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Beh non è che hai detto poco :asd:
Ma ti assicuro non do colpe all'università se poi non si trova lavoro una volta laureati, le responsabilità ricadono su ben altri fattori ed elementi socio economici, è l'intero circuito del lavoro in italia ad essere perverso. Ma poi a costo di sembrare qualunquista basta guardare quanto neo laureati vanno all'estero, di recente un mio amico d'infanzia laureato in economia alla Bocconi ha preso e s'è trasferito a Londra (scelta discutibile visto il periodo storico ma tant'è, comunque ha più prospettive lì che in italia).
Vabbè, io continuo a non vedere quali parametri assumi per il tuo giudizio. E visto che a sto punto dubito che usciranno fuori, la chiudo qui.
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Si' ma non ho capito cosa c'entri il mondo del lavoro con la qualita' della formazione dell'uni italiana.
Che ci siano piu' prospettive a Londra che a Milano nell'ambito finanziario e' abbastanza ovvio, Londra e' il centro finanziario piu' importante d'Europa, e di parecchio :asd:
Ma come non l'hai capito? Non lo vedi che per qualcuno l'università è nammerda perché non gli ha trovato lavoro e che tutto ciò diventa "eh ma non forma persone competitive", "eh ma le skills di qua, eh ma le skills di là", "eh ma all'estero". Sono sempre le stesse robe da bar.
 
Che poi, università come Bocconi giustificavano la retta con il network che garantivano in uscita. Una volta che quel parametro è venuto a ridimensionarsi, è anche normale vedere loro laureati barcamenarsi assieme ai laureati delle pubbliche, che di certo non hanno competenze inferiori.
 
Che poi, università come Bocconi giustificavano la retta con il network che garantivano in uscita. Una volta che quel parametro è venuto a ridimensionarsi, è anche normale vedere loro laureati barcamenarsi assieme ai laureati delle pubbliche, che di certo non hanno competenze inferiori.
Il 99% delle uni "famose" al mondo sono buone soprattutto per il nome/network, la preparazione (almeno a livello undergrad) che forniscono non e' cosi' diversa dall'universita' media imo. Poi ovviamente gli studenti che le frequentano sono in media piu' bravi degli altri semplicemente perche' bisogna essere migliori della media per entrarci :asd:

A livello di ricerca, la situazione penso sia diversa perche' uni grosse hanno i ricercatori piu' bravi sia come staff che come visitatori. Il punto e' che un bravo ricercatore non e' necessariamente un bravo insegnante, anzi :asd:
 
Il 99% delle uni "famose" al mondo sono buone soprattutto per il nome/network, la preparazione (almeno a livello undergrad) che forniscono non e' cosi' diversa dall'universita' media imo. Poi ovviamente gli studenti che le frequentano sono in media piu' bravi degli altri semplicemente perche' bisogna essere migliori della media per entrarci :asd:

A livello di ricerca, la situazione penso sia diversa perche' uni grosse hanno i ricercatori piu' bravi sia come staff che come visitatori. Il punto e' che un bravo ricercatore non e' necessariamente un bravo insegnante, anzi :asd:
Non ho mai avuto modo di parlare con qualcuno che provenisse da università famose tipo Oxford o il MIT quindi non ho idea, neanche minima, della loro preparazione.
Per quello che riguarda università come la Bocconi o la LUISS, comunque, non è poi così detto che gli studenti che vi entrano siano migliori della media: uno studente senza mezzi economici, per quanto bravo, al netto di borse di studio, non ha le stesse possibilità di chi quei mezzi li ha e quindi c'è un grosso bias all' ingresso.
 
Non ho mai avuto modo di parlare con qualcuno che provenisse da università famose tipo Oxford o il MIT quindi non ho idea, neanche minima, della loro preparazione.
Beh, eccomi :asd: Cambridge pero', e i corsi che ho fatto nel mio master non erano chissa' quanto piu' difficili di quelli che ho fatto in italia alla magistrale. Solo piu' concentrati. Ovviamente non faccio statistica da solo, pero' questa e' la mia esperienza (e quella di altri che ho conosciuto)
Per quello che riguarda università come la Bocconi o la LUISS, comunque, non è poi così detto che gli studenti che vi entrano siano migliori della media: uno studente senza mezzi economici, per quanto bravo, al netto di borse di studio, non ha le stesse possibilità di chi quei mezzi li ha e quindi c'è un grosso bias all' ingresso.
Si', assolutamente vero. Per quanto riguarda UK/USA (dove tendenzialmente ci sono le uni piu' famose), le rette costano piu' o meno ugualmente ovunque e si possono prendere dei simpatici student loans, quindi in teoria sono "accessibili" a chiunque sia abbastanza bravo. Con il piccolo problema che in questi paesi il sistema educativo e' classista sin dalla scuola primaria, quindi chi ha ricevuto un'educazione migliore e' sempre piu' ricco :asd:
 
Si' ma non ho capito cosa c'entri il mondo del lavoro con la qualita' della formazione dell'uni italiana.
Che ci siano piu' prospettive a Londra che a Milano nell'ambito finanziario e' abbastanza ovvio, Londra e' il centro finanziario piu' importante d'Europa, e di parecchio :asd:
La stragrande maggioranza degli studenti decide di laurearsi evidentemente per avere più chance di trovare uno sbocco lavorativo, a meno che non parliamo tipo di quei 80 enni che decidono di acquisire l'ennesima laurea solo per hobby :asd:

