Koyomi Araragi
Purple Lightning
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Titolo: Dragon Quest XI: Echi di un'era perduta
Produttore: Square Enix
Distributore: Koch Media
Piattaforma: PS4, disponibile anche su PC e successivamente Nintendo Switch
Lingua: Multi 5 (italiano compreso)
Disponibilità: Disponibile
Data di uscita europea: 4 settembre 2018
Cosa ti è piaciuto particolarmente: Le città davvero bellissime e vive, il cast, la varietà di situazioni e la libertà offerta al giocatore nell'intraprenderle
Cosa non ti è piaciuto particolarmente: Quisquiglie, tipo non avere gli altri membri del party visibili sul field se non quando sono ospiti e la meccanica dell'ultimissimo trofeo della lista. Inutile fare cosi se poi non mostra nulla il gioco.
Recensione Trama e Personaggi: Tu sei il Lucente, reincarnazione dell'eroe che molti secoli prima aveva sconfitto il male, venuto a sapere ciò al compimento dei 18 anni ti imbarchi in un'avventura tutta da vivere per raggiungere Yggdrasil e scoprire come fare per sconfiggere l'oscurità che incombe.
Tutto ridotto all'osso, va vissuta, la trama riserva dei buoni colpi di scena ed è questo che stupisce in particolare vedendo da che titolo esce, mi è decisamente piaciuta e ci sono parecchi feels.
Il cast è un valore davvero aggiunto, ben fatto, ben caratterizzato, tutti con il loro scopo ben preciso nell'aiutare il protagonista. La "sottotrama" di Rab è davvero tanta roba.
Recensione Gameplay: Snellito, ma che non si dimentica mai di essere Dragon Quest. Mostri visibili sulla mappa, combattimenti a turni, decisamente più veloci della media, con ottime animazioni, due tipi di telecamera disponibili, la classica e la nuova che permette di muovere a piacimento sul campo di battaglia il personaggio. Ininfluente ai fini della giocabilità, ma ammetto di aver giocato così dall'inizio alla fine trovandomici benissimo. Per chi ama il classico DQ c'è appunto la modalità tradizionale.
Bella la novità dei poteri pimpanti, che possono sembrare random sulle prime, ma hanno un counter ben preciso. Più avanti nel gioco comunque ci saranno oggetti ed un'abilità specifica dell'eroe che permetteranno di entrare in questo status istantaneamente. Una volta che lo si diventa si può dare il via a delle tecniche personali o di gruppo, moltissime con tanto di cutscene a rappresentarle, in stile Mystic Artes dei Tales of tanto per rendere l'idea.
Immancabili i minigiochi rappresentati dal casinò, bellissima la novità della forgia per creare gli equipaggiamenti, mi ha divertito parecchio. Discrete con qualcuna anche buona le missioni secondarie, che in generale si presentano come fetch quest, ma un paio forniscono qualche dettaglio extra su varie vicende.
Il gioco in generale è abbastanza facile, non è richiesto praticamente per niente grinding nel gioco base, ma per non smentirmi io ho esagerato come si deve e ho goduto di rendita.
Recensione Audiovideo: Graficamente il titolo si presenta in maniera davvero pulita, una gioia per gli occhi in generale, visto anche il budget importante. Da segnalare almeno su PS4 standard qualche texture che si caricava in ritardo come ad esempio porte e/o ingressi di case e negozi, ma roba di 2 secondi al massimo di ritardo. Plauso alle città, ben stratificate alcune, vive come poche altre, davvero un piacere girarci e parlare con la gente.
A livello musicale la colonna sonora si presenta in versione MIDI, quindi non si ha purtroppo quella sensazione di "pompato" che meriterebbero certe tracce, in generale comunque è sugli standard della serie, della quale sono presenti le tracce iconiche più nuovi pezzi. Piacevole ma senza picchi.
Recensione Longevità: Ho completato la storia base in 97 ore, alla quale si aggiungono 40 ore di postgame, ma sarebbe sbagliatissimo denigrarlo solo per via del nome, importantissimo in tutte le sue sfaccettature. 137 ore totali con platino annesso, ma ho comunque fatto più di quanto richiesto dai trofei all'interno del gioco, praticamente tutto.
Deidara Zone (Cose che potevano essere fatte meglio): Mi riallaccio a quelle quisquiglie anche se il secondo punto mi ha dato fastidio visto che in DQ VIII era decisamente fatto meglio e qui nell'XI si poteva fare altrettanto. La mancanza di una qualche traccia che spiccasse all'interno della OST, volendo qualche scelta di adattamento potrebbe dare fastidio, sono presenti dialetti in più lingue per rappresentare quelli proposti dalla versione giapponese.
Io tento sempre a "rompere" i vari JRPG che gioco, mi piace grindare e quindi essere decisamente più forte della media proposta dal gioco, anche cosi si capisce che il titolo però è parecchio facile a difficoltà standard, almeno nel gioco base, la situazione migliora un po' con il postgame. Buono l'aver un'opzione per aumentare il tutto, ma probabilmente serviva una via di mezzo per accontentare un po' tutti.
Vota e fai vedere di che pasta sei fatto: Al netto dell'aver alle spalle solo altri 3 capitoli prima di questo (IV, V e VIII) posso dire con assoluta certezza che DQXI sia il migliore della serie che ho provato ed uno dei migliori JRPG(soprattutto se presi come classici) di sempre. Snellito nella formula, ma non nei contenuti il titolo non si dimentica mai cosa lo ha reso famoso ed un punto di riferimento per il genere, aggiungendo finalmente anche sorprese per chi voleva qualcosa in più dal punto di vista di cast e narrazione.
