Rubrica Le recensioni di Jrpg World | Hai finito un Jrpg? Dicci cosa ne pensi | Indice e regolamento al primo post |

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Titolo:  Dragon Quest XI: Echi di un'era perduta

Produttore: Square Enix

Distributore: Koch Media

Piattaforma: PS4, disponibile anche su PC e successivamente Nintendo Switch

Lingua: Multi 5 (italiano compreso)

Disponibilità: Disponibile

Data di uscita europea:  4 settembre 2018

Cosa ti è piaciuto particolarmente: Le città davvero bellissime e vive, il cast, la varietà di situazioni e la libertà offerta al giocatore nell'intraprenderle

Cosa non ti è piaciuto particolarmente: Quisquiglie, tipo non avere gli altri membri del party visibili sul field se non quando sono ospiti e la meccanica dell'ultimissimo trofeo della lista. Inutile fare cosi se poi non mostra nulla il gioco.

Recensione Trama e Personaggi: Tu sei il Lucente, reincarnazione dell'eroe che molti secoli prima aveva sconfitto il male, venuto a sapere ciò al compimento dei 18 anni ti imbarchi in un'avventura tutta da vivere per raggiungere Yggdrasil  e scoprire come fare per sconfiggere l'oscurità che incombe.

Tutto ridotto all'osso, va vissuta, la trama riserva dei buoni colpi di scena ed è questo che stupisce in particolare vedendo da che titolo esce, mi è decisamente piaciuta e ci sono parecchi feels.

Il cast è un valore davvero aggiunto, ben fatto, ben caratterizzato, tutti con il loro scopo ben preciso nell'aiutare il protagonista. La "sottotrama" di Rab è davvero tanta roba.

Recensione Gameplay:  Snellito, ma che non si dimentica mai di essere Dragon Quest. Mostri visibili sulla mappa, combattimenti a turni, decisamente più veloci della media, con ottime animazioni, due tipi di telecamera disponibili, la classica e la nuova che permette di muovere a piacimento sul campo di battaglia il personaggio. Ininfluente ai fini della giocabilità, ma ammetto di aver giocato così dall'inizio alla fine trovandomici benissimo. Per chi ama il classico DQ c'è appunto la modalità tradizionale.

Bella la novità dei poteri pimpanti, che possono sembrare random sulle prime, ma hanno un counter ben preciso. Più avanti nel gioco comunque ci saranno oggetti ed un'abilità specifica dell'eroe che permetteranno di entrare in questo status istantaneamente. Una volta che lo si diventa si può dare il via a delle tecniche personali o di gruppo, moltissime con tanto di cutscene a rappresentarle, in stile Mystic Artes dei Tales of tanto per rendere l'idea.

Immancabili i minigiochi rappresentati dal casinò, bellissima la novità della forgia per creare gli equipaggiamenti, mi ha divertito parecchio. Discrete con qualcuna anche buona le missioni secondarie, che in generale si presentano come fetch quest, ma un paio forniscono qualche dettaglio extra su varie vicende.

Il gioco in generale è abbastanza facile, non è richiesto praticamente per niente grinding nel gioco base, ma per non smentirmi io ho esagerato come si deve e ho goduto di rendita.

Recensione Audiovideo:  Graficamente il titolo si presenta in maniera davvero pulita, una gioia per gli occhi in generale, visto anche il budget importante. Da segnalare almeno su PS4 standard qualche texture che si caricava in ritardo come ad esempio porte e/o ingressi di case e negozi, ma roba di 2 secondi al massimo di ritardo. Plauso alle città, ben stratificate alcune, vive come poche altre, davvero un piacere girarci e parlare con la gente.

A livello musicale la colonna sonora si presenta in versione MIDI, quindi non si ha purtroppo quella sensazione di "pompato" che meriterebbero certe tracce, in generale comunque è sugli standard della serie, della quale sono presenti le tracce iconiche più nuovi pezzi. Piacevole ma senza picchi.

Recensione Longevità: Ho completato la storia base in 97 ore, alla quale si aggiungono 40 ore di postgame, ma sarebbe sbagliatissimo denigrarlo solo per via del nome, importantissimo in tutte le sue sfaccettature. 137 ore totali con platino annesso, ma ho comunque fatto più di quanto richiesto dai trofei all'interno del gioco, praticamente tutto.

Deidara Zone (Cose che potevano essere fatte meglio): Mi riallaccio a quelle quisquiglie anche se il secondo punto mi ha dato fastidio visto che in DQ VIII era decisamente fatto meglio e qui nell'XI si poteva fare altrettanto. La mancanza di una qualche traccia che spiccasse all'interno della OST, volendo qualche scelta di adattamento potrebbe dare fastidio, sono presenti dialetti in più lingue per rappresentare quelli proposti dalla versione giapponese.

