Sono comunque morti veloci (alcune immediate, altre non proprio immediate ma comunque nulla di paragonabile alla tortura, il cui scopo è quello di protrarre appositamente la sofferenza a lungo). Possono essere violente e splatter quanto vuoi (vedi far esplodere qualcuno in mille pezzi con le frecce bomba), ma non è tortura. Non impressionarsi per lo splatter e riuscire a guardare in faccia la morte del nemico non è comunque la stessa cosa che torturarlo, facendolo soffrire apposta per tempo indefinito. Il punto centrale della tortura non è tanto l'essere sanguinaria esteticamente (ci sono anche forme di tortura che non lo sono, anche e non è il caso di quelle di TLOU), ma il prolungamento della sofferenza, e per questo può rappresentare il sorpasso di una linea morale diversa da quella del "semplice" omicidio (per quanto brutale).
Poi tu puoi non concordare e non empatizzare con questa differenziazione morale, supporre che tu la vivresti diversamente, e io invece supporre diversamente a mia volta (spero che nessuno di noi farà mai esperienze in prima persona per dimostrare la cosa

), ma non ci vedo nulla di così poco credibile nel fatto che perlomeno
ci sia qualcuno che la viva in questo modo.
Per quanto riguarda la gravidanza, sì, si può supporre che qualcuna delle tante donne uccise fosse incinta, ma da un punto di vista psicologico uno può benissimo non pensarci e non soffermarsi su questa ipotesi. E' ben diverso quando la cosa ti viene invece sbattuta davanti, con il pancione di una gravidanza avanzata della donna che hai appena ammazzato. "Occhio non vede, cuore non duole", anche perché fino a quando si tratta di ipotesi (ipotesi lì sul momento Ellie secondo me nemmeno aveva fatto) e non di certezze puoi ancora scegliere di liquidarle/ignorarle per metterti la coscienza a posto. Possiamo dire che da parte di Ellie è un po' ipocrita, ma anche l'ipocrisia è un aspetto molto radicato nella psicologia umana, quindi tutt'altro che poco credibile.
C'è anche da notare che in generale Ellie ha costantemente il bisogno di giustificarsi e deumanizzare l'altro per andare avanti a far quello che fa. Sa che la quasi totalità dei WLF non c'entra niente con Joel e quindi cerca di autoconvincerti che comunque siano "cattivi" e che quindi ucciderli non sia poi tutto sto male. Fa discorsi come "Hai visto che str***i? Sparano a vista" o "Qui a Seattle sono tutti matti, sanno solo ammazzarsi tra loro". Le autogiustificazioni sono indice di una "coda di paglia" di fondo. E proprio perché li deumanizza, a maggior ragione non si sofferma a riflettere "ma sono persone pure loro, che hanno affetti, si innamorano, fanno sesso, e qualcuna potrebbe pure essere incinta". Vederselo quindi come dato di fatto sbattuto in faccia con Mel è quindi a maggior ragione una doccia fredda (per non parlare dell'ovvio collegamento con Dina, a sua volta incinta e messa in pericolo da quel viaggio vendicativo).
Sono d'accordo che un po' di dissonanza ludonarrativa ci sia nel fatto che, se giochi in un certo modo, ripulire completamente un'area dai nemici (anche senza che ciò sia necessario per scappare o per proseguire nel proprio obiettivo) è eccessivo per il personaggio. Questo lo si vede ancora di più nella parte finale del giorno 3 di Abby di cui ho parlato nel mio post precedenti (un conto è essere costretta a uccidere i tuoi ex compagni perché anche loro cercano uccidere te e quindi non hai scelta, un altro ripulire completamente la zona solo per raccogliere risorse...), motivo per cui in quel punto mi sento spinta a cercare di uccidere il meno possibile. Quindi sì, non dico che la dissonanza ludonarrativa sia del tutto assente (c'è un po' di sacrificio dell'aspetto narrativo sull'altare del divertimento del gameplay, uno dei motivi per cui reputo pure io il primo capitolo superiore), ma diciamo che la vedo in modo molto meno grave di te.
