PS4/PS5 The Last of Us Part II | Remastered PS5 disponibile | Upgrade a 10€

  • Autore discussione Autore discussione Loris
  • Data d'inizio Data d'inizio
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Beh "evitare" cosa? Gli spoiler di TLOU2 ad un certo punto comparivano persino nei commenti alle dirette di Conte! :asd: (non sto scherzando)
Suvvia, a quel punto è solo questione di fortuna/sfortuna. Ci si può fare poco.
Io evito i post, i forum dove se ne parla e le cavolate dove la gente può scrivere quel che vuole e x fortuna non mi becco mai spoiler dei giochi futuri
 
Mi manca Ellie :hmm:
Non vedo l'ora che arrivi la patch ps5, ma secondo voi quando? non dovrebbe essere troppo piu in la giusto?
Secondo me non prima dell'Estate 2021, se esiste ovviamente. Un anno è stato anche il tempo che è passato tra TLOU1 e la sua edizione Remastered (più o meno), e a questo giro c'è il multiplayer in lizza che complica un po' le cose (che cosa sarà? Come sarà legato al gioco originale, se sarà legato? Su quali console?).
 
Beh direi di no, stai (volutamente?) edulcorando il tutto.
Forse la tua Ellie ha ammazzato in "modo veloce", non di certo la mia. Ma dal punto di vista del racconto sono identiche, perché non ci troviamo di fronte ad un C&C da GDR pen and paper che muta le situazioni.

Proprio perché il gameplay del titolo è divino permette una miriade di approcci differenti, con un IA che reagisce, si anima e risponde con modalità estremamente ben fatte e congeniate.
Però cosa porta questo? Che hai nemici zoppicanti che implorano il tuo perdono e verso cui tu puoi riversare ogni colpo del caricatore in fronte, ripetute volte, fino a farlo diventare pottiglia.
Puoi prendere persone, che sarebbe anche irrilevanti nel tuo percorso di uscita dalla zona, e sgozzarle per il mero gusto di farlo.
Puoi conficcare in gola il machete di Ellie ad una donna che due secondi prima aveva strillato disperata verso il suo amico (o amante, per quel che ne sappiamo) fucilato brutalmente. Donna che, vista la quantità di persone nemiche presenti nel titolo, poteva tranquillamente essere in attesa di un bambino. E sappiamo che non si fanno problema a procreare, quindi...
Pensa che ci sono anche frecce bomba che riducono a brandelli ogni tizio nell'area di esplosione.

Di base non ci sarebbe nulla di strano, se non che il titolo propone riflessioni che cercano di andare nel profondo del senso di colpa e gli shock emotivi/psicologici, evidenziandoli non con un build up certosino che sì avrebbe reso giustizia e dato una tonalità di grigio alla questione, ma con un crollo mentale estremizzato (come tante altre questioni del racconto) e probabilmente nel momento peggiore. Con una tizia verso cui covava effettivo odio (a differenza della donna urlante di prima, o del tizio in ginocchio che mi implorava) e facente parte di un ristretto gruppo di persone con un marchio della morte in testa (liquidate infatti a sangue freddo, sia prima che dopo l'accaduto con Nora. Conflitto con Abby a parte).

Il messaggio del decadimento morale, etico e/o puramente personale per sommi capi passa, ma ovviamente smorzato dalla bassa e facilona estremizzazione.

Ma è un procedimento fatto con tutto il resto, anche. Lo fa col rapporto di Abby e Lev + sorellona, sviluppato in 2 mezze giornate e che dovrebbe fungere da trapolino di rilancio per la ragazza....ricordiamo rilancio nei confronti di puro "Grief" accumulato in anni e anni e anni e anni e anni e anni.

Lo fa con Lev e la madre, verso cui la luce chiaramente morale è di netto spostata al "madre morta sgozzata stronza e facente parte del retaggio settario ovviamente nocivo" e "Lev piangente martire".

Lo fa pure con il vecchio bigotto, e altezzoso nella sua ignoranza da quattro soldi.

Viaggia spesso per estremi, atti a portare il più delle volte una didascalica riflessione morale, ma proponendo meno grigio di quanto sento dire in giro.

Poi a funzionare i messaggi funzionano, ma non sono veicolati nella maniera consona, con una forma facilona che troppo spesso banalizza il tutto. Alcune scene rimangono sicuramente d'impatto.
Tutta la parte con Joel è meravigliosa e dona magistrale giustizia (e coerenza, qui) al personaggio, tant'è che da questo punto di vista la penso all'opposto dell'hater medio.

Ho scritto velocemente e a cazzo dal telefono, ma a grandi linee il mio pensiero questo è.
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PS: Dal punto di vista della "dissonanza" il primo funziona infinitamente meglio. Ovviamente perché il racconto è differente e Joel è un personaggio che hanno saputo gestire divinamente, così come il rapporto con Ellie.

Sono comunque morti veloci (alcune immediate, altre non proprio immediate ma comunque nulla di paragonabile alla tortura, il cui scopo è quello di protrarre appositamente la sofferenza a lungo). Possono essere violente e splatter quanto vuoi (vedi far esplodere qualcuno in mille pezzi con le frecce bomba), ma non è tortura. Non impressionarsi per lo splatter e riuscire a guardare in faccia la morte del nemico non è comunque la stessa cosa che torturarlo, facendolo soffrire apposta per tempo indefinito. Il punto centrale della tortura non è tanto l'essere sanguinaria esteticamente (ci sono anche forme di tortura che non lo sono, anche e non è il caso di quelle di TLOU), ma il prolungamento della sofferenza, e per questo può rappresentare il sorpasso di una linea morale diversa da quella del "semplice" omicidio (per quanto brutale).
Poi tu puoi non concordare e non empatizzare con questa differenziazione morale, supporre che tu la vivresti diversamente, e io invece supporre diversamente a mia volta (spero che nessuno di noi farà mai esperienze in prima persona per dimostrare la cosa:asd:), ma non ci vedo nulla di così poco credibile nel fatto che perlomeno ci sia qualcuno che la viva in questo modo.

Per quanto riguarda la gravidanza, sì, si può supporre che qualcuna delle tante donne uccise fosse incinta, ma da un punto di vista psicologico uno può benissimo non pensarci e non soffermarsi su questa ipotesi. E' ben diverso quando la cosa ti viene invece sbattuta davanti, con il pancione di una gravidanza avanzata della donna che hai appena ammazzato. "Occhio non vede, cuore non duole", anche perché fino a quando si tratta di ipotesi (ipotesi lì sul momento Ellie secondo me nemmeno aveva fatto) e non di certezze puoi ancora scegliere di liquidarle/ignorarle per metterti la coscienza a posto. Possiamo dire che da parte di Ellie è un po' ipocrita, ma anche l'ipocrisia è un aspetto molto radicato nella psicologia umana, quindi tutt'altro che poco credibile.