Io tento sempre a "rompere" i vari JRPG che gioco, mi piace grindare e quindi essere decisamente più forte della media proposta dal gioco, anche cosi si capisce che il titolo però è parecchio facile a difficoltà standard, almeno nel gioco base, la situazione migliora un po' con il postgame. Buono l'aver un'opzione per aumentare il tutto, ma probabilmente serviva una via di mezzo per accontentare un po' tutti.

Vota e fai vedere di che pasta sei fatto: Al netto dell'aver alle spalle solo altri 3 capitoli prima di questo (IV, V e VIII) posso dire con assoluta certezza che DQXI sia il migliore della serie che ho provato ed uno dei migliori JRPG(soprattutto se presi come classici) di sempre. Snellito nella formula, ma non nei contenuti il titolo non si dimentica mai cosa lo ha reso famoso ed un punto di riferimento per il genere, aggiungendo finalmente anche sorprese per chi voleva qualcosa in più dal punto di vista di cast e narrazione.

 
Titolo: The Legend of Heroes - Trails in the Sky FC

Piattaforma: PC

Lingua: English only

Cosa ti è piaciuto in particolare: Personaggi, Ambientazione, 

Cosa non ti è piaciuto in particolare: ritmo della narrazione (alle volte soporifero), gestione del party, difficoltà mal bilanciata

Recensione Trama: Se da un certo punto di vista ci troviamo di fronte ad un trope quasi abusato, lo svolgimento è molto personale. Purtroppo per una precisa scelta degli sviluppatori in alcuni momenti l'avanzamento sembra esser nullo. Ci si ritrova a fare quest principali che di fatto stonano con quella che, per la trama, è la vera quest principale. Il tutto per arrivare ad un finale con un crescendo vertiginoso, ed un cliffhanger che ti lascia quasi con l'amaro in bocca, con l'impressione di aver giocato il più lungo prologo (50-60h) della storia degli jrpg   :asd:

Recensione Gameplay: molto classico come impostazione (turni con time battle bar) si mischia alcuni elementi tattici (si gioca su griglia) senza però andare veramente in quella direzione (non c'è possibilità di posizionare il pg e poi attaccare, non ci sono bonus/malus legati ad altezza del territorio, etc...). Funziona, anche se in alcuni momenti il bilanciamento non è dei migliori

Recensione Audiovideo: Il video è datato, ma si lascia guardare. L'audio soffre di una carenza quantitativa. Le musiche sono belle e godibili, ma purtroppo dopo l'ennesima ripetizione si fa un po' fatica ad apprezzare

Recensione Longevità: Ho completato la prima run in 56h cercando di fare tutto, mancando inevitabilmente qualcosa (senza guida). Magari giocando a Normal invece che ad Hard e saltando alcune side-quest si può scendere sotto le 50h.

Di sicuro è rigiocabile, ma non prima di aver completato il secondo capitolo.

Deidara Zone (Cose che potevano essere fatte meglio):

  • Gestione del party: mi ha veramente dato fastidio come è stato gestito, con continui andirivieni e nessuna possibilità di reale scelta se non durante il dungeon finale. Soprattutto nei momenti in cui si rimane solo coi 2 protagonisti, a difficoltà elevata, il gameplay diventa una vera pena.
  • Ritmo generale della narrazione: una volta completato si spiegano meglio determinate scelte, ma in alcuni momenti ci si ritrova col latte alle ginocchia


Vota e fai vedere di che pasta sei fatto: 8.5 nonostante i difetti, la storia ed il setting coinvolgono davvero tanto, e sono il vero motore di questo gioco. Contando che questo è solo il prologo (è un dato di fatto :asd:  ), le aspettative per il capitolo successivo sono davvero molto alte.

 
Titolo: Kingdom Hearts 3 

Piattaforma: Playstation 4

Lingua: Italiano 

Cosa ti è piaciuto in particolare:  Lato tecnico, i mondi Disney gameplay wise, tutti i tease alla saga futura, battle system finchè si usano magie e legami.

Cosa non ti è piaciuto in particolare:   Pacing ubriaco di cutscene e storia, trattamento dell'antagonista, mancanza di boss battle veramente tecniche, battle system eccessivamente punitivo col giocatore da combo, leggero rush a la ff15 sul finale (ma non così grave)

