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Mi piacerebbe chiedere, a chi studia o ha studiato filosofia, teologia e quant'altro, cosa ne pensa della questione della colpevolezza di Giuda Iscariota.
Se non erro la stessa Chiesa ritiene di non poter dirimere la questione della sua colpevolezza "necessaria".

Che colpe può avere chi era destinato a tradire per far sì la avvenisse la Resurrezione?
Per quello che è la mia fede "non era destinato" ma è stata una scelta, quindi come tale, lo rende pienamente colpevole.

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Per quello che è la mia fede "non era destinato" ma è stata una scelta, quindi come tale, lo rende pienamente colpevole.
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Qual è la tua fede?

 
Dico anche io la mia sulla questione ateismo:

Ritengo che l'ateismo sia di fatto un "salto di fede" ancor maggiore di quello compiuto da chi crede, perchè di fatto è molto più difficile accettare e convivere credendo in nulla piuttosto che credendo in una divinità. E proprio per questo motivo credo altrettanto che la posizione atea non abbia nulla a che vedere con la razionalità, perchè un ragionamento logico sull'argomento porta alla conclusione comunemente chiamata "scommessa di Pascal".

Mi sentirei quindi di escludere la possibilità di ateismo puro se non come errore logico o scelta a priori.

 
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Dico anche io la mia sulla questione ateismo:Ritengo che l'ateismo sia di fatto un "salto di fede" ancor maggiore di quello compiuto da chi crede, perchè di fatto è molto più difficile accettare e convivere credendo in nulla piuttosto che credendo in una divinità. E proprio per questo motivo credo altrettanto che la posizione atea non abbia nulla a che vedere con la razionalità, perchè un ragionamento logico sull'argomento porta alla conclusione comunemente chiamata "scommessa di Pascal".

Mi sentirei quindi di escludere la possibilità di ateismo puro se non come errore logico o scelta a priori.
Mah, io mi reputo ateo "puro" (nel senso che non credo a un divino e non ne accetterò mai la esistenza a meno di evidenze che non contraddicano quelle del mondo fisico) ma non ho fatto nessuno salto di fede. È stata una cosa graduale con gli anni, da un bambino che da piccolo credeva ingenuamente, come lo fanno in molti, influenzato dalla società, ho piano piano scoperto punti di vista che mi hanno sempre più attratto di quello religioso (fermo restando che io fiducia nel cattolicesimo non l'ho praticamente mai avuta), insieme a una formazione scientifica che mi ha dato un modo di pensare che non si sposava per niente con il credere a un essere divino. Non vedo dove sia il salto nel buio, o dove non "credo a nulla".

Ovviamente ho portato una esperienza personale, ma credo non sia solo la mia.

 
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Dico anche io la mia sulla questione ateismo:Ritengo che l'ateismo sia di fatto un "salto di fede" ancor maggiore di quello compiuto da chi crede, perchè di fatto è molto più difficile accettare e convivere credendo in nulla piuttosto che credendo in una divinità. E proprio per questo motivo credo altrettanto che la posizione atea non abbia nulla a che vedere con la razionalità, perchè un ragionamento logico sull'argomento porta alla conclusione comunemente chiamata "scommessa di Pascal".

Mi sentirei quindi di escludere la possibilità di ateismo puro se non come errore logico o scelta a priori.
No dai, la scommessa di Pascal è qualcosa di puerile.

Semplicemente c'è chi non ritiene di dover credere a ciò che non viene sostenuto da delle prove. Niente di più

 
Paradossalmente, è fede anche quella.

Si idolatra un metodo di indagine della realtà , che è solo uno strumento, dandogli valenze che non ha.

Una persona più equilibrata sospende ogni giudizio fino a che non ha prove. E non necessariamente prove scientifiche.

 
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Paradossalmente, è fede anche quella.Si idolatra un metodo di indagine della realtà , che è solo uno strumento, dandogli valenze che non ha.

