NDM
Esperto
- Iscritto dal
- 11 Nov 2016
- Messaggi
- 7,166
- Reazioni
- 1,526
Offline
Inteterrasantissimo. Ti ringrazioDi base il gioco non da una risposta certa, ma lascia la porta aperta a 2/3 teorie molto solide e sta poi al giocatore scegliere l'interpretazione che preferisce. Di base e facendotela MOLTO semplice:
Teoria 1 - Metaforica
Atropos, il loop e il viaggio di Selene sono tutti un costrutto mentale di quest'ultima per cercare di affrontare il trauma della morte del figlio Helios, causata da Selene stessa con l'incidente d'auto che vediamo nel finale. Da notare infatti come la navicella che ogni volta ci lasciamo indietro inesorabilmente distrutta sia proprio chiamata Helios, come il figlio (e ogni volta che esci dalla prima porta compare la scritta "HAI ABBANDONATO HELIOS", in una sorta di parallelismo con l'abbandono del figlio morente nel fondale del lago)
Selene insomma sta rivivendo il trauma dell'incidente in questo safe-space che si è creata e pur di non ammettere le proprie colpe per la morte del figlio, si è "inventata" la figura dell'Astronauta come causa dell'incidente. Alla fine però realizza che in realtà è lei l'Astronauta, o meglio è il suo senso di colpa personificato e riesce ad accettare le proprie responsabilità per la morte del figlio, "liberandosi" dal loop.
Teoria 2 - Letterale
Atropos è reale, Selene è davvero un'astronauta dell'Astra, ingaggiata dopo la morte del figlio e partita di sua spontanea volontà in una mezza missione suicida proprio per lasciarsi dietro il senso di colpa e il dolore per quanto accaduto. Atropos è un pianeta particolare, dove una entità "controlla" lo scorrere del tempo e le manifestazioni del pianeta stesso (l'entità dai tre occhi rossi che si vede nell'Abisso infinito di Atropos, la stessa entità che ha portato alla pazzia gli Esuli e alla distruzione della civilità dei Senzienti). Il pianeta stesso reagisce alla psiche di Selene e al suo trauma, probabilmente per volere di questa Entità, mettendo Selene dinanzi ad un viaggio introspettivo nella propria psiche per accettare le proprie responsabilità. L'accettazione finale delle proprie responsabilità nella morte del figlio consente a Selene di liberarsi dal loop, dopo aver sconfitto tutte le entità di Atropos che le sbarravano la strada
Teoria 3 - Full sci-fi/paradosso temporale
Idem come la teoria 2, ma nel mezzo abbiamo un paradosso temporale in cui esistono più versioni di Selene a causa del loop, tra cui una che è sul pianeta da secoli e ormai impazzita cerca l'ascensione presso l'entità dell'Abisso. E' questa versione di Selene ad abbattere la sua stessa nave e a "guidare" se stessa su Atropos, divenendo essa stessa l'Astronauta e causando l'incidente che in ultima battuta la porterà su Atropos.
Per la lore, ti ripropongo un riassunto che ho fatto sui punti focali dell'universo di Returnal, mettendo insieme tutto ciò che si raccoglie nella banca dati:
Ho buttato giù un riassunto con qualche teorizzazione sui due aspetti principali della trama, ovvero Atropos/la civilità che lo abita e il ruolo di Selene in tutto questo. Ho usato esclusivamente quanto apprendiamo tramite gli Xenoglifi e gli Xenoarchivi una volta completato al 100% il gioco e le indagini di ogni bioma, cercherò poi di integrare il tutto con gli audiolog e i documenti presenti nelle sezioni della casa e nella nave.
La civiltà dei Senzienti e Atropos
Il primo messaggio lasciato dai Senzienti nel bioma 1 si riferisce alla loro Famiglia di Esuli: "la nostra connessione con la famiglia di esuli è recisa, non riusciremo a fermare l'infinito ciclo di violenza che avrà inizio".