Recensione Trama: Troppe cose da dire. La trama di Kingdom hearts 3 secondo me è il classico caso di disinnamoramento. C'è un autore o più autori che devono accocchiare una conclusione per la storia decennale di una serie: si mettono a un tavolo, cacciano fuori le idee, e si rendono conto che tutte le idee buone riguardano i set-up per i futuri sviluppi della serie, mentre tutte quelle cattive riguardano la chiusura degli attuali avvenimenti! Così avviene in Kh3. Non starò nemmeno ad enumerare i plot holes , che qui sono il problema minore. Risulta palese arrivati a un certo punto che l'epica raccolta da 17 anni si discioglie sullo schermo un po' a compitino, con avvenimenti prevedibili, boss battle molto standard e quel sentore di rush e di mancanza di meraviglia che poco appartiene a Kingdom Hearts. Di contro, infatti, basta ammirare certe sequenze del gioco che fanno riferimento - apertamente - agli sviluppi futuri, e diviene tangibile la differenza qualitativa. Sorpresa, eccitazione, mistero e spettacolo accompagnano il giocatore in ogni momento di questi passaggi, che quasi viene a domandarsi perché giocare a kh3, se il bello alla fin fine ci attende in kh4.  

Altra controprova di questa strana dicotomia tra futuro e presente sta nel pacing narrativo della "pellicola"; chiamiamola così. Kingdom Hearts 3 è oberato, dico oberato di cutscene, e ciò non sarebbe un peccato così grave se, oltre alle cutscene di sunto dei mondi Disney,  che in fondo il giocatore conosce già e che quindi risultano freddine  (ma è sistematico, lungi da farne una colpa!), fossero presenti cutscene che avanzassero realmente la storia e creassero urgency e desiderio. Con un beato ma leggero spoiler, mi si lascerà dir questo: che non vediamo l'antagonista che noi tutti ben conosciamo se non a 2 ore prima della fine del gioco. Dunque, come si intuirà, le restanti 28 impiegate mediamente dai giocatori per arrivare all'ultimo mondo saranno viaggiate tra cenni, citazioni, riferimenti, retcons ai giochi passati, insomma cose anche piuttosto importanti ma non realmente concernenti il cammino del protagonista. Sora, infatti, che dovrebbe compiere un classico "viaggio dell'eroe", giunge a riscoprire il potere dietro di sé senza che prima al giocatore ne sia stato dato un entrais, un primo, un secondo...giunti al finale la frase di chirity, presente nel trailer, è emblematica: "Non hai ancora imparato a ripristinare il cuore di qualcuno dopo che è andato perso?"

La risposta è No, Chirity. Eravamo troppo impegnati a ripercorrere la trama dei mondi Disney! 

Recensione Gameplay:  Non voglio fare di questa una recensione professionale, perciò non mi dilungherò troppo per quanto riguarda il gameplay (ho già scritto abbastanza di trama). Kh3 ha un gameplay solido e avvincente, a tratti superbo e pieno di cose da fare. Il level design dei vari mondi è a tratti esorbitante, le situazioni e i nemici sono piuttosto vari e i minigiochi spesso e volentieri godibili. Molte gimmick sono ben sviluppate...insomma è ottimo. L'unica detrazione che mi sento di fare è al bilanciamento del gioco, tendente eccessivamente alla facilità e mancante di una modalità critical storicamente indirizzata ai fan più tecnici. 
Personalmente non ho molto apprezzato una certa legnosità di Sora nel gameplay combo, specie rispetto ad altri personaggi giocabili presenti nel gioco che invece dimostrano tutt'altra velocità e violenza. Purtroppo menare di Keyblade non è più soddisfacente come in Kh2FM e pertanto il gioco si indirizza naturalmente verso un approccio più equilibrato, calibrato tra magie, legami, links, combo quando gli mp son finiti...è forse la cosa migliore per la spettacolarità e l'equilibrio delle varie risorse a disposizione di Sora, ma è anche un po' deludente per chi era abituato a fare stragi coi soli riflessi ed il keyblade.

Recensione Audiovideo: Qui il gioco eccelle, c'è poco da fare. L'unico neo è la fatica degli FPS su PS4Base. Può capitare,  raramente ma può capitare, che il gioco scatti per centinaia di frame in situazioni nemmeno troppo concitate. Ciò è probabilmente dovuto più all'ottimizzazione di alcune arene piuttosto che all'effettivo carico dell'Unreal, che invece in altri luoghi assolutamente carichi di effetti dimostra di avere le spalle larghe. 

Menzione sulla soundtrack. Non completamente fatta da Shimomura (e si sente) ma degna e divertente. Pochi i nuovi brani davvero epici, ma comunque presenti. I ritorni, invece, sono più in forma che mai e ciò finisce per confezionare un pacchetto di tutto rispetto.

Recensione Longevità: Ho impiegato 30 ore per completare il gioco senza skippare alcunché. Credo sia la durata media di una run "di trama", che è comunque una durata assolutamente giusta alla quale avrei tuttalpiù aggiunto qualche ora di esplorazione di certe aree chiaramente cuttate dalla release.

