Titolo: Persona 2: Eternal Punishment
Piattaforma: Playstation, giocato come PSX Classic su PSP.
Sviluppatore: Atlus
Cosa ti è piaciuto in particolare:
-I riferimenti interminabili agli eventi di Innocent Sin;
-La difficoltà riaggiustata rispetto al predecessore;
-Elevato numero di side-quest e rumor ben sfruttati;
-NPC curati da ***;
-Il party più adulto è manna per l'intero genere videoludico.
Cosa non ti è piaciuto in particolare:
-Un pelo meno appassionante di Innocent Sin;
-Maya protagonista muto non ha senso.
Recensione Trama/Personaggi:
Il gioco ci mette nei panni di Maya Amano, giornalista presso la Kismet Publishing di Sumaru City, la quale viene spedita a raccogliere informazioni sui recenti episodi di omicidio inerenti un personaggio di nome Joker. Tale vicenda si evolverà nella scoperta di fenomeni sovrannaturali che stanno sconvolgendo la città e nel suo incontro con vari personaggi che fanno il loro ritorno in questo titolo, stavolta in veste di protagonisti.
La trama è strettamente subordinata a quella di Innocent Sin, per cui non è difficile affermare che, nonostante la struttura particolare a "mondi paralleli", abbia davvero poco senso giocare questo titolo senza aver terminato il predecessore. È semplice comprendere la natura di questa considerazione anche solo fermandoci a riflettere sui due titoli: "Penitenza" come diretta conseguenza di un "Peccato". Durante il nostro viaggio soffriremo le pene inflitteci da una volontà superiore e osserveremo il cammino verso l'espiazione e la redenzione dei nostri personaggi, tenendo sempre di riguardo il "passato" con un tocco di malinconia ben sfruttata.
Il cast rappresenta un'enorme peculiarità all'interno della saga spin-off di Persona, si tratta infatti dell'unico costituito da uomini e donne ormai considerabili adulti, marchiati dalla vita e con la giusta quantità di esperienza che ne hanno forgiato la personalità. Durante gli avvenimenti principali, non saranno rari i casi in cui i tormenti dei protagonisti verranno a galla, in pieno stile Persona, mettendoli di fronte alla dura realtà riguardo loro stessi e incoraggiandoli ad un confronto che sarà poi fonte di crescita e nuova determinazione. Purtroppo la scintillante realizzazione del predecessore si fa sentire in alcuni tratti, in cui si sente la mancanza dell'emotività che chi ha amato Innocent Sin faticherà a dimenticare, mentre sta giocando ad un titolo che porta il suo stesso nome.
Si segnala anche la presenza del cast del primo Persona, che prende parte in maniera piuttosto determinante in alcune sezioni di gioco e che contribuisce alla vera conclusione dei fatti narrati nel primo titolo della saga.
Recensione Gameplay:
Il gameplay è quello tipico dei dungeon crawler, comprensivo di spostamento all'interno di una città ricca di luoghi interessanti e personaggi non giocabili carismatici e ben curati.
I dungeon sono spesso strutturati su diversi piani e ricchi di incontri casuali, risolvibili piuttosto velocemente grazie alle diverse opzioni a noi offerte dal gioco. Oltre al classico combattimento a turni, organizzati preventivamente dando le istruzioni a tutto il party con possibilità di cambiare strategia in qualsiasi momento, abbiamo disponibile il celebre Demon Talking, piuttosto semplificato e meno frustrante rispetto ai remake (con i quali qualcuno potrebbe essere più familiare), che ci permette di forgiare contratti o ottenere carte per evocare nuovi Persona nella Velvet Room.
La città è stata meglio sfruttata in questo seguito, offrendo rumor più originali e variegati capaci di farci sbloccare nuovi servizi offerti dai vari negozi o dare inizio a lunghe side-quest in grado di ricompensarci adeguatamente nella maggior parte delle situazioni. Naturalmente, non mancano gli innumerevoli boss opzionali nei vari dungeon.
La ciliegina su tutto questo ben di *** sono gli NPC, cui molto probabilmente sarete spinti a dedicare il vostro tempo non appena nuovi dialoghi verranno sbloccati (ovvero al termine di ogni dungeon). Gli eventi della trama, infatti, nella maggior parte delle situazioni, scuoteranno enormemente gli equilibri della città, dando quindi fiato ai commenti sempre interessanti delle persone comuni che troveremo lungo le strade e nei vari locali. Non solo, da essi sentiremo spesso delle chicche che faranno sicuramente piacere ai fan di Innocent Sin, grazie ai collegamenti agli eventi della cosiddetta "Other Side".
Un ottimo lavoro, quasi inaspettato.
Recensione Grafica/Sonoro:
Il comparto grafico non fa parte del vanto di questo titolo, tuttavia la città prerenderizzata e i portrait dei personaggi si fanno ammirare discretamente. Grazie all'ibrido 2D/3D, il tutto rimane comunque su buoni livelli.
La colonna sonora si fa ascoltare con molto piacere, anche se purtroppo si sente la mancanza di brani veramente memorabili, fatta eccezione per pochi casi. Il doppiaggio inglese ha dei livelli piuttosto buoni e crolli in alcune interpretazioni, purtroppo.
Recensione Longevità:
Svolgendo soltanto la main quest, dedicando solo poco tempo a ciò che è secondario, è possibile concluderlo intorno alle 30/35 ore di gioco alla prima run, sebbene il tutto rimanga molto soggettivo. Svolgendo le side-quest e volendo evocare tutti i Persona, il conteggio schizza alle stelle.
Deidara Zone (cose che potevano essere fatte meglio):
Piccolezze, come il doppiaggio, che non inficiano sul giudizio totale e il fatto del protagonista muto che risulta fuori luogo. Le scelte morali avrebbero potuto essere implementate in entrambi i casi, per cui fatico a comprendere questa decisione da parte degli sviluppatori.
Conclusione: Un'ottima conclusione ad una dualogia poco considerata nell'ambiente (per motivi a me non chiari), che riesce a mettere una pezza ai difetti di gameplay di Innocent Sin e che ci reinserisce in una storia appassionante e in un ambiente come Sumaru City, circondati da ottimi personaggi che contribuiscono alla creazione di un forte senso di appartenenza, lasciandoci con l'amaro in bocca al momento dell'ultima, vera dipartita.