Una persona più equilibrata sospende ogni giudizio fino a che non ha prove. E non necessariamente prove scientifiche.
Questa è una tua interpretazione, che in mia opinione è sbagliata. Il metodo matematico stesso si basa sul reputare falsa una ipotesi fino a dimostrazione.

 
Questa è una tua interpretazione, che in mia opinione è sbagliata. Il metodo matematico stesso si basa sul reputare falsa una ipotesi fino a dimostrazione.
si ma é un metodo che agisce in un insieme, quello del praticamente dimostrabile dai suoi strumenti, quando invece anche l'indagine scientitica non può, oggettivamente, coprire tutta la realtà e tutte le possibilità, sia per una questione di strumenti e conoscenza a disposizione al momento dell'uso, sia per il semplice " la mappa non è il territorio" e ci sarà sempre uno scarto fra le due a partire dal momento in cui i tuoo sistemi cognitivi interpretano il flusso sensoriale e informativo della realtà.

C'è quindi la presunzione di poter spiegare tutto o di definire falso ciò che non si puó spiegare, quando un atteggiamento conoscitivo e da scienziato dovrebbe invece sospendere il giudizio. "Non possiedo strumenti per parlare di questo, non posso dire che sia vero ma nemmeno senz'altro falso" altrimenti si cade in un giogo paradigmatico e in un salto di fede tale e quale alle religioni.

Per questo poi preferisco la posizione dell'agnostico rispetto a quella dell'ateo, che vuole definire ciò che non è in grado di definire, anche con presunzione

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si ma é un metodo che agisce in un insieme, quello del praticamente dimostrabile dai suoi strumenti, quando invece anche l'indagine scientitica non può, oggettivamente, coprire tutta la realtà e tutte le possibilità, sia per una questione di strumenti e conoscenza a disposizione al momento dell'uso, sia per il semplice " la mappa non è il territorio" e ci sarà sempre uno scarto fra le due a partire dal momento in cui i tuoo sistemi cognitivi interpretano il flusso sensoriale e informativo della realtà.
C'è quindi la presunzione di poter spiegare tutto o di definire falso ciò che non si puó spiegare, quando un atteggiamento conoscitivo e da scienziato dovrebbe invece sospendere il giudizio. "Non possiedo strumenti per parlare di questo, non posso dire che sia vero ma nemmeno senz'altro falso" altrimenti si cade in un giogo paradigmatico e in un salto di fede tale e quale alle religioni.

Per questo poi preferisco la posizione dell'agnostico rispetto a quella dell'ateo, che vuole definire ciò che non è in grado di definire, anche con presunzione

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Mi hai risparmiato una faticaccia

 
si ma é un metodo che agisce in un insieme, quello del praticamente dimostrabile dai suoi strumenti, quando invece anche l'indagine scientitica non può, oggettivamente, coprire tutta la realtà e tutte le possibilità, sia per una questione di strumenti e conoscenza a disposizione al momento dell'uso, sia per il semplice " la mappa non è il territorio" e ci sarà sempre uno scarto fra le due a partire dal momento in cui i tuoo sistemi cognitivi interpretano il flusso sensoriale e informativo della realtà.
C'è quindi la presunzione di poter spiegare tutto o di definire falso ciò che non si puó spiegare, quando un atteggiamento conoscitivo e da scienziato dovrebbe invece sospendere il giudizio. "Non possiedo strumenti per parlare di questo, non posso dire che sia vero ma nemmeno senz'altro falso" altrimenti si cade in un giogo paradigmatico e in un salto di fede tale e quale alle religioni.

Per questo poi preferisco la posizione dell'agnostico rispetto a quella dell'ateo, che vuole definire ciò che non è in grado di definire, anche con presunzione

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Tutto il tuo discorso si basa su una premessa falsa, dato che il metodo scientifico si basa sul "falso fino a prova contraria"

 
Sebbene anche la posizione dell'ateo implichi quello che voi chiamate "salto di fede", ciò non rende comunque l'ateismo una religione(mi pare fosse questo il punto di partenza, no?).