Deidara Zone (Cose che potevano essere fatte meglio): Davvero tanto. Oltre ai punti citati dalla recensione, voglio nominarne uno che francamente m'han dato molto fastidio. Ovvero il trattamento del protagonista.

Il sora di Kh3 non è il Sora di Kh1. E questo non per dire che sia cresciuto, ma che anzi si sia completamente rincoglionito. Checché i giapponesi ne dicano, però, io non ritengo che un cretino corrisponda ad una persona incapace di movimenti interiori e di crescita caratteriale e spirituale. Il Sora moderno è molto difficile da vendere. Si dispera in un battibaleno dopo aver sorriso davanti alle peggiori catastrofi. Si improvvisa filosofo dopo aver scimmiottato i ragionamenti più elementari. Tace i propri sentimenti, e non per timidezza, dopo averne abbondantemente profusi verso altri personaggi. Non saprei dire se la colpa  è del doppiatore che giunto a questo punto carica il nostro eroe di eccessivo infatilismo (tanto che, se mi venisse chiesto, non esiterei a dire che l'adulto tra Kh1 Sora e Kh3 sora è il primo); o se è lo script a volere di Sora un decerebrato a comando. 

In più, e detto da me! Disprezzo che si sia fatto di Sora una sorta di vate religioso. Quandunque al nostro eroe tocca di comunicare speranza, ragione, fede e altre nobili e umane virtù ad altre persone, Sora non perde tempo a rispolverare l'intero dizionario jedi dei keyblade masters. E perciò cuore, destino, luce, oscurità... Costui non può avere un discorso normale con un altra persona! Gli unici momenti dove Sora sembra vero, difatti, è quando comunica coi suoi veri amici di sempre. Pippo e paperino. Ecco, qui di tanto in tanto non vediamo il maestro del keyblade temprato alla fede dei cuori da mille battaglie, ma il ragazzo capace di ridersela, a volte permaloso e persino imbarazzato.

Ultima nota per Xehanort. Nonostante la sua sottotrama mi sia piaciuta, nulla da eccepire in questo, le sue risoluzioni sono a dir poco improvvisate. Come dicevo all'inizio, credo che Nomura sia sia disinteressato al personaggio. Il Final boss battle theme in questo la vende un po': molto sottotono, a mio parere, anche un po' out of place e nemmeno riarrangiato da Yoko.

Attendiamo un corposo dlc final mix.

Vota e fai vedere di che pasta sei fatto:

Un bel gioco che non vuole fare quello che dovrebbe fare. Un brillante ragazzo di liceo che studia la materia controvoglia: si vede la capacità lì dove l'argomento si fa più  interessante. 

 
up anti cut off, se sto topic finisce nella pattumiera m'incacchio -_-
 
Vero, purtroppo però i link alle recensioni non mi funzionano, mi dà errore se ci clicco sopra nel topic alfabetico.
Tutti i link sono andati persi durante i vari passaggi di piattaforma che si è fatto il forum e bisognava risistemarli manualmente.:dsax:
 
è passato tantissimo tempo dal ultimo volta che ho scritto una recensione ma il titolo in esame mi ha colpito.

Titolo: Pyre

Produttore: Supergiant Games

Distributore: Supergiant Games

Piattaforma: PC(supportati Linux e macOS), PS4

Lingua: Inglese(testi), Saharian e Inglese(Parlato)

Disponibilità: Disponibile

Cosa ti è piaciuto in particolare: Comparto artistico e sonoro magistrali. Il "saharian". Ambientazione affascinante che si rivela una pagina alla volta(letteralmente). Cast di prim'ordine. Sconfitta e perdita. Estremamente rigiocabile. Un delizioso mix fra sport, rpg e visual novel. Non importa cosa si faccia, siamo solo delle pedine in un disegno molto più grande. La "voce". Tre come uno. Narrativa e gameplay sono una cosa sola. DATEMI UN PREQUEL CON GLI SCRIBI

Cosa non ti è piaciuto in particolare: forse troppo criptico soprattutto inizialmente, inglese non propriamente "facile", è (volutamente) ripetitivo. Bilanciamento delle razze da rivedere. Chi ama giocare "difensivo" avrà dei problemi. Il glossario viene sbloccato troppo tardi.