E' evidente in questo caso che è avvenuta una scissione all'interno della civilità dei Senzienti, ad opera di un gruppo di essi definiti come Esuli. I senzienti rimasti prevedono a seguito di ciò l'arrivo di un infinito ciclo di violenza.
Per comprendere le ragioni degli Esuli, già la seconda lastra ci viene in aiuto, con riferimenti ad una miriade di occhi in contemplazione di un sole scuro e la previsione di un viaggio [degli Esuli] verso lande desolate dove li attende una nuova trascendenza e la gloria. La terza lastra ci dice anche che a seguito della scissione, gli Esuli sono stati cacciati dalla Cittadella (la sede principale della civiltà dei senzienti). Phrike (il primo boss) ed altri Esuli di rango superiore sono stati rinchiusi o imprigionati.
Oltre a Phrike, c'è anche un altro Esule superiore che viene citato ed è il secondo boss, definito come l'Esaltato. Egli ha scalato la montagna delle Lande Scarlatte con l'obiettivo di attendere e distruggere l'Entità che crea/distrugge (Selene). Gli Esuli fanno inoltre riferimento a dei "pilastri nel profondo" che li hanno giudicati di degni di trascendere (si fa riferimento chiaramente al bioma 6 e all'entità che lo abita).
La discesa nell'abisso sommerso da parte degli Esuli ha comportato la recisione della loro connessione con la famiglia di Senzienti originaria, che continua ad abitare la Cittadella. Al ritorno degli Esuli dall'abisso, gli altri Senzienti hanno iniziato a temerli, preparando la Cittadella alla guerra e predisponendo difese e armamentari vari (automi riconvertiti, bipedi, droni, cannoni).
E' a questo punto che l'Entità che crea/distrugge (Selene) si palesa su Atropos, una creatura che i Senzienti dicono di non riuscire a comprendere. I Senzienti assistono all'arrivo di Selene e all'inizio del suo ciclo infinito di pazzia: migliaia di braccia [si fa riferimento all'entità di Atropos, probabilmente] banchettano sulla mente di Selene innumerevoli volte, ma lei continua ad andare avanti perchè "solo avanzando poteva fuggire senza soffrire in eterno" [qui si fa riferimento al trauma di Selene e a lei che, per sfuggirvi, continua a ripetere il loop di su Atropos]
I Senzienti inizialmente cercano di comunicare con Selene e di seguirla, non comprendendo la sua vera natura o i suoi scopi. Selene in un audiolog (n.18) conferma infatti che il segnale della pallida ombra è stato inviato dai Senzienti vivi al di là del muro nella Cittadella. In questa prima fase Selene non sembra voler attaccare i Senzienti, anzi dice semplicemente "Ma se non potremo comunicare, mi percepiranno anche loro [dopo gli Esuli] come una minaccia? Non sono venuta qui per distruggere.". Ma, tempo dopo, la guerra con gli Esuli porta alla distruzione totale della Cittadella, mentre Selene (sempre definita come Entità che crea/distrugge) partecipa attivamente alla distruzione rivoltandosi contro i Senzienti e gli Esuli senza distinzioni., segno che ad un certo punto e nonostante i propositi prima evidenziati, è semplicemente impazzita per la ricerca dell'Ascensione, ritenendosi solo lei degna (audiolog 17).
La distruzione travolse la Cittadella e l'intera famiglia di Senzienti, "prima per mano degli automi, poi dell'Entità che crea/distrugge [Selene]", così recita l'ottava lastra che troviamo nella Cittadella. L'ultimo dei Senzienti ancora in vita si nasconde nella Torre della Cittadella, a difesa della stessa (si tratta del terzo boss). La nona lastra posta in cima alla Torre della Cittadella ci spiega meglio il ruolo del terzo boss: i Senzienti riconoscono di aver avuto comunque un ruolo nel genocidio della civilità di Atropos, al pari degli Esuli e di Selene; solo quest'ultima potrà raggiungere l'ultimo sopravvissuto (terzo boss, Nemesis) e affrontare il suo giudizio per potersi liberare dalla trappola del ciclo infinito.