L'ateismo non presenta infatti quell'insieme di riti, norme, testi, luoghi che fanno di una convinzione una religione.

Due cattolici, praticanti e non, saranno sempre accomunati da una serie di riti e norme, di testi e di luoghi di riferimento, così come due musulmani o come due ebrei.

Tra due atei non sussiste lo stesso tipo di rapporto, in quanto nonostante la convinzione comune possono essere completamente diversi in tutti gli aspetti che rendono una convinzione una religione a tutti gli effetti.

 
In ultima analisi, modelli descrittivi della realtà (basati sulla matematica) che contrastano fra loro nel modo di descriverla, vengono usati comunque in quanto semplici mappe concettuali funzionanti finchè non cerchi di uscire dall'ambito di applicabilità. Perchè ogni modello ne ha uno e funziona , più o meno adeguatamente, solo in quello.

E quel "la mappa non è il territorio" citato da xmatt è una semplificazione di tale concetto. Quando parli di modello parli di "descrizione della realtà più accurata possibile" non parli di "realtà".

Escludere o includere perentoriamente pezzi di realtà basandosi sulla mappa , o sull'impossibilità attuale di mappare, è attegiamento di fede esattamente quando credere in una religione. Specie considerando che tutti tali modelli sono validi finchè non vengono smentiti da qualcuno. Quindi anche la realtà descritta dalle scienze è mutevole.

- - - Aggiornato - - -

Tutto il tuo discorso si basa su una premessa falsa, dato che il metodo scientifico si basa sul "falso fino a prova contraria"
ti ho risposto sopra.

Aggiungo che il metodo di indagine scientifica impone che una teoria formulata sia falsa fino a che non dimostrabile con gli strumenti a disposizione. Che è una regola PROCEDURALE del metodo scientifico fondamentale , ma che mi pare molti sovrappongano erronamente ad ambiti che non gli appartengono.

 
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Tutto il tuo discorso si basa su una premessa falsa, dato che il metodo scientifico si basa sul "falso fino a prova contraria"
ma appunto, ma é comunque presuntuoso affermare che qualcosa sia falso fino a quando tu non hai le prove. Quella frase ha un perchè nel senso dell'indagine, è funzionale al metodo, invita allo studio e alla dimostrazione e va usata in quanto tale, perchè poi arriva chi realmente accusa una cosa di essere falsa per mancanza di prove ed è presuntuoso, ma soprattutto è fallibile.

Ma se il metodo scientifico mi diceva che la materia è fissa ed escludeva tutte le derive quantistiche, tu e soci avreste detto" ogni ipotesi in tal senso è falsa, stupidi creduloni". E se allora avreste avuto ragione, dopo il tempo vi avrebbe smentito. Quindi come ora dite "*** non esiste", potrebbe accadere la stessa cosa.

Allora se la verità non è data non è meglio astenersi dal giudizio? Quel "falso" significa che nell'insieme scienza non puoi usare certe informazioni non essendo scientiticamente fondate, ma non puoi neanche escluderne una futura fondatezza, allora diventare arroganti o credere di possedere la verità sarebbe un atteggiamento sbagliato e fallibilissimo, oltre che comunque una dimostrazione che il metodo scientifico non sa spiegare tutto, e quindi è comunque un paradigma definire falso ciò che non puó spiegare...è falso per esso stesso, ma è una falsità temporanea non ontologica

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ma appunto, ma é comunque presuntuoso affermare che qualcosa sia falso fino a quando tu non hai le prove. Quella frase ha un perchè nel senso dell'indagine, è funzionale al metodo, invita allo studio e alla dimostrazione e va usata in quanto tale, perchè poi arriva chi realmente accusa una cosa di essere falsa per mancanza di prove ed è presuntuoso, ma soprattutto è fallibile.Ma se il metodo scientifico mi diceva che la materia è fissa ed escludeva tutte le derive quantistiche, tu e soci avreste detto" ogni ipotesi in tal senso è falsa, stupidi creduloni". E se allora avreste avuto ragione, dopo il tempo vi avrebbe smentito. Quindi come ora dite "*** non esiste", potrebbe accadere la stessa cosa.

