Come già dissi, il Capitolo 1 è effettivamente sconcertante, per quel che mi riguarda, al punto da risultare quasi un fuoco di paglia per ciò che verrà dopo.
L'avventura parte in medias res: un colpo è andato male a Blackwater, una trappola imbastita dalla Pinkerton, una nave (a quanto dice Dutch), e del denaro perduto o quanto meno nascosto e lasciato a sé stesso. Sentendo queste cose è difficile non viaggiare con la mente a RDR1
I bastardi della Pinkerton che hanno manipolato John (fino al tragico epilogo), la nave in rovina (chissà se è la stessa), e la città di Blackwater, cioè la principale città (o meglio l'unica vera città) del primo capitolo... Le strizzate d'occhio e i richiamo sono tanti, e si susseguono in uno spazio di storia molto ristretto...
E ovviamente le strizzate d'occhio non si fermano ai semplici richiami narrativi, bensì già nei personaggi che incontriamo (e con cui interagiamo in modi diversi) nelle primissime ore, rivediamo facce ben note, e i feels difficilmente non prendono il sopravvento. Dutch Van Der Linde, Javier Escuella, Bill Williamson, lo Zio... E ovviamente il caro, vecchio, e amatissimo John Marston (con annessa famiglia, Abigail e il piccolo Jack), di cui finalmente vediamo come si è fatto le iconiche cicatrici che solcano il suo volto nell'1.
Il Prologo come dicevo è carico, forse fin troppo carico, e appesantisce il giocatore con una valanga di informazioni faticose da metabolizzare (ma già dal Capitolo 2, ci si rende conto di come i tempi si dilatino e inizi la vera e propria fase di comprensione del titolo)... Sicuramente non parliamo di un brutto prologo, vuoi per i “feels” che smuove (ricordando l'1), vuoi per la potentissima estetica (grafica sì, ma sopratutto art design), che propone un panorama gelido, carico di foschia nevosa, con colori e luci spinte verso il bianco, in grado di trasmettere realmente una certa sensazione di freddo (e di difficoltà).
Questo panorama un po' tutti lo abbiamo accostato (vuoi per scelta cosciente di R*, vuoi per pura casualità) all'ultimo film di Tarantino (TH8): il panorama gelido, la tempesta di neve (il soffio del vento è riproposto divinamente anche in RDR2), una baita di legno in mezzo alla tempesta, le luci chiare, e quell'opprimente senso di freddo, così come pure il sangue rosso vivido che sporca la neve (bel dettaglio!).
E' un panorama meno convenzionale per un'opera western rispetto ai grandi classici (pianure, guadi dei fiumi, e sopratutto deserti, tra cui spicca la Monument Valley tanta cara a Ford [ben richiamata nell'immaginario dell'1]), ma non è solo Tarantino a proporla... Revenant (seppur non western puro) ha proposto una rappresentazione potente del gelo e della tempesta di Neve, in grado di logorare ed uccidere.
O andando più indietro lo stesso “Jeremiah Johnson” (tanto caro a noi per il suo meme

) che non rappresenta con tale forza la tempesta, ma offre panorami gelidi molto evocativi, e una visione chiara di quanto il freddo pungente di certe zone del West fosse letale (esempi come il cavallo che si accascia morto per il freddo, o il tizzone nel letto per tenersi tiepidi). Lo stesso Eastwood nel suo “Unforgiven” offre tra i tanti sfondi dell'avventura un bellissimo panorama bianco (che però non ha il peso narrativo che ha nelle opere sopracitate).
Insomma sì, Tarantino può essere stato l'ispirazione di questo magico panorama (son passati quasi 3 anni dal suo film), però a livello fotografico sicuramente ci può essere anche altro su cui buttare l'occhio.
E' sicuramente un capitolo di introduzione, un Prologo più che un vero e proprio capitolo in senso stretto. Introduce i personaggi (le facce vecchie, e quelle nuove [come Micah, le donne, e tanti altri]), introduce le meccaniche base, introduce il setting (la fuga, e il riassestamento della banda), ma ha il difetto, non da poco, di essere troppo condensato, sopratutto per un gioco così pieno di dati e informazioni.
Appena abbandonata la Montagna, la musica cambia, sia perché il panorama circostante evolve passando a tinte più comuni (il verde di foreste e radure, l'azzurro del cielo e i fiumi), il mondo si apre, e la situazione della banda inizia ad assestarsi. Il campo base apre ad un microcosmo di interazioni e dettagli finissimi