C'è anche da notare che in generale Ellie ha costantemente il bisogno di giustificarsi e deumanizzare l'altro per andare avanti a far quello che fa. Sa che la quasi totalità dei WLF non c'entra niente con Joel e quindi cerca di autoconvincerti che comunque siano "cattivi" e che quindi ucciderli non sia poi tutto sto male. Fa discorsi come "Hai visto che str***i? Sparano a vista" o "Qui a Seattle sono tutti matti, sanno solo ammazzarsi tra loro". Le autogiustificazioni sono indice di una "coda di paglia" di fondo. E proprio perché li deumanizza, a maggior ragione non si sofferma a riflettere "ma sono persone pure loro, che hanno affetti, si innamorano, fanno sesso, e qualcuna potrebbe pure essere incinta". Vederselo quindi come dato di fatto sbattuto in faccia con Mel è quindi a maggior ragione una doccia fredda (per non parlare dell'ovvio collegamento con Dina, a sua volta incinta e messa in pericolo da quel viaggio vendicativo).

Sono d'accordo che un po' di dissonanza ludonarrativa ci sia nel fatto che, se giochi in un certo modo, ripulire completamente un'area dai nemici (anche senza che ciò sia necessario per scappare o per proseguire nel proprio obiettivo) è eccessivo per il personaggio. Questo lo si vede ancora di più nella parte finale del giorno 3 di Abby di cui ho parlato nel mio post precedenti (un conto è essere costretta a uccidere i tuoi ex compagni perché anche loro cercano uccidere te e quindi non hai scelta, un altro ripulire completamente la zona solo per raccogliere risorse...), motivo per cui in quel punto mi sento spinta a cercare di uccidere il meno possibile. Quindi sì, non dico che la dissonanza ludonarrativa sia del tutto assente (c'è un po' di sacrificio dell'aspetto narrativo sull'altare del divertimento del gameplay, uno dei motivi per cui reputo pure io il primo capitolo superiore), ma diciamo che la vedo in modo molto meno grave di te.

La parte del bigotto Seth io l'ho sempre vissuta paradossalmente più come una scena "contro Ellie" che "contro Seth". Il punto centrale non è tanto il fatto che lui sia bigotto (per quanto sia chiaro che chi ha scritto l'opera sia contrario al bigottismo), ma il fatto che Ellie non perdona facilmente. E' il presagio di una Ellie più scaz***a e intollerante, che ha covato rancore verso un qualcosa di più grosso che non riesce a superare (cioè tutta la questione con Joel) e si sfoga con rancori su scala più piccola. E' insomma uno dei primi indizi di ciò che il gioco tratterà. Seth sbaglia sì, ma secondo me non viene affatto presentato come altezzoso. Anzi, al bar "si umilia" a chiederle scusa e cercare di rimediare. A confermare ciò c'è la lettera che Abby trova a Jackson, scritta proprio da Seth stesso prima di entrare a far parte delle comunità, dove lui racconta disperato la morte dei suoi famigliari e usa la religione come unico appiglio per trovare conforto al proprio dolore. Il messaggio non è "Grande Ellie! Così si trattano i bigotti!", ma "dai però Ellie anche tu... potevi anche perdonarlo, è solo un poveraccio che ti ha pure chiesto scusa".

Il trampolino di rilancio dell'evoluzione di Abby secondo me non è il rapporto con Lev e Yara. Lei inizia a fare salti mortali per aiutarli quando ancora praticamente non li conosce per nulla. Dopo che già ha iniziato a farsi in quattro per loro, a intraprendere spedizioni per aiutarli, inizia a conoscerli un po' e ad affezionarsi. Non è quello il punto di partenza. Lei sente semplicemente il bisogno di fare qualcosa di buono, costruttivo e disinteressato per qualcuno (dopo aver vissuto per anni in un puro rancore autodistruttivo che ora, a vendetta compiuta, si è rivelato inutile) e i due ragazzini le offrono l' "ispirazione" per farlo. Anzi, in fatto che siano degli sconosciuti rende più disinteressate le sue azioni, e quindi più soddisfacenti per l'obiettivo psicologico che vuole raggiungere.

La madre di Lev non muore sgozzata. Muore per sbaglio, cadendo a urtando uno spigolo. Ma al di là di questo particolare... sì, il bigottismo dei Serafiti (a differenza della questione di Seth) viene rappresentato in modo totalmente negativo e con piena condanna. C'è però da dire che per il personaggio protagonista di quella storyline (Abby) il punto centrale dei Serafiti non è tanto il loro bigottismo, ma il modo in cui lei deumanizza i nemici e li riduce a "meri bersagli da uccidere" all'inizio delle tre giornate (giustifica le torture di Isaac, parla dei Serafiti in continuazione con disprezzo, prende in giro i bigliettini contenenti le loro speranze e preghiere al cancello della martire). E' una deumanizzazione tipica dell'ambiente militare, alimentata ulteriormente dalla sua rabbia personale per quanto le è successo e dalla profonda differenza tra la loro mentalità e la sua (lei è atea, cresciuta in un contesto di ricerca scientifica, e si ritrova con dei fanatici religiosi che dicono "la pandamia è provocata da una punizione divina per i nostri peccati"). Infatti l'evoluzione che compie è anche quella di arrivare a... non certo concordare con i Serafiti o apprezzarli nel complesso... ma quantomeno vederli in maniera meno rigida e categorica, ad avere un po' di apertura in più e considerarli un po' più come persone.