Allora se la verità non è data non è meglio astenersi dal giudizio? Quel "falso" significa che nell'insieme scienza non puoi usare certe informazioni non essendo scientiticamente fondate, ma non puoi neanche escluderne una futura fondatezza, allora diventare arroganti o credere di possedere la verità sarebbe un atteggiamento sbagliato e fallibilissimo, oltre che comunque una dimostrazione che il metodo scientifico non sa spiegare tutto, e quindi è comunque un paradigma definire falso ciò che non puó spiegare...è falso per esso stesso, ma è una falsità temporanea non ontologica

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grazie matt, davvero... io come vedi su ho molta meno voglia

 
Ma la sospensione del giudizio vale per tutte le superstizioni possibili e immaginabili (dal cattolicesimo fino al gatto nero che porta sfortuna quando ci attraversa la strada) oppure solo in casi specifici?

 
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In ultima analisi, modelli descrittivi della realtà (basati sulla matematica) che contrastano fra loro nel modo di descriverla, vengono usati comunque in quanto semplici mappe concettuali funzionanti finchè non cerchi di uscire dall'ambito di applicabilità. Perchè ogni modello ne ha uno e funziona , più o meno adeguatamente, solo in quello.
E quel "la mappa non è il territorio" citato da xmatt è una semplificazione di tale concetto. Quando parli di modello parli di "descrizione della realtà più accurata possibile" non parli di "realtà".

Escludere o includere perentoriamente pezzi di realtà basandosi sulla mappa , o sull'impossibilità attuale di mappare, è attegiamento di fede esattamente quando credere in una religione. Specie considerando che tutti tali modelli sono validi finchè non vengono smentiti da qualcuno. Quindi anche la realtà descritta dalle scienze è mutevole.

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ti ho risposto sopra.

Aggiungo che il metodo di indagine scientifica impone che una teoria formulata sia falsa fino a che non dimostrabile con gli strumenti a disposizione. Che è una regola PROCEDURALE del metodo scientifico fondamentale , ma che mi pare molti sovrappongano erronamente ad ambiti che non gli appartengono.
La mappa vicino alla realtà ti fa tirare su ponti, centrali nucleari, aerei, grazie a secoli di dimostrazioni, di menti illuminate e di geni. La differenza mi pare ABISSALE. La presunzione della falsità è solo da sempre un procedimento cautelativo e anzi, è proprio lo specchio della "umiltà" di questo tipo di scienze, che non si è mai presa il diritto di dire VERO PERCHÉ SI tipico dei dogmi religiosi.

La differenza tra "falso fino a prova contraria" e vero per dogma di fede mi pare una differenza dal giorno alla notte. E equiparare (o peggio affossare) il pensiero scientifico a quello religioso porta disastri e regresso. E non lo dico io, lo dicono secoli di storia

 
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Ma la sospensione del giudizio vale per tutte le superstizioni possibili e immaginabili (dal cattolicesimo fino al gatto nero che porta sfortuna quando ci attraversa la strada) oppure solo in casi specifici?

No solo per quelle che non è possibile smentire in modo inequivocabile

 
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grazie matt, davvero... io come vedi su ho molta meno voglia
no ma stavo giusto per dirti che spieghi con molta più chiarezza e sintesi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

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No solo per quelle che non è possibile smentire in modo inequivocabile
Il modo inequivocabile è estremamente arbitrario.

Per me che in secoli siano state smontare decine di credenze religiose, prima pagane e poi cristiane sono prove inequivocabili, per te no, sta tutta qui la differenza

 
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