Invece no, è proprio lo smettere di pensare l'atto più irresponsabile che si possa compiere, il credere al caso è solo una disquisizione teorica che nella pratica non comporta nulla.
De-responsabilizzazione. Un po' come quelli che ciarlano e ciarlano, fanno promesse, patti giuramenti e poi se ne lavano le mani quando è il momento di agire.
E l''uomo è portato al male perché lo dici tu? O forse il fatto che Adamo ed Eva abbiano disubidito significa che, necessariamente, tutto il genere umano disubbidirà? Se, invece, l'uomo è portato al male, il problema è di ***, che lo ha creato, cosa da cui deriva il non-sense della punizione.D'altra parte gli esempi vanno bene quando ti convengono? Perché in caso contrario, l'esempio del padre e del figlio è molto poco calzante, poiché il figlio non può scegliere il padre né può scegliere di non essere tale. Un uomo, invece, potrebbe non voler giocare la partita del libero arbitrio.
Infine, chi ha detto che seguire *** è conveniente? Eventualmente, un credente può credere, tra le varie cose, che venerare una certa divinità possa essergli conveniente, ma la venerazione non è necessariamente conveniente.
Detto francamente, dico che l'uomo è portato al male per...esperienza. Non ho creduto che l'uomo fosse portato al male perché me l'ha detto la Bibbia: ho
convenuto che l'uomo fosse portato al male, e ho convenuto che chi ha scritto quei versi non aveva certo preso un granchio. Inoltre il padre in questione può scegliere di essere tale, e il figlio capirai, per logica non può scegliere di essere, come non può scegliere di essere un prodotto umano prima che un uomo lo produca. Questo non significa sbeffeggiare la logica, questo significa riconoscere il limite dell'uomo,
finito rispetto all'ente ***
infinito
Inoltre forse non hai capito il concetto che avevo esposto chiaramente, se Adamo ed Eva hanno disubbidito a *** ed oggi esiste cartman85 a perpetrare lo stesso errore, allora, a meno che Cartman85 non sia piu' o meno uomo di tutti gli altri, si può dire che è la classe di Adamo, Eva, E Cartman85 ad avere evidentemente qualcosa che non va. Se poi vuoi appellarti ancora alla tua intelligenza ti scontrerai con Dogmi e Misteri, sulla quale non potrai far altro che issare bandiera bianca.
Ma qui ti propongo un ennesimo atto di onestà: Ti pare
veramente piu' ragionevole procedere dai principi piu' arzigogolati e profondii della Bibbia per cercarne una veridicità, che appellarti alla tua vita oggi e intepretare il testo secondo il tuo presente?
Per finire, la venerazione e la religione SONO convenienti. Come disse un famoso filosofo di un po' di tempo fa "La religione è l'oppio dei Popoli". La religione "garantisce" la vita eterna, è fonte di consolazione ed aiuta la gente a tirare avanti la baracca. Non sto dicendo sia una cosa giusta a priori, sto dicendo sia una cosa
utilea priori.
Contesto inoltre la tua ultima frase, l'assenza di *** non significa necessariamente assenza di responsabilità o di etica, anche perché, ma tu con il tuo bagaglio nozionistico superiore lo saprai meglio di me, per qualsiasi sociologo, a partire da uno dei padri di questa materia, ossia Durkheim, la connessione tra società e religione è sovente unidirezionale, dalla prima verso la seconda, poiché nella religione ogni comunità celebra se stessa ed il simbolismo che soggiace qualsiasi religione serve a cementificare l'unità della comunità. Le società moderne però stanno lentamente superando quest'impostazione, piaccia o meno e non escludo che la stiano sostituendo con altri idoli ben più materiali, ma ciò non significa che vi sia necessariamente un perdita di civiltà, anzi. Insomma, l'impostazione che vuole nell'assenza di *** l' assenza di responsabilità, è falsa e stereotipata. L'assenza della pervasività di *** rispetto al passato ha prodotto nelle società moderne delle conseguenze, questo è indubbio, Jung ad esempio coniuga la perdita di religiosità e la paura per gli armamenti moderni, da cui deriva la psicosi Ufo degli anni '60, mentre per Eco, la voglia moderna di comparire in tv, deriva proprio dalla perdita di quella sorta di Grande Fratello qual era *** nell'immaginario di un tempo, come se la gente necessitasse d'essere vista da qualcuno per affermare la propria esistenza. Siamo nel campo della psicologia cognitiva, ma da qui ad estendere queste analisi ad un concetto sempre valido e sopratutto universalmente valido, ce ne passa.
Tutto questo purtroppo non c'azzecca sfortunamente nulla con il mio discorso. L'etica non ha nulla a che vedere con la responsabilità. Mi rifacevo piu' che altro a Nietzsche in Umano troppo Umano, caduto il valore di *** l'uomo è libero di imporsene di propri, ma anche i valori imposti dall'uomo non sono che ombre degli uomini che li fanno. Il mondo, senza ***, è relativo, ed optare per una via di mezzo del tipo "E' relativo ma non troppo" è semplicemente contraddittorio. Le cose sono due, o si prende la vita di petto (alla Superuomo) e ne si accetta la fondamentale disperazione O ci si rifugia all'ombra del valore piu' valore degli altri.