Recensione Trama e Personaggi: Tanto tempo fa gli otto Scribi, figure leggendarie a metà fra l'eroico ed il divino, sconfissero i dodici titani. Questa ed altre imprese li portarono a fondare il Commonwealth. Una nazione fondata su ideali di fratellanza fra razze, comprensione, pietà e giustizia per cui loro avevano combattuto. Da allora, sono passati secoli e di quella nazione ideale è rimasto ben poco. Il Commonwealth è divenuta una teocrazia crudele ed intollerante in perenne conflitto con i resti di Highwing, un regno un tempo prospero popolato da arpie. In questo contesto cosi decadente, le vuote tradizioni, la forma sono tutto e fra le più crudeli e "famose" vi è indiscutibilmente la pratica del "esilio". I criminali, piccoli, grandi o semplicemente "indesiderati" che siano vengono gettati nel "Downside". Una regione ampia ed inospitale dalla quale, non è possibile uscire. Il nostro protagonista senza nome (potremo tratteggiarne sesso, background ed altro tramite alcune sporadiche opzioni di dialogo) è una di queste anime sfortunate. Colpevole, solo di saper leggere in un paese in cui la letteratura è considerata blasfemia. Gettato via senza tante attenzioni, finisce storpio e stremato in una regione desertica. Ormai rassegnatosi al suo triste destino, viene tratto in salvo da tre figure mascherate. Le quali, inizialmente guardinghe nei suoi confronti, lo accoglieranno offrendogli...una speranza. Ci vuole poco per i novelli compagni di viaggio per comprendere che il nuovo venuto (denominato semplicemente Lettore/Reader/Ligaratus) sa leggere. è quindi in grado di interpretare per loro il libro dei riti. Un antico manoscritto edito dagli otto scribi che contiene informazioni vitali sulla storia, le tradizioni, i pericoli quel mondo. Il leggendario rituale della liberazione può essere portato a termine solo interpretando le stelle e soltanto un lettore è in grado di farlo. Con il proposito ultimo della libertà, ha quindi inizio il nostro viaggio.

Recesione Gameplay: In Pyre, narrativa e gameplay sono una cosa sola. Le parti puramente "ludiche" ricordano molto sport di squadra come il basket, la palla avvelenata o l'ultimate. Il paragone con quest'ultimo è particolarmente calzante. Ogni squadra, composta da tre giocatori, deve difendere la sua sacra fiamma( la Pira del titolo) mentre cerca di lanciare o trascinare l'orb( "la palla") al interno di quella avversaria. Ogni squadra può muovere un giocatore alla volta ed in generale i giocatori non possono attaccare mentre hanno in mano l'orb. La formula è arricchita da tante meccaniche made in rpg, come la capacità di "lanciare" la propria aura per eliminare temporaneamente i nemici. Le "classi" sono invece incarnate dalle diverse razze a cui appartengono i nostri personaggi. Sebbene inizialmente alcune possano sembrare molto simili, basta qualche partita per prendere atto delle profonde differenze che intercorrono. Gli imp ad esempio (rappresentati dal adorabile Ti'Zo) possiedono un'aura spaventosamente grande per la loro stazza, sanno volare(seppur lentamente) e non castano la loro aura piuttosto si "autodistruggono" per poi respawnare molto velocemente. I Wyrm (il cui araldo è il mitico Sir Gilman) invece sono piccoli e veloci ma attaccano "al indietro" e bisogna quindi tenere sempre d'occhio la scia che si lasciano alle spalle. Ogni personaggio è ulteriormente personalizzabile grazie ad un talismano (un classico accessorio) e selezionando una skill da apprendere tramite level up(respeccabile grazie ad un consumabile acquistabile in game). Combinazioni diverse di talismani, talenti e party member danno vinta a team sinergici e divertenti da utilizzare da soli ed in compagnia, essendo presente anche un multyplayer locale.

Fra una partita/rituale e l'altra i Nightwing si sposteranno fra le varie regioni a bordo del "vagone" mentre il Lettore avrà modo di conversare con i propri compagni, scegliere quale strada prendere, come passare il proprio tempo(addestrandosi, raccogliendo oggetti) ed altro ancora. Gli avversari sono tutti estremamente caratterizzati. Nel bene e nel male, sono come noi. Gettati via per una pletora di ragioni (quasi sempre poco valide) e desiderosi di avere indietro la propria libertà. La "sconfitta" è parte integrante del esperienza, per quanto poco plausibile, si può perdere ogni singolo rituale e la narrativa si evolverà di conseguenza. è però con il primo climax che Pyre manifesta "davvero" la sua diversità. Il primo rituale di "liberazione" ci fa prendere atto di tre verità: solo chi partecipa direttamente è giudicabile "degno", solo i più forti sono "degni", e fra i più forti solo uno è il "prescelto". Parafrasando , il nostro protagonista, in quanto storpio, non potrà mai essere libero. Fra i suoi compagni, solo coloro di livello più alto sono considerati "degni" e fra i "degni" solo uno può essere il prescelto.
è un capovolgimento totale del esperienza classica di un rpg.