Sia per Ellie che per Abby c'è sempre il collegamento col tema del tribalismo e della deumanizzazione dell'altro di cui ho parlato prima. Alla luce di tutto questo, la questione del bigottismo dei Serafiti è più che altro una parentesi, quindi non mi ha dato troppo fastidio il fatto che fosse trattata in modo così semplicistico (per quanto avrei comunque preferito qualche sfumatura di grigio in più pure lì).
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Preferisco la full immersion, soprattutto con giochi dalla forte componente narrativa. Anche perchè la mia priorità non è cambiare idea, ma giocare :asd:

Come ho già detto, trovo la conclusione accomodante, nel tentativo, anche comprensibile, di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Il coraggio di cui parlavi vieni in realtà a mancare proprio nel momento più importante, con un finale totalmente "Elliecentrico" in cui si dà di nuovo modo al giocatore di andare a caccia di vendetta. La risoluzione finale non è determinata da quella dualità del punto di vista tanto decantata, ma da una decisione puramente individualistica. Insomma, la storia va a rientrare nuovamente nei binari più tradizionali dei classici revenge movies, il che non è un male, anzi è soddisfacente, ma è fatto anche a posta per non scontentare nessuno.
Però alla fine la vendetta non si compie e questo ha provocato delle critiche da parte di chi la voleva ("cos'è sta storia di vendetta in cui alla fine la vendetta non c'è?"). Diciamo che secondo me la rinuncia alla vendetta è più potente se fatta per vera e propria scelta di Ellie, quando è lei prevalere sull'avversaria e a "tenere la sua vita tra le proprie mani". Se fosse semplicemente rimasta alla fattoria, dopo essere stata sconfitta malamente, menata e praticamente obbligata a rinunciare, sarebbe stata meno forte come decisione.
Io trovo un po' fanservice più che altro in tutta la parte del massacro degli schiavisti. Sono presentati come cattivoni monodimensionali, senza sfumature di grigio, e abbiamo una Ellie cazzuta che li massacra in modo badass e con somma soddisfazione del giocatore. Insomma, un po' un "dai, alla fine diamo al giocatore un po' di Ellie nei panni dell'eroina action che uccide dei cattivoni verso cui non occorre nutrire alcuna esitazione morale e che libera pure i poveri schiavi". Non a caso per me gli schiavisti sono la fazione meno interessante in assoluto.
 
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Però alla fine la vendetta non si compie e questo ha provocato delle critiche da parte di chi la voleva ("cos'è sta storia di vendetta in cui alla fine la vendetta non c'è?"). Diciamo che secondo me la rinuncia alla vendetta è più potente se fatta per vera e propria scelta di Ellie, quando è lei prevalere sull'avversaria e a "tenere la sua vita tra le proprie mani". Se fosse semplicemente rimasta alla fattoria, dopo essere stata sconfitta malamente, menata e praticamente obbligata a rinunciare, sarebbe stata meno forte come decisione.
Buffo perchè per me è esattamente l'opposto. Ridando alla fine ad Ellie il potere (e in un certo senso al giocatore) e facendo compiere a lei la scelta da una posizione di vantaggio, si sta riportando il giocatore nella comfort zone che il cambio di metà gioco gli aveva sottratto. Ellie non risparmia Abby perchè comprende il suo punto di vista, la risparmia perchè compie la scelta personale di non perdersi nell'odio poichè la vendetta non gli avrebbe ridato Joel: Abby e la sua storia non giocano alcun ruolo in questo finale. Ciò porta a chiedersi: perchè allora ho passato le ultime 10-15 ore a giocare nei panni di Abby? Se lo scopo era farmi empatizzare per lei, perchè alla fine mi viene data comunque l'occasione di prenderla a pugni, soggiogarla e risparmiarle la vita da una posizione di superiorità (fisica e morale)? Lo ritengo un finale tradizionale perchè, anche se alla fine Ellie non la uccide, ha comunque raggiunto il traguardo. La scelta che compie è una delle due possibili in questo tipo di storie, ma il "coraggio" di cui si parlava si è perso lungo la strada.
Ben diverso sarebbe stato se alla fine Ellie ed Abby avessero avuto un peso uguale nell'epilogo e si fossero lasciate da una posizione di parità, ma questo avrebbe sconvolto il giocatore perchè sarebbe stato privato della "vittoria". Ecco perchè dico che il finale è tutto sommato accomodante.

Io trovo un po' fanservice più che altro in tutta la parte del massacro degli schiavisti. Sono presentati come cattivoni monodimensionali, senza sfumature di grigio, e abbiamo una Ellie cazzuta che li massacra in modo badass e con somma soddisfazione del giocatore. Insomma, un po' un "dai, alla fine diamo al giocatore un po' di Ellie nei panni dell'eroina action che uccide dei cattivoni verso cui non occorre nutrire alcuna esitazione morale e che libera pure i poveri schiavi". Non a caso per me gli schiavisti sono la fazione meno interessante in assoluto.
Ellie uccide anche membri del WLF e Serafiti, chiunque gli si pari davanti in sostanza. Puoi leggerci quest'interpretazione se vuoi, ma può anche semplicemente essere che quando uccidi indiscriminatamente, a volte, capita che uccidi cattive persone.
 
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Sono comunque morti veloci (alcune immediate, altre non proprio immediate ma comunque nulla di paragonabile alla tortura, il cui scopo è quello di protrarre appositamente la sofferenza a lungo). Possono essere violente e splatter quanto vuoi (vedi far esplodere qualcuno in mille pezzi con le frecce bomba), ma non è tortura. Non impressionarsi per lo splatter e riuscire a guardare in faccia la morte del nemico non è comunque la stessa cosa che torturarlo, facendolo soffrire apposta per tempo indefinito. Il punto centrale della tortura non è tanto l'essere sanguinaria esteticamente (ci sono anche forme di tortura che non lo sono, anche e non è il caso di quelle di TLOU), ma il prolungamento della sofferenza, e per questo può rappresentare il sorpasso di una linea morale diversa da quella del "semplice" omicidio (per quanto brutale).
Poi tu puoi non concordare e non empatizzare con questa differenziazione morale, supporre che tu la vivresti diversamente, e io invece supporre diversamente a mia volta (spero che nessuno di noi farà mai esperienze in prima persona per dimostrare la cosa:asd:), ma non ci vedo nulla di così poco credibile nel fatto che perlomeno ci sia qualcuno che la viva in questo modo.

Per quanto riguarda la gravidanza, sì, si può supporre che qualcuna delle tante donne uccise fosse incinta, ma da un punto di vista psicologico uno può benissimo non pensarci e non soffermarsi su questa ipotesi. E' ben diverso quando la cosa ti viene invece sbattuta davanti, con il pancione di una gravidanza avanzata della donna che hai appena ammazzato. "Occhio non vede, cuore non duole", anche perché fino a quando si tratta di ipotesi (ipotesi lì sul momento Ellie secondo me nemmeno aveva fatto) e non di certezze puoi ancora scegliere di liquidarle/ignorarle per metterti la coscienza a posto. Possiamo dire che da parte di Ellie è un po' ipocrita, ma anche l'ipocrisia è un aspetto molto radicato nella psicologia umana, quindi tutt'altro che poco credibile.