Nel frattempo, mentre il ciclo di Selene continua senza sosta, i pochi Senzienti rimasti fuggono dalla Cittadella per rifugiarsi nelle Rovine Incolte (bioma 1). Qui cercano di ricreare una parvenza di civiltà, erigendo strutture con l'aiuto degli automi e dei fabbricatori alimentati ad oboliti. Allo stesso tempo, gli Esuli di ritorno dall'Abisso cominciano un pellegrinaggio nel deserto, arrivando alle Lande Scarlette, ove si stabiliscono erigendo statue fasciate e monumenti religiosi. Gli Esuli hanno ormai perso il senno, non hanno più collegamenti con la vecchia famiglia dei Senzienti e recidono ogni legame con essi, attaccando la Cittadella, distruggendo tutte le vecchie strutture della civiltà negli altri biomi di Atropos e combattendo con gli Automi posti a difesa della Cittadella dai senzienti come ultima difesa disperata.
Gli Esuli non sono riusciti ad ascendere nell'Abisso, pertanto cercano ora l'ascensione sulla superficie di Atropos mediante riti religiosi, come la fasciatura delle statue e la scalata di enormi strutture ossee da loro stessi erette. Sono letteralmente ossessionati dall'ascensione, al punto da perdere il senno e rivoltarsi contro qualsiasi cosa (esattamente come accadrà ad un certo punto a Selene)
Selene
Per iniziare a comprendere le motivazioni di Selene e il perchè del ciclo su Atropos, penso sia importante leggere i glifi lasciati da lei stessa su Atropos, che cominciano a comparire dal quarto bioma in poi (dopo secoli passati da Selene sul pianeta, ormai, e dopo che vi è ritornata in seguito alla sua morte sulla Terra)
Lastra 10
"I ricordi di famiglia mi sono stati amputati. La mente corrotta mi mostra un astronauta fuori dall'auto, REALE O PRESUNTO. Eternamente ad un passo da Helios, mi vedo entrare in casa prima che lui scena le scale"
E' evidente in questo caso un primo importante riferimento al trauma di Selene, ovvero l'incidente d'auto in cui è morto il figlio Helios. Un trauma che lei stessa ha rimosso una volta arrivata su Atropos ("i ricordi di famiglia mi sono stati amputati") e che cerca di giustificare in qualche modo attraverso la figura dell'astronauta ("la mente corrotta [dal trauma] mi mostra un astronauta fuori dall'auto"), senza però sapere se sia reale o meno. C'è poi il riferimento alla perdita di Helios.
Lastra 11
" Scrutando in uno specchietto retrovisore oscuro, affondo in un lago di follia che squarcia le acque profonde. Alcuni abomini non avrebbero mai dovuto venire alla luce. Mia madre mentiva sulla gioia, non c'è fine al dolore"
Qui abbiamo l'ennesimo riferimento all'incidente, all'auto e al lago, e alla follia di Selene che ne è derivata. C'è anche un primo riferimento al rapporto con la madre Theia.
La Lastra 12 non c'è bisogno di trascriverla perchè poco importante, c'è semplicemente un riferimento alla musica del quarto boss e al fatto che perseguiti Selene. Sappiamo che si tratta della canzone Don't Fear the Reaper, che Selene ascoltava in auto al momento dell'incidente.
Lastra 13
"I miei occhi si posarono sulla cascata di icore: arti vacui protesi in avanti. L'entità che crea/distrugge si immerse nella pozza. Il rimorso colò a picco insieme al ricordo rimosso di una sedia a rotelle che attende alla fine. ll suo nome è al principio."
