by Ja
Titolo: Dark Souls 2
Produttore: Namco Bandai
Piattaforma: Ps3/ X360/ Pc
Lingua: Ita
Cosa ti è piaciuto in particolare: Le ambientazioni. Tutto ciò che ruota attorno al combattimento. La storia.
Cosa non ti è piaciuto in particolare: Il ridimensionamento del level design. Boss Battle dal design meno ispirato.
Recensione Trama: Come in Dark Souls 1, la trama di Dark Souls 2 prende le redini della totale spaesatezza. Buttati in un mondo enorme, che si apre al giocatore nel presagio luminoso di una fenditura lucente nel mezzo della valle, la narrazione del gioco viene obliterata dall’incedere alla cieca, esplorativo, inconscio, dell’istinto primordiale del viandante. Ci viene detto poco, quasi niente, e quel poco che ci viene detto ci è tanto utile a proseguire quanto inutile a capire perché. Tocca approfondire. Chi ha giocato già a un Souls saprà sicuramente come. Abituare l’occhio a ponderare, notare, osservare ambienti, oggetti, nemici, e ricollegare i fili di un passato ormai perduto nella nebbia che attraversiamo prima di ogni boss fight. E’ questo lo svolgersi di un Souls e questo Dark Souls 2 lo fa molto bene, proponendosi non dissimilmente da Dark Souls 1, ed anzi raccogliendone molti pezzi e giocando a nascondino con l’avventuriero di Lordran. Preparate lo stupore. Vi servirà.
Recensione Gameplay: Abbiamo lasciato il Chosen Undead inerme di fronte agli Fps della città infame, ristretto dalle sette statistiche e la scarsità di umanità, costretto a forzare la manovra ed escogitare platforming improbabili per superare quel punto maledetto di un livello altrettanto maledetto. Il chosen cursed, protagonista del gioco, non ha proprio gli stessi problemi. La struttura del mondo di gioco, prima e forse ultima delusione di Dark Souls 2, è un architettura meno collegata e sferica; il vostro Hub, Majula, purgatorio delle vostre membra nei momenti di riposo, riordine e build-up, diventa il centro da cui si dipanano le diverse location del gioco, tutte dal feeling disunito, discongruo: cosa comporta la scelta di limitare l’apertura dei mondi di gioco a una base lineare e separata, cosa comporta ovvero rendere il percorso A staccato dal percorso B, se non fosse per la cittadina di majula? Quella di permettere al giocatore di affrontare diverse zone, nel caso in cui “si blocchi”, per farlo poi tornare più tardi a mettere una pezza. La difficoltà del titolo in questo modo favorisce il progredire smarcato, forse a rilento ma teso a fortificare il personaggio su diversi livelli di gioco, un idea notevole che permette ai meno esperti di godere del gioco senza dover necessariamente bestemmiare sull’Ornstein e Smough di turno per 24 ore di gioco. Eppure, in questo modo, l’assenza di un “tutte le strade portano a Roma” rende le aree fini a se stesse e spezza in maniera forte, dalla matrice Demon’s Souliana, l’idea di un Open World vero e proprio, tanto da inficiare sul feeling di meraviglia e assenso al martirio che ogni scorciatoia di Dark Souls creava. Cosa rimane a miracolare la torta di bellezza che è Dark Souls 2 non è che il potenziamento magistrale e fanatico di tutte le sovrastrutture di gioco, dal Battle System ai Covenant, finanche al platforming macabro e la questione meramente gestionale. Nove statistiche ora comportano una necessità elementare di sperimentare, e l’introduzione del respec, nel caso non si fosse contenti di un personaggio, calza perfettamente sul piede delle nuova feature di respawn del gioco. Se è vero infatti che adesso 12 morti estinguono per sempre un nemico, impedendo il farming esagerato di anime, è anche vero che è possibile pagare , col dazio della difficoltà aumentata, la ricomparsa degli avversari di una detta location, in modo tale da avere a Build più sublimi, variegate e divertenti, difficoltà più alta, impenetrabile e cattiva.
Preparatevi a morire.
Recensione Audiovideo: Sintonizziamoci sul lato musicale di Dark Souls e dichiariamo che in Dark Souls avere una OST bona non è importante. La OST di Dark Souls sono i silenzi cagasotto nelle cripte ed il dub sconsolato-deprimente degli NPC; tanto basterebbe per dire che il sonoro di gioco è premiato. In questo caso però facciamo confronti passati, ed i punticini sul tabellone non vogliono bene a Dark Souls 2. Perché, per sua sfortuna, Dark Souls 1 aveva di tanto in tanto quei guizzi strumentali che Dark Souls 2 non ha. Non è una perdita grave, si hanno comunque accompagnamenti degni, ma da un gioco di questo calibro ci si aspetterebbe di più.
Altro luogo dove ci si aspetterebbe di più è il lato grafico. La versione Ps3 ed Xbox 360 sono infatti piagate da una media FPS eccessivamente altalenante, che è vero non tocca limiti di indecenza come in certi momenti del primo capitolo, ma nemmeno permette di godere solidamente del frenetico battle system in aree un po’ più complesse. Il Vsynch su Ps3 rispetto a Xbox360 non aiuta, e deteriora la resa Fps al punto da farsi venire un po’ a male. Se non siete pignoli, tutto questo non vi ucciderà il gioco. Bada bene: il gioco è graficamente arretrato, ha framerate scarso e non tira fuori effetti particolarmente brillanti.
Ma visivamente è pazzesco. Drangleic è veramente immensa, almeno due volte Lordran, e a costo di proporvi texture da Ps2 vi sbatterà in faccia tutto il migliore ben di *** visivo possibile. Se a Final Fantasy VIII non sono serviti i poligoni per Fisherman’s Horizon, a Dark Souls II non serve essere all’avanguardia per un intero gioco di indiscutibile bellezza, fascino, a tratti seriamente esaltatante e ripieno di sorprese.
Recensione Longevità: Il gioco è enorme. Drangleic è enorme. Ed è un Souls. Come tale, per il giocatore neofita, la durata di ottanta settanta ore per la main quest proposta da Howlongtobeat non sembra affatto inventata. La difficoltà, tipico scoglio/promontorio di ogni gioco della serie, è qui più spinta e infame che in passato; ma se avete già giocato un Souls, sapete a cosa andate incontro e quali bastardate aspettarvi dalle lugubri menti dei FromSoftware, avete già accettato tante di quelle morti, che morirete di meno, e capirete ancor prima come evitare il decesso.
Personalmente parlando, il gioco è stato finito in 43 ore senza considerare la miriade di opzionali presenti. Completare e platinare il gioco nelle sue varianti offline comunque richiederà un minimo di cento ore; meno vuol dire che siete molto bravi ed avete un ottima guida.
Ma non è detto che nella guida sia scritto tutto.
Deidara Zone (Cose che potevano essere fatte meglio): Poteva essere curato dal punto di vista tecnico quel qualcosa in più da farlo almeno girare degnamento su console.
Segnalo anche una mia personale remora sulle boss battle, alcune estremamente ispirate, altre molto meno; manca un po’ di quella genia che aveva contraddistinto il ritratto degli avversari del primo capitolo. Il livello artistico è insomma altalenante.
Se dovessi trovare una protesta definitiva al gioco, la imputerei comunque al level design alla Demon’s Souls è.
Vota e fai vedere di che pasta sei fatto: 9. Un quarto di voto in meno del primo capitolo. E’ un gioco migliore in tutto e per tutto. Ma perde quell’incredibile idea che aveva celebrato Dark Souls all’olimpo dei videogiochi. Rammarico e gioia.