C'è anche da notare che in generale Ellie ha costantemente il bisogno di giustificarsi e deumanizzare l'altro per andare avanti a far quello che fa. Sa che la quasi totalità dei WLF non c'entrano niente con Joel e quindi cerca di autoconvincerti che comunque siano "cattivi" e che quindi ucciderli non sia poi tutto sto male. Fa discorsi come "Hai visto che str***i? Sparano a vista" o "Qui a Seattle sono tutti matti, sanno solo ammazzarsi tra loro". Le autogiustificazioni sono indice di una "coda di paglia" di fondo. E proprio perché li deumanizza, a maggior ragione non si sofferma a riflettere "ma sono persone pure loro, che hanno affetti, si innamorano, fanno sesso, e qualcuna potrebbe pure essere incinta". Vederselo quindi come dato di fatto sbattuto in faccia con Mel è quindi a maggior ragione una doccia fredda (per non parlare dell'ovvio collegamento con Dina, a sua volta incinta e messa in pericolo da quel viaggio vendicativo).

Sono d'accordo che un po' di dissonanza ludonarrativa ci sia nel fatto che, se giochi in un certo modo, ripulire completamente un'area dai nemici (anche senza che ciò sia necessario per scappare o per proseguire nel proprio obiettivo) è eccessivo per il personaggio. Questo lo si vede ancora di più nella parte finale del giorno 3 di Abby di cui ho parlato nel mio post precedenti (un conto è essere costretta a uccidere i tuoi ex compagni perché anche loro cercano uccidere te e quindi non hai scelta, un altro ripulire completamente la zona solo per raccogliere risorse...), motivo per cui in quel punto mi sento spinta a cercare di uccidere il meno possibile. Quindi sì, non dico che la dissonanza ludonarrativa sia del tutto assente (c'è un po' di sacrificio dell'aspetto narrativo sull'altare del divertimento del gameplay, uno dei motivi per cui reputo pure io il primo capitolo superiore), ma diciamo che la vedo in modo molto meno grave di te.

La parte del bigotto Seth io l'ho sempre vissuta paradossalmente più come una scena "contro Ellie" che "contro Seth". Il punto centrale non è tanto il fatto che lui sia bigotto (per quanto sia chiaro che chi ha scritto l'opera sia contrario al bigottismo), ma il fatto che Ellie non perdona facilmente. E' il presagio di una Ellie più scaz***a e intollerante, che ha covato rancore verso un qualcosa di più grosso che non riesce a superare (cioè tutta la questione con Joel) e si sfoga con rancori su scala più piccola. E' insomma uno dei primi indizi di ciò che il gioco tratterà. Seth sbaglia sì, ma secondo me non viene affatto presentato come altezzoso. Anzi, al bar "si umilia" a chiederle scusa e cercare di rimediare. A confermare ciò c'è la lettera che Abby trova a Jackson, scritta proprio da Seth stesso prima di entrare a far parte delle comunità, dove lui racconta disperato la morte dei suoi famigliari e usa la religione come unico appiglio per trovare conforto al proprio dolore. Il messaggio non è "Grande Ellie! Così si trattano i bigotti!", ma "dai però Ellie anche tu... potevi anche perdonarlo, è solo un poveraccio che ti ha pure chiesto scusa".

Il trampolino di rilancio dell'evoluzione di Abby secondo me non è il rapporto con Lev e Yara. Lei inizia a fare salti mortali per aiutarli quando ancora praticamente non li conosce per nulla. Dopo che già ha iniziato a farsi in quattro per loro, a intraprendere spedizioni per aiutarli, inizia a conoscerli un po' e ad affezionarsi. Non è quello il punto di partenza. Lei sente semplicemente il bisogno di fare qualcosa di buono, costruttivo e disinteressato per qualcuno (dopo aver vissuto per anni in un puro rancore autodistruttivo che ora, a vendetta compiuta, si è rivelato inutile) e i due ragazzini le offrono l' "ispirazione" per farlo. Anzi, in fatto che siano degli sconosciuti rende più disinteressate le sue azioni, e quindi più soddisfacenti per l'obiettivo psicologico che vuole raggiungere.

La madre di Lev non muore sgozzata. Muore per sbaglio, cadendo a urtando uno spigolo. Ma al di là di questo particolare... sì, il bigottismo dei Serafiti (a differenza della questione di Seth) viene rappresentato in modo totalmente negativo e con piena condanna. C'è però da dire che per il personaggio protagonista di quella storyline (Abby) il punto centrale dei Serafiti non è tanto il loro bigottismo, ma il modo in cui lei deumanizza i nemici e li riduce a "meri bersagli da uccidere" all'inizio delle tre giornate (giustifica le torture di Isaac, parla dei Serafiti in continuazione con disprezzo, prende in giro i bigliettini contenenti le loro speranze e preghiere al cancello della martire). E' una deumanizzazione tipica dell'ambiente militare, alimentata ulteriormente dalla sua rabbia personale per quanto le è successo e dalla profonda differenza tra la loro mentalità e la sua (lei è atea, cresciuta in un contesto di ricerca scientifica, e si ritrova con dei fanatici religiosi che dicono "la pandamia è provocata da una punizione divina per i nostri peccati"). Infatti l'evoluzione che compie è anche quella di arrivare a... non certo concordare con i Serafiti o apprezzarli nel complesso... ma quantomeno vederli in maniera meno rigida e categorica, ad avere un po' di apertura in più e considerarli un po' più come persone.

Sia per Ellie che per Abby c'è sempre il collegamento col tema del tribalismo e della deumanizzazione dell'altro di cui ho parlato prima. Alla luce di tutto questo, la questione del bigottismo dei Serafiti è più che altro una parentesi, quindi non mi ha dato troppo fastidio il fatto che fosse trattata in modo così semplicistico (per quanto avrei comunque preferito qualche sfumatura di grigio in più pure lì).
Ovviamente ognuno è libero soppesare come meglio crede, ma il giochetto del
"non ci pensa" non funziona assolutamente (con me quantomeno), o meglio funziona scricchiolando tantissimo nel momento in cui mi rendi Ellie una imbecille, ottusa e senza cervello ( Cosa che il racconto, purtroppo, sottolinea forse troppe volte) e Dina un pg di cartone che non ha voce in capitolo e serve solo per farle fare scelte senza senso, giusto per rendere il tutto più estremo e fare collegamenti facili con donne incinta.

