inquietante, inaspettata, inattesa. Mettendo da parte l’unica vera certezza di Apocrypha(il pessimo comparto tecnico) non mi aspettavo di vedere un episodio cosi intimamente legato al precedente. Tematiche, discorsi, riflessioni che completano quanto visto precedentemente a cui si aggiunge la seconda(mini) parte di Piccoli Problemi di cuore Apocrypha Edition e soprattutto Atalanta.
Atalanta che dopo aver svolto a lungo il ruolo di “gregaria” della fazione Rossa(per Achille, per Karna e ovviamente per Shirou) si muove autonomamente ed è protagonista fin dai primi minuti. Aveva scosso la testa di fronte al corpo, apparentemente esanime di Jack e per prima era stata inghiottita da quella nebbia.
Premetto una cosa però prima di iniziare a parlare della cacciatrice dell’Arcadia cosi proprio non va. L’autore non sarà Nasu e la situazione presentata è molto “particolare” ma vedere la caratterizzazione di un pg ridursi a “I bambini non si toccano, sei un mostro” lascia un po’ con l’amaro in bocca. Soprattutto quando poi ci tocca sorbirci ancora una volta i monologhi e i dilemmi interminabili dell’ammorbante Main Chara. Atalanta mi piaceva e mi piace ancora come pg (è anche doppiata da Saori Hayami che in GO doppi anche Ushiwakamaru impossibile da non apprezzare se non si è fan di Persona e la mitica Martha) però meritava e merita di più secondo me.
Tornando agli eventi, la cacciatrice sempre cosi calma e distaccata inizia a perdere la compostezza di fronte alle accuse dei “bambini” un colpo tremendo per chi, come lei, ha sempre desiderato un mondo in cui tutti i bambini fossero amati. È cosi ora che è un servant ed era cosi secoli e secoli prima, quando era in vita.
Il suo mini flashback è veramente prezioso, permette di inserire il cameo di una Medea giovane ed innocente(L’aspetto è quello di Medea Lily di GO, ma Medea Lily in quanto servant ha tutti i suoi ricordi) ed a posteriori è un peccato non aver visto neppure un’interazione fra di loro nella Third Singularity ma la scena in se sa di incoerenza
Non tanto per il flashback in se che dipinge un momento quotidiano e a suo modo plausibile(post fuga dalla Colchide)quanto per Atalanta. Le orecchie e la coda da leonessa sono un richiamo alla punizione inflittale dagli dei(la versione più comune è Afrodite) per aver osato giacere in un tempio(la versione più comune è Cibele) quindi, anche se nel Nasuverse fosse andata diversamente(altamente probabile), orecchie e coda non centrano nulla con la Atalanta “eroina”.
Allo stesso modo è stato piacevole vedere Artemis(anche lei conosciuta in GO) la cui presenza rimarca nuovamente la differenze fra la versione “classica” del personaggio e questa, visto che Artemide impietosita dalle lacrime della piccola Atalanta mandò un’orsa ad allattarla ma non si occupò direttamente di lei.
La sensazione di “incompiuto” accompagna diversi passaggi della vicenda, non si hanno le informazioni per dare una spiegazione a tutto, fra i bambini che circondano Atalanta ve ne è una uguale a Fiore, Sig che è protagonista della scena poco dopo ne incontra una che è identica a Jeanne, la quale per trucco e rossetto dà l’idea di essere una giovanissima prostituta cosa che non ha molto senso visto che i bambini visti nell’incubo qui rappresentato sono morti ancora prima di nascere.
La cosa importante di quell’incontro casuale(ma forse no) è lo scenario che si manifesta davanti all’homunculo, un mondo cosi insensatamente violento e crudele, in cui la morte di uno o cento ragazzini non fa alcuna differenza.” Il bello è il brutto ed il brutto è il bello”(Macbeth) dice quella che potrebbe essere definita la “portavoce” dei Jack.
Ed ha ragione, un momento storicamente considerato positivo ed importante come la Londra vittoriana, il culmine della potenza e del prestigio impero britannico nascondeva, proprio nel suo centro nevralgico, un incubo fatto di povertà, fama, violenza ed indifferenza. Gli omicidi di Jack si svolgevano in un quartiere dove la prostituzione era all’ordine del giorno ed in cui, realisticamente, gli aborti abbondavano
Un vero inferno per creature che il cui unico desiderio era di vivere ed essere amati. Una realtà cosi crudele e drammatica è in netta contrapposizione con quel poco di umanità conosciuto fino ad ora da Sig.