L'icore nella mitologia greca è il sangue degli dei. Difficile dire cosa stia a simboleggiare qui, ma probabilmente si fa riferimento a Selene che nella sua ricerca estenuante di trascendenza su Atropos, finisce per rimuovere i suoi ricordi e il suo rimorso per la morte del figlio, insieme ai ricordi della madre (riferimento alla sedia a rotelle). "Il suo nome è al principio" potrebbe essere proprio un riferimento alla madre, Theia nella mitologia greca è infatti la madre di Selene e Helios.
Lastra 14
"Mi ritrova fuori dall'Olimpo, la nostra famiglia distrutta. Emersi dalle acque dello Stige, ma tra le stelle non vi era spazio per il sangue. Li seppellii e me li lasciali alle spalle, ciononostante l'astronauta continuava a seguirmi"
Ennesimo riferimento di Selene al trauma dell'incidente, a seguito del quale la sua famiglia risultò distrutta. Il riferimento allo Stige (uno dei fiumi dell'Ade nella mitologia greca) è un duplice riferimento al luogo di morte di Helios (il fiume/lago dell'incidente) e a lei che riesce a sopravvivere alla morte emergendone da sola. Anche qui abbiamo un riferimento a Selene che seppellisce (sopprime) i ricordi, ma questo sembra non bastare, perchè l'Astronauta (magari una personificazione del senso di colpa?) continua a seguirla.
Lastra 15
"Ascolta il silenzio, più profondo dell'Ade e più nero del Tartato: l'Entità che crea distrugge varcò le tenebre e io farò altrettanto. Nel sepolcro universale troverò salvezza. Lo attraverserò per affrontare l'astronauta"
Sono presumibilmente trascorsi secoli dall'arrivo di Selene su Atropos, comincia ad impazzire e a non avere più ricordi di sè stessa e di ciò che ha fatto su Atropos, parlando dell'Entità che crea/distrugge ormai in terza persona. Cerca di seguire le sue stesse orme e trovare la salvezza dal ciclo e affrontare la verità/senso di colpa (personificati nell'astronauta)
Lastra 16
"Pallida Ombra, inconsapevole dell'ineluttabile. Questa volta agisco senza premeditazione e cerco di afferrare il bambino perduto. E' stata la mia negligenza a condurmi qui. Le ombre che si agitano al buio sono le mie colpe sotto forma di astronauta, divenuto placenta cosmica."
Questa è probabilmente la lastra più importante del gioco, perchè ci rende abbastanza chiara la psiche di Selene e il ruolo dell'astronauta. C'è il riferimento a Selene che cerca di recuperare il ricordo del figlio morto ("bambino perduto"), c'è una prima presa di coscienza della propria colpa per la morte del figlio ("è stata la mia negligenza a condurmi qui"), c'è un primo riferimento all'astronauta come personificazione del senso di colpa di Selene ("le mie colpe sotto forma di astronauta, divenuto placenta cosmica").
Lastra 17.
"Nelle bolge infernali i nostri destini si dividono, entità creatrice/distruttrice e astronauta si scindono, si dipanano, precipitano fino a comporre un arazzo. L'unico antidoto alle tenebre interiori è la distruzione di ciò che giace sul fondo. Mi inabisso verso l'auto sommersa"
Altra lasta molto importante, abbiano l'ennesimo riferimento al fatto che Selene e l'Astronauta sono di base la stessa persona. Dopo l'incidente, Selene è incapace di accettare la propria colpa per la morte del figlio (entità creatrice/distruttrice, nato e ucciso da lei), pertanto crea la figura dell'astronauta per spiegare l'incidente e addossare la colpa a quest'ultimo. L'unico modo per liberarsi dal ciclo di Atropos accettare la verità e assumere la colpa di ciò che è successo, per far ciò dovrà affrontare ciò che giace sul fondo (boss finale) e trovare l'auto sommersa per ricordare.
Lastra 18.
"Deve esserci un modo per ricongiungersi alla mia vita perduta. Ma sembra già irraggiungibile, come l'astronauta che attende nella nebbia. Forse la prossima volta troverò la forza di ignorarlo. Helios è distrutto e devo ricomporne i frantumi".
