Punto primo, togliti dalla testa di parlare di accuse. Punto secondo, io non propongo nessuna soluzione, mi sa che sei tu a non aver capito il punto. Io prendo semplicemente atto che tanti sia qui sul forum sia sui social sia nella vita reale sono dispostissimi a starsene con il sedere al caldo guardando gli ucraini combattere e che sono disposti a farlo fino all'ultimo ucraino. Tutto il resto è una tua fantasia che fa capo al non voler accettare niente di diverso rispetto a slava ucraini -o come si scrive-.
Forse, dovresti interrogare queste persone chiedendo che cosa ne sarà del loro supporto all'ucraina nel caso in cui il calore che circonda il loro sederino venisse meno.
Noto, comunque, che il fatto che io abbia fatto notare un anno fa la propensione di molti a combattere fino all'ultimo ucraino ti ha segnato parecchio. Anche perché, a proposito del tuo essere al corrente di ciò che è successo con lockdown e green pass, non è impossibile che chi ora si definisce pro ucraina (fino all'ultimo ucraino, ça va sans dire, non mettendoci il proprio culo) in passato non abbia esitato a dire "cazzi loro", "spiaze", "si fottano" a proposito di chi era sprovvisto, per una ragione o per un'altra, del green pass.
Adesso con questo post ti rispondo solo sull'invasione perché viene già una mole di testo corposa.
Dicendomi "togliti dalla testa di parlare di accuse" ho l'impressione che tu abbia appena tirato un sasso e nascosto la mano. Al di là di ciò, "rilievi" va bene? Ci mette d'accordo? Stai facendo un rilievo sarcasticamente pungente allo scopo di evidenziare una carenza di carattere etico - ovviamente in base ai tuoi criteri di giudizio (un giudizio valoriale), e questo è normale - individuata attraverso la definizione di un limite alla solidarietà della posizione di pensiero di determinate persone. Questo mi sembra evidente anche dall'ultima descrizione che ne hai dato e dai toni coloriti (graffianti) con cui l'hai espressa. Se non è un rilievo volto ad evidenziare una carenza di carattere etico, allora l’unica alternativa che rimane è che pensi che non ci sia niente di male, cioè, volendo, che il suddetto limite sia "comprensibile" (concedimi il termine virgolettato di proposito). Se è così, allora la tua osservazione non dà luogo ad alcun incentivo a cambiare di una virgola quel tipo di supporto alla resistenza ucraina. Quindi a cosa serve? Di solito, discutendo tra pari, quando si fa un rilievo teso a muovere una critica sulla morale di qualcuno lo si fa per indurlo/a quantomeno ad interrogarsi su tale nodo ritenuto deplorevole. Inoltre troverei (al condizionale, non sto dicendo che lo pensi) quantomeno ingenuo (romantico) credere che (prendo lei per fare, dei tanti, solo un esempio adatto) Oleksandra Matvichuk non sia consapevole della teoria che hai esposto mentre continua a chiedere armi per il suo popolo.
Sì, se venisse meno il gas "che riscalda il sederino" suppongo sia possibile che una fetta della popolazione italiana cambi postura sul supporto all'Ucraina. E allora? Sai quanto, in termini di supporto internazionale, agli ucraini come lei frega del rilievo che hai fatto? Penso zero. E' un po' come: sai, mentre qui (al calduccio) rivendichiamo (o posso essere scurrile, volendo: ci seghiamo sulla) l'ipocrisia occidentale e spariamo le cartucce benaltriste, quanto frega agli ucraini che gli USA non abbiano dovuto affrontare conseguenze legali adeguate per l'invasione dell'Iraq? Di nuovo zero. Quindi: o (sempre come esempio fra le tante voci ucraine) la Matvichuk è una pedina depensante (magari succube della propaganda occidentale e del proprio Paese), o è un'invasata (e con l'uso di questo aggettivo cadrebbe a fagiolo un'osservazione sulla retorica dell'utente Palombella, ma per il momento non spendo altro tempo e caratteri), o si trova anche lei al calduccio, ha tutti i legami affettivi al calduccio, ed è disposta a sacrificare i suoi connazionali senza averne sentito nessuno, o qualcuna o tutte queste cose insieme, o ha il diritto di essere quantomeno presa in considerazione anche se "siamo al calduccio".