L’unica a mantenere la compostezza è Ruler la quale comprende rapidamente la natura del luogo in cui si trova( lo definisce incubo proprio come aveva fatto in precedenza) ed ad essere abbastanza risoluta nell’agire. A differenza di Sig, il quale si trova a “chiacchierare” con l’illusione o forse più correttamente(da info successive nell’ep) con una immagine residua di Reika.
Nonostante “i” Jack avessero fatto mattanza di Homunculi per cibarsi di loro, nello scorso episodio lo aveva definito Magus “Voi magus siete cosi ingenui” e non “voi Homunculi” il che potrebbe essere un’incoerenza cosi come frutto del potere dell’incubo.
Per una volta non mi sento di puntare il dito contro nulla perché questo è uno di quegli episodi dove è, evidentissima, la mancanza di “pezzi” e spiegazioni. Gli homunculi ed i bambini che sono andati a formar “Jack” sono simili, sono entrambi strumenti usa e getta. Non assassinati, non sfruttati(o quantomeno non nel caso dei bambini che compongono Jack) ma semplicemente gettati via che è molto più crudele.
Tuttavia Reika, che ancora una volta accenna alla salvezza offerta a lei da quei bambini non specifica né come sia stata salvata né tantomeno perché la sua vita fosse un inferno o perché avesse tutte quelle informazioni sul mondo dei magus, lei che non lo è e si è ritrovata a fare da Master ad un Assassin molto “particolare” e non ad un Caster, che poteva avere molte più informazioni a riguardo.
Reika ha seguito il flusso, ha accettato(per via del suo background) l’impossibilità di cambiare il mondo ed ha tentato di vivere fino alla fine il frammento di sogno che le era stato offerto. Ma, dopo aver espresso un pensiero cosi cinico e realista dubito fortemente che “pensasse” di poter vincere la guerra del Graal. Si stava illudendo, stava sognando per usare parole sue.
Ed il suo desiderio, perché forse è questo che era, l’avrebbe probabilmente portata ad allearsi con Shirou, quello che, sulla carta, vuole portare avanti è un miracolo, una utopia, la salvezza dell’intero genere umano.
Altra informazione sempre è solo fra le righeè la natura di Jack stesso. La sua prima NP Marie the ripper(quella con cui contava di shottare Jeanne) prende il suo nome(e ne sono abbastanza sicuro) dalla prima, storica vittima di Jack lo Squartatore, Mary Ann Nichols ma tutto il resto?
A livello di ispirazione mi piace, perché riprende una teoria molto famosa secondo cui non vi era un solo ma tanti “Jack lo squartatore”. I bambini fanno “parte” della leggenda di Jack…ma non sono lui e questo è un punto molto interessante.
Visto che il serial Killer londinese non è mai stato arrestato è molto probabile che il “servant” Jack lo Squartatore possa manifestarsi con aspetto e abilità molto differenti fra di loro. In questo caso un agglomerato di spiriti maligni: i bambini mai nati (o forse più genericamente vissuti ai margini della società e morti giovanissimi) gettati via e lasciati alle acque del Tamigi. Doveva essere una cosa tristemente normale in un quartiere povero, degradato e pieno di prostitute come quello di White Chapel e…non vorrei divagare di nuovo ma forse, l’abbigliamento succinto della piccola Jack(visto anche il modo in cui era conciata la simil Jeanne) potrebbe trovare una giustificazione in questo aspetto della sua leggenda.
La stessa Ruler accenna a come è stato l’odio, la paura e la disperazione di quella Londra vittime a dargli quella forma. Forse è per questo che per l’evocazione era “programmato” un sacrificio rituale che però non c’è stato Jack deve essere arrivato nel mondo “prima” del previsto ed ha ucciso l’uomo che doveva diventare suo master e salvando la vita a Reika.
La fredda risolutezza di Jeanne viene contrastata ovviamente da Atalanta. Non viene mai specificato ma dalla simil oscurità sul suo braccio la cacciatrice greca potrebbe essere, quantomeno in parte, vittima della nebbia(non è ancora chiaro cosa faccia) da cui era stata inghiottita e questo aspetto potrebbe, volendo essere molto buoni, la monotematicità delle sue argomentazioni in questa sede.
