Secondo me tu sei un laureato/laureando in Psicologia che schifa i filosofi, la filosofia, storia della filosofia e chi la studia, perché altrimenti non riesco a capacitarmi di questo tuo assoluto (che, a mio modo di vedere, è errato).
no no, nessun assoluto, intendo la summa delle sue narrazioni, nel suo complesso più esteso. Non si parla di divinità, né di umanità, né di filosofia, né di spiritualità, piuttosto si fa riferimento ad un ciclo eterno che, per quanto profondo e vertiginoso, è destinato ad alienarsi nei gesti ludici che lo aprono e lo chiudono, usando noi di prima istanza.
Racconta di noi videogiocatori, più che del videogioco in sé. Lo definisco meta-testuale e meta-diegetico perché abbatte la quarta parete di continuo, c'è un rimando filosofico di fondo, una citazione alla filosofia, ma questa è persa dentro questa macchina senziente, ma man mano procede, man mano si rende sempre meno videogioco, sempre più esperienza.
Volendo tracciare uno schema Automata è un videogioco indubbiamente ambiguo. Non solo per la guaina estetica che lo riveste, ma anche e soprattutto per le sue modalità, per il suo impatto narrativo e per il modo in cui si offre come esperienza in prima istanza auto-critica, persino del JRPG.
Cmq ci stiamo perdendo in queste scervellazioni, perché è il gioco ad averci portato in questo limbo.
Finito
Horizon, per esempio, non me ne è fregato quasi nulla di cosa è successo, certo, bella storia, personaggi carini, combattimenti notevoli, ma altro non ho visto.
È una questione piuttosto rilevante, il **** di 2B sembra parlare, quello di Aloy no
eppure il gioco ti avverte almeno 3 volte prima di farlo.
però sul cloud ho notato un save che è quasi alla fine della run B, forse non tutto è perduto
