su questo non c'è assolutamente da discutere, basti anche far caso alla differenza dei titoli di coda tra un gioco Nintendo ed uno Sony, col primo in genere non troppo dissimile dal passato ed il secondo che ti dà il tempo di andare a fare una corsetta, fare poi la doccia e rilassarti un attimo e scoprire che i titoli di coda stanno ancora scorrendo
ecco, però ci andrei un attimo cauto sulla scelta dell' avverbio, ché quell' 'infinitamente' usato nel messaggio citato da mr. Green potrebbe tranquillamente essere eccessivo.
inoltre, se non è discutibile l'aspetto economico della vicenda, il 'difficile' lascia perplesso anche me .
anche perché sembra prescindere assolutamente dalla parte creativa più o meno preponderante legata al singolo gioco.
edit: per fare un esempio banale, non credo che le considerazioni su un mario si esauriscano con il conteggio del numero di persone che hanno lavorato al gioco e i costi relativi allo sfruttamento di un hardware più o meno performante o scarso.
la serie, dal N64 in poi, ha abituato il suo pubblico al fatto che ogni gioco 3d sia una sorta di soft reboot del game design, che risulti al contempo familiare, cioè si senta che è mario, e nuovo, cioè si senta che non è il solito mario, quello della precedente gen.
e non la farei affatto passare sotto traccia come cosa banale o, per citare le testuali parole, 'infinitamente meno difficile '