Marco Verratti non ha nemmeno vent'anni (li farà il 5 novembre) ed è già il padrone del centrocampo del Paris Saint-Germain, potenza emergente del calcio europeo, grazie ad una campagna-acquisti da 'mille e una notte'. Ma nel suo cuore rimangono scolpiti i colori biancazzurri, quelli della squadra che lo ha allevato e lanciato nel grande calcio.
"Il Pescara non l'ho dimenticato, appena ho due giorni liberi torno a casa. Sognavo di debuttare in A con la squadra della mia terra, a cui devo tutto". Invece è arrivata la chiamata del duo Leonardo-Ancelotti. E i soldi, dice, "sono l'ultima cosa. Non è stata una scelta economica, ho pensato al PSG come alla svolta. È uno dei club più importanti oggi in Europa, possiamo vincere tutto. La Champions è una vetrina importante per me".
Visto da Parigi, assicura, il calcio nostrano non ha perso fascino: "Continua ad essere considerato uno dei campionati più belli e interessanti, anche adesso". Il debutto europeo - in Champions contro la Dinamo Kiev - è stato un'emozione unica: "Ancelotti ha provato a tranquillizzarmi. In fondo devo solo giocare a calcio, ed è quello che ho sempre fatto. La cosa che so fare meglio nella vita".
Papà Fabrizio ha ricordato di quella volta che il Milan avrebbe fatto carte false per strappare suo figlio alla Primavera del Pescara: "Non mi sentivo pronto, non volevo allontanarmi da casa, dissi di no".
Ora Verratti ha un chiodo fisso: l'azzurro. "Per l'Italia giocherei dappertutto, anche interno o mezzapunta. Ma siamo onesti: in questa Nazionale a centrocampo ci sono Pirlo, De Rossi, Marchisio, Nocerino, gente che ha molta più esperienza di me e ha dimostrato già tanto. Sto lì, aspetto il mio momento e intanto imparo".
Per ora il ct Prandelli lo considera 'soltanto' come il vice-Pirlo: "Sicuramente abbiamo le stesse caratteristiche, ma io sono convinto che con Pirlo posso giocare e, confesso, mi piacerebbe anche molto. Non so se Prandelli vorrà impiegarci insieme qualche volta. Per me essere un'alternativa ad Andrea non è una limitazione, ma un onore, lo includo fra i tre centrocampisti più forti del mondo in quel ruolo. Ripeto: finché il ct mi chiama, darò il cento per cento. Vestire la maglia azzurra resta un privilegio".