Nessuno (sano di mente) può ritenere che i territori conquistati da Israele nella Guerra dei Sei Giorni non siano di diritto, neppure il Presidente Obama lo ritiene. Quest'ultimo, poi, non sta imponendo nulla; semplicemente ha fatto una riflessione in parte condivisibile (che ovviamente solo un esterno può fare, non certo un politico direttamente coinvolto nella faccenda): una soluzione win-win.Obama, nel punto 3 ha gettato questo impegno dalla finestra perché non sa di cosa sta parlando, cioè di una questione militare.
Anzitutto tali territori sono il risultato della Guerra dei Sei Giorni, in cui Israele si difese dalle minacce di tre stati arabi, è utile ricordare che mai si è cercato di imporre alla nazione vincitrice la restituzione di territori conquistati in guerra, tanto meno in una guerra difensiva, non si capisce come mai per Israele dovrebbe essere diverso.
Per win-win s'intende sia che entrambe le parti cedano qualcosa, sia che entrambe le parti guadagnino qualcosa, snudandosi di ogni forma di orgoglio nazionale o di vana gloria.
Il tutto naturalmente per il bene della pace in Medio-Oriente e, ancora di più, per il bene della prossima campagna elettorale di Obama (e qui devo dare ragione a Hamas quando dice: "Obama prepara la sua campagna elettorale").
Per il resto, condivido quell'amarezza che si percepisce nel tuo post.
Sia sul fatto che Hamas è terrorismo allo stato puro, sia sul fatto che l'ideale di Obama rimane una bella favola non applicabile per motivi puramente strategici.
In teoria, si potrebbe anche applicare stando sotto l'ala protettiva degli Stati Uniti d'America, il problema è che così Israele perderebbe una parte della sua indipendenza politica (non si chiede a degli estranei di tutelare la propria casa, la si tutela per conto proprio).