Produttore: Square Enix
Distributore: Koch Media
Piattaforma: PS4, disponibile anche su PC e successivamente Nintendo Switch
Lingua: Multi 5 (italiano compreso)
Disponibilità: Disponibile
Data di uscita europea: 4 settembre 2018
Cosa ti è piaciuto particolarmente: Le città davvero bellissime e vive, il cast, la varietà di situazioni e la libertà offerta al giocatore nell'intraprenderle
Cosa non ti è piaciuto particolarmente: Quisquiglie, tipo non avere gli altri membri del party visibili sul field se non quando sono ospiti e la meccanica dell'ultimissimo trofeo della lista. Inutile fare cosi se poi non mostra nulla il gioco.
Recensione Trama e Personaggi: Tu sei il Lucente, reincarnazione dell'eroe che molti secoli prima aveva sconfitto il male, venuto a sapere ciò al compimento dei 18 anni ti imbarchi in un'avventura tutta da vivere per raggiungere Yggdrasil e scoprire come fare per sconfiggere l'oscurità che incombe.
Tutto ridotto all'osso, va vissuta, la trama riserva dei buoni colpi di scena ed è questo che stupisce in particolare vedendo da che titolo esce, mi è decisamente piaciuta e ci sono parecchi feels.
Il cast è un valore davvero aggiunto, ben fatto, ben caratterizzato, tutti con il loro scopo ben preciso nell'aiutare il protagonista. La "sottotrama" di Rab è davvero tanta roba.
Recensione Gameplay: Snellito, ma che non si dimentica mai di essere Dragon Quest. Mostri visibili sulla mappa, combattimenti a turni, decisamente più veloci della media, con ottime animazioni, due tipi di telecamera disponibili, la classica e la nuova che permette di muovere a piacimento sul campo di battaglia il personaggio. Ininfluente ai fini della giocabilità, ma ammetto di aver giocato così dall'inizio alla fine trovandomici benissimo. Per chi ama il classico DQ c'è appunto la modalità tradizionale.
Bella la novità dei poteri pimpanti, che possono sembrare random sulle prime, ma hanno un counter ben preciso. Più avanti nel gioco comunque ci saranno oggetti ed un'abilità specifica dell'eroe che permetteranno di entrare in questo status istantaneamente. Una volta che lo si diventa si può dare il via a delle tecniche personali o di gruppo, moltissime con tanto di cutscene a rappresentarle, in stile Mystic Artes dei Tales of tanto per rendere l'idea.
Immancabili i minigiochi rappresentati dal casinò, bellissima la novità della forgia per creare gli equipaggiamenti, mi ha divertito parecchio. Discrete con qualcuna anche buona le missioni secondarie, che in generale si presentano come fetch quest, ma un paio forniscono qualche dettaglio extra su varie vicende.
Il gioco in generale è abbastanza facile, non è richiesto praticamente per niente grinding nel gioco base, ma per non smentirmi io ho esagerato come si deve e ho goduto di rendita.
Recensione Audiovideo: Graficamente il titolo si presenta in maniera davvero pulita, una gioia per gli occhi in generale, visto anche il budget importante. Da segnalare almeno su PS4 standard qualche texture che si caricava in ritardo come ad esempio porte e/o ingressi di case e negozi, ma roba di 2 secondi al massimo di ritardo. Plauso alle città, ben stratificate alcune, vive come poche altre, davvero un piacere girarci e parlare con la gente.
A livello musicale la colonna sonora si presenta in versione MIDI, quindi non si ha purtroppo quella sensazione di "pompato" che meriterebbero certe tracce, in generale comunque è sugli standard della serie, della quale sono presenti le tracce iconiche più nuovi pezzi. Piacevole ma senza picchi.
Recensione Longevità: Ho completato la storia base in 97 ore, alla quale si aggiungono 40 ore di postgame, ma sarebbe sbagliatissimo denigrarlo solo per via del nome, importantissimo in tutte le sue sfaccettature. 137 ore totali con platino annesso, ma ho comunque fatto più di quanto richiesto dai trofei all'interno del gioco, praticamente tutto.
Deidara Zone (Cose che potevano essere fatte meglio): Mi riallaccio a quelle quisquiglie anche se il secondo punto mi ha dato fastidio visto che in DQ VIII era decisamente fatto meglio e qui nell'XI si poteva fare altrettanto. La mancanza di una qualche traccia che spiccasse all'interno della OST, volendo qualche scelta di adattamento potrebbe dare fastidio, sono presenti dialetti in più lingue per rappresentare quelli proposti dalla versione giapponese.
Io tento sempre a "rompere" i vari JRPG che gioco, mi piace grindare e quindi essere decisamente più forte della media proposta dal gioco, anche cosi si capisce che il titolo però è parecchio facile a difficoltà standard, almeno nel gioco base, la situazione migliora un po' con il postgame. Buono l'aver un'opzione per aumentare il tutto, ma probabilmente serviva una via di mezzo per accontentare un po' tutti.
Vota e fai vedere di che pasta sei fatto: Al netto dell'aver alle spalle solo altri 3 capitoli prima di questo (IV, V e VIII) posso dire con assoluta certezza che DQXI sia il migliore della serie che ho provato ed uno dei migliori JRPG(soprattutto se presi come classici) di sempre. Snellito nella formula, ma non nei contenuti il titolo non si dimentica mai cosa lo ha reso famoso ed un punto di riferimento per il genere, aggiungendo finalmente anche sorprese per chi voleva qualcosa in più dal punto di vista di cast e narrazione.