Ma quella non è "scrittura fatta a dovere", piuttosto "non abbiamo assolutamente voglia di analizzare l'argomento per come andrebbe analizzato e non vogliamo limitarci nel gameplay, quindi rendiamo il pg una edgy queen indemoniata che si sveglia solo quando dobbiamo far vedere che le nuove tecnologie ti portano dentro una sala cinematografica".
Un po' troppo easy, anche perché si poteva creare un costrutto narrativo mooooolto più interessante sulla deumanizzazione (che poi vabbè, nel contesto di TLoU è roba già trattata col primo e pertanto ridondante), il tribalismo, la spirale di vendetta che ti risucchia, e così via.

Per Abby, nì. Lev rimane comunque il catalizzatore perno del suo percorso, come si evince in quella che è su carta la scena assolutamente più tirata per i capelli del racconto: Abby sta per ammazzare senza pensarci mezza volta ("""giustamente""", aggiungo, per gli eventi mostrati fino a quel momento) Dina incinta per poi dedicarsi ad Ellie ------- Sguardo di Lev ------- Tutto apposto, ce ne andiamo lasciandole vive.

Ah.
Bene.
Magari se mi costruivi il percorso un attimino meglio veniva su un rilancio del personaggio fatto a dovere.
Così stiamo ai livelli della forza dell'ammmòre presentata da Interstellar.

Quindi si ritorna al punto centrale della mia critica. Rimane il messaggio, va a farsi completamente friggere la forma.

Abbiamo idee chiaramente discordanti nel ciò che fa da fulcro del racconto e della visione di insieme dei vari elementi.
 
Ultima modifica:
Sono circa a metà credo. Graficamente mostruoso, se usciva così com'è come gioco di lancio ps5 nessuno avrebbe detto niente.
 
Ovviamente ognuno è libero soppesare come meglio crede, ma il giochetto del
"non ci pensa" non funziona assolutamente (con me quantomeno), o meglio funziona scricchiolando tantissimo nel momento in cui mi rendi Ellie una imbecille, ottusa e senza cervello ( Cosa che il racconto, purtroppo, sottolinea forse troppe volte) e Dina un pg di cartone che non ha voce in capitolo e serve solo per farle fare scelte senza senso, giusto per rendere il tutto più estremo e fare collegamenti facili con donne incinta.

Ma quella non è "scrittura fatta a dovere", piuttosto "non abbiamo assolutamente voglia di analizzare l'argomento per come andrebbe analizzato e non vogliamo limitarci nel gameplay, quindi rendiamo il pg una edgy queen indemoniata che si sveglia solo quando dobbiamo far vedere che le nuove tecnologie ti portano dentro una sala cinematografica".
Un po' troppo easy, anche perché si poteva creare un costrutto narrativo mooooolto più interessante sulla deumanizzazione (che poi vabbè, nel contesto di TLoU è roba già trattata col primo e pertanto ridondante), il tribalismo, la spirale di vendetta che ti risucchia, e così via.

Per Abby, nì. Lev rimane comunque il catalizzatore perno del suo percorso, come si evince in quella che è su carta la scena assolutamente più tirata per i capelli del racconto: Abby sta per ammazzare senza pensarci mezza volta ("""giustamente""", aggiungo, per gli eventi mostrati fino a quel momento) Dina incinta per poi dedicarsi ad Ellie ------- Sguardo di Lev ------- Tutto apposto, ce ne andiamo lasciandole vive.

Ah.
Bene.
Magari se mi costruivi il percorso un attimino meglio veniva su un rilancio del personaggio fatto a dovere.
Così stiamo ai livelli della forza dell'ammmòre presentata da Interstellar.

Quindi si ritorna al punto centrale della mia critica. Rimane il messaggio, va a farsi completamente friggere la forma.

Abbiamo idee chiaramente discordanti nel ciò che fa da fulcro del racconto e della visione di insieme dei vari elementi.

Ellie non è "imbecille e senza cervello". Ha dei comportamenti irrazionali, che anch'io definirei "stupidi", ma non perché abbia un QI particolarmente basso o perché abbia preso una botta in testa che l'ha rinc******ita. Ha dei disturbi mentali (e il disturbo mentale non è certo noto per provocare comportamenti ragionevoli), causati da traumi e motivazioni più che comprensibili. Poi in generale, anche prima della morte di Joel, non è che Ellie per predisposizione fosse questa grande campionessa di razionalità e buon senso. Ha altre doti, altri tipi di intelligenza (tipo la sensibilità artistica o la capacità di adattamento), ma ha sempre avuto un po' una tendenza a farsi guidare dall'emotività e dall'impulso anche a scapito della ragione. Basta vedere il modo (obiettivamente stupido e imprudente) in cui si è procurata il morso, oppure lo stesso complesso del sopravvissuto che non la abbandona da anni (che è a sua volta un disturbo, non certo una cosa "intelligente"). Infatti secondo me molti sottovalutavano questo suo lato già prima di TLOU2. Ci sta tutto che dopo un evento come la morte di Joel, esperita nel momento peggiore e nelle modalità peggiori, la sua situazione mentale sia degenerata.
Inoltre atteggiamenti come "far finta di non vedere" o "cercare di mettersi la coscienza a posto di fronte alle proprie azioni discutibili" sono in generale molto diffusi nella natura umana (e non solo nelle persone "stupide"), basta guardarsi un po' intorno.

Si può benissimo non empatizzare con lei (nemmeno io ci ho empatizzato più di tanto) e non gradire la sua evoluzione, ma penso che la descrizione "edgy queen" sia molto riduttiva. Sono complesse le motivazioni dietro alle sue azioni (che sono ben di più del semplice "sono arrabbiata"), è complesso l'atteggiamento con cui le compie (come ho già detto, il bisogno di autogiustificarsi in realtà è sintomo di non sentirsi poi tanto a posto con sé stessi), sono complesse le conseguenze. Le stesse manifestazioni di rimorso dopo episodi come quelli di Nora o Mel non è che servano solo a "tirare fuori le doti attoriali" o "emozionare lo spettatore". Hanno un ruolo ben preciso nell'evoluzione psicologica, perché contribuiscono ad erodere la sua determinazione (ricordiamoci che Ellie dopo il giorno 3, prima dell'arrivo di Abby al teatro, accetta di andare via da Seattle, cosa che a inizio giorno 2 non aveva la minima intenzione di fare). L'esigenza di vendetta comunque rimane, ma diventa sempre più "autoimposta". C'è uno slittamento dal giustizialismo "quegli str***i devono pagare" al "non vorrei proseguire, ma devo farlo perché è l'unico modo in cui posso sperare di trovare la pace interiore per il mio lutto" (che in realtà è sempre stato il motivo principale della sua vendetta, ma con i vari sviluppi viene a galla sempre di più). Infatti quei momenti di crisi a Seattle hanno un ruolo importante anche nello spiegare la sua scelta finale di risparmiare Abby, proprio perché già prima la sua convinzione era meno forte di quanto non appaia in superficie. Abby ad esempio non ha tutte queste occasioni di "crisi intermedia" durante il suo cammino per la vendetta: lei va a Jackson e trova Joel subito, e questo spiega perché va fino in fondo e senza esitazione nel suo intento.