Di norma il giocatore viene abituato ad ottenere sempre più opzioni, sempre più possibilità mano a mano che si arriva al end game. In Pyre funziona tutto al contrario. Dopo una prima parte in cui leghiamo con loro...bisogna iniziare a convivere con l'idea di vedere uno dei "nostri" andarsene. Tornare in gloria al Commonwealth, senza più rivederlo.
Possiamo rinunciare ai nostri personaggi più forti? O ai nostri preferiti? Siamo cosi egoisti da sacrificare la "loro" felicità perché vogliamo tenerli con noi? Possiamo dire di essere amici di Ruckey se gli impediamo di tornare per assistere la madre malata? A Sir Gilman di riconquistare il suo onore? A Pamitha di volare nuovamente libera?O a Heldwyn di riunirsi con la sua amata? E cosi, tutti gli altri.

Ma con altri, si intende...anche i nostri avversari ovviamente.
Molti di loro meritano di tornare liberi quanto i nostri amici e noi siamo lì, ogni volta, per strappargli via quella singola occasione.

La sconfitta e la perdita divengono quindi due parti integranti del esperienze.
Una sconfitta non ci porta ad una schermata di game over, ma ci priva di una possibilità.
Vincere? Ci priva lentamente dei nostri compagni. Un rituale dopo l'altro, il vagone si riempirà dei ricordi dei luoghi che abbiamo visitato, di cimeli lasciatici in eredità dai nostri compagni mentre diventa sempre più silenzioso, sempre più vuoto e noi, siamo sempre più soli.

Che si vinca o si perda, qualcosa ci viene ugualmente strappato via.
Raramente un titolo era stato capace di darmi questo tipo di sensazioni.


Recensione Audiovideo: Visivamente Pyre è una gioia per gli occhi. Il direttore artistico Jen Zee ed i suoi hanno dato vita ad un mondo crudele ed incantevole. Il Downside non è il classico "purgatorio" grigio e oscuro ma un luogo selvaggio, colorato, inospitale. Ghiacci perenni, tempeste eterne, aridi deserti la varietà visiva è impressionante ed ogni luogo è arricchito da una pletora infinita di piccoli dettagli. Fra cui spiccano indiscutibilmente i saltuari "resti" dei leggendari titani ormai "assorbiti" e divenuti parte integrante del ambiente. La medesima cura è stata riservata ai personaggi, molti dei quali "raccontano" la loro storia anche nei loro abiti e nei loro colori. Il caso più emblematico? è costituita dalla dicotomia fra Tariq e Celeste. Luna e sole. Uno errante, l'altra immobile. Amanti ma perennemente destinati a restare separati. Questa loro condizione è magistralmente espressa dai loro abiti e dai loro strumenti: il liuto della luna ed il mandolino nero.

Il comparto tecnico "in game" è solido nella sua semplicità e spicca per la sua capacità di rendere magistralmente il fuoco delle pire o la polvere.

La colonna sonora è firmata dal sommo Darren Korb ed è costituita da varie "ballate" che Tariq(lo stesso Korb) ed occasionalmente Celeste (Ashley Barret) suonano per il giocatore. Per chi ne volesse un assaggio, è disponibile gratuitamente sul canale youtube dei Supergiant

Alla musica è legato...forse la più bella rivelazione del intero titolo ma non voglio aggiungere altro.

Per quanto invece riguarda il parlato non esiste un doppiaggio "canonico" vero e proprio ma la "lingua" ha rappresentato una delle parti più importanti del processo creativo.
La maggior parte del cast si esprime attraverso frammenti di una lingua a noi incomprensibile. Non si tratta però di "versi" senza senso come accade in molti titoli ma di Saharian. Una lingua che, come spiegato dal director Greg Kasavin, è ispirata latino che idealmente rappresenta un inglese lontano nel tempo. In un futuro dove la letteratura è morta.

Ogni frase "doppiata" aveva una sua controparte in inglese, questo ha permesso nella sua cripticità di divenire...autentica, familiare.
Questo si evince sia nei modi di parlare dei vari personaggi (chiaramente diversi a seconda del loro background) sia nel utilizzo di termini che, finiamo per imparare fra cui spiccano Ligaratus(Lettore) e Noxalas(Nightwings).

L'esistenza del Saharian da una valenza completamente diversa al lettore che conoscendo la lingua degli "antichi" è l'unico in grado di tradurre gli insegnamenti del libro dei riti, le parole nelle canzoni di Tariq e Celeste ma soprattutto di interpretare ciò che dice la "voce". Un misterioso personaggio che sovraintende ad i vari rituali e che solo noi siamo quindi in grado di comprendere.

Recensione Longevità: ho completato la mia prima run in circa quindici ore ed è estremamente rigiocabile grazie alla sua peculiare struttura narrativa. Accanto alla modalità di gioco standard, è presente un versus che permette di affrontare anche avversari umani in locale. L'assenza del online, superficialmente inspiegabile, è dovuta ad una precisa scelta del team californiano citando testualmente

“We strongly believe that a high-quality online multiplayer experience needs to be a central focus of a game’s development in order to meet today’s standards,

Per i più temerari è inoltre presente accanto ad una difficoltà maggiorata anche la modalità "True Nightwing", aggiunta successivamente tramite update e che, fra le varie peculiarità, obbliga il giocatore a caricarsi dei vari malus offerti dalle titan star.

