Difficilmente secondo me si può aprire un processo tipo quello europeo successivo alla seconda guerra mondiale: se si sono pretese scuse o ammissioni è perché questo errore era stato fatto durante il processo di pace successivo alla prima guerra mondiale.Va da se che si intende i governanti dei due popolio comunque chi li rappresenta al momento , mi pare scontato Il problema reale è che se due popoli sono in conflitto ma gli si impedisce di risolverlo fra loro a causa di pressioni esterne (e mi riferisco a tutte inclusio chi finanzia i leader Palestinesi purchè non arrivino alla pace) la pace non si raggiungerà mai.
quel che auspicavo è un processo simile a quello che ha condotto alla UE , alla fine della II guerra mondiale gli ex nemici si sono accordati economicamente mettendo da parte i propri odi secolari e recenti , nessuno ha preteso ammissioni di torti dalla Germania o dall'Italia che pure sarebbe stato facile , erano membri con pieno diritto e questo reciproco rispetto ha poi portato all'Unione Europea
e su quella base che si deve operare per superare la diffidenza , ciascuna parte sa o crede di sapere di essere nel giusto, ma mette da parte ragioni e torti e tratta da una posizione di parità.
Come ci si può arrivare?
ci sono passi che possano costringere ENTRAMBE le parti al negoziato?
ci sono modi per imporre il rispetto delle decisioni prese?
In ogni caso, sarebbe interessante affrontare il problema dal punto di vista contrattuale (nel senso economico del termine). Abbiamo due parti dove una ha un potere contrattuale maggiore dell'altra, entrambe sono abbastanza litigiose e, soprattutto, sono diffidenti l'una nei confronti dell'altra. Mi pare di ravvisare problemi notevoli circa la mancanza di fiducia (che come dice Arrow, non si compra) e, in generale, di moral hazard. Il problema più grave è decisamente quello di superare la mancanza di fiducia. Occorrerebbe che entrambe le parti si vincolassero in modo indiscutibile e credibile.
Forse un incentivo notevole sarebbe quello di smettere di finanziare l'una e l'altra parte, ma questo potrebbe delegittimare tutti gli attori esterni alla contrattazione e, soprattutto, anche in relazione a questi ci sarebbero problemi di moral hazard. Per cui abbandonerei questa via.
Forse, un modo interessante per costringere Israele a vincolarsi potrebbe essere quello di obbligarla a trattare i territori palestinesi e la striscia di Gaza come se fossero territori Israeliani vincolando i finanziamenti (intendo in senso generale) che lo Stato israeliano riceve al raggiungimento di certi obiettivi tipo costruzione di scuole, ospedali, livello di istruzione, PIL o cose di questo genere. Questa potrebbe essere una specie di verticalizzazione (cioè quando un'impresa trova più conveniente svolgere un'attività al proprio interno piuttosto che farla svolgere a terzisti). Occorre però, obbligare anche i Palestinesi a vincolarsi e in proposito, al momento, non mi viene in mente niente.
Se metti le virgolette, cita bene. Io detto che "in Siria si protesta, nonostante le repressioni".Circa il supporto alle rivolte vediamo cosa accade in siria, assad massacra la gente che, secondo Cartman "può dimostrare in piazza come in Israele" nella quasi indifferenza dell'occidente che abbaia poco e morde nulla.