Dina viene messa un po' da parte dopo il giorno 1, ma nel tempo che le viene dedicato la trovo abbastanza ben caratterizzata ai fini del ruolo che deve svolgere e niente affatto messa lì solo per giustificare la crisi di Ellie di fronte alla gravidanza. Lei è un po' la "compagna perfetta" per Ellie. Ha un grande feeling con lei, ma al tempo stesso è molto diversa e complementare: laddove Ellie è nerd, artistica, sognatrice e piena di tanti casini mentali, Dina è più pratica, mondana e coi piedi per terra. Tante loro conversazioni su argomenti in apparenza inutili (come la musica, la religione, i sogni per il futuro ecc) servono a mostrare proprio questo. E' il tipo di persona di cui Ellie avrebbe bisogno per riuscire a condurre finalmente una vita normale e trovare un po' di equilibrio mentale, perché la aiuterebbe a restare più ancorata alla realtà. Infatti proprio alla luce di questo la sua partenza per Santa Barbara risulta particolarmente pesante, perché non rinuncia semplicemente a una persona amata, ma proprio alla persona amata di cui razionalmente parlando avrebbe più bisogno.
Sotto questo aspetto la relazione di Ellie con Dina è per molti versi opposta a quella che aveva Riley in "Left Behind" e in "American Dreams". Riley era un po' la "bad girl" della situazione, la monella ribelle che contribuiva a farla cacciare nei guai ma che al tempo stesso stimolava il lato più sognatore, folle e avventuroso che Ellie già di suo aveva.

Sicuramente l'affetto di Abby per Lev c'è, ma non è quello il punto di partenza del suo percorso di redenzione, visto che questo inizia già quando lei Lev non lo conosceva nemmeno un minimo. La sua scelta di risparmiare Dina ed Ellie la trovo perfettamente in linea con tutto il suo percorso (ho avuto più problemi ad accettare la scelta finale di Ellie, ma quella di Abby proprio no). Non è solo una questione di "voglio bene a Lev e quindi per farlo contento mi fermo". L'intervento di Lev è fondamentale soprattutto come un richiamo alla realtà che le permette di prendere una decisione in maniera più lucida. Decisione che però è anche sua e che è anche il risultato di tutto un percorso fatto prima, in cui arriva a capire che la vendetta è una soluzione inefficace ad un lutto subito e che sono altre le strade da prendere (l'evoluzione dei suoi sogni, in cui continua a fare incubi anche dopo la vendetta contro Joel e smette di farli solo dopo aver ricominciato a porsi obiettivi costruttivi nella vita, è fortemente indicativa in tal senso).

C'è da notare infatti che Abby si precipita a teatro per vendicarsi dopo che ha appena trovato i cadaveri di Owen e Mel (dopo una giornata che anche prima del ritrovamento è stata piena di eventi traumatici, tutti concentrati in un solo giorno, quindi aveva già i nervi a fior di pelle). Li ha trovati quella stessa sera, non il giorno/la settimana/l'anno prima. E' una reazione molto più immediata e impulsiva di quella che l'ha spinta a cercare Joel quattro anni dopo la morte del padre. Nonostante il percorso di "redenzione" che ha intrapreso, il ritrovamento all'acquario rappresenta un intoppo che la fa tornare per un attimo "la vecchia Abby". Tuttavia si tratta di un comportamento a caldo; Lev le permette di calmarsi, riprendersi, di tornare un attimo in sé. Infatti la recitazione e il suo linguaggio del corpo indicano proprio quello (c'è proprio lei che indietreggia barcollando).
Poi c'è da aggiungere anche che Lev e Yara per lei arrivano a rappresentare anche uno specchio positivo di sé stessa. Sono persone che conoscono solo la "nuova Abby", quella che cerca di fare cose buone, non quella che annega nel rancore sterile (a questo proposito è fondamentale il dialogo con Yara del "non mi conosci" "ti conosco abbastanza"). Quindi rompere questa immagine di sé presentata a Lev, fargli vedere il suo vecchio modo di essere, avrebbe rappresentato in primis una delusione con sé stessa. Non è semplicemente "la forza dell'ammmmorrrre", è anche un processo psicologico molto autoreferenziale, molto legato ad un bisogno interiore strettamente personale.

L'atteggiamento sereno di Abby a Santa Barbara, quando riprendiamo il controllo del personaggio, rappresenta l'epilogo di questa evoluzione. Mostra un'Abby ormai completamente disinteressata alla vendetta e ai torti del passato. Al contrario di Ellie, che invece pure dopo aver trascorso un anno in tranquillità con Dina (e JJ più avanti) non riesce ancora a liberarsi di questo turbamento. Questo perché Abby a quel punto è in una fase più avanzata rispetto ad Ellie nell'imparare la rielaborazione del lutto. E' indicativa anche la sua lettera che si trova sulla barca, in cui si rivolge a Owen morto: gli parla in modo nostalgico, ma senza alcun segno di rancore, senza alcun rimpianto del tipo "eh però peccato che non ti ho vendicato, ma purtroppo ho dovuto accontentate Lev". Ha trovato altre modalità di gestione dei propri traumi.
 
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Ellie non è "imbecille e senza cervello". Ha dei comportamenti irrazionali, che anch'io definirei "stupidi", ma non perché abbia un QI particolarmente basso o perché abbia preso una botta in testa che l'ha rinc******ita. Ha dei disturbi mentali (e il disturbo mentale non è certo noto per provocare comportamenti ragionevoli), causati da traumi e motivazioni più che comprensibili. Poi in generale, anche prima della morte di Joel, non è che Ellie per predisposizione fosse questa grande campionessa di razionalità e buon senso. Ha altre doti, altri tipi di intelligenza (tipo la sensibilità artistica o la capacità di adattamento), ma ha sempre avuto un po' una tendenza a farsi guidare dall'emotività e dall'impulso anche a scapito della ragione. Basta vedere il modo (obiettivamente stupido e imprudente) in cui si è procurata il morso, oppure lo stesso complesso del sopravvissuto che non la abbandona da anni (che è a sua volta un disturbo, non certo una cosa "intelligente"). Infatti secondo me molti sottovalutavano questo suo lato già prima di TLOU2. Ci sta tutto che dopo un evento come la morte di Joel, esperita nel momento peggiore e nelle modalità peggiori, la sua situazione mentale sia degenerata.
Inoltre atteggiamenti come "far finta di non vedere" o "cercare di mettersi la coscienza a posto di fronte alle proprie azioni discutibili" sono in generale molto diffusi nella natura umana (e non solo nelle persone "stupide"), basta guardarsi un po' intorno.