Cose che potevano essere fatte meglio: il giocatore risulta profondamente spaesato in una prima fase in mezzo a termini, nomi e concetti con cui non ha nessuna familiarità. Sebbene diventi tutto più chiaro con il proseguire del viaggio, dare accesso al glossario sin dalle prime battute sarebbe stato particolarmente gradito. Inoltre, per quanto non esistano personaggi "inutilizzabili" è plateale come alcuni personaggi(e per estensione le loro classi) siano TROPPO più efficienti di altri. Le arpie(e la nostra Pamitha) su tutti. Trovo inoltre sconveniente per un titolo che ha fra i suoi pilastri il concetto di "sconfitta" avere un livello di difficoltà standard cosi permissimo.


Vota e fai vedere di che pasta sei fatto: Pyre è l'ennesima dimostrazione di come i Supergiant Games siano un tesoro prezioso da salvaguardare in un panorama di titoli stanchi e troppo uguali. Mettendo da parte la ripetitività intrinseca della sua struttura, il titolo spicca in ogni area e riesce a creare una connessione "vera" fra ogni sua componente narrativa, visiva, uditiva e via discorrendo. Il gameplay cosi semplice superficialmente, nasconde un animo solido, profondo e divertente. Non è un titolo per tutti anzi, oserei dire che il focus sulla narrativa scritta più che visiva lo rende il titolo più di nicchia da quelli prodotti dallo studio Californiano. Ma io? Lo ho adorato.
Voto personale 9 secco, voto obiettivo? 8,5.

"We shall find our way home"





...ed ora? Datemi un titolo con gli scribi come protagonisti :bruniii:
 
Due parole sul primo gioco solo Giapponese che ho finito.

Titolo: Souten no Celenaria -What a beautiful World- Full Voice ReBORN Edition
(Serenaria dal Cielo Azzurro -Che mondo meraviglioso-)

Genere: Visual Novel (ADV), Trading Sim, Eroge
Piattaforma: PC
Rating:18+ (sesso esplicito)
Lingua: Giapponese (doppiaggio integrale)
Sviluppatore: Liar-Soft
Distributore: Liar-Soft
Disponibilità: DIGITALE (DLSITE)
Sceneggiatura: Sakurai Hikaru
Regia: Sakurai Hikaru
Ost: Blueberry&Yogurt, Shinichiro Matsumoto

Storia in breve:

Questa è la storia di Dira Daura
La più poverina di tutto l'impero
Data alla luce nella capitale
Dai bei capelli d'un rosso animale...

Anno XXXX del calendario di Seikyou, pianeta Kadath...
L'espansione territoriale dell'Impero Centro-Settentrionale non accenna ad attenuarsi, i contatti con la misteriosa civiltà di "Seikyou" hanno prodotto avanzamenti tecnologici tali da averlo reso una potenza militare inarrestabile, dopo Pucelle, i cui abitanti appartenenti alla specie omonima vennero confinati in campi di lavoro, utilizzati in crudeli giochi per il divertimento degli Aristocratici, e poi condannati allo stermino, fu il turno di Bevel, caduto dopo un estenuante guerra che ha prodotto innumerevoli tragedie, divenuto il XIII territorio imperiale.
Città di Dylas-Leen, situata nel punto più meridionale in assoluto dell'impero, un tempo città portuale di Pucelle, ora non rimane più alcuna traccia dei suoi antichi abitanti con il caratteristico occhio dorato e dalle fattezze feline, rimane solo il risultato dello sviluppo industriale incontrollato dovuto alla diffusione e allo sfruttamento della Steam Technology arrivata da Seikyou: l'inquinamento.
Una coltre di fumo nero ricopre ormai non solo Dylas, ma l'intero pianeta, condannandolo ad un eterna oscurità, e le acque dei mari sono completamente torbide, solo pochi aristocratici o poche persone fortunate possono permettersi una lunga vita in quanto la malattia del vapore colpisce inesorabile mano a mano che si avanza con l'età, colpendo persino il Primo Ministro "De Maxim", che viene mantenuto in vita grazie a un sistema di depurazione artificiale.
In questa città di frontiera opera un potente consorzio che riunisce circa un migliaio di aviatori di ogni tipo, per la maggior parte capitani di navi mercantili, ma anche avventurieri, ingenieri e meccanici, la cosiddetta Air Giuld, guidata dal vecchio Las Casas.
Connie Will Ricoeur è un "orfana di Bevel" cresciuta in un orfanotrofio di Dylas a cui Las Casas ha deciso di affidare una delle navi mercantili leggere più evolute in circolazione, l'Ulumensh, nata da un progetto dello Steam King in persona.
Grazie a quella nave da il via, insieme alla sua amica Shela Maxis, una pucelle dal pelo bianco dalle origini misteriose e trai i pochi sopravvissuti alle persecuzioni, a un'agenzia di trasporto indipendente che si occupa di scarrozzare ogni sorta di materiale, dal cibo alle materie prime, tra i vari territori limitrofi.
Dopo una giornata di lavoro, in una taverna frequentata dagli aviatori, fa la conoscenza di una strana ragazza dai capelli verdi che si fa chiamare "Yaro", questa ragazza è braccata dall'impero ma quando l'esercito si presenta alla taverna per arrestarla Connie, non sapendolo, e a causa delle persecuzioni subite dai pucelle, pensa stiano cercando la sua amica Shela.
Resasi conto dell'errore decide comunque di proteggere la ragazza in qualche modo, a dargli manforte si fa avanti un misterioso quanto abile spadaccino dagli occhi d'oro che si fa chiamare Carlberti.
Riescono a fuggire, ma ormai si sono inimicati l'esercito imperiale, non rimane altro che tentare il tutto per tutto, attraversare il "mare della fine" e superare il muro di lampi invalicabile che segna la fine del mondo: La Conchiglia d'Acqua.

