E' un manga che mi ha catturato perché si differenzia dai soliti shoujo per la trovata delle lettere inviate dal proprio "io" del futuro. Il manga presenta comunque alcuni cliché degli shoujo (genere che non amo alla follia) e alti e bassi per quanto riguarda le vicende. Sicuramente il suo punto di forza è proprio il gioco tra presente e futuro, l'ansia del lettore che si chiede se la protagonista riuscirà o meno a salvare Kakeru e il rapporto tra i personaggi.
Quello che non ho apprezzato particolarmente è stato il fatto che Naho e Suwa, sposati nel futuro, con anche un figlio, continuino a rimpiangere il passato quasi sminuendo il loro rapporto. Se potessero tornare indietro, rimetterebbero tutto in discussione. E il figlio? E i loro sentimenti? Sembra quasi che il loro amore sia un ripiego, un accontentarsi in mancanza del finale perfetto, per Naho, con Kakeru vivo come partner ideale. Come spesso succede nei manga shoujo (cosa che trovo assai poco realistica e che non riesco a digerire) i personaggi secondari, al di fuori della "coppia", vivono in funzione dei protagonisti, mettendo in secondo piano la propria felicità e le proprie vicende personali per supportare i loro beneamini. Qui Suwa, pur essendo palesemente innamorato di Naho, che conosce da più tempo di Kakeru, decide di farsi da parte perché è a conoscenza degli eventi futuri e si proclama quasi "fan" del ragazzo...
Nell'ultimo volume dichiara che quello in cui stanno vivendo è il mondo in cui Kakeru deve essere felice. Sì, ok, tutto bellissimo...ma chi sarebbe così stoico da mettere da parte la propria vita, che è una sola, la propria felicità per un amico incontrato da poco giustificando tutto con "sì, tanto in un mondo parallelo io e Naho siamo sposati e felici (si fa per dire)"...una realtà che in questo mondo non si potrà mai vivere.
Naho è la solita protagonista shoujo senza personalità né carattere. Si lascia trascinare dagli eventi senza avere il coraggio di cambiare le cose. Grazie alla lettera, a volte, riesce ma con immani sforzi e sacrifici. Nemmeno con la lettera riesce, totalmente, a vincere la sua timidezza per ritrovarsi spesso a piangersi addosso. Quanto c'è di sincero e spontaneo nelle sue azioni da quando ha ricevuto la lettera?
Per non parlare di Kakeru. Kakeru è un personaggio sicuramente complessato da un fatto grave che è avvenuto nella sua vita (il suicidio della madre) di cui si sente responsabile e che lo tormenta in continuazione. Il ragazzo non riesce a concedersi di essere felice perché si sente in colpa a causa del fatto che, il giorno del suicidio, ha ignorato la richiesta della madre per godersi un pomeriggio con gli amici. Ciò che viene accennato tra le pagine, ovvero che dovrebbe seguire delle cure psichiatriche, è proprio ciò che servirebbe a questo personaggio. Infatti, nonostante gli immani sforzi dei suoi amici per evitare il suo gesto estremo, nulla gli impedirà di tentare comunque il suicidio. Sì, alla fine ha paura e ci ripensa. Però era lì, lì per farlo. A cosa è servito l'intervento degli amici? L'impressione finale è quella di un Kakeru che ha desistito dal suicidio momentaneamente ma comunque di un Kakeru emotivamente instabile e pronto a buttarsi giù alla minima, futura, difficoltà. Se Hagita non gli avesse messo fuori gioco la bicicletta, possibilmente non sarebbe riuscito a ripensarci e sarebbe morto come in passato.
Mi aspettavo che ci sarebbe stato un evento determinante, forte, che sarebbe servito da svolta nella vita di Kakeru. E invece no. Non è certo la dichiarazione di Naho, la cioccolata per San Valentino ad essere sufficienti, imho, a fungere da sblocco.
Se, alla fine, gli amici gli mostrano le lettere ricevute, perché non l'hanno fatto prima se credevano che questo avrebbe dimostrato all'amico quanto la sua mancanza avrebbe inciso su di loro nel presente come anche nel futuro?