Si può benissimo non empatizzare con lei (nemmeno io ci ho empatizzato più di tanto) e non gradire la sua evoluzione, ma penso che la descrizione "edgy queen" sia molto riduttiva. Sono complesse le motivazioni dietro alle sue azioni (che sono ben di più del semplice "sono arrabbiata"), è complesso l'atteggiamento con cui le compie (come ho già detto, il bisogno di autogiustificarsi in realtà è sintomo di non sentirsi poi tanto a posto con sé stessi), sono complesse le conseguenze. Le stesse manifestazioni di rimorso dopo episodi come quelli di Nora o Mel non è che servano solo a "tirare fuori le doti attoriali" o "emozionare lo spettatore". Hanno un ruolo ben preciso nell'evoluzione psicologica, perché contribuiscono ad erodere la sua determinazione (ricordiamoci che Ellie dopo il giorno 3, prima dell'arrivo di Abby al teatro, accetta di andare via da Seattle, cosa che a inizio giorno 2 non aveva la minima intenzione di fare). L'esigenza di vendetta comunque rimane, ma diventa sempre più "autoimposta". C'è uno slittamento dal giustizialismo "quegli str***i devono pagare" al "non vorrei proseguire, ma devo farlo perché è l'unico modo in cui posso sperare di trovare la pace interiore per il mio lutto" (che in realtà è sempre stato il motivo principale della sua vendetta, ma con i vari sviluppi viene a galla sempre di più). Infatti quei momenti di crisi a Seattle hanno un ruolo importante anche nello spiegare la sua scelta finale di risparmiare Abby, proprio perché già prima la sua convinzione era meno forte di quanto non appaia in superficie. Abby ad esempio non ha tutte queste occasioni di "crisi intermedia" durante il suo cammino per la vendetta: lei va a Jackson e trova Joel subito, e questo spiega perché va fino in fondo e senza esitazione nel suo intento.

Dina viene messa un po' da parte dopo il giorno 1, ma nel tempo che le viene dedicato la trovo abbastanza ben caratterizzata ai fini del ruolo che deve svolgere e niente affatto messa lì solo per giustificare la crisi di Ellie di fronte alla gravidanza. Lei è un po' la "compagna perfetta" per Ellie. Ha un grande feeling con lei, ma al tempo stesso è molto diversa e complementare: laddove Ellie è nerd, artistica, sognatrice e piena di tanti casini mentali, Dina è più pratica, mondana e coi piedi per terra. Tante loro conversazioni su argomenti in apparenza inutili (come la musica, la religione, i sogni per il futuro ecc) servono a mostrare proprio questo. E' il tipo di persona di cui Ellie avrebbe bisogno per riuscire a condurre finalmente una vita normale e trovare un po' di equilibrio mentale, perché la aiuterebbe a restare più ancorata alla realtà. Infatti proprio alla luce di questo la sua partenza per Santa Barbara risulta particolarmente pesante, perché non rinuncia semplicemente a una persona amata, ma proprio alla persona amata di cui razionalmente parlando avrebbe più bisogno.
Sotto questo aspetto la relazione di Ellie con Dina è per molti versi opposta a quella che aveva Riley in "Left Behind" e in "American Dreams". Riley era un po' la "bad girl" della situazione, la monella ribelle che contribuiva a farla cacciare nei guai ma che al tempo stesso stimolava il lato più sognatore, folle e avventuroso che Ellie già di suo aveva.

Sicuramente l'affetto di Abby per Lev c'è, ma non è quello il punto di partenza del suo percorso di redenzione, visto che questo inizia già quando lei Lev non lo conosceva nemmeno un minimo. La sua scelta di risparmiare Dina ed Ellie la trovo perfettamente in linea con tutto il suo percorso (ho avuto più problemi ad accettare la scelta finale di Ellie, ma quella di Abby proprio no). Non è solo una questione di "voglio bene a Lev e quindi per farlo contento mi fermo". L'intervento di Lev è fondamentale soprattutto come un richiamo alla realtà che le permette di prendere una decisione in maniera più lucida. Decisione che però è anche sua e che è anche il risultato di tutto un percorso fatto prima, in cui arriva a capire che la vendetta non è una soluzione inefficace ad un lutto subito e che sono altre le strade da prendere (l'evoluzione dei suoi sogni, in cui continua a fare incubi anche dopo la vendetta contro Joel e smette di farli solo dopo aver ricominciato a porsi obiettivi costruttivi nella vita, è fortemente indicativa in tal senso).

C'è da notare infatti che Abby si precipita a teatro per vendicarsi dopo che ha appena trovato i cadaveri di Owen e Mel (dopo una giornata che anche prima del ritrovamento è stata piena di eventi traumatici, tutti concentrati in un solo giorno, quindi aveva già i nervi a fior di pelle). Li ha trovati quella stessa sera, non il giorno/la settimana/l'anno prima. E' una reazione molto più immediata e impulsiva di quella che l'ha spinta a cercare Joel quattro anni dopo la morte del padre. Nonostante il percorso di "redenzione" che ha intrapreso, il ritrovamento all'acquario rappresenta un intoppo che la fa tornare per un attimo "la vecchia Abby". Tuttavia si tratta di un comportamento a caldo; Lev le permette di calmarsi, riprendersi, di tornare un attimo in sé. Infatti la recitazione e il suo linguaggio del corpo indicano proprio quello (c'è proprio lei che indietreggia barcollando).
Poi c'è da aggiungere anche che Lev e Yara per lei arrivano a rappresentare anche uno specchio positivo di sé stessa. Sono persone che conoscono solo la "nuova Abby", quella che cerca di fare cose buone, non quella che annega nel rancore sterile (a questo proposito è fondamentale il dialogo con Yara del "non mi conosci" "ti conosco abbastanza"). Quindi rompere questa immagine di sé presentata a Lev, fargli vedere il suo vecchio modo di essere, avrebbe rappresentato in primis una delusione con sé stessa. Non è semplicemente "la forza dell'ammmmorrrre", è anche un processo psicologico molto autoreferenziale, molto legato ad un bisogno interiore strettamente personale.

