Una domanda:Quanti attentati terroristici di matrice jihadista si sono verificati in Italia per giustificare questo panico collettivo?
Strage di Fiumicino (1973) Strage di Fiumicino (1985)
Attacco suicida ad alto potenziale stragista a Milano contro una caserma (12 ottobre 2009)
A parte questo, l'Italia non è un pianeta a sè, c'è la consapevolezza che la Repubblica è un alleato americano e membro NATO, nonchè cooperatore di diverse operazioni militari anti-isis. (anche solo per il rifornimento di armi e l'ospitalità di mezzi aerei anti-isis).
Inoltre l'Italia ospita il cuore della cristianità.
Non c'è quindi motivo per non aspettarsi un attentato che avrebbe già dovuto accadere a Venezia se non ci fosse stato un incredibile lavoro di intelligence.
Voglio dire, se in passato - seppure lontano - ci sono stati dei furti in casa mia e recentemente i ladri hanno svaligiato tutti i vicini che mi circondano, potrà essere lecito avere un po' di timore di essere il prossimo, no?
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Qualcuno deve ancora spiegarmi cosa ci sia di male nei "gessetti colorati" etc. Aiutano a far sentire miglio la popolazione, non è che se si fanno queste cose allora non si può più combattere il terrorismo. Le due cose non si escludono a vicenda, sopratutto perchè i civili, cittadini "normali", sinceramente non è che possano fare gra che, apparte questi gesti di solidarietà e speranza.
A mio parere questi sono gesti belli che però devono essere una risposta della popolazione, non una risposta ufficiale del governo.
In Gran Bretagna
i privati hanno organizzato un concerto benefico (per le vittime del terrorismo) in risposta agli attentati di Manchester e di Londra. Il
governo inglese invece si è blindato nei palazzi per discutere nuovissime strategie per debellare una volta per tutte il terrorismo islamista con tutti i mezzi possibili.
Questo è l'ordine giusto.
In Italia, ad esempio, il presidente del Consiglio dei Ministri Renzi ha fatto l'opposto con questa perla:
«La cultura è la risposta italiana al terrorismo»
Una frase che fa molto 'gessetto colorato', inappropriato se detta dal capo del governo di uno Stato europeo.