Altri riferimenti alla vita precedente di Selene, che ha ormai dimenticato. Manifesta la volontà di liberarsi dell'astronauta e di riuscire ad ignorarlo (accettare la propria responsabilità e superare il senso di colpa), recuperando finalmente il ricordo di Helios.
Lastra 19
"Ritorno alla casa? Visita finale? Nascita e morte impura in seminterrato dietro un sole infranto? Helios prematuramente strappato alla vita?"
Penultima lastra posta davanti alla casa nell'ultima visita, abbiamo riferimenti a Theia e alla morte prematura di Helios.
Lastra 20.
"Caduta nel vuoto? auto affondata? vista del ricordo ultimo e immeritato castigo? il segreto dell'astronauta è un avvertimento per interrompere il ritorno?"
Ultima lastra, posta nelle profondità dell'Abisso. C'è la presa di coscienza dell'incidente, come ultimo "castigo" che Selene deve affrontare prima della redenzione. Il segreto dell'Astronauta è la presa di coscienza della sua reale identità, solo accettando di essere lei stessa l'Astronauta e di aver provocato la morte del figlio, Selene potrà interrompere il ciclo e ricominciare a vivere (la scena finale del true ending dove, finalmente, riesce ad emergere dal lago invece di essere trascinata giù dai tentacoli).
Una postilla che aggiungo perchè ritengo importante per tutto il discorso incidente/trauma/senso di colpa, è la trascrizione di alcuni audiolog molto importanti.
audiolog #11:
"Si, sono stata io. Ho causato io la caduta. Splendido sacrificio. Quando mi sono inabissata, la sfinge sommersa mi ha proposto un enigma in cambio dell'anima: "Come curi una ferita in un corpo incurabile?"
Qui c'è molto da ragionare, perchè si fa riferimento al fatto che è Selene stessa ad aver causato il proprio arrivo su Atropos, abbattendo la sua stessa nave con uno dei cannoni della Cittadella. Possiamo interpretare questo avvenimento in due modi:
- In senso letterale, riconoscendo l'esistenza di almeno due versioni di Selene in quello che è un paradosso temporale causato da Atropos. La Selene impazzita presente su Atropos da secoli abbatte sè stessa all'arrivo sul pianeta, generando un paradosso temporale e il ciclo infinito, con l'obiettivo di offrire un sacrificio al pianeta/entità che lo abità (la sfinge sommersa) e ottenere come ricompensa la "cura di una ferita in un corpo incurabile"
- In senso metaforico, in questo caso Selene semplicemente prende coscienza che è essa stessa ad essersi "portata" su Atropos, è lei la causa del suo ciclo e solo lei può liberarsene giungendo ad un'accettazione finale della propria colpa.
La sfinge sommersa che propone un enigma in cambio dell'anima è chiaramente la creatura/entità che Selene incontra nel finale del gioco, reale o meno che sia.
audiolog #46:
"Questo mondo è il mio rifugio in un universo inospitale. Non voglio andarmene. All'orizzonte talvolta scorso un albeggiare di tenebre sotto l'oceano. Quando emergerà in superficie? Attenderò in eterno di raggiungerlo."
Selene prende chiaramente coscienza del fatto che Atropos sia ormai il suo rifugio da un universo in cui il figlio è morto per causa sua. Che poi Atropos sia reale o creato dalla sua mente poco importa: lei non vuole andarsene, nonostante all'orizzonte scorga sempre le tenebre del senso di colpa e della realizzazione, pronte ad emergere in superficie prima o poi.
audiolog #53:
"Ho visto il teschio nero come la notte oltre la visiera dell'astronauta. Tra quelle ombre vedo schegge di me che lottano per liberarsi. Se può mostrare al mondo un volto, o un altro.... l'avevo già incontrato? Qual era il nome che aveva in testa? Era stato il primo a dire... "Vedi la pallida ombra?" "
Un altro audiolog in cui Selene sembra prendere coscienza (parziale) di cosa sia effettivamente la figura dell'astronauta, qui ancora una volta presentata come una personificazione del suo senso di colpa per la morte di Helios: teschio nero dietro la visiera che simboleggia la morte, schegge di Selene che cercano di liberarsi (dal senso di colpa), lei che cerca di ricordare il nome di Helios in quanto era stato il primo a pronunciare la frase sulla pallida ombra prima dell'incidente.