L'atteggiamento sereno di Abby a Santa Barbara, quando riprendiamo il controllo del personaggio, rappresenta l'epilogo di questa evoluzione. Mostra un'Abby ormai completamente disinteressata alla vendetta e ai torti del passato. Al contrario di Ellie, che invece pure dopo aver trascorso un anno in tranquillità con Dina (e JJ più avanti) non riesce ancora a liberarsi di questo turbamento. Questo perché Abby a quel punto è in una fase più avanzata rispetto ad Ellie nell'imparare la rielaborazione del lutto. E' indicativa anche la sua lettera che si trova sulla barca, in cui si rivolge a Owen morto: gli parla in modo nostalgico, ma senza alcun segno di rancore, senza alcun rimpianto del tipo "eh però peccato che non ti ho vendicato, ma purtroppo ho dovuto accontentate Lev". Ha trovato altre modalità di gestione dei propri traumi.
Ma infatti non
è stupida, è il come viene veicolato il suo percorso a farla sembrare tale. Che è molto peggio. Mi ritrovo con tizi che si muovono e ragionano ad estremi, per altro pretestuosi (come con Nora e relativa dissonanza), andando a smorzare l'impatto delle varie scene anche da un punto di vista empatico, come scrivi tu. Il che, ricollegandomi a dove era partito il discorso, banalizza la portata del racconto.

Per Abby è uguale, non è che non passa il percorso di redenzione personale, è che viene veicolato maluccio e con la fretta di dire tanto e subito (il che è paradossale vista anche la durata del titolo, che per certi versi è persino eccessiva). Il paragone con Interstellar non è per ricollegare un "discorso di amore", ma per sottolineare la superficialità con la quale vengono tirati avanti i noccioli principali della trama.

Il tutto in un cotesto infarcito da un milione di beceri espedienti narrativi e personaggi da gettare alle ortiche (Il cambio repentino di Tommy al limite dell'imbarazzante, senza mezzo straccio di contesto degno) unicamente per trascinare il racconto e portare alla chiusura la questione di Ellie. Paradossalmente la stessa storia di Abby ritengo venga depotenziata nel giro di poco con tutto l'atto finale, in cui Ellie ritorna unica e indiscussa protagonista.
E poi, alla fine della fiera, ti accorgi che Joel ne esce meglio di entrambe come personaggio (a livello di scrittura e sviluppo), pur avendo 1/20 delle battute e delle scene.
Al netto di tutto questo non riesco a non ritenere la storia un disastro di forma, escluse sporadiche eccezioni.
 
Ma il multi è sparito ? Io spero esca entro febbraio, non resisto più. :bruniii:
 
Lo chiedo qua non riuscendo a trovare da telefono il topic del primo, ma il multiplayer del primo The Last of us è cross gen tra Ps4 e Ps5 oppure chi gioca su Ps5 non può giocare con chi ha una Ps4?
 
l'ho cominciato ieri, ma mi sono reso conto che non avevo finito il primo ero circa a metà credo
Dovevo affrontare il secondo Bloater dovo aver avviato il generatore , il fatto che oltre a lui c'erano anche 6 o 7 fra runners e clikers nell'area che arrivano alle spalle e l'area di battaglia aveva diverse aperture ed è da lì che arrivavano avendo sempre il bloater di fronte e senza ripari come invece era nella palestra col primo per cui anche con l'arrivo dei due runners si era relativamente al riparo per poterli affrontare uno alla volta

TLOU2 mi ha spoilerato il finale, ma in realtà quella parte era più che telefonata , questo va detto

Non mi ricordo perchè l'avevo sospeso dopotutto avevo affrontato la situazione una volta sola e neanche mi era sembrata insormontabile dovevo solo studiare una differente strategia, la prima volta mi han sorpreso come è ovvio, comunque ero convinto di averlo finito , devo prima finire quello quindi , OK no problem la pS3 è sempre lì ed anche il gioco che spero sia ancora installato perchè non ho più spazio
L'avevo scritto nel topic sbagliato lo recupero qui , mi è successa una cosa stranissima , nel punto in cui mi trovo in TLOU , è tutto scurissimo, molto più scuro di quanto ricordassi anche aumentando la luce al massimo, posso vedere solo ciò che è direttamente illuminato dalla torcia , il resto è buio, ma non il buio da videogioco col resto in penombra, buio spazio nero come l'inchiostro , sento i runners ma non li vedo finchè non mi sono addosso a volte troppo tardi per reagire, di sparare loro da lontano appena compaiono neanche a parlarne , comunque
Il Bloater è evitabile in sostanza si deve raggiungere una porta in fondo cercando di arrivarci in fretta dopo aver acceso il generatore , ci sono almeno due dei runners da uccidere e devo farlo con l'ascia perchè come ho detto è troppo buio per colpirli da lontano , una volta ho provato ad affrontare così anche il bloater , ma non è cosa , comunque arrivato alla porta ho scoperto che mi serve una key card magnetica altrimenti non ne esco, dovrò cercarla e in quelle condizioni non è facile esplorare è tutto nero, buio pesto

Comunque non me lo ricordavo così scuro, ricordo che anche quando il bloater e qualche runner mi avevano circondato l'ambiente lo vedevo benissimo e potevo affrontarli quasi separatamente o comunque salutarli in viso con una fucilata ora è quasi impossibile , deve essere successo qualcosa alla PS3 (il gioco ci ha messo 4 minuti buoni a caricarsi ) alla TV o ai miei occhi o tutte e tre le cose
 
Ultima modifica:
finito in tre giorni tutto d'un fiato. molto bello su PRO, dettagli e tecnica impressionanti davvero. tanti pregi ma secondo me anche qualche difetto.. ad esempio l'ho trovato troppo lungo per il tipo di gioco che è dove il gameplay non cambia MAI e alla lunga inevitabilmente stanca. anche la "seconda parte" sembrava quasi incentrata più su altri personaggi che non sul protagonista e la cosa è andata avanti per troppo tempo. detto questo, l'ho preferito al primo che trovai molto sopravvalutato. la storia mi è piaciuta moltissimo e anche il finale devo dire che tutto sommato ci sta.
riassumendo:

Pro:
-grafica
-storia
-sceneggiatura

Contro
-gameplay

10 mai nella vita ma 8 se lo merita.
 
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