Quanto al fatto che quella formula mi abbia "segnato" nel momento in cui l'ho vista ripetuta su questo forum (se non erro non solo da te), trovo la supposizione poco plausibile in quanto quelle non sono state né le prime volte (né, peraltro, le ultime) ad avermela fatta notare in generale (cioè altrove). Mi era già familiare.
La suddetta formula riflette le caratteristiche di uno slogan. Per esempio te ne dico due (di caratteristiche): 1) E' vaga/evanescente (cosa significa “fino all’ultimo x”? Definisci meglio, ovvero rendila meno slogan, altrimenti - non ritenendo ricada su di me l'onere di definirla meglio, bensì su chi la adopera - la ridicolizzo interpretandola alla lettera e ti dico che ciò non è possibile in quanto, per esempio, ci sono rifugiati apolidi [li chiamo così sempre seguendo l'implicazione logica dello slogan che tu hai mutuato da chi prefigura la scomparsa dell’Ucraina] che non moriranno in guerra; 2) Se mi presto ai termini dello slogan, allora è parziale/"peccato" di omissione (perché non anche “disposti a guardare fino all’ultimo russo mandato ad invadere l'Ucraina"?).
Quella formula non l'hai inventata né tu né nessun altro utente di questo forum e azzardo l'ipotesi che non l'abbia inventata nemmeno il/i soggetto/i da cui l'avete sentita o letta la prima volta. Ritengo invece probabile che sia stata messa in circolazione dalla - e non a caso faccia comodo alla - propaganda russa. Nuovamente non a caso - come anticipato sopra al punto 2) - si focalizza solo sul pronostico delle morti """ucraine""". Ritengo sia diretta specificatamente al pubblico occidentale e sia stata concepita al preciso scopo di dissuadere i Paesi (opinioni pubbliche, decisori) che supportano l'Ucraina ad abbandonarla di fronte all'invasione russa, attraverso la leva del ricatto morale che affonda sulla sensibilità di generazioni vulnerabili a tali ricatti poichè ormai -
anche dopo un tot di tempo trascorso in condizioni di pace - abituate a misurare ciò che è moralmente accettabile con i valori delle democrazie occidentali dove non hanno (più), fortunatamente, conosciuto la guerra in casa portata da un invasore straniero.
Inoltre, caratteristica 3), quella formula si basa sulla teoria tutta da dimostrare che, prima di arrivare "all'ultimo ucr- (coercitivamente russo e rifugiato apolide)", non si arrivi all'ultimo russo mandato ad invadere (se ci si vuole limitare a parlare di coercitivamente russi, rifugiati apolidi e russi dalla Russia). In realtà l'ultima parte della frase che ho appena scritto è incomprensibile perché non ho specificato cosa intendo con "ultimo russo mandato ad invadere", ma è proprio la natura incomprensibile dello slogan targato "fino all'ultimo x" che non mi permette di rispondere altrimenti, dovendo ribattere slogan con slogan finché non si esce da questo circolo di slogan. E a proposito di non uscire da questo circolo (cosa che invece consiglierei di fare), emulandone la formula qualcosa di simile a quello che "fai notare" tu posso "farlo notare" anch'io rivolgendomi a - senti un po' il seguente virgolettato - "l'autoproclamato pacifista che, accusando altri di essere guerrafondai (stavolta posso parlare di accusa?), è disposto a guardare fino all'ultima deportazione, tortura, stupro, esecuzione sommaria, massacro nei territori occupati, i quali, nello scenario preannunciato da questa posizione di autoproclamato pacifista, si estenderebbero a tutta la (non più) Ucraina". Un dibattito impostato, diciamo
unicamente, su questi messaggi provocatori (dopo quanto scritto fin qui mi parrebbe assurdo che tu non ne riconosca almeno la carica provocatoria) per me, in breve, fa abbastanza cagare, ma sei libero di pensarla diversamente, cioè che sia arguto, costruttivo, penetrante, sottile, utile etc.
Caratteristica 4): quella formula, nel servire al (sperare di avere il) potere dissuasivo sopra descritto a cui è indissolubilmente legata (checché tu possa professare di usarla separatamente da tale potere), sottende la teoria senza fondamento secondo la quale alla cessazione del supporto segua la pace e la cessazione delle morti dei coercitivamente russi.
