a caso).

Di fatto, e qui veniamo al lato pratico, poi si vendono un sacco di libri del premiato di turno. Ecco, cosa dovrebbe accadere adesso? Si venderanno un sacco di copie dei due libri succitati di cui Dylan è autore? Si venderanno le raccolte dei testi? Oppure il pubblico, muovendosi per colmare le proprie lacune sul Dylan Premio Nobel per la letteratura 2016, ne acquisterà gli album e le antologie?
è vero, e come già dissi, questo premio non toccherà minimamente il mondo letterario. non sarà un argomento per forza di cose a conferma dell'errore del premio, ma credo sia minimamente sintomatico.

Ecco, il premio Nobel a Dylan non è inopportuno, semmai è fuori tempo massimo. È un premio alla carriera. Vale lo stesso discorso anche per il (folk)rock, ormai ridotto a suppellettile culturale, quindi estetica e commerciale. Ma è lo stesso un segnale importante, perché nel premiare il più grande autore che la “musica leggera” abbia mai avuto, quelli del Nobel mettono in discussione se stessi e il nostro organigramma culturale.
qui invce sono d'accordo con la premessa, ma non con la conclusione. è vero che una scelta del genere porta con sé una consapevolezza che cozza con l'idea culturale più diffusa, e che quindi porta a proporre qualcosa di nuovo. ma ha senso farlo con uno come dylan? cosa metti realmente in discussione quando vai a premiare quello che è già uno degli artisti viventi più conosciuti e apprezzatti? quindi premiare lui sarebbe stato uguale a premiare roth, si tratta e trattava di consacrare un artista già apprezzato, non di fare le rivoluzioni.

Ci dicono che, in pieno ventunesimo secolo, occorre ripensare la nostra idea di letteratura come processo principe di narrazione del presente, e soprattutto che è necessario abbandonare la disposizione a compartimenti stagni: per citare una cosa che ho sentito dire a Michele Mari, scrittore – è autore tra l’altro dell’ottimo Rosso Floyd, sorta di processo onirico organizzato attorno al “delitto” Syd Barrett – e docente di letteratura italiana all’Università Statale di Milano, «come si può oggi fare letteratura senza conoscere Kubrick o i Pink Floyd?». Mi permetto di aggiungere: e senza Keith Haring e Alan Moore? E come ignorare il fenomeno delle serie TV, sempre più raffinate e mature?
questo è senza mezzi termini uno scivolone, perché è una semplificazione brutale e senza senso di quello che è il mostruosamente variegato sistema letterario moderno. ovvero si pone una prospettiva assiologica (per fare un libro devi prima conoscere X, Y e Z) senza considerare che libri diversi, con obiettivi diversi, possono necessitare di "precedenti" diversi. a prendere a piene mani dalla cultura contemporanea possiamo tirare fuori nomi sia istituzionalmente avanguardistici che istituzionalmente di consumo, entrambi ugualmente necessari se questo è ciò che ti interessa fare. buttare lì quindi due nomi a caso non avvalora la tesi, ma la rende solo più confusa.

Le critiche al Nobel a Dylan probabilmente nascondono il tentativo di difendere un’idea di letteratura in crisi, che però proprio superando questa crisi può sperare di esistere come una forma espressiva contemporanea, nel presente e in grado di raccontare il presente. E insomma, niente: più ci penso e più continua a sembrarmi una grande notizia.
qui invece ho poco da ridire sulla forma, è una conclusione onesta e giusta per le necessità dell'articolo, ma non potrei essere meno d'accordo. non accetto infatti che alla crisi della letteratura (crisi de che, poi? la narrativa non mi sembra se la passi troppo male) questa sia il modo migliore per rispondere, un imbastardimento che è inevitabilmente impoverimento. si rinuncia all'autosufficienza della parola scritta per pescare da ambiti con cui ha poco da spartire. posso capire e apprezzare l'intertestualità, ma non l'intermedialità se fatta in questi termini.

 
Visto che facciamo tutti i criticoni: chi qui scrive qualcosina su riviste, blog, diari o fogli bianchi a tempo perso?

