ubisoft, sony, nintendo, microsoft e compagnia bella hanno dei budget MOLTO maggiori. quindi possono permettersi di affrontare scelte economiche ben diverse da un piccolo team con un budget a disposizione limitato.
i titoli secondari o indipendenti è molto difficile che vengano tradotti in italiano, se non per ragioni particolari tipo che gli sviluppatori sono italiani o se non gli costa molto il processo di traduzione.
il grande male del mondo moderno sono le persone che vogliono sempre la pappa pronta e i piedini subito a sbattere se non ricevono il giocattolo che vogliono loro
ma vivere senza aspettarsi un trono dorato è tanto?

il gioco è full eng e basta. e allora? o lo compri e male che vada ti impari anche l'inglese, come abbiamo fatto tutti negli anni 90, o non lo compri e ti lamenti per niente visto che tanto non è che lo sviluppatore ti risponde su twitter "ah ci scusiamo gentile italiano, ora spendiamo x soldi per tradurlo così sei felice". (il "tu" è impersonale, non rivolto a te, sia chiaro).
e "50 euro per 2000 fa 100.000 euro" non è che sono soldi che finiscono al 100% in tasca agli sviluppatori. c'è tutta la catena di distribuzione da ripercorrere indietro e solo una parte di quelli saranno poi gli introiti del titolo. che poi gli introiti devono ovviamente superare prima i costi di produzione prima di parlare di un effettivo ricavo.
quindi insomma: un videogioco o lo si piglia così com'è o non lo si acquista, fine.
il seguire le masse lo fanno proprio quegli sviluppatori che fanno titoli meno interessanti in assoluto, perché a seguire le masse che vogliono questo e quello 1) perdi di autorialità nel videogioco, 2) appiattisci ogni qualsiasi forma di spessore videoludico perché tanto ogni aspetto deve essere adatto a tutti, ammazzando fantasia e struttura.