Quindi penso 1) che i punti fossero due e distinti [il tuo - che nel post precedente non avevo ancora nemmeno toccato, ma in questo sì - e il mio] e 2) di avere spiegato a sufficienza il mio con cui volevo sottolineare l'uso problematico della designazione "ucraino" nel contesto di quella formula, considerato l’effetto dissuasivo che punta a veicolare e lo scenario a cui esso porterebbe
nella logica di chi la usa (e da cui tu l'hai mutuata).
Dici di non proporre soluzioni, ma se (beh, presumo) non ti fai rientrare nell'insieme di coloro che "sono disposti a etc", allora rientri in quello di coloro che "
non sono disposti a etc". E ciò cosa comporta? Comporta lasciare gli ucraini a se stessi oppure supportarli fino... a quando? E ciò cosa comporta? Lo scenario che ho delineato nel post precedente (tra le altre cose, che diventino coercitivamente russi e rifugiati apolidi). Quindi autoincludendoti nel secondo insieme a ben vedere stai già proponendo - o instradandoti verso - una soluzione. "Soluzione" non intesa come fine del conflitto, né come pace, bensì prettamente - è questo che mi interessa limitarmi a dire - come il punto di arrivo a seguito di una transizione che conduce dalla situazione attuale ad una nuova, diversa da quella attuale (in cui, again, succedono quelle cose sotto e a seguito delle totali occupazione, annessione, russificazione). Oppure cosa? Il tuo pensiero non ha inclinazioni/oscillazioni? Né che gli ucraini continuino a combattere né però nemmeno che la smettano? Se è così, allora inizio col dire che, dalla presunta (non)posizione di chi sosterrebbe di non sbilanciarsi, troverei strano il fatto che non ti abbia mai visto fare rilievi su entrambi i casi, cioè compreso quello dell'autoproclamato pacifista. Infatti in questo contesto dissento (posso esprimere dissenso, giusto?) da chi ha scritto che tu critichi indifferentemente tutti. Se non erro il riferimento di quel commento lusinghiero era alle forze politiche italiane, ma ritengo che il significato di fondo fosse quello di dipingerti come un individuo che non risparmia nessuno anche più in generale, quindi dotato di uno spirito critico maturo, uniformemente vigile ed in ultima analisi invidiabile. Ecco, in questo specifico contesto dissento: stai risparmiando dalla critica la figura dell'autoproclamato pacifista che ho trattato in un paragrafo soprastante.
In realtà neanche “pro Ucraina”, detto così e basta, significa nulla, o meglio è un’altra formula evanescente e di per sé insufficiente a spiegare la propria posizione, ma che capisco si adoperi per comodità e rapidità di linguaggio e comunicazione (per esempio quando si ha fretta di collocare una certa persona all'interno di una categoria mentale facilmente maneggiabile, e proseguire oltre nel discorso). Inoltre, a dirla tutta e concedendomi momentaneamente di utilizzarla per i medesimi scopi, se la intendiamo allo stesso modo (mah, chissà) non c’è bisogno di essere “pro Ucraina” per essere pro Ucraina, basta essere pro diritto internazionale non a targhe alterne nascondendosi dietro il benaltrismo o, peggio, giustificando l’invasione russa come, riassumendo, ho esplicitamente letto fra i post nel topic della guerra (non tuoi), cioè in questo modo: “gli USA hanno invaso in passato. Perché non può farlo anche la Russia quando ad essere minacciata è la sua sicurezza nazionale (ovviamente aderendo acriticamente alla narrazione dell'attuale classe dirigente di quest'ultima sulla propria sicurezza nazionale, ndr)?”.
PS: Se per queste parti di post dedicate all'invasione, nell'eventualità ce ne fossero altre future, mi spostassi nel topic adatto, mi seguiresti oppure hai deciso di non metterci piede per principio in quanto lo ritieni irrimediabilmente "tossico" e tipo non ti ci vuoi "sporcare"? Chiedo in anticipo così, supponendo che i moderatori potrebbero spostarmi il prossimo, mi risparmio altro testo sul tema che, collocato nel topic adatto dopo l'intervento della moderazione, potrebbe precludersi la risposta al 100% in base a tale principio. Ovviamente sto correndo il rischio che potrebbero spostarmi già questo e che già questo, una volta spostato, non riceverà risposta sempre per il medesimo principio.