Non c'ho mai provato personalmente parlando :sisi:

 
Sono sempre vivo e continuo a leggere qualche libro. :sisi: Sono mesi che non commento nulla, riassunto veloce:

Il piccolo principe | Antoine de Saint-Exupéry, 1943. Riletto ad anni di distanza dalla prima volta, magico. Non so come, ma ai miei occhi questa fiaba è avvolta da un'aura di leggenda e mistero, come se fosse sbucata da sola, all'improvviso, fuori dal nulla. Ha un che di eterno, vive come su un piano a parte. Un'esperienza al limite del mistico, molto più del semplice libretto che è.

Le notti bianche | Fëdor Dostoevskij, 1848. Avevo adorato la trasposizione cinematografica di Visconti, era solo questione di tempo perché recuperassi l'originale. Si respira un'atmosfera di sogno in questa piccola triste storia. I dialoghi e i monologhi sono fiumi in piena che hanno il peso di confessioni taciute e sofferte per una vita intera; e i sentimenti che le portano alla luce divampano incontrollabili, nonostante la lucidità con cui li si osserva nascere ed evolvere. Personalmente la tendenza di Dostoevskij al patetismo, dopo la commozione iniziale, ha iniziato a stancarmi dopo alcuni capitoli; per questo è un bene che il racconto sappia terminare nel momento giusto. Al di là di questo, una lettura imperdibile per qualunque animo romantico.

Delitto e castigo | Fëdor Dostoevskij, 1866. Lo si potrebbe definire il thriller secondo Dostoevskij, avvince dal primo all'ultimo capitolo in un vertiginoso crescendo di tensione che attraversa le sue oltre seicento pagine. Giusto l'epilogo mi è parsa una soluzione un po' affrettata, specialmente se confrontata a quanto minuziosamente gli sviluppi precedenti erano stati seguiti – ma non inficia in alcun modo i meriti dell'opera. Scrittura raffinatissima eppure incredibilmente scorrevole; a conquistarmi sono stati soprattutto i dialoghi, travolgenti.

Oblomov | Ivan Aleksandrovič Gončarov, 1859. La prima cosa che viene in mente di scrivere, quando si parla di Oblomov, è il fatto che le prime duecento pagine sono incentrate esclusivamente su Oblomov che si sveglia e si prepara per uscire. Questo rende con una certa efficacia l'idea sul tipo di opera e sul tipo di personaggio. E anche sul fatto che Goncarov è evidentemente un genio nella scrittura, perché la naturalezza con cui narra il nulla riempiendone centinaia di pagine è letteralmente incredibile. Questo grazie ad una tecnica raffinatissima e ad un minuzioso lavoro sulla psicologia di ogni singolo personaggio, nella sua comica tragicità. La sola invenzione dell'oblomovismo è geniale, ed è magnifico quando un autore riesce a legare così strettamente forma e contenuto della propria opera. Non è possibile sviluppare a tal punto un soggetto se non se ne ha totale conoscenza e padronanza. Visto che però cercare il pelo nell'uovo mi piace almeno quanto elogiare tutto il resto, eccone due: in primis, ho trovato piuttosto stucchevoli alcuni momenti delle

storie d'amore
(metto lo spoiler perché ebbene sì, succede qualcosa – e probabilmente anche questo era uno spoiler), e ingenue alcune sfumature idilliche della descrizione della vita di campagna. In secondo luogo, una simile capacità di scrivere teoricamente all'infinito mi ha ricordato lo Svevo de La coscienza di Zeno: a volte si ha la sensazione che con una simile capacità di scrivere a proposito di tutto, di dilatare la narrazione oltre ogni limite, l'autore si lasci prendere la mano, procedendo come per inerzia. Il romanzo sembrerebbe poter dilungarsi all'infinito oppure concludersi in ogni momento, e questo procedere a braccio smorza la tensione narrativa generale. Ma ripeto, dei proverbiali peli nell'uovo si tratta, e ad avercene di ridondanze così ben scritte. Insomma è abbastanza chiaro fin dalla prima frase di questo commento che Oblomov non è una lettura per tutti; ma per gli altri, sarebbe un terribile peccato farsi mancare questo capolavoro di scrittura.

 
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