Non me ne può fregare di meno se da un punto di vista economico sia sostenibile per un publisher (MS, Ubisoft, EA, Google) un modello di business basato su un servizio in abbonamento. Non sono un azionista di queste aziende e non penso che ce ne siano qui dentro.
Io da videogiocatore incallito mi preoccupo per lo stato di salute del nostro settore perchè credo che un modello di business del genere porterà ad un inevitabile appiattimento verso il basso dell'offerta videoludica. Non sarebbe una novità. Cavolo lo insegnano pure all'università. Nel momento in cui le barriere all'uscita dal servizio diventano consistenti la scelta dell'utente sarà tra continuare a pagare per qualcosa che magari fornisce un valore inferiore alle aspettative o tirarsi fuori e perdere tutto.
E non è un discorso, come qualcuno ingenuamente fa, di essere più o meno sonari (o nintendari o icsoboxxari). Questo genere di considerazioni le lascerei ai ragazzini di seconda media o a soffre di una irrimediabile forma di dissonanza cognitiva.
E' importante comprendere che i soggetti che apportano valore al settore sono gli sviluppatori e non i distributori. E un mercato basato su servizi in abbonamento inevitabilmente accresce il potere dei distributori all'interno della catena del valore del settore, con tutto quello che ne discende di male per noi consumatori finali e di buono per loro distributori (l'esempio più semplice per tutti è dato dalla GDO).
Ma forse sono considerazioni un po troppo complesse per essere affrontate qui.
Meglio nasconderci dietro a delle etichette fittizie e fare gli ultrà.