Non vi è calma, non vi è compostezza ma solo rabbia e disperazione sue parole. Quanto Jeanne sta per fare va contro il più sacro dei suoi principi e forse per via del suo stato mentale, forse per rifiuto o pura semplice ipocrisia, non rivolge mai delle critiche a se stessa.
È stata lei ad uccidere la “mamma” e sempre lei ha colpito Jack alle spalle preparandosi poi a finirla mentre ora si mette in mezzo per cercare di evitare che il “lavoro” che aveva iniziato venga completato, portando il tutto anche su un piano personale ed ideologico.
Jeanne ha compreso la vera natura di Jack e sa che va fermato per donargli la salvezza, soluzione che Atalanta rifiuta fermamente perché loro sono comunque “vittime” e la morte non è una salvezza accettabile.
Nonostante non brandisse una spada(e qui viene sottolineata anche una profonda differenza con il suo chara in Extella dove Jeanne porta una spada lunga alla cintura, che usa per gli attacchi pesanti in combo con il suo vessillo) partecipava a quelle battaglie, chiunque partecipi direttamente o meno ad una battaglia (e per continuare la serie di camei l’ep ci butta dentro Gilles) non può non essersi sporcato, chi dice il contrario mente. E chi la accusa di non essere una santa, dovrebbe cercare argomentazioni migliori.
Lei non si è mai definita tale ed ha sempre rifiutato tale titolo(, risolutezza che lascia di stucco il ferito Sig ed una sempre più dispera Atalanta. Quando la cacciatrice urla “se li abbandonassi chi li amerebbe?” sembra confermare(se si pensa anche all’oscurità sul brraccio) un qualche grado di influenza della nebbia e di quel luogo sulla psiche della Archer, che ora si sente in dovere di amare e proteggere quei bambini anche se questo volesse dire condannarli a restare all’inferno in cui vivono imprigionati che in termini più cinici corrisponde ad un “non ho argomentazioni con cui rispondere ma non posso accettare che vada a finire cosi”.
Inferno (L’episodio fra l’altro si intitola From Hell) che però non viene mai definito NP bensì illusione “nata” dai pensieri residui e francamente non so se una definizione simile possa adattarsi ad una RM ma mentre Atalanta continua con la sua strenua difesa dei “Jack” ,una di loro(la simil Jeanne) fa un passo in avanti.
La “santa” vuole davvero ucciderli? SI, per quanto sconcertante possa essere per i presenti e nonostante la risolutezza dimostrata e nonostante rimpianti e rimorsi(ed un Ruler in teoria non può avere alcun rimpianto per essere tale) non manchino nell’eroina francese, bisogna andare avanti. E mentre i Jack si “riuniscono” nuovamente ed Atalanta tende nuovamente, disperata, il suo arco Jeanne pronuncia quella che sembra una preghiera( visto che mi suonava nuova, ho fatto delle ricerche e non una preghiera esistente come il Kyrie Eleison usato da Shirou su Vlad) per esorcizzare Jack.
La Ruler, nonostante la sua fede, va contro alle sue stesse convinzioni, soffre(cosa notata anche “dai” Jack sul finale) soffre perché voleva un finale differente, soffre perché quei bambini non avevano alcuna colpa e desideravano solo vivere.
E qui sta un’altra domanda il destino dei “Jack” quantomeno nell’universo di Apocrypha. Teoricamente, non possono essere salvati, perché quell’agglomerato di inconsapevoli spiriti maligni sono parte integrante della leggenda di Jack e sarà, probabilmente, parte di quello che costituisce la sua multiforme esistenza all’interno del trono degli eroi. In teoria non può essere salvato neppure in questo modo, le parole e le convinzioni di Jeanne però lasciano intendere il contrario oppure, la sua, è solo una “speranza”?
Sta di fatto che il confronto fra le due controparti non è finito. Fa impressione vedere un pg. come Atalanta in ginocchio e poi in lacrime. Quanto è grande l’amore dell’eroina greca per l’innocenza e la purezza dei bambini? Non aveva avuto alcun problema ad abbandonare un master “debole” eppure ora è accecata, dal dolore, dalla rabbia,dalla tristezza,dall’odio, è delusa e disgustata da quella “santa” ma Jeanne non cerca giustificazioni.