audiolog #54:
"Oltre la frattura nel pianeta, il sonnambulo degli abissi si arrampica in sogni arditi. Ha promesso risposte all'Alveare, per poi esiliarlo. Ha promesso agli Esuli poteri divini, per poi mutilarli. A me non ha ancora promesso nulla...Perchè non parla? Dopo tanto lottare, non sono ancora degna?"
Il riferimento è chiaramente all'entità dell'Abisso, colei che ha portato in origine Selene su Atropos. Questo audiolog ci conferma che Selene non è la prima a seguirla in maniera spasmodica, già prima era avvenuto con gli abitanti dell'Alveare e gli Esuli, tutti portati alla distruzione nel tentativo di ascendere. Selene è sulla stessa strada di distruzione.
Infine, una rassegna degli scoutlog più rilevanti in ottica post-true ending:
Audiolog #55
"Ora ricordo tutto. So perchè merito di essere qui. Lo shcianto. E' questo che mi lega. Ritorno sempre a quel momento."
Audiolog #58
"Perchè hanno rimandato il trasferimento? Posso...gestire la cosa. "Allucinazioni"? No, mi aiutano a restare...centrata. Ho fatto molti progressi. Cosa sperano di trovare? Se mi puntano una luce addosso, vedranno sempre l'ombra che si aspettano di trovare.
Audiolog #59 - colloqui di assegnazione
"Esplorare significa essere pionieri della scoperta. Esatto. Uno dei miei talenti è cogliere le connessioni nascoste, come dimostrano i risultati delle mie ricerche. No, io...No, no, loro sono morti molto tempo fa. Si, lo so, viaggio di sola andata. Per questo mi sono candidata. Nessun legame mi trattiene."
Audiolog #60 - appuntamento con il medico
"Dopo sarebbe stato rischioso per me guidare? Non ne avevo idea. E il tempo di preparazione e recupero? Questo...è un momento difficile per me, quindi...no non voglio nessuno presente. Nessuno deve saperlo. Tutti vogliono intromettersi e decidere...Non ho detto a nessuno che...Se sapessero che ero qui, che abbiamo parlato..."
Audiolog #61 - ultima confessione
"Devo parlare. So che continuo a rimandare, ma...questa volta si è superato il segno. In questo momento dovrei dire che mi dispiace. E allora perchè non lo faccio? Ci provo, ma suona...così uoto. Cos'è questa ombra dentro di me? Non è una sensazione nuova. Non saprei disecriverla, se non...se non come...Se ne parlo...passerà?"
Audiolog #62
"Un momento di esitazione. Lui non c'è, resto io. Sarò sopravvissuta allo schianto iniziale? Che vita orrenda in cui sono finita. Mi volto e vedo la porta d'ingresso chiusa alle mie spalle...e non ricordo nemmeno di aver messo il catenaccio. Mamma, sono a casa."
Audiolog #64
"Sopprimere i ricordi. La chiave di casa incrostata di rimpianti. La inserisco e giro: la porta si apre"
Audiolog #65
"Fiamme smorzate, trittico infranto. Applico i frammenti solari. Riaccendo il sole"
Audiolog #66
"Non posso espiare, quindi accetto. Quando sono crollata esanime al lato della strada, ho capito: questa è casa mia. E' questo il senso di appartenenza che cercavo. La mia casa in mezzo alle stelle. Resterò qui. Come te."
#Audiolog #67 - Partenza
"Erano nove le volge di Geenna. Ventinove i gironi di Helheim [...] Gli ultimi si stavano aprendo in me. Può finire perchè ha avuto inizio"