Oltre,
Non c'era più nulla...
Eppure...

Pareri:

Souten no Celenaria è una Visual Novel lineare con inserti di gameplay scritta e diretta da Hikaru Sakurai, autrice all'epoca alla prima esperienza come director, lo si nota soprattutto dalle scene erotiche che sono in ampio contrasto con il resto degli episodi successivi, che non solo sono male implementate, ma si è anche cercato di renderle totalmente in-flow con il resto delle narrazione non riuscendoci completamente, per lo meno all'inizio, le cose migliorano un po' con il proseguire dell'avventura.
Il world building della è eccezionale, abbiamo ben due esopianeti (parliamo di veri esopianeti, dall'ambiente e dalla geografia variegati, con continenti, superpotenze e stati in guerra tra di loro, non pianeti monotematici), le cui storie si intersecano a vicenda, ma c'è un problema, buona perte del suddetto worldbuilding è relegato a materiale extra gioco, libri e guide ormai difficilmente reperibili, fortunatamente molte cose si trovano sui fansite giapponesi, ma non tutto. I personaggi raramente, se non mai, si mettono a spiegare dettagliatamente le questioni geopolitiche, si limitano ad accennarle (come farebbe naturalmente qualcuno nelle loro stesse situazioni, del resto).
Viene dato però ampio spazio alla descrizione del percorso evolutivo delle varie specie umanoidi che abitano il mondo di gioco, molto differenziate sia nelle caratteristiche fisiche che nell'aspetto esteriore, con enormi differenze anche a lv. riproduttivo.
Umini pesce che sono solo maschi, donne sirena solo femmine che si riproducono incrociandosi in modo bizzarro, uomini-pianta non sessualmente differenziati, uomini insetto, uomini uccello, uomini gatto ect. Una popolazione decisamente varia.
La parte di gameplay è interessante, avramo una mappa da esplorare e una destinazione da raggiungere, la storia riparte una volta raggiunta la destinazione designata, nel mezzo dovremo gestire al meglio il carburante e i rifornimenti e ottenere denaro facendo compravendita di materiali tra una città e un'altra oppure accettando varie richieste che arriveranno parlando coi locali.
Ogni mappa nasconde inoltre un potenziamento che una volta scovato e nantenuto nella stiva faciliterà le nappe successive.
Il ritmo narrativo è molto buono e ci saranno nuovi misteri, nuovi personaggi e nuovi luoghi da esplorare ad ogni capitolo, fino alla fine.
La colonna sonora è molto buona, in particolare le tracce composte da Bluberry&Yogurt, ovvero la Op e la Ed. Mi sono piaciute anche le BGM ma il gioco pecca un po l'avere un po troppe poche tracce, che sono sempre le solite per una trentina di ore.
Il gioco è interamente doppiato, ho trovato molto buona la performance di Furukawa Tetsuto nei panni di Carlberti, che personalmente ho sempre apprezzato come voce maschile, ottima anche Kaneda Mahiru che ha doppiato ben quattro personaggi diversi riuscendo a dare una voce diversa ad ognuno di essi.
Per quanto riguarda il design... Fa il suo lavoro, nulla in particolare da dire, le CG sono presenti in modo adeguato.

Con queste ali, faciamoci breccia nell ignoto..
Le nostre ali, che non smettono mai di sbattere...
Ulumensh.

Voto:

95/100
 
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