Il suo “Qualunque cosa possa dirti, non saresti soddisfatta” è una di quelle frasi da incorniciare e che la valorizzano tantissimo. Cosi come quel “Anche se con le mie sole forze sarebbe stato impossibile con il Santo Graal avrebbero potuto salvarsi” definisce e cerca di valorizzare Atalanta. È cosi disperata dal non curarsi di rivelare il suo desiderio ai propri nemici, lasciando di stucco i presenti. Lei la donna di fede che ora viene accusata di essere un’assassina di bambini definizione doppiamente ironica.
Il compagno d’armi ed amico di Jeanne, Gilles, barba blu, che abbiamo imparato a conoscere in Zero è diventato proprio un serial killer di bambini mentre Atalanta per prima ha attaccato Assassin Nero, alle spalle, pur essendo nel corpo di una bambina.
Con la scomparsa di Jack e l’arrivo di Chirone ed Astolfo(Ed anche lui si definisce perfettamente con quel “Infastidire la gente è la mia specialità”) Atalanta,pur nella disperazione, non cerca lo scontro batte in ritirata non prima di aver lanciato altre parole cariche d’odio e risentimento verso la finta santa che, a questo punto, sarà la sua avversaria nei giardini. Risvolto che porta a tre il numero di scontri prestabiliti: Chirone vs Achille, Sig/frido vs Karna e Jeanne vs Atalanta. Restano fuori Mordred, la quale sembrava intenzionata ad combattere Semiranide, Astolfo che potrebbe tentare di sacrificarsi per proteggere il suo master, Shakespeare che non credo affronterà direttamente qualcuno e ovviamente Shirou che dovrebbe(e sottolineo dovrebbe) essere il Final Boss della situazione.
Ma purtroppo Sig ci tiene a ricordare ancora una volta che è lui il protagonista per cui altro screen time per lui. Quella che ha conosciuto all’interno della nebbia è la crudeltà che Jeanne conosce bene ma proprio in virtù di questa verità la Ruler vuole che l’Homunculo non volti le spalle agli esseri umani: non tutti sono cosi.
È un concetto semplice, ma importantissimo per Sig, che dopo aver visto quel male è precipitato nello sconforto. Non deve perdere la speranza, non deve scegliere la via dell’apatia, dell’odio o del disincantamento.
Quelle sono le soluzioni semplici ma Jeanne gli ha dimostrato come non ci si possa e deve arrendere nonostante tutto e il successivo flusso di coscienza del Gary Stu protagonista prova che le parole dell’eroina francese hanno sparso dei semi che, in futuro, daranno frutto. E…no, il momento pseudo romantico dai due viene interrotto, con somma delusione della Ruler da Chirone il quale sembra quasi averlo fatto apposta mentre si ritorna su tematiche serie.
Perché Atalanta odia Jeanne? Perché bene e male, sono intercambiabili a seconda di ideali, periodo storico, condizione sociale e via dicendo e per la cacciatrice chi sia il male, ora come ora, è abbastanza chiaro e Jeanne è d’accordo con lei, lo ha sempre detto, non è una santa.
L’epilogo in tutto questo è una chicca meravigliosa. Mentre a schermo è inconfutabile la gelosia che la Ruler prova per le attenzioni che il suo adorato rivolge ad Astolfo(quando il paladino lo abbraccio però Sig cerca con lo sguardo Jeanne che ha voltato la testa chiaramente ingelosita), il vero protagonista è Shakespeare il quale rompe la quarta parete e sembra rivolgersi direttamente allo spettatore.
Sarà un caso, ma la prima delle due citazioni del Macbeth che fa in questa sede(“Il bello è il brutto ed il brutto è il bello” mentre la seconda è sul finale “Fra la nebbia planiamo e Aer fello”) è una frase pronunciata dalla “portavoce” dei Jack proprio durante questo ep. un caso o fors-no, non voglio impantanarmi in teorie strane.
Il copione dello scrittore inglese prevedeva uno scontro finale fra santi Amakusa Shirou Tokisada contro Jeann d’Arc ma qualcuno si è messo in mezzo. Una figura indefinibile, Sig, una vittima, un semplice buffone o forse qualcosa di completamente diverso? Ora come ora solo “noi” gli spettatori, possiamo giudicare.