Che poi per Nietzsche *** sia morto vuole significare la sua posizione in questa battaglia tra disperazione e speranza.
Chi si comporta bene ottiene la salvezza, allegorica vittoria, mentre che si comporta male, perde. Ebbene, un giocatore può scegliere anche di ritirarsi, o persino di non partecipare. Può un uomo decidere di "non partecipare" a tale impostazione? Se non volessi né guadagnarmi la salvezza, ma neanche tendere alla dannazione? E' di tutta evidenza che il concetto di libero arbitrio risulta limitato e succube di un'imposizione, cui non ci si può sottrarre. Almeno che non si consideri l'idea che *** garantisca la salvezza a prescindere, come molti cristiani pensano, ma a quel punto il libero arbitrio è solo libertà di fare quello che si vuole
Ti de-responsabilizzeresti della tua vita. Come vedi si torna sempre li. "Io non ho scelto di vivere ma la vita me l'hanno data". Ragiona: Se non la vuoi allora non ci vuole niente, prendi e buttati dal balcone. Se invece la vuoi noterai che c'è una leggera contraddizione di fondo: accusi *** di non dare scelta sull'esistenza, ma se potessi scegliere sceglieresti di esistere. E' vero che il problema non cambia, è vero che comunque non hai modo di scegliere di essere, ma in verità non è molto di piu' di un atto di superbia: concettualmente parlando, dire "Se fossi veramente libero dovrei scegliere di essere" significa dire "Se fossi veramente libero dovrei essere ***". Non sono parole tanto diverse da quelle di Lucifero a *** nella caduta.
Inoltre il libero arbitrio è una dottrina che non riguarda l'autodeterminazione dell'uomo, ma solo il suo auto-compimento. Descrive infatti la libertà dell'uomo nel
meritarsi il paradiso, di fatto tutte le chiese cristiane cattoliche sono concordi nel dire che l'uomo
non è libero di esistere, ma assume libertà nel momento in cui viene al mondo.
E questa è la fiera del no-sense, *** mi crea potenzialmente malvagio, il primo stronzo pecca e quindi Lui se la prende con tutta la progenia, poi si fa uccidere per redimermi e quindi non sono più condannato, però comunque vivo in un mondo di *****. Il pessimo tarlo nell'uomo chi l'ha messo? Come se in una macchina ci fosse un pezzo di motore che manda tutto a a quel paese e si desse la colpa alla macchina
Mi sa che hai un po' equivocato il cristianesimo: *** ci fa felici e contenti, arriva il Diavolo che corrompe l'uomo, L'UOMO NEGA *** e ciò nonostante *** si fa uomo per redimere i peccati del mondo, continui a vivere in un mondo di ***** perché *** continua imperterrito a lasciare la libertà all'uomo di fare lo stronzo come il santo. Se il mondo è di ***** non è colpa di ***, è degli uomini che lo hanno reso tale.
i, dato che ogni paragone, metafora, asserzione era motivata e/o preceduta (anche nei post precedenti) da un "ammettendo che".
Lo faccio solo per venirvi incontro, io sono sicuro della mia fede ma se non allargo la mia frequenza d'onda a chi è praticamente all'opposto della mia il discorso è impossibile, si sparerebbero solo idiozie. E' la base del dialogo...
Il discorso non era questo, per l'appunto. Il punto era che, per i canoni umani, *** è ingiusto, iniquo, vendicativo, ecc, e lo dimostra la realtà dei fatti e della storia. E quindi, perchè adorare un *** malvagio, razionalmente? Ipotizzavo la possibilità della paura (indi convenienza), altro, di sensato, non c'è. A parte, chiaramente, la cieca volontà di indossare volontariamente un paraocchi, e convincersi del misticismo del mondo in quanto ciò leva ogni dubbio di cui è colma l'esistenza, bella comodità.
*** è giusto, equo e vendicativo non so quanto possa essere un difetto. Inoltre i cristiani non adorano un *** malvagio, bensì Gesu', e con esso *** uno e trino. Se mi vuoi dire che Gesu' era ingiusto e iniquo accomodati pure...
Prima di tutto, nessun libero arbitrio. In secondo luogo, non mi pare, biblicamente, che *** approvi molto l'allontanarsi da lui, o il solo pensare di infastidirlo. Terzo, parliamo di qualcosa di leggermente meno banale di un semplice padre, possibile non concepiate che non esiste per forza o l'essere come siamo, o l'essere succubi degli eventi senza criterio? Potevamo essere semplicemente uguali ad adesso ma senza testosterone che ci fa andar di matto, o senza quel sentimento istintivo che ci porta ad accumulare accumulare e accumulare, o via dicendo. O semplicemente potevamo essere come adesso ma in un mondo dove le risorse sono sempre molte più che le persone. E invece no, proprio impossibile da immaginare?
E tu basi il tuo ateismo sull'
IMMAGINAZIONE? Sulla fantasia? °_°