La parte del bigotto Seth io l'ho sempre vissuta paradossalmente più come una scena "contro Ellie" che "contro Seth". Il punto centrale non è tanto il fatto che lui sia bigotto (per quanto sia chiaro che chi ha scritto l'opera sia contrario al bigottismo), ma il fatto che Ellie non perdona facilmente. E' il presagio di una Ellie più scaz***a e intollerante, che ha covato rancore verso un qualcosa di più grosso che non riesce a superare (cioè tutta la questione con Joel) e si sfoga con rancori su scala più piccola. E' insomma uno dei primi indizi di ciò che il gioco tratterà. Seth sbaglia sì, ma secondo me non viene affatto presentato come altezzoso. Anzi, al bar "si umilia" a chiederle scusa e cercare di rimediare. A confermare ciò c'è la lettera che Abby trova a Jackson, scritta proprio da Seth stesso prima di entrare a far parte delle comunità, dove lui racconta disperato la morte dei suoi famigliari e usa la religione come unico appiglio per trovare conforto al proprio dolore. Il messaggio non è "Grande Ellie! Così si trattano i bigotti!", ma "dai però Ellie anche tu... potevi anche perdonarlo, è solo un poveraccio che ti ha pure chiesto scusa".
Il trampolino di rilancio dell'evoluzione di Abby secondo me non è il rapporto con Lev e Yara. Lei inizia a fare salti mortali per aiutarli quando ancora praticamente non li conosce per nulla.
Dopo che già ha iniziato a farsi in quattro per loro, a intraprendere spedizioni per aiutarli, inizia a conoscerli un po' e ad affezionarsi. Non è quello il
punto di partenza. Lei sente semplicemente il bisogno di fare qualcosa di buono, costruttivo e disinteressato per qualcuno (dopo aver vissuto per anni in un puro rancore autodistruttivo che ora, a vendetta compiuta, si è rivelato inutile) e i due ragazzini le offrono l' "ispirazione" per farlo. Anzi, in fatto che siano degli sconosciuti rende più disinteressate le sue azioni, e quindi più soddisfacenti per l'obiettivo psicologico che vuole raggiungere.
La madre di Lev non muore sgozzata. Muore per sbaglio, cadendo a urtando uno spigolo. Ma al di là di questo particolare... sì, il bigottismo dei Serafiti (a differenza della questione di Seth) viene rappresentato in modo totalmente negativo e con piena condanna. C'è però da dire che per il personaggio protagonista di quella storyline (Abby) il punto centrale dei Serafiti non è tanto il loro bigottismo, ma il modo in cui lei deumanizza i nemici e li riduce a "meri bersagli da uccidere" all'inizio delle tre giornate (giustifica le torture di Isaac, parla dei Serafiti in continuazione con disprezzo, prende in giro i bigliettini contenenti le loro speranze e preghiere al cancello della martire). E' una deumanizzazione tipica dell'ambiente militare, alimentata ulteriormente dalla sua rabbia personale per quanto le è successo e dalla profonda differenza tra la loro mentalità e la sua (lei è atea, cresciuta in un contesto di ricerca scientifica, e si ritrova con dei fanatici religiosi che dicono "la pandamia è provocata da una punizione divina per i nostri peccati"). Infatti l'evoluzione che compie è anche quella di arrivare a... non certo concordare con i Serafiti o apprezzarli nel complesso... ma quantomeno vederli in maniera meno rigida e categorica, ad avere un po' di apertura in più e considerarli un po' più come persone.
Sia per Ellie che per Abby c'è sempre il collegamento col tema del tribalismo e della deumanizzazione dell'altro di cui ho parlato prima. Alla luce di tutto questo, la questione del bigottismo dei Serafiti è più che altro una parentesi, quindi non mi ha dato troppo fastidio il fatto che fosse trattata in modo così semplicistico (per quanto avrei comunque preferito qualche sfumatura di grigio in più pure lì).