Sarebbe auspicabile che il mondo del lavoro e quello dell' università si incontrassero ogni tanto, in modo tale che ognuno dei due mondi possa acquisire qualcosa di buono dall' altro. Il mondo delle aziende potrebbe dare degli spunti all' università su che tipo di figure e di preparazione va cercando dai candidati cosicchè i neo laureati rimangano in italia invece di trovare fortuna all' estero, cosa che si sa, rappresenta un investimento a perdere, oltre che una sconfitta sul piano morale per una nazione :asd:
 
La stragrande maggioranza degli studenti decide di laurearsi evidentemente per avere più chance di trovare uno sbocco lavorativo, a meno che non parliamo tipo di quei 80 enni che decidono di acquisire l'ennesima laurea solo per hobby :asd:

Sarebbe auspicabile che il mondo del lavoro e quello dell' università si incontrassero ogni tanto, in modo tale che ognuno dei due mondi possa acquisire qualcosa di buono dall' altro. Il mondo delle aziende potrebbe dare degli spunti all' università su che tipo di figure e di preparazione va cercando dai candidati cosicchè i neo laureati rimangano in italia invece di trovare fortuna all' estero, cosa che si sa, rappresenta un investimento a perdere, oltre che una sconfitta sul piano morale per una nazione :asd:
Se i neolaureati italiani che vanno all'estero riescono a trovare lavoro, il problema è l'università o il mondo del lavoro italiano?
 
Se i neolaureati italiani che vanno all'estero riescono a trovare lavoro, il problema è l'università o il mondo del lavoro italiano?
Il problema chiaramente è del mondo di lavoro italiano, che non da accesso non solo ai laureati, ma un po a tutti. Tuttavia una migliore comunicazione e sinergia tra i due mondi potrebbe solo che migliorare le cose. Attualmente viaggiano su due binari paralleli senza mai incontrarsi.
 
sul numero degli stupri in svezia ho un deja-vu. Ma non se ne era discusso tempo fa proprio in questo topic ?

Era venuto fuori che gli svedesi contano il numero di stupri in modo diverso rispetto al resto degli stati europei, per questo il numero risulta più alto. Ma se si valuta la statistica usando gli stessi criteri degli altri paesi, allora il numero è in linea con il resto d'europa
 
Mi son p
sul numero degli stupri in svezia ho un deja-vu. Ma non se ne era discusso tempo fa proprio in questo topic ?

Era venuto fuori che gli svedesi contano il numero di stupri in modo diverso rispetto al resto degli stati europei, per questo il numero risulta più alto. Ma se si valuta la statistica usando gli stessi criteri degli altri paesi, allora il numero è in linea con il resto d'europa
Mi son perso questo passaggio, quale parametro cambia in Svezia nel conteggio?
 
Mi son p

Mi son perso questo passaggio, quale parametro cambia in Svezia nel conteggio?
Trovato. La discussione era di un anno fa.


Quelle statistiche sugli stupri in svezia fanno pensare ad uno scenario tipo leoni con le gazzelle in cui gli uomini si buttano addosso alle donne appena le vedono girare per strada.

Facendo una rapida ricerca però sembra che quelle statistiche derivino dal modo diverso in cui sono riportati i numeri degli stupri in svezia:
  • ogni presuno stupro denunciato viene riportato. Anche se poi le indagini non portano a nulla
  • maggiore fiducia nelle forze dell'ordine rispetto agli altri stati europei, che fa si che una maggiore percentuale di stupri venga effettivamente denunciato
  • i casi di stupro non vengono cumulati nel conteggio. ad esempio se una persona ne stupra un'altra 140 volte, per le statistiche svedesi è +140, mentre negli altri stati è +1
  • la svezia ha un concetto più ampio di stupro rispetto agli altri paesi
In questo articolo che ho trovato hanno calcolato le statistiche sugli stupri in svezia usando i criteri usati in germania, ed il risultato è in linea con gli altri paesi euorpei


Tutto era partito proprio da un tweet di questo PeterSweden. All'epoca avevo trovato questo articolo, ma googlando "sweden rape statistics", gli articoli dicono tutti più o meno la stessa cosa

Effettivamente rileggendo la discussione sembra tutto un deja-vu. E noi due avevamo anche avuto uno scambio "vivace" :asd:
 
Trovato. La discussione era di un anno fa.




Tutto era partito proprio da un tweet di questo PeterSweden. All'epoca avevo trovato questo articolo, ma googlando "sweden rape statistics", gli articoli dicono tutti più o meno la stessa cosa

Effettivamente rileggendo la discussione sembra tutto un deja-vu. E noi due avevamo anche avuto uno scambio "vivace" :asd:
Mi trovo d'accordo con metà dei parametri elencati, per il resto.....
Riportare i presunti stupri non ha alcun senso.
Ed avere un concetto più ampio di stupro è ancora peggio quanto estremamente pericoloso ma che significa?
 
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